Documento approvato dal Comitato Politico Nazionale del PRC del 2-3/12/2017
Il progetto politico che abbiamo perseguito in tutti questi anni e
che continuiamo a perseguire, è la costruzione della sinistra
antiliberista, autonoma e alternativa rispetto ai soggetti politici
esistenti, fondata sulla democrazia e sulla partecipazione.
Con questa ispirazione abbiamo partecipato al “percorso del
Brancaccio”, accogliendo l’idea di una lista che unificasse la sinistra
sociale e politica e le tante forme di civismo e partecipazione, su un
programma di attuazione della Costituzione e di netta alternativa al PD,
le cui politiche da anni sono “indistinguibili da quelle della destra”.
Lo abbiamo fatto nella prima assemblea nazionale, lo abbiamo fatto
lavorando in maniera determinante, assieme con L’Altra Europa, nella
promozione delle tante assemblee territoriali che si sono svolte in
questi mesi e che avrebbero dovuto portare, attraverso un percorso
partecipato ed inclusivo, a determinare per le prossime elezioni la
presenza di una lista unitaria di una sinistra nuova e radicale.
Abbiamo accettato la sfida con una disponibilità assai diversa da quella di altre formazioni politiche cheal di fuori di quel luogo unitario hanno costruito un’aggregazione
che va definendosi con caratteristiche assai distanti da quelle
auspicate inizialmente dai promotori del Brancaccio.
Fin dall’inizio, e come ribadito nel documento approvato dalla Direzione
Nazionale il 28 ottobre, abbiamo evidenziato che “un programma radicale
e un profilo di netta discontinuità col passato” erano le condizioni
che potevano determinare l’unità auspicata dalle assemblee del
Brancaccio.
Per questo abbiamo giudicato negativamente l’interruzione del
percorso e l’annullamento dell’assemblea convocata per il 18 novembre,
assemblea che avrebbe dovuto, fare la sintesi programmatica del lavoro
delle assemblee, e confrontarsi sulle condizioni politiche per una lista
unitaria.
Per questo diamo una valutazione negativa sui contenuti e sul profilo
politico dell’aggregazione che si è determinata tra MPD, SI e Possibile
ha bloccato ogni ipotesi di costruzione democratica e dal basso di una
sinistra nuova e radicale, come aveva invece proposto il Brancaccio. La
riproposizione strategica del centro sinistra a cui si tratterebbe di
costruire la gamba sinistra, è un errore. Se in questo paese sono
cresciute la sfiducia verso la politica e all’interno di questa hanno
ripreso piede proposte razziste e fasciste questo è dovuto proprio al
disastro sociale determinato dalle politiche neoliberiste che sono state
praticate dai governi di centro destra e di centro sinistra che si sono
succeduti in questi anni. Il nodo è la costruzione di una sinistra di
antiliberista che sappia mettere in discussione il complesso delle
politiche liberiste, dal pareggio di Bilancio in Costituzione alla legge
Fornero, dal pacchetto Treu al Jobs act, dalle privatizzazioni alla
buona scuola.
Non vengono però meno le ragioni che avevano motivato il nostro
impegno nel processo innescato dall’assemblea del Brancaccio né il
patrimonio di relazioni che abbiamo costruito con migliaia di compane e compagni della sinistra in tutto il paese con cui abbiamo
discusso e ci siamo confrontati. A tutti questi compagni e compagne,
alle forze che hanno partecipato a questo processo, rivolgiamo un forte
appello affinché partecipino al processo di costruzione della lista
della sinistra di alternativa.
Rifondazione Comunista non rinuncia alla costruzione di una proposta
di sinistra per le prossime elezioni con una proposta che abbia le
caratteristiche programmatiche delineate nel documento della Direzione
Nazionale del 28 ottobre. Per questo continuiamo a lavorare per il
coinvolgimento di tutte le persone, le compagne e i compagni, le aree e
le soggettività della sinistra antiliberista e anticapitalista, dei
movimenti, a partire dal movimento delle donne e a tal fine porta avanti
un’interlocuzione larga con spirito inclusivo e unitario.
Il Comitato Politico Nazionale del PRC dà quindi mandato alla
Direzione Nazionale e alla Segreteria di proseguire nel percorso avviato
di costruzione di una lista della sinistra di alternativa mantenendo
l’attitudine unitaria e avanzando una proposta aperta a tutti i soggetti
che intendono lavorare per la costruzione di una lista della sinistra
antiliberista: a partire da coloro che hanno partecipato e condiviso il
percorso del Brancaccio, le esperienze civiche territoriali,
l’associazionismo impegnato nella solidarietà e nelle pratiche
mutualististiche, i movimenti di lotta, i centri sociali, le
organizzazioni politiche della sinistra antagonista.
Il CPN ritiene necessario avanzare una proposta credibile ed
effettivamente alternativa al centrosinistra che faccia delle elezioni
un passaggio verso la costruzione di una forza e di uno schieramento
popolare che lavori per un’alternativa di società. Una proposta che
unisca programmi, lotte, conflitti, pratiche sociali e mutualismo, che
punti a costruire un’aggregazione su basi solide e credibili. Una
proposta che tenga insieme le tante forme del fare politica oggi:
partiti, movimenti, sindacati, centri sociali, una proposta radicale,
che fondi il consenso sulla capacità di conflitto e trasformazione del
senso comune, che valorizzi chi ogni giorno fa militanza con sacrificio e
passione. Una proposta che si intrecci con il movimento delle donne, la
mobilitazione per la scuola pubblica e le lotte sociali, a partire da
quelle contro la precarietà e per l’abolizione della riforma Fornero che
stanno attraversando il paese e che pongono con forza la necessità di
uno sciopero generale contro le politiche del governo e dell’Unione
Europea. L’unificazione e lo sviluppo di queste lotte, il dispiegarsi di
un forte conflitto di classe e popolare nel paese è condizione
essenziale per aprire concretamente la strada dell’alternativa e per
sconfiggere la logica della guerra tra i poveri di cui si nutrono le
destre fascistoidi e razziste.
In tale direzione va la nostra partecipazione all’assemblea del
Teatro Italia svoltasi il 18 novembre u.s. a Roma, convocata dalle
compagne e dai compagni dell’Ex-OPG – Je so pazzo, assemblea che
valutiamo molto positivamente per la capacità di far esprimere –
nonostante il tempo brevissimo della convocazione – esperienze di lotta,
pratiche solidali, volontà di partecipazione, nuovo entusiasmo e di cui
accettiamo la sfida. Una proposta che giudichiamo importante per quel
lavoro di costruzione del blocco socialdi riconnessione tra sociale e politico in cui rifondazione comunista è strategicamente impegnata.
Consideriamo positivo l’approccio proposto per costruire una proposta
politica che unisca le forze politiche e sociali antiliberiste e
anticapitaliste, ambientaliste, antisessiste, antirazziste per una
alternativa di società. Riteniamo altresì necessario che questo processo
si articoli e radichi in forme democratiche e partecipate sui
territori, al fine di poter costruire dal basso una lista della sinistra
antiliberista. Nella crisi della politica che caratterizza l’ora
presente le forme democratiche e partecipate di costruzione della lista,
lungi dall’essere una questione formale, sono essenziali al fine di
ottenere un effettivo allargamento dei soggetti protagonisti della
costruzione della lista e del carattere effettivamente sociale e
popolare della stessa. Il Prc si impegna quindi a lavorare a una
costruzione unitaria, con tutte le forze politiche e sociali
interessate, e un percorso partecipato nei territori, in vista della
presentazione alle prossime elezioni politiche di una lista
antiliberista, popolare, del “basso contro l’alto”, quindi di sinistra.
Una lista contro la gabbia neoliberista dei trattati europei e i
processi di militarizzazione dell’Unione Europea.Il PRC conferma e rilancia la campagna contro la legge Fornero. La
controriforma delle pensioni ha rappresentato il provvedimento più
violento per la vita delle lavoratrici e dei lavoratori in produzione,
ha colpito in particolar modo le donne, su cui continua
inaccettabilmente a scaricarsi il doppio lavoro produttivo e
riproduttivo, ha costruito un nuovo muro nell’accesso al mondo del
lavoro per le giovani generazioni. E’ una delle maggiori ferite aperte
nel paese, e la nostra iniziativa (la raccolta delle firme nei luoghi di
lavoro e online, la costruzione di iniziative e assemblee) su questo
terreno può e deve parlare alla rabbia che attraversa tanta parte del
mondo del lavoro, come alla disoccupazione e alla precarietà,
configurandosi come uno dei terreni di un processo di ricomposizione
sociale. Allo stesso tempo ci poniamo in relazione con i processi di
mobilitazione esistenti, che riteniamo debbano svilupparsi e avere uno
sbocco con lo sciopero generale.