La legge sull'interruzione di gravidanza compie quarant'anni, una delle migliori del mondo nonostante i continui attacchi e gli obiettori che cercano di ostacolarla in ogni modo.
La situazione in alcune regioni italiane appare ancora nebulosa, difficile riuscire a trovare strutture , specialmente in alcune provincie per esempio Isernia ,Benevento, Crotone, Carbonia-Iglesias e Fermo.
"In 11 anni, dal 2005 al 2016, la quota dei medici obiettori di
coscienza è aumentata del 12%. Nel Molise sono obiettori il 93,3% dei
ginecologi, il 92,9% nella PA di Bolzano, il 90.2% in Basilicata,
l’87,6% in Sicilia, l’86,1% in Puglia, l’81,8% in Campania, l’80,7% nel
Lazio e in Abruzzo.
Meno accentuata, ma sempre molto alta la
percentuale di anestesisti obiettori che, in media, è pari al 49,3%.
Anche in questo caso i valori più elevati si osservano al Sud, con un
massimo di 79,2% in Sicilia, 77,2% in Calabria, 76,7% in Molise e 71,6%
nel Lazio. Mentre il personale medico obiettore raggiunge valori intorno
al 46,6% con un massimo di 89,9% in Molise e 85,2% in Sicilia.
In
pratica su 94 ospedali con un reparto di ostetricia e ginecologia, solo
62 effettuano interruzioni volontarie di gravidanza. Cioè solo il 65,5%
del totale. Nel 2012 21mila donne su 100mila si sono rivolte a strutture
di altre province. Di queste il 40% è stata costretta a cambiare
addirittura regione.
La legge impone un obbligo legale alle autorità di garantire alle donne
l'accesso ai servizi. Tuttavia nella pratica spesso le donne
hanno grandi difficoltà, c'è un numero insufficiente di personale non
obiettore in molte regioni e strutture".
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