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giovedì 30 agosto 2018

MONFALCONE PRIMA I BAMBINI ITALIANI

Stefano Galieni responsabile immigrazione segreteria nazionale PRC  e giornalista 
racconta su Left quanto accade nel grande e progredito nord, dove vengono attuate le famose politiche del prima "gli italiani"


Monfalcone, 28 mila abitanti in provincia di Gorizia e sede del grande complesso Fincantieri. Lì vengono varate grandi navi da crociera, attività che è almeno in parte riuscita a reggere la crisi. Nei cantieri lavorano operai giunti dal Bangladesh e da tanti altri Paesi, che hanno modificato la composizione sociale del territorio. Il 22% degli abitanti sono cittadini stranieri regolarmente residenti, molti hanno famiglia e il 56% dei minori sono loro figli, che finora hanno frequentato regolarmente le scuole. L’incremento demografico ha determinato che il “punto nascite”, il reparto sanitario in cui si seguono le gravidanze fino al parto, è ancora aperto, mentre nel capoluogo Gorizia è chiuso. A tre anni, bambini e bambine dovrebbero iniziare a frequentare la scuola materna e come ogni anno, nel gennaio scorso, si sono cominciate a definire le sezioni presso i comprensori scolastici, ma a giugno è giunta la “sorpresa”. I dirigenti scolastici di due istituti hanno sottoscritto un protocollo, alla presenza del dirigente scolastico regionale, con cui si determina l’applicazione di una circolare del ministro Gelmini (2010), per cui i “bambini stranieri” non possono costituire più del 45% dell’intera classe. La sindaca della Lega, Anna Maria Cisint ha sottoscritto il protocollo, che ha quindi valore retroattivo. Così accade che 79 bambini, quasi tutti nati in Italia da genitori del Bangladesh, sono stati esclusi. Alle proteste di genitori, associazioni, sindacati, forze politiche ecc. la sindaca ha fornito diverse risposte. Dal “ci pensi Fincantieri” a “li mandiamo nei comuni limitrofi”. Ma anche questa soluzione è stata cassata dalla scarsa disponibilità dei comuni limitrofi. Buon senso vorrebbe che per bambini così piccoli la scuola materna resti “di prossimità”. Basterebbe aprire due o tre classi, assumere altri insegnanti e garantire a tutti questo servizio ma, anche con l’appoggio dell’onnipresente Salvini, la sindaca si è dichiarata pronta a garantire, a spese del Comune, un servizio convenzionato di taxi per raggiungere i bambini inseriti in comuni più lontani, piuttosto che intasare le scuole cittadine. È la risposta leghista alle famiglie “italiane”, che….

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