Domani 10 dicembre 2016 la manifestazione antifascista per ricordare la strage impunita di P.zza Fontana sarà animata anche dalla presenza di Franz Englaro e dalla sua musica.Sarà presente anche il circolo PRC A. Casaletti di Paderno D. con una delegazione.
12 DICEMBRE 1969-12 DICEMBRE 2016
RICORDARE LA STRAGE DI PIAZZA FONTANA
OGGI COME ALLORA SI CAVALCA LA PAURA PER UNA NUOVA STRATEGIA DELLA TENSIONE CONTRO PROFUGHI E MIGRANTI
OGGI COME ALLORA IN PRIMA FILA FASCISTI, XENOBI E RAZZISTI IN ITALIA
COME IN TURCHIA, UNA DITTATURA CHE REPRIME A LIVELLO DI MASSA E
CONTINUA A NEGARE I DIRITTI DEL POPOLO CURDO
Il 12 dicembre 1969 una bomba scoppiava in Piazza Fontana.
Una bomba che, facendo 17 morti e decine di feriti, unita alla morte di
Giuseppe Pinelli assassinato tre giorni dopo nella Questura di Milano e
al depistaggio che accusava l’innocente Pietro Valpreda, inaugurava la
“Strategia della Tensione”, ovvero la costruzione sistematica di paura
volta a criminalizzare i movimenti sociali e le richieste di diritti e libertà che in quegli anni riempivano le strade.
47 anni dopo il mondo si presenta molto diverso e in tanti faticano
persino a ricordarsi di quella strage, del suo senso e delle
responsabilità politiche e istituzionali ai massimi livelli dello Stato.
Ma anche dopo quasi cinque decenni la paura continua ad essere merce
preziosa sul mercato della politica e, anzi, in questi tempi di crisi,
crescente disuguaglianza sociale e nuove e vecchie solitudini urbane,
sembra vivere una nuova e triste primavera.
E c’è anche chi, come il regime di Erdogan, ha riproposto i temi e i metodi classici della strategia della tensione.
Si stimola, si cavalca e si esalta la paura e ogni questione diventa un
problema di sicurezza e motivo di odio verso il “diverso”. A cominciare
dalle guerre diffuse al ricatto del lavoro senza diritti alla
devastazione dei territori, fino ai migranti e i profughi che sono i
primi bersagli, da indicare come untori e invasori e contro cui
innalzare le barricate.
I professionisti dell’odio sono sempre
loro, i fascisti, gli xenofobi e i razzisti, ma è l’ipocrisia dei
governi a spianare la strada.
Gli interventi militari
occidentali in Medio Oriente sono iniziati nel 1991, molte dittature in
Africa hanno trovato ripetutamente complicità e copertura ai massimi
livelli in casa nostra. Il traffico d’armi dall’Europa e dall’Italia
verso paesi in guerra, come l’Arabia Saudita, non si è mai arrestato,
anzi. E, soprattutto, è continuata con sempre più intensità una politica
che aggrava lo squilibrio economico e sociale tra le aree del mondo,
così come all’interno dei singoli paesi. Chi oggi scappa da guerre,
dittature e condizioni sociali insostenibili scappa da realtà che la
politica di questa Europa ha contribuito a creare.
L’ipocrisia
si manifesta con massima chiarezza nel caso dei rapporti con il regime
di Erdogan, ormai avviato a trasformarsi in una dittatura senza
attenuanti. Media indipendenti chiusi, giornalisti in carcere, deputati e
sindaci curdi destituiti ed arrestati e una repressione di massa contro
chiunque dissenta dal regime.
Eppure, dopo qualche frase di
circostanza, continua tranquillamente l’accordo UE-Turchia, che prevede
miliardi di euro in cambio del blocco con ogni mezzo, anche il più
violento, dei profughi.
Noi stiamo dalla parte del popolo
curdo, dell’esperienza del confederalismo democratico del Rojava e della
resistenza democratica e popolare in Turchia. I movimenti curdi
rappresentano oggi una delle poche, se non l’unica, voce fuori da un
coro nefasto di settarismi, comunitarismi e autoritarsimi che prevale in
quelle terre violentate dalla guerra.
Ovunque in Europa e nel
mondo, dietro l’ipocrisia di classi dirigenti, impegnati a perseverare
con le politiche neoliberiste e a devastare ciò che rimane del welfare,
sta crescendo una destra, spesso dai tratti fascitoidi, che indica il
nemico non in un modello sociale iniquo ed escludente, non nelle
oligarchie economiche e finanziarie che orientano la politica di più di
un governo e non in quelli che nella crisi si sono arricchiti a spese di
chi la crisi continua a pagarla, bensì nel “diverso” e nell’”invasore”,
in quello che sta appena peggio di te e minaccia il tuo precario
status. È così, oggi come ieri, la costruzione della paura produce
mostri, da Trump a Orban, dalla Le Pen a Salvini.
Ricordare la Strage di Piazza Fontana, oggi come ieri, non è un semplice esercizio di memoria.
È una scelta partigiana, di rifiuto della paura e della guerra tra
poveri che ci vengono proposte, e di lotta per i diritti, per un futuro
degno, libero e sostenibile per tutte e tutti.
PROMUOVONO:
Memoria Antifascista
Ponte della Ghisolfa
Comitato Lombardo Antifascista
CSOA Lambretta
Centro Sociale Cantiere
ZAM – Zona Autonoma Milano
Aderiscono:
Fronte Popolare
Rete della Conoscenza Milano
Federazione di Milano del Partito della Rifondazione Comunista
Redazione milanese di Lotta Continua
Naga Onlus
ANPI di Zona 8
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea Lombardia
Associazione "Zona 3 per la Costituzione"
POQ -Partigiani in Ogni Quartiere
ACT! Agire Costruire Trasformare Milano
Associazione Le Radici e Le Ali
Link - sindacato universitario milanese
Osservatorio novarese sulle nuove destre
Movimento Agende Rosse - gruppo Peppino Impastato Milano
Unione degli Studenti Milano
Centro Culturale Concetto Marchesi
Partito Comunista Italiano Fed. di Milano
FGCI Milano
Federazione Provinciale di Como del Prc/Se
Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito
CostituzioneBeniComuni
Collettivo Autonomo Tenca
Sinistra Anticapitalista
Zona 8 Solidale
USB Lombardia
Collettivo Libero Spazio
FGCI Venezia
Collettivo Cardano
Collettivo GPS Boccioni
Coordinamento dei Collettivi Studenteschi di Milano
Collettivo Soy Mendel
A.N.P.I. Calvairate
Collettivo Palestina Rossa
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