Apprendiamo con piacere la nomina pervenuta alla compagna del Prc Cinisello Silvia Conca.
Nuovi obiettivi con persone giovani, concrete che lavorano e che propongono, cosi' la segreteria nazionale con il segretario Maurizio Acerbo ha intrapreso nuove strade verso quell'attualità e quotidianità di cui facciamo parte.
Riprendiamo il post apparso su fb di Silvia con le prime sensazioni ed emozioni esternate dalla compagna.
"Sabato la Direzione Nazionale del PRC mi ha eletta responsabile per le Politiche LGBTQI e l'intersezionalità.
Quando mi è arrivata la proposta, il mio corpo ha reagito con un brutto mal di stomaco.
Può una persona eterosessuale e cisgender diventare un riferimento
politico-organizzativo interno e di proiezione esterna su questi temi?
Basta il lavoro politico di questi anni, basta essere transfemminista
queer? Il personale è politico, come si può praticare questa strada
senza essere o anche solo risultare sovradeterminante?
Ho cercato,
quindi, prima di accettare, di orientare la mia scelta su due piani
diversi: a partire dai soggetti LGBTQI e a partire da me.
La prima
cosa è avvenuta in forma di consultazione. Ho chiesto ad alcuni (meno di
quante avrei voluto, per questioni di tempo) soggetti queer che ho
incrociato nell'impegno politico cosa ne pensassero: ho raccolto stimoli
importanti su come impostare il nostro operato e tanto inaspettato
entusiasmo, tanta voglia di collaborare, direi quasi un'esigenza.
La
seconda cosa, invece, è nata proprio da una riflessione sui miei stessi
dubbi. La pratica del dubbio è un riferimento altissimo per i comunisti
e le comuniste. Saranno quei dubbi a guidarmi, affinché la prossima
volta non ci sarà bisogno della mia figura, affinché quello che faccio
ormai da tempo per esigenza tanto personale quanto politica contamini i
miei compagni e le mie compagne queer, che in questi anni hanno sofferto
una forte solitudine e fatto fatica a intrecciare inestricabilmente il
lavoro politico di classe nel partito con l'attivismo nel movimento.
Tante sono le mancanze da imputare al partito, ma è mancato soprattutto
un riferimento teorico che potesse tradursi in pratiche. Per questo
abbiamo inserito la parola "intersezionalità", per mostrare una strada
mai praticata, per segnare una discontinuità dalla retorica dell'"unità
delle lotte" incapace di cogliere i nessi tra le diverse oppressioni che
ricadono su ognuna delle nostre vite.
Tornando al "partire da me",
ho pensato a tutto quello che il pensiero queer mi ha donato, alle
contraddizioni aperte nella mia vita, al mio essere eterocis in lotta
costante, talvolta visibile, talvolta sotterranea, con le norme di
genere destinate alle donne eterocis. Alle ferite aperte e mai
rimarginate, agli spazi di autodeterminazione spalancati dentro di me,
agli incontri e alle alleanze. Forse proprio io posso provare in base a
questa mia esperienza di vita a scardinare i meccanismi eteronormativi
messi in luce dalla mia stessa elezione? Il personale è politico, questa
dirompenza delle pratiche queer che ho sperimentato può diventare prima
collettiva e poi sociale, a partire dalla trasformazione in pratica comune in un partito
attualmente diviso in due: da un lato c'è l'assunzione acritica e
comoda, perché non richiede la messa in discussione
personale/collettiva, di quelle posizioni che non vedono altra
prospettiva oltre a quella della conquista dei necessari diritti civili;
dall'altro c'è una malcelata ostilità, con la distruzione di un pezzo
di quella che è stata la cultura politica della rifondazione del
comunismo, nei confronti di un movimento che fa gola al capitalismo
neoliberista e ai suoi meccanismi di sussunzione, meccanismi che
diventano poco intellegibili quando si rinuncia all'analisi e
all'intervento sulla sua sovrastruttura."
Auguri da parte del nostro circolo a Silvia che come sempre per impegno e costanza non ci deluderà!
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