Il 21 Settembre il CETA, salvo problemi dell’ultim’ora, l’accordo di liberalizzazione tra Canada e Europa, entrerà in vigore in modalità provvisoria,
abbattendo quindi dazi e dogane tra Canada e Europa, e mettendo in
piedi le commissioni bilaterali in cui cercheranno di mettere mano, per
puro amore di commercio, agli standard in vigore sulla sicurezza
alimentare, sull’ambiente, sulla sicurezza dei prodotti, sul lavoro,
solo per citare alcuni temi scottanti.
Possiamo ancora fermarlo insieme,
però, e riaprire in Europa una discussione più seria su che cosa vuol
dire affidare agli interessi dei pochi che guadagnano con un trattato
commerciale come questo, il destino e i diritti di tutti noi. Basta che un solo Paese ne blocchi la ratifica. Con l’impegno di tutti noi l’Italia può essere quel Paese.
Il Belgio ha ufficialmente chiesto alla Corte Europea di Giustizia di
verificare se il CETA violi o no i principi costitutivi dell’Unione
Europea, e la Francia ha istituito una Commissione nazionale per
valutarne gli impatti prima di esaminarlo, e la commissione ha segnalato
i gravi rischi per la salute e l’ambiente che ne potrebbero derivare.
In Italia, invece, dal 26 settembre il
Senato potrebbe votare la ratifica del CETA. Come la scorsa estate
dobbiamo spingere i senatori italiani a portare il CETA fuori
dall’agenda e consegnarne la ratifica. Spiegando loro, proprio sotto
elezioni e con tutti gli strumenti possibili, che se dicono si al CETA
non li votiamo più
Greenpeace e altre organizzazioni europee
pubblicheranno i loro nuovi report contro il CETA. Noi twitteremo dalle
12.00 agli indirizzi dei seguenti senatori: twittane il più possibile e scrivendo anche via mail vedi lettera fac simile su stop-ttip-italia.net
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