Il comunicato di Maurizio Acerbo non lascia dubbi sulla posizione di "sinistra" del PRC, la certezza è sempre quella di voler costruire un'alternativa credibile soprattutto atta a ricolmare il vuoto delle catastrofiche politiche odierne che invece si riproporrebbero con gli stessi personaggi che oggi danzano sempre attorno allo stesso fuoco. Una posizione che condividiamo ampiamente e che supportiamo assieme al nostro segretario.
Sinistra: non consegnamo il Brancaccio a D’Alema e Bersani
Il documento condiviso da MDP, Possibile e SI non ci pare prefigurare quella sinistra nuova e radicale che si era auspicata nelle assemblee del Brancaccio.
Non lo è sul piano programmatico, non lo è sul piano del profilo politico e nemmeno su quello del rinnovamento.
Non c’è tra gli obiettivi nemmeno l’abolizione della legge Fornero!
Non c’è scritto che non ci saranno alleanze col Pd dopo le elezioni.
Non c’era bisogno di scomodare migliaia di persone in decine e decine di assemblee per fare una lista tra MDP, possibile e Si.
Per quanto riguarda Rifondazione Comunista non vi sono nel documento
che circola condizioni per una nostra convergenza. Se volevamo
contrattare qualche seggio in una lista con la vecchia leadership del
centrosinistra telefonavamo a D’Alema e Bersani. Non siamo parlamentari
ossessionati dalla rielezione e abbiamo la consapevolezza che senza
rottura con un fallimentare passato di pseudoriforme antipopolari e
comportamenti cinici non si ricostruisce una sinistra popolare.
Ci interessa un processo che motivi all’impegno e al voto i tanti elettori di sinistra che si sono rivolti al M5S o verso l’astensionismo.
Consegnare il Brancaccio a Bersani e D’Alema non ne riconquisterà
nemmeno uno ma di certo fara’ allontanare proprio quel poco di sinistra
sociale che in questi anni ha contrastato il neoliberismo e difeso
diritti e beni comuni.
Confidiamo che dall’assemblea nazionale del
Brancaccio del 18 novembre emergano contenuti e regole all’altezza degli
obiettivi che ci si era dati: chi ha governato negli ultimi 25 anni
faccia un passo indietro, il programma sia di radicale rottura col
neoliberismo a partire dalla cancellazione dello stillicidio di leggi
che hanno distrutto i diritti di chi lavora e dalla disobbedienza ai
trattati europei che contrastano con la nostra Costituzione.
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