Pubblichiamo
il documento politico approvato al termine del Comitato Politico
Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – SE riunitosi a Roma
1l 14 e 15 luglio 2018.
Rifondazione Comunista per l’opposizione sociale e l’alternativa
Costruiamo il quarto polo della sinistra popolare
Con il
risultato delle ultime elezioni e la nascita del governo si è aperta una
fase inedita nella storia italiana. Siamo di fronte a un governo
egemonizzato da un partito di destra che fa di razzismo e xenofobia il
principale veicolo di consenso. Un governo che gode di un fortissimo
sostegno popolare alimentato dal successo di M5S e Lega nel farsi
percepire come forze “anti-sistema”, impegnate nella difesa dei ceti
popolari contro l’establishment. In uno scenario che ricorda paesi come
l’Ungheria, il dibattito è polarizzato tra un governo “populista” che
non mette in discussione il neoliberismo e propone la flat tax e
un’opposizione parlamentare che lo attacca da posizioni di destra
economica. Uno scenario in cui è proprio l’opposizione il miglior alleato del governo.
La
nostra opposizione non può che essere di natura radicalmente diversa da
quella “macroniana” del PD, di Forza Italia e della grande stampa. Non
dobbiamo avere nulla a che fare con chi difende le “riforme”
antipopolari dei governi precedenti, il rigore dei conti pubblici e la
fedeltà a UE e NATO e così facendo rafforza il consenso popolare verso
questo presunto “governo del cambiamento”.
Il
rischio concreto è lo spostamento ulteriormente a destra del quadro
politico e del paese con il consolidamento della saldatura degli
elettorati di Lega e M5S.
La
sacrosanta indignazione rispetto all’agenda politica disumana di Salvini
richiede un’intransigente opposizione e nessun cedimento sul piano dei
principi e dei valori. Ma l’opposizione per essere credibile non deve
essere strumentale e tanto meno subalterna e al rimorchio del Pd che
porta la responsabilità di politiche antipopolari che hanno suscitato un
diffusissimo rancore persino verso la parola sinistra.
IL QUARTO POLO
L’unica
opposizione efficace rispetto a questo governo è un’opposizione
sociale, radicale e di sinistra che imponga una diversa agenda rispetto a
quella di Salvini e faccia emergere le contraddizioni della narrazione
grillina.
La
nostra opposizione deve sfidare i partiti del nuovo governo sul rispetto
delle promesse elettorali sui temi sociali, dall’abolizione della legge
Fornero al reddito di cittadinanza e alla lotta alla precarietà. Ma per
fare un’opposizione efficace è indispensabile costruire una proposta
politica e programmatica alternativa da rivolgere al paese.
Per queste ragioni rilanciamo l’obiettivo di costruire un quarto polo della sinistra popolare,
una necessità evidente a fronte della debolezza e della frammentazione –
fino al rischio dell’irrilevanza - che continua a segnare
negativamente la situazione italiana nel panorama pur complesso e
articolato della sinistra radicale nel resto d’Europa.
Si
tratta di attrezzarsi per lanciare una vera e propria sfida per
l’egemonia. Lo scarto tra le aspettative di cambiamento ed il
continuismo delle politiche del governo, sempre più esplicito sul
terreno delle politiche economiche e del lavoro, il carattere classista
di misure come la Flat-Tax, aprono la possibilità di un’offensiva sia
sul terreno sociale che rispetto alle contraddizioni crescenti in
particolare del M5S, le cui difficoltà si sono evidenziate con chiarezza
nel passaggio delle elezioni amministrative di giugno.
C’è dunque bisogno oggi più di ieri della costruzione di un polo della sinistra che, come abbiamo sempre detto, sia alternativo a tutti gli schieramenti in campo,
che rifiuti radicalmente la riproposizione di alleanze con il PD, le
riedizioni del cosiddetto centrosinistra, sotto nuovi titoli come il
“fronte repubblicano”, o sotto eventuali nuove leadership, secondo le
operazioni politico-giornalistiche periodicamente riproposte.
Per
questo motivo Rifondazione Comunista ha avviato un percorso di incontri
con i diversi soggetti di movimento, sociali, politici, culturali che
possono essere interlocutori per questo obiettivo, percorso che
intendiamo proseguire, rafforzare, estendere a tutti i livelli
territoriali.
Le stesse elezioni europee,
che affrontiamo con l’obiettivo della ricomposizione di tutte le forze
anticapitaliste, antiliberiste di sinistra, non devono essere affrontate
secondo una logica meramente elettoralistica, ma con la volontà che
esse costituiscano un passaggio per la costruzione del quarto polo,
della sinistra che manca in questo paese. Oggi è
necessario più di ieri, costruire uno spazio ed una soggettività
politica ampia e credibile quanto rivoluzionaria e di rottura.
Il prossimo appuntamento delle elezioni europee sarà la scadenza in cui questa proposta possa concretizzarsi in una lista unitaria
in Italia che raccolga tutte le soggettività di sinistra e di movimento
che si collocano sul piano della critica radicale dei trattati europei e
dell’UE. Con questo approccio Rifondazione Comunista lavora nel Partito
della Sinistra Europea e nel GUE e sul piano nazionale.
L’obiettivo
del PRC-SE è l’avvio di un largo processo che oltre a Potere al popolo
coinvolga altre soggettività come Altra Europa, Città in Comune, Diem25,
Dema, liste e esperienze locali, settori di movimento e della sinistra
sociale e politica che sono interessati alla costruzione di
un’alternativa ai poli esistenti e ad una prospettiva comune sul piano
europeo ed anche nazionale. In questa direzione si sta sviluppando una
positiva interlocuzione con l’esperienza napoletana di Luigi De Magistris a partire dalla comune convinzione che nel nostro paese c’è bisogno di una proposta di netta rottura sul piano programmatico e del profilo politico quanto capace di essere inclusiva e larga.
POTERE AL POPOLO
È in questo quadro che partecipiamo a Potere al popolo che consideriamo parte di questa prospettiva più generale.
Lavoriamo
per lo sviluppo del progetto di Potere al popolo come movimento
politico-sociale popolare, democratico, partecipato, aperto, plurale,
inclusivo. Ci siamo impegnati in campagna elettorale a costruire “un
movimento popolare che lavori per un’alternativa di società ben oltre le
elezioni” dalle caratteristiche ben delineate nel “manifesto” della lista: “Noi
vogliamo unire la sinistra reale, quella invisibile ai media, che vive
nei conflitti sociali, nella resistenza sui luoghi di lavoro, nelle
lotte, nei movimenti contro il razzismo, per la democrazia, i beni
comuni, la giustizia sociale, la solidarietà e la pace (…) Un
movimento di lavoratrici e lavoratori, di giovani, disoccupati e
pensionati, di competenze messe al servizio della comunità, di persone
impegnate in associazioni, comitati territoriali, esperienze civiche, di
attivisti e militanti, che coinvolga partiti, reti e organizzazioni
della sinistra sociale e politica, antiliberista e anticapitalista,
comunista, socialista, ambientalista, femminista, laica, pacifista,
libertaria, meridionalista che in questi anni sono stati all’opposizione
e non si sono arresi”.
La
costruzione di un movimento politico-sociale, che sappia valorizzare
pienamente tutte le energie e le esperienze di militanza e attivismo che
hanno risposto all’appello lanciato durante la campagna elettorale e ne
sappia attrarre e sviluppare di nuove, non può che essere basata sulla partecipazione diretta.
Il lancio della campagna di adesioni attraverso una piattaforma on line
a Potere al popolo va visto come un passo verso la democratizzazione
che abbiamo sempre sostenuto e che per noi deve accompagnarsi al metodo
del consenso come modalità predominante di decisione e al ruolo centrale
delle assemblee territoriali.
Come riaffermato nel documento conclusivo dell’assemblea nazionale di Napoli Potere al popolo “non
è un partito ma vuole essere un movimento politico-sociale di
alternativa dentro il quale convivono posizioni e culture diverse
impegnate nella costruzione di uno spazio e un soggetto unitario”.
Lo sviluppo del progetto non implica dunque lo scioglimento dei partiti e
delle organizzazioni aderenti né il venir meno della loro autonomia e
sovranità politica, programmatica e elettorale.
Invitiamo
iscritte/i e simpatizzanti ad aderire e impegniamo tutto il partito, i
nostri circoli e le federazioni ad attivarsi per stimolare le adesioni a
Potere al popolo. Lo abbiamo fatto con L’Altra Europa, nel
percorso del Brancaccio, in tante esperienze di liste locali. Per noi
partecipazione e democrazia sono condizione per ricostruire una sinistra
popolare e radicata nei territori.
Abbiamo
la consapevolezza che Potere al popolo non può concepirsi come
autosufficiente e non esaurisce il nostro progetto di costruzione di un
polo della sinistra popolare alternativo a tutti i poli politici
esistenti e neanche la soggettività unitaria e plurale della sinistra
antiliberista e anticapitalista di cui ci sarebbe bisogno. Proprio per
questo al suo interno sosteniamo – come in tutti gli altri luoghi
unitari di cui siamo parte dall’Altra Europa alla Rete delle Città in
Comune – una posizione radicale sul piano programmatico e di
collocazione quanto contraria a ogni settarismo e autoreferenzialità.
Non ci
nascondiamo difficoltà, incomprensioni, differenze, dissensi e in alcune
realtà anche attriti. Rappresentano criticità evidenti la propensione
di alcuni settori alla chiusura nelle interlocuzioni sul piano sociale,
sindacale e di movimento, a non relazionarsi con altri percorsi, il
concepire Pap come un nuovo partito piuttosto che come un movimento
aperto e unitario, la propensione vetero-partitista a sovrapporre e
contrapporre il simbolo di Pap alle esperienze di liste locali di
alternativa al Pd. Ma non possiamo che giudicare positivamente
l’attivazione di nuove generazioni e la riaggregazione di formazioni
della sinistra anticapitalista e di un diffuso tessuto militante su un
progetto non meramente elettoralistico ma che pone al centro lotte,
vertenze, radicamento territoriale, mutualismo.
Si
tratta di valorizzare le potenzialità positive senza negare i limiti
esistenti, e avendo chiaro che il nostro obiettivo è quello di un quarto
polo di sinistra e antiliberista di cui Potere al Popolo deve essere
parte attiva, secondo l’orientamento assunto nel documento conclusivo
dell’assemblea di Napoli.
IL RILANCIO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA
Il
nostro impegno unitario è diretta conseguenza del nostro essere
comuniste/i e del dovere che sentiamo di ragionare non in termini di
mera sopravvivenza ma rispetto alle necessità che la fase storica che
viviamo impone.
La
critica radicale del capitalismo, un punto di vista di classe,
l’orizzonte del comunismo non appartengono soltanto una gloriosa storia
passata da difendere. Continuiamo a chiamare comunismo “il movimento
reale che abolisce lo stato di cose presente” e a declinarlo nel
confronto con le contraddizioni e le domande dell’attuale fase storica
segnata dall’egemonia del capitalismo neoliberista e con la necessità di
fare i conti con una vicenda storica secolare.
Continuiamo ad andare in direzione ostinata e contraria. La
nostra cultura politica critica e aperta, le nostre elaborazioni
programmatiche, l’esperienza e le energie del nostro corpo militante, la
nostra attitudine non settaria, le nostre pratiche sociali e di
movimento, non sono un residuo conservatore del passato.
Il programma di rilancio e rafforzamento organizzativo che abbiamo approvato nella riunione della direzione del 25 maggio 2018
nasce dalla consapevolezza delle difficoltà che viviamo ma anche delle
opportunità e dei compiti che la fase che attraversano il paese e
l’Europa ci pongono. C’è bisogno di un partito capace di tenere insieme
diversi piani di iniziativa politica, sociale e culturale.
Non
crediamo che la via di uscita dalle difficoltà della sinistra di classe e
del nostro partito sia quella dell’autoreferenzialità e della chiusura
identitaria. Non riteniamo che rappresenti una risposta né all’esigenza
di ricostruire un largo schieramento di sinistra né di rilanciare un
partito in grado di incidere nella realtà del paese la riproposizione
del tema della presentazione del simbolo alle elezioni.
Sentiamo
la responsabilità di lavorare alla costruzione di una proposta politica
di alternativa. Per questo nelle prossime settimane proseguiremo con
determinazione l’interlocuzione con tutte le forze e le soggettività
della sinistra antiliberista, anticapitalista, ambientalista e di
alternativa.
Il
nostro Partito resta un patrimonio di cultura politica, di
organizzazione e radicamento sul territorio, che è certamente non
sufficiente ma indispensabile per la costruzione della sinistra
antiliberista e per l’opposizione alle politiche della destra in Italia
ed in Europa.
Occorre
confermare e sviluppare l’iniziativa autonoma ed unitaria del PRC-SE,
salvaguardandone la sovranità decisionale e proseguendo sulla strada
delle indicazioni di riorganizzazione emerse a Spoleto, dando centralità
alla direzione ed al coordinamento della nostra azione politica. Va
data progressiva attuazione agli obiettivi emersi dal confronto e
unanimemente condivisi anche predisponendo una prima calendarizzazionedi appuntamenti.
Va anche reso fruibile il materiale del dibattito della tre giorni, pubblicandone gli atti per la prossima Festa Nazionale.
Ribadiamo e rafforziamo il nostro impegno, in questi giorni, per la raccolta delle firme sulle tre LIP.
Le
Feste in corso di svolgimento, come anche la ripresa dell’attività a
settembre devono inoltre vederci impegnati in particolar modo:
- sul
terreno del contrasto alle politiche di chiusura e razziste, omofobe e
reazionarie del governo, che stanno incontrando una risposta
significativa: dalle manifestazioni “Aprite i porti”, a quella del 16
giugno “Prima gli sfruttati”, alle “Magliette rosse”, alle tante forme
di resistenza e mobilitazione in atto. Molto importante è stata la
riuscita dei Pride in tantissime città italiane.
- sul
terreno dei diritti sociali e del lavoro: rafforzando l’iniziativa
contro la Flat-Tax, lanciando una campagna per la reale abolizione della
controriforma Fornero anche in connessione all’obiettivo della
riduzione dell’orario di lavoro, e per l’istituzione di un vero reddito
minimo, oltre che sul complesso delle politiche del governo.
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