Due mesi sono trascorsi dalle belle assemblee di Roma e Bologna .
Due mesi di iniziative diffuse, che hanno consolidato positive
esperienze di lavoro comune, aperto, inclusivo. Liste di cittadinanza
e di alternativa, reti associative, comitati, campagne hanno raccolto la
sfida della costruzione di un processo nuovo, partecipato, rispettoso
delle identità ma non identitario, per dire no alle politiche di
austerità e alle politiche liberiste, per riaffermare da sinistra il
primato della persona sulla finanza.
Un
percorso che si arricchisce giorno dopo giorno di contenuti, pratiche e
conflitti provenienti da ogni parte d’Italia, legati dall’esigenza di
partecipare attivamente alla costruzione dal basso di un progetto e di
uno spazio sociale, politico e culturale autonomo ed alternativo al PD e
alle sue politiche, al centro-sinistra e alle larghe intese, per darsi e
offrire un’opportunità di impegno a quante e quanti non si
riconoscono nelle scelte dei recenti governi, e di chi chiuso nel
palazzo gestisce il potere secondo i propri peculiari interessi e quelli
della finanza e del profitto. Un percorso che costruisce il terreno
comune di un’azione programmatica e politica tra soggetti diversi,
segnando una discontinuità con il passato senza scorciatoie politiciste e
valorizzando le diverse esperienze, le donne e gli uomini che vorranno
dare il proprio contributo a questo itinerario in comune.Sui territori, nella nostra azione quotidiana come nella recente
battaglia referendaria, siamo strenui difensori della Costituzione
contro il tentativo di omologazione al pensiero unico di Renzi e dei
suoi sodali: abbiamo riaffermato i principi e le finalità della
Costituzione, anche e soprattutto per la sua forza evocatrice di
giustizia sociale e di lotta alle disuguaglianze. Lo abbiamo fatto nella
consapevolezza che tale forza nasceva da un confronto alto tra modelli
socio-economici contrapposti e quindi dal riconoscimento profondo della
sua valenza sociale. Proprio quello che Renzi in ossequio al modello
liberista volevano e vogliono rimuovere. Il nostro impegno quindi deve
essere rivolto in prima istanza all’applicazione profonda del progetto
costituzionale, impegno che – nel rispetto delle origini della nostra
Carta fondamentale – deve essere altrettanto forte nella definizione e
nell’attualizzazione di modelli sociali ed economici alternativi a
quello che dominante che sta schiacciando la dignità delle persone e dei
territori. Ribadiamo la necessità di ribadire il principio della pari
dignità delle diverse forme di una politica diffusa e plurale: tutte le
soggettività (partiti, associazioni, movimenti, ecc.) contribuiscono con
la loro specificità ed il loro ruolo nella costruzione del cambiamento.
Questo valore deve trovare concreto riconoscimento nella costruzione di
uno spazio plurale e partecipato, senza primati e senza gerarchie.Serve un progetto fortemente partecipato che muova dalle battaglie che
quotidianamente portiamo avanti dentro e fuori le istituzioni nei
nostri territori e dalla mobilitazione di associazioni, campagna e
movimenti: il superamento del vincolo del patto di stabilità per
garantire servizi davvero pubblici, come una capillare e accessibile
mobilità collettiva; un progetto per la piena e buona occupazione
ripristinando ed estendendo i diritti delle lavoratrici e dei
lavoratori, per il carattere pubblico e universale del diritto alla
salute, il diritto all’abitare, il riutilizzo e il recupero del
patrimonio edilizio. Ancora, un progetto per la messa in sicurezza del
territorio con le mille piccole opere necessarie al posto di grandi
opere inutili; per il risparmio energetico e le energie rinnovabili nel
solco di un rigoroso rispetto dell’ambiente, del paesaggio e della
salute umana. Occorre favorire le esperienze di riappropriazione e di
uso collettivo degli spazi inutilizzati, preservare il territorio da un
uso indiscriminato e predatorio quale quello spesso messo in atto dalle
multinazionali. In questa agenda devono comparire come centrali
questioni come la difesa del carattere pubblico del sistema
dell’istruzione, il rilancio del servizio sanitario nazionale, la tutela
dei diritti e l’inclusione dei migranti ed un welfare effettivamente
universalistico. Inoltre per dare forza a questa agenda dobbiamo
assumere come centrale il tema della riconversione civile dell’economia,
attraverso la smilitarizzazione dei territori, la riduzione delle spese
militari, la costruzione di politiche di pace anche a livello locale.
Questa
è la strada che vogliamo percorrere insieme e senza indugio per
proseguire questo lavoro, “proteggendolo” da accelerazioni,
condizionamenti o “febbri” elettoralistiche, senza sottovalutare
l’impatto che provocherà l’irrompere di una scadenza elettorale
nazionale sempre più vicina. Che sia tra pochi mesi o tra un anno, dopo
l’esito del referendum del 4 dicembre, la caduta del governo Renzi, la
bocciatura della riforma elettorale, il bilancio disastroso
dell’applicazione delle più importanti leggi varate in questo mandato,
lo scenario europeo e mondiale in vorticoso mutamento, non sfugge a
nessuno che si tratterà di un appuntamento cruciale, a cui possiamo
giungere con un progetto e un programma ambizioso e che soprattutto
abbia una prospettiva oltre la stessa scadenza elettorale.
Raccogliendo l’invito
rivolto da molti e molte tra coloro che hanno partecipato alla
costruzione di questo nostro percorso, desiderosi/e di dare un orizzonte
alla tensione sentimentale oltreché all’urgenza delle ragioni comuni
che ci hanno fatto ritrovare insieme, vogliamo condividere l’esperienza e
il percorso fatto insieme con tutti e tutte coloro che, come noi,
vorranno mettersi radicalmente in gioco e provare senza tentennamenti a
costruire su queste basi programmatiche un percorso unitario. Proviamo a
fare un passo avanti, necessario, utile, possibile. Proviamo a farlo
coinvolgendo realmente le piccole e grandi realtà che sui territori
stanno sperimentando percorsi di reale alternativa alle politiche di
austerità confrontiamoci sui contenuti e sulle pratiche di un tragitto
condiviso, decidendo insieme le forme, i modi, le regole per costruire
aggregazioni credibili, partecipate, democratiche, attrattive.
Abbiamo
un appuntamento importante davanti: quello dei referendum sociali
promossi dalla CGIL in primavera. Si tratta di una mobilitazione che
dobbiamo sostenere con forza e sulla quale, anche a livello locale,
promuovere percorsi unitari e di costruzione di alleanze tra sindacato,
associazioni, movimenti, liste civiche e di alternativa.
Chiediamo,
pertanto, a tutte/i coloro che fin qui hanno condiviso questo nostro
percorso, di continuare il cammino cominciando a discutere nel merito,
sulle forme della politica e sul modo e le regole con cui concretamente
potrebbe avviarsi il percorso unitario che immaginiamo. Pensiamo ad un
seminario sulle forme della politica che si terrà il 19 marzo a Roma
dalle ore 10:00 alle ore 17:00 presso la Casa Internazionale delle
Donne, via delle Lungara 19, che sarà preparato in un primo incontro più
ristretto il 5 marzo.
Facciamolo
riportando la discussione e l’elaborazione di questo nostro percorso
sui territori, impegnandoci in una discussione articolata e diffusa,
appuntando idee, dubbi, riflessioni utili a fare dell’incontro di marzo
un momento organizzato e costruito davvero assieme dal basso.
Facciamolo subito, perché il tempo è adesso.
Vi preghiamo di comunicare la partecipazione a politicaincomune@gmail.com
Prime adesioni:Giorgio Airaudo, Fabio Alberti, Ciccio Auletta consigliere Pisa in comune, Maria Luisa Boccia CRS, Giusto Catania assessore Palermo, Emily Clancy consigliere Coalizione civica Bologna, Barbara Evola assessore Palermo, Stefano Fassina consigliere Sinistra X Roma, Adriano Labbucci consigliere I Municipio Sinistra X Roma, Giulio Marcon, Federico Martelloni consigliere Coalizione Civica Bologna, Sandro Medici, Gianni Principe, Marco Ravera consigliere La Spezia, Basilio Rizzo Consigliere Milano in comune, Raffaele Tecce, Riziero Zaccagnini sindaco di Tocco da Casauria, Vittorio Agnoletto, Leonardo Becheri consigliere comunale Massa Carrara, Roberto Musacchio, Massimo Rossi Consigliere Comunale a Fermo, Lorenzo Rossi Assessore a Grottammare, Gino Marchitelli consigliere San Giuliano BENE COMUNE, Antonio del vecchio Capogruppo Consiglio Comune di Silvi, Nando Mainardi, consigliere comunale Fiorenzuola d’Arda, Stefania Tuzi, ricercatrice, Sapienza Università di Roma, Marco Ricci Consigliere Comunale Pisa Una Città in Comune, M. Giulia Torresi consigliere comunale Fermo, Luca Grasselli consigliere L’altra Albinea – sinistra unita, Edmondo Bucchioni Consigliere Comunale La Spezia, Nicola Cavazzuti Consigliere Comunale Massa, Tiziana Nadalutti Pisa, Giampaolo Ghiani, Giacomo Zacconi, Consigliere comunale ad Agugliano, Celeste Ingrao, Enrico Perilli consigliere comune L’Aquila, Massimo Torelli, Giulio di Donato, Tommaso Grassi Firenze Riparte a Sinistra, Giacomo Trombi Firenze Riparte a Sinistra, Antonia Romano l’Altra Trento, Simonetta Ghezzani, Francesco Rubini capogruppo SEL-Ancona Bene Comune, Ferruccio Nobili, Giovanna Seddaiu consigliera II Municipio Roma
Nessun commento:
Posta un commento