Il 26 novembre in corrispondenza della giornata mondiale contro la violenza alle donne una grande manifestazione porterà a Roma numerose donne sotto lo striscione comune NON UNA DI MENO dedicata a tutti coloro che
riconoscono nella fine della violenza maschile una priorità nel processo
di trasformazione dell’esistente.
Femminicidi che non accennano a diminuire assieme alle numerose donne ancora vittime di violenze familiari e non.
Vogliamo ricordare soprattutto l'origine di questa data ed il significato che ancora oggi spesso viene dimenticaro.
"L'Assemblea Generale dell'ONU ha ufficializzato una data che fu
scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell'Incontro
Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà nel 1981
Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal considerate esempio di donne rivoluzionarie
per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Leonidas Trujillo , il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell'arretratezza e nel caos per oltre 30 anni. Il 25 novembre ,
infatti, le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro
mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio
di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze
furono torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi
essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare
un incidente.
In Italia solo dal 2005 alcuni centri antiviolenza hanno iniziato a celebrare questa giornata. Ma negli ultimi anni anche istituzioni e vari enti come Amnesty International. festeggiano questa giornata attraverso iniziative politiche e cultura."
Ricordiamo anche la campagna di sensibiizzazione iniziata qualche anno fa da Posto Occupato.
"Posto occupato" è una campagna di sensibilizzazione
nata per riempire vuoti anche di memoria.
Ricordare le donne che non ci sono più.
L'assenza presenza.
Per non dimenticare, per non dimenticarle.
Per non dimenticare che quelle donne uccise lasciano figli, sorelle, genitori, amiche col dramma di quello strappo.
Per sottolineare che
quella violenza definitiva è solo l'ultimo atto irreversibile di come può essere esercitata la
violenza alla fine di un percorso invisibile.
Conosciuto o non riconosciuto.
Subito e/o sottovalutato.
Posto occupato è un monito, un gesto per farci sapere che se sottovaluteremo i sintomi della
violenza l'irreparabile potrebbe accadere.
E potrebbe accadere se tutti noi saremo indifferenti, se
gireremo
le spalle sentendo urlare nel nostro pianerottolo e/o alzeremo il volume
perché "non sono fatti nostri" o "chi me lo fa fare" il fallimento non
sarà personale, ma sociale.
Quel posto, poltrona, panchina, avranno occupato c'è in migliaia di luoghi in tutta Italia.
Teatri, consigli comunali, provinciali e regionali, università e
piazze, enti pubblici, studi professionali, palestre, parchi ed esercizi
commerciali.
Un
posto occupato che urla in silenzio.
Continua ad essere "adottato" ovunque .
Perché è un gesto semplice ed efficace.
E gratuito.Si scarica, si stampa e si colloca in "quel" posto che...
Molti scrivono alla mail info@postoccupato.org
Tanti chiedono il permesso di personalizzare con il logo del comune,
dell'ente che lo ospita o dell'associazione che organizza.