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giovedì 26 gennaio 2017

VITTORIO ARRIGONI E LA GIORNATA DELLA MEMORIA







« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati."
Domani come ogni anno e nel fine settimana numerose saranno le celebrazioni e iniziative sia a Milano che in provincia, vogliamo aggiungere a tutto questo anche le parole che scrisse Vittorio Arrigoni scrittore e attivista per i diritti umani proprio il 27 gennaio 2010 dal suo blog Guerrilla Radio in Gaza City.


Il Sionismo è un movimento abominevole, razzista e coloniale, e come tutte le realtà coloniali e di apartheid deve essere interesse di tutti che venga spazzato via.

Rimpiazzarlo senza spargimenti di sangue con uno stato democratico, laico, secolare, magari sui confini della Palestina storica e che  inglobi palestinesi e israeliani sotto eguale diritto di cittadinanza senza discriminazioni etniche e religiose, è un augurio che mi sento di auspicare diventi presto realtà.

Ai giornalisti prezzolati e ai nostri politicanti asserviti ai macellai israeliani,
vorrei far notare quello che è lapallisiano nella dichiarazione di Ali Khamenei: non una sentenza di morte a Israele, ma una condanna al sionismo.

Ed essere contro Israele sionista non significa certo essere contro gli ebrei, ospiti graditi a Teheran (come da foto).
Identificare tutti gli ebrei del mondo con Israele sionista e ancora peggio con la tragedia della shoah significa fare il gioco di quello che Norman Filkenstein ha brillantemente battezzato l'industria dell'olocausto.



vorrei ricordare che essere antisionisti non significa affatto essere antisraeliani, semmai significa volere il bene per gli israeliani, e contemporaneamente lottare per i diritti umani.
Proprio come i tanti che si unirono ai neri sudafricani in opposizione al colonialismo e all’Apartheid, non erano certo contro la totalità dei bianchi.


Restiamo Umani

Vik



 



                            


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