Alla fine della guerra tra i vinti faceva la fame la povera gente, tra i vincitori faceva la fame la povera gente ugualmente» (B. Brecht).
Stanotte Usa, Francia e Gran Bretagna hanno attaccato la Siria. Il mondo rimane pericoloso perché è vivo lo spirito imperialista di sopraffazione. La guerra tra i blocchi economici oggi diventa guerra sul campo in paesi fuori dai blocchi.
Per arrivare a questo recitano la solita commedia: si crea un pretesto per muovere guerra indicando il mostro, si schiera l’opinione pubblica e si avvia la guerra con migliaia di morti civili come tragico risultato.
Solo dopo aver fatto la guerra in Iraq, Blair riconobbe che erano inesistenti le tanto declamate armi di distruzione di massa e quindi aveva sostenuto una guerra senza ragione ma con tanti morti.
Oggi tocca alla Siria; a Douma, sarebbero state usate armi chimiche provocando morti di civili e, senza accertare se ciò sia accaduto realmente, senza alcuna discussione delle istituzioni nazionali e internazionali, Trump con un messaggino ci avvisa che darà una lezione ad Assad, quasi come se giocasse con la play station.
Questa volta Macron fa il Blair ed assicura che le armi chimiche sono state davvero usate ed è pronto per la guerra! I lavoratori contro i quali si combatte una guerra interna per togliere loro reddito, diritti e welfare devono sapere che il rischio di una guerra devastante non è mai stato così alto e che serve una mobilitazione per opporsi alla guerra “esterna” e a quella “guerra interna”
La guerra va respinta ed impedita!
La Cub ha organizzato iniziative al consolato Americano e Francese a Milano, Roma, Firenze, Genova, Torino, Napoli e Palermo per dire un secco No alla guerra e alle spese militari.Pochi sanno quanto paghiamo per preparare le guerre: Nel 2018 si spenderanno 23 miliardi di euro (64 milioni di euro al giorno), di questi, 15,5 miliardi vengono spesi per il rinnovo degli armamenti, ossia per avere armamenti idonei a uccidere meglio.
A queste cifre vanno aggiunte quelle per le “missioni umanitarie”, che spesso coprono vere e proprie missioni militari, come quelle in Afghanistan e nel Sahel, oltre alle spese per le basi Usa, e per il depositi per le armi nucleari in Italia.
Milano 14 aprile 2018
CUB - Confederazione Unitaria di Base
Sede nazionale: Milano - V.le Lombardia, 20 tel. 02.70631804
Venerdì notte gli Usa, la Francia e l’Inghilterra hanno dato inizio ai bombardamenti contro la Siria.
La
possibilità che, per la prima volta dalla seconda guerra mondiale, si
arrivi ad uno scontro militare diretto, fra due delle maggiori potenze
economiche, è all'orizzonte con conseguenze di carattere mondiale.
La
strategia del terrore ha bisogno di fabbricare prove false per
manipolare l'opinione pubblica, come ai tempi della Guerra in Vietnam,
in Iraq ad inizio secolo, in Palestina, in Libia ed in decine di altre
situazioni. Ora la storia sembra ripetersi, per giustificare
l'escalation militare di cui la UE, tramite il governo francese è una
dei principali protagonisti.
L'Italia
non deve essere complice della politica di aggressione USA, come lo è
stata in passato a causa della propria internità alla Nato, nonostante
la Costituzione ripudi la guerra.
Negli
ultimi dieci anni di tagli enormi alla spesa sociale e ai salari, le
spese militari dell’Italia sono aumentate del 25% (64 milioni al
giorno!). Il quasi ex ministro della difesa Pinotti, ha sparso il “made
in Italy” delle armi in tutto il Medio Oriente con contratti per
miliardi di euro.
La
presenza delle basi militari Usa e Nato in Italia, da cui possono
partire armi e aerei, carichi di bombe, destinati alle aree di guerra,
assume in questo scenario un ruolo tragicamente importante.
La
guerra produce lutti, miseria e distruzioni nei paesi aggrediti e
colpisce duramente le condizioni dei lavoratori e dei settori popolari
dei paesi aggressori ai quali vengono addebitati i costi della guerra,
limitati i diritti sociali e annullati gli spazi di democrazia.
Per questo il movimento dei lavoratori deve battersi contro la guerra e i suoi costi umani, economici e sociali.
Scendiamo in piazza contro la guerra ed in solidarietà di tutti i popoli che la subiscono!
Scendiamo
in piazza perché l’Italia non partecipi alla guerra e non conceda le
basi militari per gli interessi guerrafondai di Trump, Macron e la May !
Invitiamo tutte le lavoratrici ed i lavoratori a partecipare alle iniziative contro la guerra ed in particolare:
GIOVEDI’ 19 APRILE - ROMA ORE 15,30 PRESIDIO ALL'AMBASCIATA USA
- MILANO PRESIDIO ORE 16,00 AL CONSOLATO USA
- BOLOGNA 0RE 17,00 PRESIDIO AL CONSOLATO FRANCESE
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