Riportiamo la riflessione del nuovo segretario nazionale PRC Maurizio Acerbo sullo sciopero pasquale dell'outlet Serravalle
Serravalle Scrivia: uno sciopero sacrosanto
Regioni promuovano referendum
Lo sciopero pasquale di Serravalle Scrivia ha avuto il merito di porre
al centro dell’attenzione la questione della liberalizzazione selvaggia
del commercio e l’ipersfruttamento nella grande distribuzione. I
liberisti festeggiano il presunto flop mentre in realtà si è evidenziata
la ricattabilità di lavoratrici e lavoratori precari.
Da questa giornata di lotta emerge con chiarezza che è stata la politica
con leggi approvate dal parlamento a rendere più deboli i lavoratori e a
eliminare ogni possibilità da parte di enti locali e Regioni di
regolamentare il commercio.
Il risultato è che le lavoratrici e i
lavoratori della grande distribuzione in tutta Italia sono al lavoro 365
giorni all’anno e senza neanche il potere contrattuale per poter
limitare i livelli di sfruttamento o ottenere aumenti dell’occupazione.E' una conseguenza della
liberalizzazione del commercio approvata durante il governo Monti col
voto di uno schieramento che andava dalla Meloni al PD di Bersani.
Qualcuno dirà che è giusto così, che così funziona in tutta Europa. Però
non è vero: nella stragrande maggioranza dei paesi europei - a partire
dalla Germania - non vi è stata la totale deregulation votata dai
liberisti italiani.
Nella maggior parte dei paesi il numero delle
aperture festive è limitato da norme e si garantisce la possibilità per i
consumatori di fare la spesa anche nei giorni di festa attraverso
turnazioni.
Il far west di aperture e orari si traduce in
iper-sfruttamento dei lavoratori della grande distribuzione e crisi dei
piccoli esercenti, un iper-liberismo che distrugge i legami sociali e
che ha suscitato le proteste persino dei vescovi.
La Costituzione consente alle Regioni di proporre referendum abrogativi. Ne bastano cinque.
Lo schieramento a
sostegno del referendum sarebbe molto vasto perchè unirebbe il piccolo
commercio e i lavoratori dei centri commerciali per una volta senza
contrapposizioni tra autonomi e dipendenti. Ve la immaginate una
campagna che vede sulle stesse poszioni Rifondazione e Confcommercio?
Persino i vescovi – come sull’acqua – sarebbero con noi!
Un buon modo per spaccare anche il fronte dei liberisti sul piano sociale e culturale.
Io lo proposi qualche anno fa quando ero consigliere regionale ma solo
Regione Abruzzo e Veneto approvarono. E’ il caso di riprovarci.
Nessun commento:
Posta un commento