Oggi il Comitato Vittime Eureco di Paderno Dugnano ha ricevuto una comunicazione da parte della consigliera regionale Silvana Carcano, esponente del M5S che da sempre ha dimostrato vicinanza ed interessamento alla tragedia del 4 novembre 2010 .
Silvana Carcano durante l'incontro svoltosi in data odierna con il Prefetto di Milano non solo ha sollecitato il fabbisogno di maggiori controlli ambientali e di sicurezza in merito all'azienda Eureco ma anche un tavolo di confronto dove sia presente il sindaco della Città Metropolitana Giuseppe Sala ed altri enti come la Regione , l'Arpa ed il Comune.
Una ferita quella dell'Eureco che sanguina ancora, i pochi operai sopravvissuti non sono piu' riusciti ad inserirsi nel tessuto lavorativo della città, alcuni sopravvivono grazie alla Caritas, altri grazie al sostegno di parenti ed amici.
"LA STORIA: Il 4 novembre 2010 a Paderno Dugnano (Milano) presso lo
stabilimento di lavorazione di rifiuti infiammabili denominato Eureco,
da un container di rifiuti speciali pericolosi (setacci molecolari) si è
sprigionata una nube di gas che, venuta a contatto con le parti
surriscaldate di un muletto a motore, ha provocato una prima fiammata
che si è poi diffusa fino al predetto container e che subito dopo si
estendeva ad altri materiali infiammabili (solventi e vernici) di cui
gli operai stavano effettuando il travaso. Le fiamme hanno avvolto sei
uomini cagionando loro gravissime ustioni e provocando a Meshi Ferit,
che tentava di soccorrere i colleghi, ustioni alle mani e a Shuli
Lulzim, che tentava anch’egli di soccorrere i colleghi, un disturbo
psichiatrico post traumatico da stress dal quale è derivata una
incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per 78 giorni. In
conseguenza delle fiamme morivano Sergio Scapolan, Salvatore Catalano,
Harun Zeqiri, Leonard Shehu. Erjon Nezha riportò ustioni di secondo
grado profondo, estese al 50% del corpodalla quali è derivato pericolo di vita e
incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per 235 giorni.
Kasem Xhani ha riportato ustioni di secondo e terzo grado estese al 40%
del corpo dalla quali è derivato pericolo di vita e incapacità di
attendere alle ordinarie occupazioni per 253 giorni. "
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