Vittorio Agnoletto ed Alessandro Braga riprendono la triste argomentazione di un sistema sanitario sempre piu' volto verso la privatizzazione. La delibera della giunta regionale del 30 gennaio scorso passata troppo sotto silenzio evidenzia ancora una volta la scarsa informazione in una materia che ci vede tutti protagonisti.
È l’ennesimo tentativo di privatizzazione della sanità,
forse quello definitivo. Ma c’è ancora la possibilità che non avvenga.
Parliamo di una delibera della giunta regionale lombarda, la 6164 del 30
gennaio scorso, che introduce modifiche pesantissime nel sistema
sanitario della nostra regione. In pratica la giunta guidata da Roberto
Maroni, con voto unanime, ha introdotto nel nostro sistema una nuova
figura, quella del gestore. Cosa significa? Che i medici di base
indirizzeranno i pazienti (ma sarebbe meglio chiamarli gestiti) a questi
nuovi enti (attenzione, non necessariamente legati alla medicina) per
gestire appuntamenti, esami, visite diagnostiche dei loro pazienti. Il
nuovo ente, una volta concordato il percorso di diagnosi e cura del
paziente con il medico di base, gestirà la pratica, ottenendo da Regione
Lombardia il rimborso dei costi. Fatto 100 quello che la Regione darà
al gestore, questo terrà l’8% per sé, e magari per il medico di base che
l’ha messo in contatto con il paziente, come compenso per il servizio
erogato. Salta immediatamente all’occhio che se il gestore sarà bravo
(nel gestire il proprio interesse e non quello del paziente) potrà
ottenere visite a prezzi minori aumentando la sua percentuale di
guadagno (ovviamente a discapito della qualità della prestazione).
L’ordine dei medici di Milano, tra i primi a sollevare
dubbi sulla delibera insieme alla trasmissione di radio popolare 37e2,
parla di aspetti non deontologici. Un sistema che ricorda la riforma
sanitaria che Margaret Thatcher introdusse negli anni Ottanta nel Regno
Unito, e che ha avuto le conseguenze che tutti conosciamo. La delibera,
che dovrebbe essere immediatamente esecutiva, manca fortunatamente
ancora dei decreti attuativi, e c’è quindi la possibilità di opporsi.
Gli aspetti incostituzionali della delibera sono abbastanza evidenti, ma
bisogna muoversi alla svelta, perché a ottobre ci sarà il referendum
sull’autonomia della Lombardia. Consultivo certo, ma che potrebbe far
aprire un dialogo tra Regione e Governo per trovare maggiori forme di autonomia per la nostra regione.
Magari anche in ambito sanitario, distaccando definitivamente il
sistema regionale da quello nazionale.
Nessun commento:
Posta un commento