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martedì 31 maggio 2016

LA RIPRESA NON ESISTE

Oggi 7 operai dell'azienda Marcegaglia  a rischio licenziamento si sono incatenati davanti ai cancelli della stessa società  nel tentativo di trovare una via d'uscita ad una situazione ormai disperata.
Il lavoro che viene a mancare, la dignità ,la sicurezza che scompaiono sono ormai la normalità  e se si arriva a compiere gesti estremi non vi è piu' nemmeno lo stupore in una società ormai "abituata" a
tutto. Accanto a loro corrono sempre gli stessi, alcuni delegati Fiom assieme a qualche rappresentante della lista Milano in Comune ,una solidarietà che dovrebbe essere espressa soprattutto da chi amministra e che spesso viene a mancare.
A tal proposito pubblichiamo la riflessione di Anna Camposampiero , candidata alle elezioni milanesi per la lista Milano in Comune in merito al nuovo tipo di società lavorativa che sta emergendo  dove i diritti acquisiti con anni di lotte stanno tramontando anzi scomparendo.
"Ieri notte ho assistito a un incidente. Scooter contro auto. Alla guida dello scooter ragazzo del ’94.
Stava rientrando a casa dopo aver finito di lavorare. Lavoro: consegna con uno di quei servizi che una volta erano i pony express e adesso fanno il verso ad animali di altri continenti…
Ci si ferma a dare una mano, nessuno si è fatto male per fortuna.
Ci si ferma in tre. Già un miracolo va detto. (grazie Alessandro Lanzani).
Così scopro che lo scooter è del ragazzo, che l’azienda per cui lavora gli fornisce il bauletto e la divisa (a dire il vero non gli ho chiesto se ha dovuto comprarli…), che la sua preoccupazione è nel non avere il mezzo per lavorare. Gli chiedo più volte se sta bene, perché a volte l’adrenalina non ti fa percepire un danno fisico. Ma era più preoccupato del mezzo. Con quello ci lavora.
Tutto finisce bene, firmano la costatazione amichevole, l’autista dell’auto è un altro bravo ragazzo preoccupato di ciò che è accaduto. Mi segno come
testimone, sapendo che è una menata, ma che in caso serve.
E mi rimane la sensazione di un paese alla deriva.
Una repubblica non più fondata sul lavoro e sulla dignità delle persone.
Il giovane era la fotografia di una generazione sull’orlo della disperazione e forse senza nemmeno saperlo. Tanta rabbia che esce quando non te lo aspetti, tanta. E che nessuno riesce a incanalare. Eppure aveva gli occhi buoni il ragazzo, e tristi.
E scrivo adesso, perché ho letto dei sette operai incatenati, con cui certo che sono solidale, ma basta?
Come lo sono con il ragazzo di ieri sera.
Jobs Act, delocalizzazioni facili, precarietà, disoccupazione cronica.
E scrivo perché devo rimettermi in gioco anche io gioco forza e non sono poi così giovane.
Scrivo perché oggi un po’ di rabbia ce l’ho addosso anche io.
Ricominciamo a mettere al centro le persone, il diritto al lavoro e a un lavoro dignitoso."

A tutti i 7 operai la nostra solidarietà come circolo PRC A. Casaletti
 

lunedì 30 maggio 2016

TANTA PIOGGIA E TORNA LA PAURA

Il maltempo  di ieri e oggi ha portato alcuni fiiumi come il Lambro ad esondare altri come il Seveso rimangono ad alto rischio. Ogni qualvolta si scateni un'ondata di maltempo con piogge insistenti si ripropone lo stesso  problema, mai che si pensasse a rinforzare dove è possibile gli argini e si provveda per tempo ad un minimo di pulizia dei fiumi. Paderno Dugnano attraversata dal fiume Seveso ne sa qualcosa. Su "Il Giorno"di oggi  è apparso un articolo per la costruzione del contestato lago artificiale
"Nei giorni scorsi è stato pubblicato il decreto di Compatibilità Ambientale (Via) richiesto dal Comune di Milano per poter cominciare i lavori per la costruzione del contestato "lago artificiale" che sorgerebbe nel territorio di Milano, ma davanti a finestre e balconi degli abitanti bressesi del quartiere Papa Giovanni. Al punto 1 del decreto regionale si subordina il parere positivo a una serie di prescrizioni. La più pesante è quella contenuta al punto "d" che recita: "La realizzazione del progetto è subordinata alla conclusione del procedimento di bonifica conseguente all’individuazione della contaminazione puntuale evidenziata in fase di caratterizzazione". A sottolinearlo è Matilde Minella del Comitato Acque Pulite di Bresso, secondo la quale "la vasca di laminazione del Seveso nel Parco Nord potrà essere realizzata solamente quando il Seveso verrà liberato dagli inquinanti".
Quindi prima bonifica del fiume e poi vasca antiesondazione,  intanto il pericolo rimane sempre presente, occorrerebbe che ogni comune si attivasse almeno nel controllo degli argini per non dover ogni qualvolta ritrovarsi in situazioni di costante emergenza.



BUON COMPLEANNO STEFANO RODOTA'


Oggi è il compleanno di Stefano Rodotà,83 anni portati benissimo un coro di auguri a cui ci uniamo come circolo padernese PRC Casaletti.
Immancabilmente quando si nomina Rodotà viene in mente la Costituzione, argomentazione che ultimamente ci vede particolarmente coinvolti.
Riportiamo alcuni passi dell'articolo scritto dallo stesso costituzionalista apparso su La Repubblica il giorno 1 maggio 2016

"Si può dire, ed è stato detto, che un governo, se attribuisce una particolare importanza ad alcuni suoi provvedimenti, ben può ritenere che la loro cancellazione impedisca la prosecuzione della sua azione, annunciando preventivamente ai cittadini questa sua intenzione. Ma questo referendum non riguarda l’ indirizzo politico di maggioranza bensì, come è giusto dire, una massiccia riscrittura delle regole del gioco, con una modifica della forma di governo e del contesto democratico definito dalla Costituzione. Lo ha messo in evidenza efficacemente Romano Prodi, ricordando che «le riforme costituzionali debbono durare molto e non possono essere mirate solo all’ interesse di chi possiede la maggioranza del momento». Il riferimento ai soli interessi della maggioranza è, alla lettera, quello che si trova nelle pagine di Hans Kelsen dedicate alla virtù fondativa del «compromesso », dove si sottolinea che esso «fa parte della natura stessa della democrazia » e consiste, in primo luogo, nel risolvere «un conflitto mediante una norma che non è totalmente conforme agli interessi di una parte, né totalmente contraria agli interessi dell’ altra». Chi ha memoria della nostra storia costituzionale, cosa ben diversa dai troppi richiami sgangherati ai lavori dell’ Assemblea costituente fatti in questo periodo, ricorda che di un “compromesso costituzionale” si è molto parlato, anche con toni critici, ma in definitiva riconoscendo la saggezza politica dei costituenti che, attraverso un confronto serrato, erano giunti a sintesi assai elevate, garantendo l’ alta qualità della Costituzione.
Si dice che bisogna discutere nel merito la riforma sottoposta al voto. Ma non vi è merito più importante e ineludibile della valutazione della logica che la ha guidata e di quale risultato, in termini di democrazia, sia stato raggiunto. È bene ricordare, allora, che nel corso dell’ iter parlamentare, e in particolare in occasione delle audizioni di molti studiosi, proprio sul punto centrale della nuova disciplina del Senato vi erano state proposte assai circostanziate di modelli che avrebbero evitato non solo il pasticcio attuale, ma avrebbero consentito una soluzione davvero innovativa, con effetti di seria semplificazione e mantenimento di equilibri costituzionali che, soprattutto se si tiene conto dell’ intreccio con la nuova legge elettorale, vengono invece pregiudicati. Il buon “compromesso democratico” è lontano, e di questo si dovrà discutere.
Ma il riferimento alla democrazia torna, in maniera ancor più impegnativa, quando si constata che siamo di fronte al passaggio da una democrazia rappresentativa ad una democrazia d’ investitura, dunque ad un mutamento della forma di governo. Ancora una ineludibile questione di merito, se appena si considera che la sentenza della Corte costituzionale che ha cancellato il “Porcellum” è sostanzialmente fondata sulla constatazione che non veniva garantita proprio la rappresentanza dei cittadini. E questo non è tema che riguarda il passato, perché la Corte costituzionale dovrà occuparsi della legittimità dell’ Italicum, contestata con argomenti che sottolineano come anche questa nuova legge elettorale sia viziata da un deficit di rappresentanza (e contro l’ Italicum si stanno anche raccogliendo le firme per un referendum abrogativo).
Vero è che ad ottobre non si voterà sulla legge elettorale. Ma è evidente che la discussione investirà anche questo aspetto della strategia istituzionale del governo, come peraltro sta già avvenendo, perché la stessa riforma costituzionale evoca il tema del potere dei cittadini con le nuove norme sui referendum e sulla iniziativa legislativa popolare, in sé deboli e comunque inadeguate per costituire un contrappeso ad un accentramento del potere che mette la maggioranza nella condizione di poter vanificare le iniziative popolari (altra cosa è la democrazia partecipativa considerata anche nella dimensione digitale). Giustificato con l’ argomento della semplificazione delle procedure di decisione (realizzata invece in forme confuse e contraddittorie), il moto ascendente del potere, la sua concentrazione in poche mani pongono chiaramente una questione di democrazia, già evidente in alcune inquietanti prassi dell’ attuale governo, o per meglio dire del presidente del Consiglio. Il giudizio degli elettori riguarderà inevitabilmente tutti questi aspetti della questione, che oggi si presenta con i tratti di una democrazia messa sotto tutela.
Diventa fondamentale, allora, il contesto nel quale si svolgerà la campagna elettorale. Uno storico come Emilio Gentile ha appena pubblicato un libro dal titolo “Il capo e la folla”, che riprende un tema trattato nel 1895 da Gustave Le Bon, analizzando “la psicologia delle folle”. La ricostruzione dei rapporti tra il leader e le masse, la personalizzazione del potere ci portano ai giorni nostri, che conoscono il pieno dispiegarsi di quella che Abramo Lincoln chiamò la “democrazia recitativa”. Varrà la pena di tornare su questo tema. Ma, considerando la campagna elettorale, bisognerà garantire subito che la “recita” non sia riservata ad un numero ristretto di personaggi. Questo chiama in causa particolarmente la televisione pubblica, ma implica una responsabilità dell’ intero sistema informativo. Una questione di democrazia, che si aggiunge alle altre appena ricordate."
Stefano Rodotà

giovedì 26 maggio 2016

CALENDARIO RACCOLTA FIRME

Ecco il calendario settimanale con i punti raccolta firme  di Paderno Dugnano contro l'Italicum e per il NO al Referendum

- Venerdi'     27 maggio 2016 dalle ore  8.30 alle ore 13.00    al        Mercato di Palazzolo M.se
-  Sabato      28 maggio 2016  dalle ore 09.00 alle ore 13.00   in   P.zza Matteotti
-  Sabato      28 maggio 2016 dalle ore  18.00  alle ore 24.00  Festa ACAP - Palazzolo M.se
-  Domenica 29 maggio 2016 dalle ore 09.00   alle ore 13.00  Via Reali- Cassina Amata

VOTIAMO NO AL REFERENDUM  DELLE  MODIFICHE COSTITUZIONALI E AL PERICOLO NEL COLLEGAMENTO CON L'ITALICUM!

mercoledì 25 maggio 2016

SINISTRA NORD MILANO DIVENTA ASSOCIAZIONE

Sinistra Nord Milano ieri sera a Sesto S.Giovanni è divenuta associazione.
Mesi di incontri, mesi di lavoro con i coordinatori Nadia Rosa ed Alberto Amariti hanno dato buoni frutti.Diverse le tematiche affrontate in questi ultimi tempi dalla Costituzione, alla scuola, al lavoro  sempre con una partecipazione in crescendo. Un soggetto che si sta rivelando utile anche per quanto riguarda l'aggregazione di quella sinistra di cui tanto si discute e che nel nord Milano è già realtà. Franz Englaro con la sua partecipazione rappresenta anche il nostro circolo , a  lui , a Nadia e a tutti i coordinatori il nostro augurio di una buona e fruttuosa continuazione.





e-mail nordmilanosinistra@gmail.com





 


martedì 24 maggio 2016

NUOVA RICHIESTA AIEA AL COMUNE DI PADERNO D.






MERCATO DI DUGNANO:NUOVA RIQUALIFICAZIONE MENO LAVORO

Pubblichiamo il post apparso oggi su facebook  di Domenico Di Modugno che fotografa ampiamente l'attuale situazione degli ambulanti di Via Oslavia dopo la nuova riqualificazione degli spazi.
Una scelta che porterà meno lavoro a chi cerca di sopravvivere assieme a situazioni poco piacevoli come quella accaduta in mattinata.

"Oggi primo giorno di mercato di via Oslavia a Paderno Dugnano dopo che il consiglio comunale ha approvato la cosiddetta " riqualificazione ".
Ricordiamo cosa è stato deliberato: cancellazione di circa 30 posteggi per l' esercizio del commercio ambulante con la conseguente cacciata dei " spuntisti" cioè i precari del settore.
Accentramento degli alimentaristi lungo il cosiddetto " decumano".
Ebbene il primo giorno registra:
Malore di un operatore con chiamata dei soccorsi. Pare che sia in codice rosso.
Accesa discussione con l'assessore al commercio.
Costei si è fatta aiutare da un numeroso drappello di poliziotti municipali e anche con l'intervento di una pattuglia dei carabinieri.
L' amministrazione comunale di Paderno Dugnano ha perseguito il proprio orientamento. Primo risultato ottenuto 40 famiglie che da oggi si sommerranno ai dati sulla disoccupazione.
La riqualificazione ( sic!) si fa per dire ha prodotto una grande spazio inutilizzato adiacente al lungo Seveso.
Vedremo in seguito, dopo l'inevitabile smarrimento dei consumatori in cerca dei propri fornitori, come evolverà questo enorme spazio. Oggi ci limitiamo a registrare con alcune fotografie."

lunedì 23 maggio 2016

MAGGIO MESE DELLA LEGALITA'

A Paderno Dugnano è partita la settimana della legalità, numerosi incontri, memorial in ricordo della strage di Capaci, concerti, letture.
Splendide opportunità per riconsiderare  sani principi che andrebbero portati avanti ogni giorno magari anche ricordando che esistono spazi volutamente dedicati a chi si è sacrificato.
La nostra città possiede una piazza dedicata a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, un luogo  che con tanto di nome appropriato potrebbe essere utilizzato per manifestazioni di vario tipo ed anche una targa ormai molto usurata dal tempo segno che nessuna manutenzione è mai stata fatta.
La settimana della legalità potrebbe partire anche da piccole significative opere di ristrutturazione , occasioni importanti per poter ribadire concetti a volte troppo scontati o persi durante lo scorrrere del tempo.
Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini. 
G. Falcone




i segni dell'usura nella targa in P.zza Falcone e Borsellino

A PINO PINELLI UNA NUOVA TARGA





Milano, 22 maggio 2016, una bellissima giornata di fine maggio, caldo , tante persone riunite in P.zza Fontana alle ore 18.00 per partecipare, per esserci alla posa della nuova lapide in ricordo del partigiano anarchico Pino Pinelli.I marmisti di Carrara assieme agli operai  della Rimaflow ed al Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa hanno realizzato il sogno di una nuova targa in sostituzione di quella usurata dal tempo.In tanti si sono stretti accanto a Licia, Silvia e Claudia Pinelli , il significato dell'esser presenti in una città che non dimentica ma che ama le belle persone come Pino, già perchè Pino dimostra ancora una volta di esser piu' vivo che mai nella mente di tanti.
Pubblichiamo volentieri l'intervento di Claudia Pinelli che è stata ospite nella nostra sezione padernese a dicembre 2015   in occasione della presentazione del  libro di Licia "Dopo" .
"E' sempre un'emozione poter condividere con tanti amici una parte importante del percorso che ancora una volta ci porta a ricordare Pino Pinelli. Non fa freddo ed è una cosa che colpisce. Siamo abituati a ritrovarci qui in Piazza Fontana a dicembre con il freddo che penetra nelle ossa e il ricordo e la solidarietà che scaldano il cuore. Il ringraziamento a chi oggi ha deciso di essere qui per la posa di questa lapide è grande, come il nostro grazie sincero a chi ha preso l'iniziativa e si è preso l'onere di realizzarla, quindi a Mauro Decortes e al circolo anarchico Ponte della Ghisolfa, ai compagni di Carrara, a Ri-Maflow per la realizzazione della struttura, che unisce un lavoro accurato a delle scelte simboliche che rende il tutto ancora più significativo.
Non sono gli anni trascorsi che ci faranno dimenticare Pino, una serata come quella di oggi ne è la dimostrazione. Pino che è diventato, suo malgrado, un simbolo, della violenza del potere e dei diritti negati, ma che tanto ci ha lasciato e ci ha permesso di essere ancora qui a portarne avanti i valori, perché aveva una vita che è importante continuare a testimoniare, una vita di impegno nel sociale, di impegno politico, sempre dalla parte degli ultimi. Una vita piena di affetti, di ideali, una vita spezzata dagli stessi che ancora oggi ci tolgono quei diritti faticosamente conquistati, che reprimono il dissenso, che ci vorrebbero sudditi invece che cittadini critici capaci di scegliere. Tanta strada è ancora da percorrere per vedere realizzati quegli ideali, 
quei valori in cui Pino credeva, in cui tanti di noi credono, ideali di pace, per un mondo senza guerre e senza confini, in cui i diritti di tutti vengano rispettati. Le ondate di xenofobia e razzismo non ci appartengono e a questa società sempre più piramidale, ai diritti negati, continueremo a rispondere con l'impegno, il confronto, continuando a tenere alti quei valori di antifascismo e resistenza perché una società più giusta e più umana sia possibile. Perché nessuno debba mai più subire quello che abbiamo subito noi".

domenica 22 maggio 2016

MERLINO CONDANNATO IN CASSAZIONE PER LA TRAGEDIA EURECO

Giovedi' 19 maggio la Corte di Cassazione ha confermato la pena di condanna nei confronti di Giovanni Merlino titolare dell'azienda Eureco di Paderno Dugnano, dove il 4 novembre 2010 morirono 4 operai arsi vivi e 3 rimasero gravemente feriti.A morire dopo giorni di agonia con il corpo devastato dalle ustioni furono Harun Zeqiri, 44 anni, Sergio Scapolan, 63, Salvatore Catalano, 55 e Leonard Shehu, L'azienda trattava stoccaggio di rifiuti tossici senza le dovute precauzioni. Il Comitato Vittime Eureco che è sempre stato vicino agli operai sopravvissuti  è  ancora in attesa di ricevere i dispositivi in merito. Seguirà a giorni il comunicato che permetterà di comprendere tutti i termini della sentenza  di questa piccola Thyssen , una tragedia dopo 6 anni dimenticata anche se l'azienda continua ad esistere sul nostro territorio, e  a tal proposito
ripubblichiamo il comunicato inviato dal Comitato  a sostegno delle vittime divulgato in occasione del quinto anniversario,


ERITREA VENTICINQUE ANNI DI INDIPENDENZA

Oggi 22 maggio 2016 a Buccinasco(Mi) la comunità Eritrea della Lombardia si ritrova per festeggiare 25 anni di indipendenza.Canti, balli, concerti , interventi di personaggi del territorio e di Milano e momenti conviviali animeranno l'intera giornata.

La Comunità Eritrea di cui si sente parlare molto poco è una fra le piu' longeve ed attive in Lombardia.
Riportiamo l'interessantissimo  post del giornalista Fulvio Grimaldi che ha sempre seguito lo sviluppo della situazione politica eritreo apparso in questi giorni sul suo blog, una fotografia che parte da anni di guerra sino ai giorni nostri . Non si parla mai di Eritrea come se appositamente certi modelli dovessero cadere nel dimenticatoio.
"C’ero già stato, in Eritrea, diverse volte. Come sempre da non-nonviolento. La prima, appena scelto di fare il corrispondente di guerra da freelance, dopo aver coperto la Guerra dei Sei Giorni in Palestina per Paese Sera. I miei territori d’elezione erano quelli dove ancora non era finita la lotta di liberazione dal colonialismo, non-nonviolenta e perciò vittoriosa: Palestina, Irlanda del Nord e, appunto, Eritrea. Eritrea che avrebbe dato vita alla più lunga lotta di liberazione di tutta la decolonizzazione: 1961-1991. Il classico Davide, tutto solo, contro il Golia etiopico che aveva alle spalle, prima, tutto l’Occidente imperialista e, poi, tutto l’Oriente “socialista” e che già aveva subito, dal 1890, l’offesa del colonialismo italiano, quello degli “italiani brava gente”, brutale, razzista e predatore, poi, dal 1941, quello britannico e, infine, l’annessione all’impero di un manigoldo genocida, ma caro all’Occidente, Hailè Selassiè, re dei re. Da qualcuno, animato da appettiti neocoloniali, incoronato “padre dell’Africa”.La seconda volta fu, nel 1977, attraversando con un barchino  il Mar Rosso dallo Yemen, dribblando di notte le navi da guerra etiopiche appostate in vista della Dancalia liberata dal Fronte. Sbarcammo a Barasole, poco sopra il porto di Assab, accesso al mare ambito da Addis Abeba. Non era finito il cerimoniale del ricevimento allestito dagli anziani del villaggio, che arrivarono le bombe del nuovo tiranno colonialista, il “Negus rosso”, Mengistu Hailemariam, capo del DERG, gruppo di ufficiali che aveva rovesciato il vecchio imperatore sanguisuga e, dopo qualche occhieggiamento con Washington, si era collocato tra le braccia di Brezhnev. E di Fidel. Che, fraintendendo per obnubilazione terzinternazionalista e pentendosi poi tardivamente, inviò 15mila cubani a schiacciare una lotta di liberazione nazionale condotta nel segno di Marx, Fanon, Cabral, Malcolm X, insomma del meglio su piazza. Barasole incenerita con capanne, edifici, bestiame, persone. Noi, con donne e bambini, portati in salvo nelle grotte laviche alle spalle del villaggio. Poi tutto un viaggio per spiagge sconfinate e vuote, da turismo di sogno, e su, tra le altissime rocce vulcaniche dove la guerriglia celava le sue infrastrutture: cliniche, officine, scuole, coltivazioni., tra picchi e anfratti dove i piloti russi ci cercavano e non ci beccavano più.
Nel 1978 tornai con la guerriglia nel bassopiano al confine col Sudan. Stavolta le città, Tesseny, Barentu, Agordat, non le passammo al largo, strisciando tra acacie e frutteti. Ci entrammo trionfalmente: erano state liberate e già prosperavano scuole rivoluzionarie, cliniche, centri di assistenza sociale, organizzazione comunitaria. Provai a raggiungere l’armata vittoriosa nel 1989 nella sua grande offensiva, giù da Nakfa verso Asmara, travolgendo le ultime resistenze etiopiche. Ma logistica e normative strategiche non lo consentirono e dovetti seguire la liberazione della nostra prima colonia, la vittoria di una vera rivoluzione al tempo in cui altre si apprestavano a spegnersi, alla radio, in tv, sui giornali.
Che allora erano tutti pieni di ammirazione e simpatia. Il negus rosso, è vero, non c’era più e dunque anche le “sinistre” poterono rivedere i propri strafalcioni da allineamento con Mosca (lo fece perfino l’Avana, ma solo nel 1989, a giochi fatti) ed entusiasmarsi per la vittoria di questa estrema battaglia al colonialismo, stavolta interafricano, ma con grossi sponsor alle spalle dell’aggressore.
Libera Eritrea = Stato canaglia
E siamo all’oggi. Ammirazione e simpatia si sono stravolti nel loro contrario. Nell’Africa dell’Algeria, dello Zimbabwe e dell’Egitto assediati dal revanscismo colonialista, della Libia e Somalia disintegrate, del Sudafrica in pieno tradimento di tutte le sue premesse, dei tre fantocci centroafricani che fanno da quinte colonne per la riconquista imperialista del Continente. Kenia, Uganda ed Etiopia, e di tutti gli altri regimi più o meno amannettati ad Africom, l’Eritrea è diventata per tutti, uniti nella perversa maieutica Nato e neoliberista,  la piccola grande bestia nera. Lo schema è quello classico, tanto facile, stereotipato e  rozzo, quanto bene accetto all’ansia dirittoumanista degli utili idioti e amici del giaguaro: dittatura spietata, partito unico autocratico, lavori forzati, prigionieri politici incatenati e torturati, esecuzioni di chi fiata, una gioventù bruciata dalla militarizzazione perepetua, torme di disperati in fuga a rischio di insabbiarsi nel Sahara o affogare nel Mediterraneo. Tutta roba già martellata su cervelli che dovevano poi assistere, catatonici o compiaciuti, alla distruzione di Jugoslavia, Serbia, Iraq, Libia, Siria e relativi genocidi, nel nome del recupero dei diritti umani e della costruzione della democrazia.
Una sguattera di operazioni del genere è tale Sheila Keetaruth, già capa in Africa dell’arnese Cia Amnesty International, incaricata dall’ONU di trovare modo di creare le premesse per l’aggressione all’Eritrea alla conferenza di Ginevra della Commissione per i Diritti Umani (presieduta dai sauditi) del prossimo giugno. Non ha mai messo piede in Eritrea e ha raccolto testimonianze tra eritrei veri e finti rastrellati in Etiopia in produttiva collaborazione con funzionari di un paese che da quasi settant’anni cerca, a forza di bombe e sterminii, con pieno appoggio e su istigazione degli Usa, di mangiarsi l’ex-colonia italiana. La credibilità della signora si basa su questo retroterra, come sulla dabbenaggine o complicità dei media tutti e delle forze politiche occidentali tutte. Vale quella dei “giudici” della Corte di Giustizia Internationale (quella che incrimina solo soggetti di pelle nera), o del Tribunale Penale per la Jugoslavia (quella che ammazza in cella chi non riesca a provare colpevole).

Demonizzazioni imperialiste, verità eritree
Visti gli esiti del multipartitismo come adottato dai ceti compradori del neocolonialismo (senza neanche parlare di quello in uso da noi, dove ogni diversità si omologa in larghe intese), l’Eritrea ha organizzato lo Stato e la partecipazione della popolazone nel Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia (FPDG), erede diretto del Fronte guerrigliero (FPLE) che ha portato il paese alla liberazione e all’indipendenza. Isaias Afeworki, vero padre della patria ed espressione dell’unità e del destino comune di un popolo compostoa nove etnie e tre religioni, comandante del FPLE dalla sua creazione, ne è il segretario. Nell’immaginario del popolo corrisponde a Fidel, a Chavez, a Gheddafi.
Di Isaias (in Eritrea tutti si rivolgono tra loro con il primo nome, essendo il secondo quello del padre) per le strade, nelle vetrine e negli uffici non si vedono immagini, tanto che sono dovuto andare su google per vedere quanto l’uomo di oggi differisse da quello, giovanissimo, che vidi a Khartum nel 1978. Né si vedono – consentitemi il passo di lato - per i grandi viali alberati dell’Asmara o di Keren, nei gruppi di giovani dello struscio, o nei crocchi di anziani agli innumerevoli caffè “Impero”, “Tre Stelle”, “Maria”, nelle code per i cinema “Roma”, “Verdi”, “Impero”, le facce piatte di chi s’è perso e ha perso il mondo nei tecno-intrugli deficienti degli smartphone. Il cellulare ce l’hanno e a volte telefonano. Ma perlopiù guardano, sentono e si parlano. E neppure sono inciampato, alle fermate degli autobus, sotto gli edifici pubblici, intorno a ministri o dirigenti politici, nei vicoli che serpeggiano per i villaggi di tucul, tra i sicomori nel bassopiano, alla cui ombra si riuniscono le assemblee di paese, nei mercati-formicai abbaglianti di colori, né i militari con mitraglia imbracciata, né guardie del corpo, nei poliziotti robocop, da noi fatti passare per custodi delle sicurezza ed effettivo strumento di intimidazione.Per scoprire un vigile – disarmato – ho dovuto correre all’arrivo, ad Asmara, del Giro Ciclistico d’Eritrea (con partecipazione di squadra toscana “Amore e Vita”), sotto le tribune che il colonello Mengistu aveva allestito per assistere alle parate delle sue armate e che, bastonato e cacciato il negus rosso, ora tracimano di tumultuante folla in delirio per i suoi pedalatori connazionali, primi otto all’arrivo e in classifica su otto nazioni partecipanti. In tribuna tre dei ministri che ho intervistato: Informazione, Agricoltura, Sanità. Neanche l’ombra di una body guard. Gira così per il paese anche Isaias. Chissà se è perchè non gliene fotte niente di esibirsi con un esercito personale, o perché quiggiù nessun  notabile rischia il lancio di oggetti, o improperi. Ne ho incontrato parecchi di studenti, contadini, mercanti, bariste, tecnici, scienziate. E ministri e dirigenti del Fronte. Dagli uni agli altri non c’era soluzione di continuità umana.  Ne venivo via, in ogni caso, con la sensazione di aver incontrato persone perbene, autentiche, prese da quel che fanno, che ci credono. Se poi penso alle facce e ai modi dei nostri potentati è come passare da un romanzo di Calvino all’Isola dei Famosi.
Una luce nel Corno d'Africa
Il paese è povero, ma in piedi. Nel 2009 l’ONU ha decretato sanzioni, poi rinnovate nel 2011 e via via, Cina e Russia pilatescamente astenuti. Quell’ONU, foglia di fico su tutte le nefandezze Usa e UE, che, da sempre, all’Eritrea ha voluto male. Negli anni ’50, partiti gli italiani e poi i britannici, l’ha voluta federare all’Etiopia e poi non ha detto niente quando il monarca più sanguinario e ottuso dell’intero continente se l’è incorporata. Né s’è sognata di fornire solidarietà e sostegno, almeno politico, a una lotta di liberazione costata agli eritrei decine di migliaia di vittime, tra civili e combattenti e infinite distruzioni. Lotta dei poveri, in sandali fatti dai copertoni, contro i tank, i Mig, i Phantom, forniti ai lacchè etiopici dalle superpotenze. Forse al Palazzo di Vetro, che comunque sta inesorabilmente all’orecchio della Casa Bianca, si presentiva che con quell’Eritrea di un Fronte impermeabile a ogni condizionamento esterno, arabo, africano, o occidentale che fosse, non sarebbe finita come con l’India, o il Sudafrica, subito rientrati, tramite Commonwealth, nell’orbita capitalista. Hanno vinto, gli eritrei, armandosi con le armi sottratte al nemico. Quelle al nemico distrutte costeggiano ancora le grandi via tra est e ovest, nord e sud e, ai margini della capitale, ne hanno fatto una collina che è memoriale e monito.L’Eritrea è un paese bellissimo, tra il tropicale e l’alpino. Un sogno di turismo ecologico e culturale. Configurazioni geologiche affascinanti e varie come neanche la fantascienza galattica le ha saputo immaginare. L’Africa nera più nera e poi la moderna urbanistica razionalista e la vita di comunità che concilia musulmani, ortodossi e cattolici, tutti con le loro grandiose cattedrali e moschee. Potrebbero avere qualche risentimento, questi figli e nipoti di una colonizzazione che li ha depredati e umiliati, oltre a farne combattere e morire i nonni, da ascari, nelle guerre dei genocidi fascisti in Libia ed Etiopia. Ci penso mentre passeggio ad Asmara, per il Viale della Liberazione, tra ragazze-fuscello in leggins e signore in vaste sottane, con il gran scialle bianco e i capelli ancora a treccine sulla nuca. Questo viale si chiamava allora “Campo Cintato” e divideva in due la città. Da un lato i signori coloni con palazzi e ville, cinema e circoli, dall’altro gli indigeni e le loro baracche. Da qui all’altra parte non si passava, se non per fare i giornalieri: camerieri, sguatteri, pulitori, spazzini. Avrebbero qualche motivo per risentirsi a incrociare questi nostri visi bianchi con le telecamere Sony puntategli addosso. E infatti le evitano, ma è per un sano sospetto di fare da folklore, come lo cercavano un tempo signori curiosi di esotismo. Ma non appena saluti, sorridi, è subito uno sconfinato biancheggiare di denti su fondo scuro. E ti pare di sentire un soffio di tempi lontani, perduti, quando eri piccolo e tutte le cose si facevano ancora insieme, quando non c’era l’ognuno per sé, più veloce, più forte, più fregone, più sprofondato nell’abisso senza fondo del suo telefonino. Qui sorridono tutti, sei avvolto in vapori di cordialità, c’è una specie di onda d’intesa sul fatto che siamo tutti umani che avvolge, rasserena, conforta, fa allegria. Dici una volta il tuo nome e tutti ti ci chiamano ogni volta che ti incontrano. Diventi parte di una memoria collettiva e, se ti fermi, di una collettiva vita.Altro che dittatura. Prima di parlare di Eritrea qui in Occidente, e soprattutto in Italia, ci si fermi. Si contemplino gli scempi politici, morali e culturali che ci siamo lasciati infliggere da una successione di bande di cialtroni, si apra un libro di storia e si noti chi abbiamo sulle spalle, se non sulla coscienza collettiva, i marescialli Graziani dei mille impiccati tra Addis Abeba e Assab, il maresciallo Badoglio dello sterminio con i gas. E poi si stia zitti."

martedì 17 maggio 2016

DILMA E IL GOLPE BLANDO


 Golpe bianco significa un ipotetico colpo di Stato che potrebbe svolgersi senza l'uso della forza, attraverso l'attività legislativa anticostituzionale del governo ed è proprio cio' che sta accadendo  in questi giorni in Brasile. Numerose sono le voci che si stanno alzando , che stanno gridando al colpo di Stato  da Cuba, alla Bolivia al Venezuela , al Cile, all'Uruguay,  in America Latina il rischio di un ritorno al passato e' sempre un'ipotesi  da non sottovalutare . La testata Internazionale riporta un articolo che sottolinea quale possa essere stata la molla per il golpe blanco ed in particolare si sofferma su una possibile causa:
"Il più importante provvedimento adottato dal governo del Partito dei lavoratori è la famosa Bolsa família, un versamento in contanti riservato a tutti quelli che vivono al di sotto della soglia di povertà. Per avere diritto alla Bolsa bisogna semplicemente assicurarsi che i propri figli frequentino l’85 per cento delle lezioni a scuola e siano adeguatamente vaccinati. Questo provvedimento ha strappato alla povertà 45 milioni di persone, un quarto della popolazione.
Nessuno ammetterà mai che la crisi politica nasce dalla decisione del governo di aiutare i poveri, ma è innegabile che la folla che manifesta contro il governo di Dilma sia quasi interamente composta da bianchi, come interamente composto da bianchi è il governo creato dal nuovo presidente ad interim, Michel Temer. Temer non avrà vita facile nella gestione del paese.
Gli indignati sostenitori del Partito dei lavoratori, infatti, si stanno rapidamente radicalizzando a causa del colpo di stato che ha provocato la caduta di Dilma, e la lotta si sta trasferendo nelle strade. Le manifestazioni e le barricate sono sempre più frequenti, e difficilmente i manifestanti si asterranno dalle proteste in occasione delle Olimpiadi che si apriranno in agosto a Rio de Janeiro.
Questo, purtroppo, potrebbe fornire alla destra brasiliana il pretesto per aprire le porte del potere ai militari."
Una situazione incandescente , poco approfondita dai nostri media a cui invece bisognerebbe prestare piu' attenzione.Oggi anche il Partito della Sinistra Europea ha espresso solidarietà nei confronti della Presidente  Dilma Rousseff ingiustamente sospesa dalla carica ed a tutto il popolo brasiliano in difesa della democrazia. Molte le manifestazioni e le mobilitazioni per mantenere alta l'attenzione come gli artisti brasiliani presenti al Festival di Cannes che denunciano  la presenza di un governo illegittimo.
Le nostre voci, quelle del mondo democratico hanno il dovere di denunciare situazioni che potrebbero precipitare e da cui poi sarebbe difficile riemergere.Forza Dilma!



RESTARE UMANI AL METROPOLIS

Riceviamo e pubblichiamo volentieri comunicazione di Daniela Camorali in merito all'iniziativa del circolo Restare Umani



***
Giovedì 19 maggio 2016 ore 21
Cinema Metropolis
Paderno  Dugnano

Il Circolo Culturale Restare Umani, in collaborazione con Fondazione Cineteca Italiana, propone

PADERNO IN CORTO3



il Circolo Culturale Restare Umani è arrivato, in collaborazione con Cineteca Italiana, alla terza edizione della rassegna di cortometraggi di autori del territorio e non solo. All’Area Metropolis 2.0 approdano giovani e promettenti filmmaker per una serata all’insegna della creatività giovanile.

Gli autori saranno in sala per presentare i lavori e parlare di cinema, progetti e aspirazioni future.

Il critico cinematografico e  collaboratore del Circolo Culturale Restare Umani, Alessandro Amato, condurrà la serata, durante la quale anche per quest’anno potremo godere di un prezioso contributo dell’Archivio di Cineteca Italiana.

Segnaliamo inoltre che la grafica della locandina dell’evento è stata scelta tra le numerose proposte grafiche che alcuni  studenti dell’Istituto Carlo Emilio Gadda hanno elaborato per la presentazione della serata. I lavori pervenuti saranno esposti all’ Area Metropolis 2.0 in occasione dell’evento.

Allego la locandina dell'evento e aiutaci nella diffusione della nostra iniziativa!

Grazie, con cordialità
x il Circolo Culturale Restare Umani
Daniela Camorali

lunedì 16 maggio 2016

PARTE IL COMITATO PER IL NO AL REFERENDUM




Paderno Dugnano 12.05.2016

A Paderno Dugnano un gruppo di cittadine e cittadini, con sensibilità sociali e politiche diverse, hanno ritenuto importante in modo trasversale e condiviso incontrarsi per promuovere il locale Comitato per la Democrazia Costituzionale di Paderno Dugnano, che verrà formalizzato durante la prima iniziativa pubblica.
Il comitato si propone di organizzare eventi ed occasioni di approfondimento sul tema della Costituzione, della riforma costituzionale e delle ragioni del NO nel referendum oppositivo alla riforma costituzionale.
Il fine ultimo è dunque quello di informare tutta la cittadinanza del passaggio fondamentale che stiamo vivendo dal punto di vista istituzionale e di renderla consapevole dei problemi che questa riforma crea alla nostra democrazia.
Le iniziative in cantiere sono molte tra cui la più importante sarà la serie di assemblee intitolate “Riprendiamoci la Costituzione: dall’Assemblea Costituente alla riforma Boschi” che con l’intervento di esperti, permetterà di entrare nel merito delle questioni giuridiche coinvolte in questo processo di riforma, riconoscendo fondamentale lo sforzo di sintesi e traduzione dei testi di diritto in idee e principi validi nella vita di tutti i giorni.
Sono in fase di preparazione alcune conferenze con la presenza di esperti del coordinamento nazionale.
Inoltre i promotori ritengono importante la campagna referendaria con raccolta firme su due quesiti di abrogazione parziale della legge 52/2015 (Italicum).
Il Comitato è aperto alla partecipazione di tutti i cittadini/e le associazioni e le forze politiche che condividono lo spirito dei promotori. Verrà istituita a breve una pagina facebook Comitato per la Democrazia Costituzionale – Paderno Dugnano.

Cittadine/i Promotori: Mauro Anelli, Giovanna Baracchi, Giuseppe Bergna, Francesco Bilà, Antonio Boz, Massimo Bricchi, Loris Brioschi, Daniela Camorali, Andrea Capolongo, Maurizio Cerioni, Silvia Cordara, Domenico Di Modugno, Daniele Fumagalli, Tarcisio Garagozzo, Franco Gatto, Francesca Lanari, Graziella Lo Schiavo, Antonio Luciani, Giuseppe Monteleone, Diego Spinello, Lorena Tacco, Adriano Tominetti, Rita Tomaselli, Cristina Triulzi, Paolo Zago.
Associazioni aderenti: Associazione Italiana Esposti Amianto, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Associazione Culturale Punto Rosso, Medicina Democratica.
Forze politiche aderenti: Altra Europa, Altra Paderno Dugnano, PCdI, Possibile, PRC, SI/ Sel, Sinistra Nord Milano, Sinistra Anticapitalista.

Info comitatonoreferendum@libero.it

BASILIO RIZZO SINDACO PER UNA MILANO COMUNE

Ieri sera a La Magolfa di Via Modica  si è svolto il dibattito con la presentazione dei  candidati della lista Milano in Comune assieme all'animazione musicale  gestita dal nostro Franz Englaro che dopo la grande pizzata ha scatenato momenti di allegria.
Basilio Rizzo candidato sindaco ,ha presentato il suo pensiero basato su una Milano dove l'importanza delle persone e della comunicazione devono avere la priorità. Momenti particolarmente interessanti quando anche i candidati delle varie zone hanno affrontato problematiche di territori non facili, con quartieri popolari dove non è semplice arrivare alla gente ormai sfiduciata da una politica sempre piu' lontana e sempre meno attenta alle diversità che una grande città come Milano presenta.
Belle persone, gente COMUNE  che riassume in questo vocabolo il nome di una lista che vuol portare avanti progetti diversi, progetti per la gente.
Il sindaco che verrà eletto sarà anche il sindaco della città metropolitana,che raggruppa  i vari paesi dell'hinterland come  Bresso ,Cormano,Sesto S.Giovanni ecc.
territori che non hanno la possibilità di esprimere un loro parere in merito   e che purtroppo  dovranno stare semplicimente a guardare lo svolgimento di una campagna elettorale a cui  avrebbero dovuto partecipare. Elezioni che ci riguardano nonostante la nostra appartenenza a diversi tipologie di realtà provinciali e che potrebbero rappresentare l'insorgere di nuove problematiche.
Esprimiamo come circolo PRC A.Casaletti  tutto il nostro sostegno alla lista Milano in Comune a cui   auguriamo  un formidabile exploit ad di là di ogni previsione!






domenica 15 maggio 2016

MAI PIU' THYSSENKRUPP MAI PIU' EURECO

Antonio Schiavone 36 anni
Roberto Scola  32 anni
Angelo Laurino 43 anni
Bruno Santino  26 anni
Rocco Marzo 54 anni
Rosario Rodino' 26 anni
Giuseppe Demasi 26 anni
6 dicembre 2007 si sviluppa un incendio all'interno della fabbrica Thyssemkrupp di Torino, 7 operai trasformatisi in torce umane muoiono nell'arco di 24 ore, nessun sistema di sicurezza in funzione, nessuna prevenzione e protezione contro gli incendi ,l'azienda non investiva in  nessun corso  e cosi' per aver semplicemente svolto il proprio dovere muiono 7 persone.
Iniziano le indagini, il lungo percorso dei processi, i rinvi , il 13 maggio 2016 la sentenza della Cassazione: 9 anni e 8 mesi ad Harald  Espenhahan, 6 anni e 3 mesi al manager Marco Pucci e Gerald Priegnitz,per gli altr dirigenti7 anni e 6 mesi a Daniele Moroni, 7 anni e 2 mesi a Raffaele Salerno,6 anni e 8 mesi a Cosimo Cafueri.
Oggi gli operai di Torino hanno avuto giustizia non sono piu' invisibili, il processo non ha trovato scampo nella fatidica "prescrizione" che tante volte abbiamo sentito nominare quando si tratta di poveracci che subiscono  atroci destini in nome del profitto, le lunghe attese dei parenti, il loro resistere sono ancora l'esempio di chi a questo gioco assurdo non vuole piu' stare.
L'ennesima tragedia che si è consumata in un paese dove ancora chi causa  morti sul lavoro gode d'impunità  come se le responsabilità non fossero considerate crimine.
 Paderno Dugnano non è esente da tutto questo , quello che accadde il 4 novembre 2010 pesa sulla nostra citta' assieme ai 4 operai morti nel rogo che si scateno'quel triste pomeriggio.  Dopo  la condanna in 2 gradi di giudizio del titolare Giovanni Merlino settimana prossima dovrebbe essere emessa la sentenza finale della Cassazione.
Tempi di attesa lunghissimi, estenuanti , Sergio Scapolan di 63 anni, Harun Zeqiuri di 44, Salvatore Catalano di 55 anni e Leonard Shehu di 37,operai invisibili di questa città , il sottile filo della speranza è ancora legato alla parola giustizia.



venerdì 13 maggio 2016

FRANZ ENGLARO PER MILANO IN COMUNE

Domani sera Franz Englaro artista del territorio milanese animerà la serata di autofinanziamento per la lista "Milano in Comune".
Un momento dedicato ai cittadini che potranno  incontrare il  candidato sindaco alle elezioni milanesi  Basilio Rizzo.
La pizzeria La Magolfa di via Modica noto locale ospiterà l'evento voluto da L'Altra Europa con Tsipras Milano.


E' MORTO LUIGI MARA

Apprendiamo della scomparsa di Luigi Mara,  biologo e chimico che assieme a Giulio Maccacaro fu tra i fondatori di Medicina Democratica-Movimento di Lotta per la salute.
Una vita dedicata alla sicurezza nei luoghi di lavoro dopo che lui stesso alla Montedison nel 1967 perse entrambe le mani e come ricorda Medicina Democratica nel suo comunicato " Luigi ha portato nelle aule dei Tribunali la richiesta di giustizia e di riconoscimento della dignità per le vittime dell’organizzazione capitalista dei luoghi di lavoro svelando la scienza (e gli scienziati) al servizio del profitto, Si è battuto per una giusta condanna dei responsabili dei tanti ecocidi sparsi per l’Italia e non solo (da Porto Marghera all’Eternit)."
Il circolo PRC A. Casaletti oltre a stringersi attorno alla famiglia e alla figlia Laura ,avvocato che segue il processo vittime Eureco  parteciperà con una delegazione  ai funerali che di terranno  domani 14 maggio.

giovedì 12 maggio 2016

NAKBA GIORNATA DELLA MEMORIA PALESTINESE

"L'espressione Yawm al-Nakba (in arbao يوم النكبة‎, "Giorno della Nakba"), identifica la ricorrenza, commemorata ogni anno il 15 maggio, con la quale le genti palestinesi e lo Stato di Palestina, con altri paesi arabi, rievocano l'estromissione nel 1948 di buona parte degli abitanti arabi della Palestina dai confini dello Stato d'Israele
La nuova storiografia israeliana ha riesaminato l'esodo palestinese, ridefinendolo come un atto di pulizia etnica : questa rivisitazione si è compiuta soprattutto con l'opera dello studioso israeliano dissidente Ilan Pappe'" digitando su wikipedia questa è una delle spiegazioni che vengono date alla giornata della memoria palestinese che come ogni anno cade il 15 maggio.
A Milano si parte  sabato 14 maggio 2016 ore 21,00 Loggia Mercanti con la proiezione del documentario di Al Jaazera "Al Nakba Movie", che racconta i drammatici eventi che hanno anticipato la nascita dello Stato di Israele.
Serata gestita dal BDS Boycott Disinvestment Sanctions  movimento molto presente nella realtà milanese che si occupa del  disinvestimento e sanzioni contro Israele, costituito da associazioni e gruppi in tutta Italia che hanno aderito all'appello della società civile palestinese del 2005 e promuovono campagne e iniziative BDS a livello nazionale e locale- Lanciata dalla stragrande maggioranza delle organizzazioni della società civile palestinese nel 2005 e ispirata dal movimento contro l’apartheid in Sudafrica, la campagna per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) è ormai un diffuso movimento internazionale e  si sta dimostrando capace di ottenere un sostegno di massa e di convincere aziende, istituzioni culturali, artisti e governi ad aderire o osservare il boicottaggio.
Si prosegue domenica 15.05.2016  in P.zza Gabrio Rosa dalle ore 15.00 è previsto un presidio indetto da Palestina Rossa un altro movimento che si occupa della situazione e soprattutto della resistenza palestinese :"Decidere a fianco di chi stare non significa però additare e giudicare le scelte politiche del popolo palestinese, bensì significa restare coerenti con un'idea di società che nulla ha a che fare con alcune dinamiche corrotte e con forme altre di oppressione, che sempre più fanno capolino nella società palestinese normalizzando pericolosamente l'occupazione."
Durante la Nakba furono costretti ad abbandonare i propri villaggi e città tra le 700.000 e le 720.000 persone (900.000 secondo i palestinese, 511.000 secondo il governo israeliano); la commemorazione della Nakba, ricorrenza istituita il 15 maggio, dal febbraio del 2010 è vietata in Israele.

Durante il presidio musica ,lettura di poesie ,mostre, interventi uniti a cibo e bevande.
Doveroso ricordare una situazione che non ha fine e che viene volutamente dimenticata 


Hanno incatenato la sua bocca
e legato le sue mani alla pietra dei morti.
           Hanno detto: “Assassino!”,
         gli hanno tolto il cibo, le vesti, le bandiere
           e lo hanno gettato nella cella dei morti.
Hanno detto: “Ladro!”,
lo hanno rifiutato in tutti i porti,
hanno portato via il suo piccolo amore,
poi hanno detto: “Profugo!”.
Tu che hai piedi e mani insanguinati,
la notte è effimera,
né gli anelli delle catene sono indistruttibili,
perché i chicchi della mia spiga che va seccando
riempiranno la valle di grano.
 
M.Darwish
 

mercoledì 11 maggio 2016

Paderno Dugnano multietnica?

Paderno Dugnano con i suoi 7 quartieri è una città sempre in crescita, lo dimostrano i dati dei suoi abitanti che ogni anno sono in costante aumento. Attualmente la cifra esatta è pari a 47.735 risultando cosi'   fra i comuni  piu' abitati  dopo  Sesto S/G e Cinisello B. nella fascia del nord Milano.
I dati censiti dal sito Comuni Italiani risalgono al 2014 , interessante il rilevamento delle comunità straniere presenti dove i residenti piu' numerosi risultano essere gli immigrati  provenienti dalla Romania, seguiti da Albania,Ecuador,Marocco,Ucraina,Peru',Egitto,Repubblica Pop.Cinese,Filippine e Senegal.Cosi' se nel 2005 erano residenti 1810 stranieri pari al  3,9%  nel 2014 si è arrivati a 3720 cittadini del mondo pari al 7,9% . Un aumento sostanziale dovuto alla crescita della città,alla sua vicinanza con Milano e al servizio di mezzi di trasporto che permettono di raggiungere agevolmente il capoluogo lombardo.Sarebbe interessante conoscere di cosa si occupano questi cittadini stranieri, quali sono le loro attività e dove trascorrono il tempo libero, poichè la difficoltà della suddivisione in quartieri non fa comprendere quanti siano effettivamente. Un altro dato che manca ed è fermo al 2009 sono le nascite in Italia e  quanti siano i minorenni nelle famiglie.
Riportiamo di seguito alcuni dati estrapolati  dal sito Comuni Italiani:
1Romania68343,0%-7,5%
2Albania46349,7%6,4%
3Ecuador35446,0%0,0%
4Marocco27050,4%1,1%
5Ucraina26820,9%7,2%
6Perù26144,8%-3,7%
7Egitto22259,0%-3,9%
8Repubblica Popolare Cinese (Cina)12448,4%5,1%
9Filippine12046,7%18,8%
10Senegal10666,0%14,0%
11Moldova10032,0%19,0%
12Brasile6741,8%3,1%
13Sri Lanka (ex Ceylon)6550,8%20,4%
14Tunisia6465,6%-13,5%
15Bulgaria5433,3%-15,6%
16Pakistan5358,5%-18,5%
17Bangladesh4555,6%2,3%
18Polonia4017,5%0,0%
19El Salvador2941,4%16,0%
20Federazione Russa (Russia)248,3%-7,7%
21Spagna1936,8%-9,5%
22Congo1526,7%-16,7%
23Regno Unito1457,1%-6,7%
24Repubblica Dominicana1338,5%18,2%
25Germania1330,8%0,0%
26Capo Verde1338,5%0,0%
27Colombia1241,7%9,1%

La seconda cella riporta la percentuale dei maschi mentre l'ultima la variazione dall'anno precedente.
Utile ed opportuno sarebbe un osservatorio aggiornato con altri dati specifici  che manca da anni.


martedì 10 maggio 2016

Da Cuba al Venezuela per la pace

Ieri sera al circolo PRC di Sesto assieme alle sezioni di Bresso, Cinisello, Cormano, Cusano e Paderno D.una serata di approfondimento ed apprendimento dedicata alla situazione attuale in America Latina partendo dalla presentazione del libro di Marinella Correggia "El presidente de la paz" , la resistenza all'imperialismo bellico, la solidarietà internazionalista ed il cammino verso l'ecosocialismo  di Hugo Chavez. Non a caso il titolo del libro "il presidente della pace" sottolinea il pensiero della politica pacifista di Hugo Chavez durante il suo mandato che inizio' proprio avvicinandosi a Cuba, una collaborazione  che aveva come principio il rifiuto della guerra proponendo la   pace come  diritto umano vero e proprio .Scelte politiche , economiche e sociali che sono state volutamente oscurate e dimenticate ma che grazie alla volontà di autori e militanti vengono riproposte
Anna Camposampiero responsabile estero PRC Federazione Milano e   coordinatrice della serata attraverso il collegamento via skype con Santiago del  Cile, fa intervenire   Marco Consolo del Dip.Esteri Nazion.del PRC che riassumendo l'attuale situazione dei paesi latinoamericani apporta nuove interessanti tematiche alla serata.
Il ricordo di Marinella Correggia arriva sino a  Thomas Sankara  definito anche il Che Guevara africano, colui che tento' attraverso riforme radicali di eliminare la povertà nel Burkina Faso, lottando contro politiche imperialiste e cercando di migliorare la condizione femminile vietando l'infibulazione.


Cuba , il Venezuela, anche Sankara con il suo tentativo di cambiamento insegnano che oggi si puo' e si deve tentare di fermare scellerate politiche  che attraverso la guerra impoveriscono sempre piu' le masse a favore di pochi che continuano ad arricchirsi-
Una serata veramente utile per comprendere, per discutere, per riprendere le fila di una situazione internazionale troppo spesso accantonata oppure riesumata solo in alcune occasioni.
Un grazie ad Anna, Marinella e Marco per lo splendido dibattito che ne è scaturito


"Le uniche guerre che accettiamo: contro la miseria, contro la fame..sono queste le uniche guerre necessarie" H. Chavez


lunedì 9 maggio 2016

PEPPINO IMPASTATO

L'immagine di Peppino Impastato appare oggi sui social in ricordo dell'anniversario di morte, quel Peppino che rappresenta sempre la "schiena dritta" nell'affrontare quei famosi 100 passi, contando senza aver paura. 
Probabilmente i media come la TV non lo ricorderanno ma in tanti di noi continua a sopravvivere il suo pensiero ,il suo innato coraggio che ci ha dimostrato quanto sia importante continuare a combattere un sistema omertoso e di sopraffazione.
Il nostro circolo lo ricorda cantando la canzone dei Modena City Ramblers , a Peppino ,alla sua radio,alla sua terra e ai tanti Peppino che ancora resistono
"E' nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio..
Negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di Giustizia che lo portò a lottare..
Aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell'ambiente da lui poco onorato..
Si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un'ideale ti porterà dolore..
"Ma la tua vita adesso puoi cambiare solo se sei disposto a camminare, gridando forte senza aver paura
contando cento passi lungo la tua strada"..
Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi! Poteva come tanti scegliere e partire, invece lui decise di restare..
Gli amici, la politica, la lotta del partito.. alle elezioni si era candidato..
Diceva da vicino li avrebbe controllati, ma poi non ebbe tempo perchè venne ammazzato..
Il nome di suo padre nella notte non è servito, gli amici disperati non l'hanno più trovato..
"Allora dimmi se tu sai contare, dimmi se sai anche camminare, contare, camminare insieme a cantare
la storia di Peppino e degli amici siciliani" 

Modena City Ramblers

IN VENEZUELA CON I CIRCOLI PRC NORD MILANO

Questa sera ore 21.00 a Sesto San Giovanni (Mi) un interessante incontro su cio' che sta accadendo in America Latina  ed in particolare sul Venezuela.
Porteranno il proprio contributo Marinella Correggia, autrice del libro “El presidente de la Paz” e un esponente del consolato della Repubblica Bolivariana del Venezuela di Milano.

Coordina la serata: Anna Camposampiero, Responsabile esteri del Prc Federazione di Milano.

L'approfondimnto è stato voluto dai circoli  Prc di Bresso, Cinisello B.mo, Cormano, Cusano M.no, Paderno D.no e Sesto S. Giovanni.
"Il mondo si divide fra chi fa le guerre e chi le contrasta. Fra chi sfrutta i popoli impoveriti e chi costruisce alleanze paritarie. Fra chi cerca di mantenere l’iniquo disordine mondiale e chi disegna i lineamenti di una nuova realtà.
Hugo Chávez, presidente della Repubblica bolivariana del Venezuela scomparso nel 2013 è stato capace, insieme ai paesi dell’Alleanza Alba, di portare avanti iniziative per la prevenzione dei conflitti, costruire relazioni internazionali emancipatrici e pacifiche ben al di là del continente sudamericano (con particolare attenzione all’Africa), avviare la sperimentazione di un modello economico e culturale equo e sostenibile, di valenza planetaria."

ore 21.00 CIRCOLO PRC DI SESTO S. GIOVANNI
VIA DON MINZONI 129

 
 

venerdì 6 maggio 2016

STOP AL TTIP TUTTI A ROMA!!!

Riportiamo la breve riflessione di Paolo Ferrero sulla manifestazione di domani

"Domani, sabato 7 maggio, Rifondazione comunista parteciperà alla manifestazione stop TTIP, che partirà a Roma alle 14 da piazza Repubblica. Abbiamo condiviso il percorso della campagna contro il TTIP dall'inizio e chiediamo a tutte e tutti i cittadini di scendere in piazza, perchè questo trattato vuole distruggere il welfare, l'agricoltura non industriale, i diritti dei lavoratori, trasferendo completamente i poteri degli stati in mano alle multinazionali. Contro questa vera e propria rivoluzione conservatrice che vuole abolire la sovranità dei popoli, la mobilitazione popolare ha già ottenuto un primo risultato obbligato il Premier francese Hollande a pronunciarsi contro la ratifica del TTIP. Il nostro obiettivo è quello di far conoscere agli italiani i contenuti nefasti di questo trattato per obbligare Renzi a ritirare l'appoggio dello governo italiano a questa schifezza.