Riprendiamo un vecchio post dal nostro blog per ribadire di cosa si tratta quando si parla di vasche e soprattutto nel caso di Bresso cosa significhi la presenza di una tale struttura all'interno di un'area verde come il Parco Nord . Il sindaco di Bresso Ugo Vecchiarelli , il suo interessamento e l'essere accanto ai comitati cittadini assume enorme importanza soprattutto in un momento chiave come questo dove la Città Metropolitana mostra come obiettivo principale lo sfruttamento dei territori di provincia.
Paderno Dugnano ed in specifico il quartiere di Palazzolo sarà inserito nella progettazione di quest'enorme opera. Cosa farà l'amministrazione locale? Aderirà oppure si opporrà?
"Le “vasche” sono
soluzioni vecchie e obsolete perché
producono effetti collaterali sul territorio
e, come dichiarato dagli stessi fautori, non completamente risolutivi (nel sito
di Regione Lombardia è chiaramente indicato che, anche in presenza di vasche, 6
esondazioni su 17 degli ultimi anni non sarebbero state evitate), mentre il
problema può essere affrontato con
soluzioni alternative.
In realtà
l'obiettivo è quello di ridurre la velocità con cui l'acqua affluisce a valle
perché l'eccesso di quantità dove il fiume intubato crea l'esondazione con
incalcolabili danni.
Dunque più che
ragionare su quello che fa l'acqua a valle si dovrebbe ragionare sul come fare
per rallentarne il flusso a monte. Un territorio esageratamente cementificato,
impedisce l'assorbimento naturale e ingigantisce l'accumulo di quantità d'acqua
nelle fognature e di conseguenza nel fiume.
L'introduzione di
vasche di laminazione previste nei comuni di Lentate sul Seveso, Varedo, Senago
e Paderno Dugnano, con un'aggiunta di un'altra nel Parco Nord a Milano,
chiaramente diminuirà la portata nel fiume, ma l'impatto sarà devastante, in un
ambiente già particolarmente compromesso. L'insediamento delle vasche è
previsto in aree agricole con dimensioni di circa 40 campi di calcio e con una
profondità di circa 30 metri e raccoglierà l'acqua del Seveso fortemente
inquinata.
I liquami e le
scorie inquinate rimarranno sul fondo e l'eventuale asportazione, la pulizia
e la manutenzione saranno problematiche
e costose (con Comuni in gravi difficoltà economiche).
La falda acquifera,
che sta crescendo di livello ogni anno, allagherà l'invaso realizzando uno
stagno putrido e maleodorante e che comporterà un grande cambiamento
dell'ecosistema della zona.
Evidenti sono le innumerevoli contraddizioni e incongruenze
emerse su specifici argomenti:
-
il mutamento dell'ecosistema (es.
aumento delle zanzare., topi, ecc..)
-
impermeabilizzazione critica,
insufficiente e costosa
-
inquinamento costante
-
manutenzione costosa e incerta
Le soluzioni si devono basare, non sulle grandi opere invasive, impattanti,
molto costose col rischio di non essere risolutive, ma sui piccoli e numerosi
interventi distribuiti in ogni Comune per ridurre il rischio alla fonte ed
essere più efficaci:
-
evitare quindi il flusso e la
concentrazione di acqua
-
ridurre la velocità della stessa
-
ripulitura dei tratti intubati ed
eventuale allargamento
-
riassetto del Canale Scolmatore
di Nord Ovest (CSNO)
-
separazione delle acque bianche
dalle biologiche
-
raccolta e riutilizzo delle acque
piovane nei singoli comuni dell'alveo del fiume
-
bonifica puntuale e radicale del
fiume Seveso con depuratori distribuiti
-
pulizia dell'alveo del fiume e
rallentamento delle portate
-
ampliamento delle reti fognarie"Il circolo PRC A. Casaletti ribadisce la propria contrarietà alla realizzazione di questo progetto , schierandosi con i Comitati ed i Comuni in lotta.
Nessun commento:
Posta un commento