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lunedì 2 novembre 2015

TIZIANA PESCE E LA VICENDA FAMEDIO

Tiziana Pesce figlia di Giovanni (Visone) e Nori Brambilla(Sandra) esprime il suo pensiero sulla vicenda Famedio, il Pantheon milanese degli uomini che hanno reso servigi preziosi alla città e che vedrà l'iscrizione  del missino Franco Servello.
"Personalmente ritengo che questo discorso sia intriso di retorica e di bugie.Cosa significa" nessuna equiparazione",quando poi si da il proprio consenso ad un'iscrizione indegna,che offende noi che portiamo avanti i valori della Resistenza.E sopratutto offende chi ha dato la vita per quei valori.Offende mio padre e mia madre,ed è per me intollerabile.Ed è grande l'amarezza per le parole del sindaco,sindaco che nel 2011,dopo essere stato eletto con i nostri voti,andò a trovare una partigiana,mia madre,un gesto apprezzato allora,ma che adesso puzza di grande ipocrisia. Evidentemente la "pacificazione" col fascismo ha contagiato forze che si dicono di "sinistra" ma pendono inevitabilmente verso i vari Salvini e CO.Mi dispiace ma io,figlia di partigiani , orgogliosamente non ci sto"

Pubblichiamo il comunicato del Presidente del consiglio comunale di Milano Basilio Rizzo
Signor Sindaco, Autorità presenti, cari concittadini,

Milano oggi rende omaggio e onora alcuni dei suoi cittadini illustri. Milanesi di nascita o di adozione che con il loro lavoro e il loro esempio hanno dato un contributo alla crescita civile, morale e materiale di questa città.
Il Famedio è nato per questo: per custodire e trasmettere la memoria di una Milano ammirata e amata nel mondo per la sua capacità di creare, di innovare, di esprimere bellezza e impegno civile. La grandezza di una città infatti non è anonima: nasce dal nome e dalla storia personale di chi questa grandezza l’ha costruita nel tempo.
È questo che rappresentano per Milano le donne e gli uomini che da oggi verranno ricordati nel Famedio.
Sono personalità che la Commissione per il Famedio ha individuato cercando di esprimere la città nel suo complesso, nelle sue tante e diverse sensibilità che negli anni ne hanno plasmato la storia e l’evoluzione.
Ad essi quest’anno si aggiungono i nomi di 14 di donne che abbiamo voluto celebrare nel Famedio come tributo speciale della città al mondo femminile. Un omaggio al ruolo, troppo spesso taciuto in passato, della donna nella storia e nella vita della nostra comunità.
Si tratta di persone che hanno amato il loro lavoro, la scienza, l’arte, l’impegno sociale; persone che hanno inseguito con tenacia un sogno, un’idea di grandezza e di generosità e che hanno fatto in modo che quella loro intuizione prendesse forma a vantaggio di tutti.

Il mio intervento avrebbe potuto finir qui, con la lettura dei neo-iscritti.
Ma su questa giornata si è aperta in città una discussione che richiede attenzione.
Non voglio tacere il mio dispiacere per la annunciata assenza a questa cerimonia di ANPI e ANED.
E’ una scelta che capisco e che in ogni caso, rispetto.
Se si teme che sia messa in discussione la fedeltà ai valori fondanti della nostra democrazia nata dalla Resistenza e lo si vuole segnalare con un atto forte, io posso solo ringraziare perché lo si fa anche a nome mio e credo di altri che sono qui.
Onestamente non credo si corra quel rischio.
Nondimeno: se occorre ribadire alcuni irrinunciabili riferimenti ideali della città - e se a porre il problema sono quelle associazioni cui riconosciamo di essere principali depositarie della memoria dei valori della Resistenza - è giusto farlo e vorrei farlo.
Milano - nella sua stragrande maggioranza - si sente orgogliosamente erede della eroica partecipazione di tanti suoi figli alla lotta di Liberazione. Quella partecipazione che le è valso l’onore della medaglia d’oro appuntata sul nostro gonfalone.
Le sue istituzioni - a tutti i livelli (ed i cui rappresentanti d’oggi, civili e militari sono qui e li ringrazio con grande affetto) - si richiamano ad una Costituzione che, sul tema, dice parole nette, inequivocabili, definitive.

Nessun revisionismo è possibile, nessuna equiparazione tra chi, nelle tragiche vicende di quegli anni, è stato dalla parte giusta - quella della libertà e della democrazia (basta scorrere l’albo del Famedio per vedere quanti nomi di donne e di uomini della Resistenza, vi ritroviamo!) e chi è stato, ancorché con soggettiva e coerente convinzione, dalla parte sbagliata quella della dittatura nazifascista.
E’ la storia che non lo consente, una storia per quell’aspetto chiusa in modo definitivo settant’anni fa, il 25 aprile.
Milano con le radici ben piantate in quella storia, gustando il piacere della libertà, raccogliendo la enorme spinta a costruire il futuro, gli entusiasmi e le energie che sbocciarono avviò il cammino che la portò ad essere la guida ed il traino del Paese.
In una logica, sempre, di inclusione. Applicando un proprio peculiare "credo": offrire opportunità, garantire in ogni campo la voglia di fare.
Dando spazio a convinzioni, idee, progetti, esperienze le più diverse, a 360°.
Essendo intransigente solo su un punto: nel chiedere ad ognuno, qualunque fosse il suo compito, di dare sempre il meglio di sé.
Confidando che così, sarebbero emerse molte eccellenze in ogni campo della vita civica e nelle diverse attività, e che la loro composizione virtuosa avrebbe assicurato alla intera città un duraturo sviluppo.

E’ andata proprio così. Continua ad andare così.
Milano ha creato eccellenze ed ha attratto talenti che hanno scelto di essere milanesi.
Ne danno testimonianza molti nomi illustri la cui fama si è estesa ben oltre i confini della città.
La cerimonia del Famedio ripete, ogni anno, una sorta di suggello a quanto Milano ha saputo fare.
Basta scorrere l’albo degli iscritti nel tempo. Basta leggere, come ora farò, i nomi dei nuovi iscritti di quest’anno:

Alberto Ghinzani, scultore e artista di fama internazionale  
 Luca Ronconi, regista, protagonista della scena teatrale milanese e italiana del 900
Mario De Biasi, maestro dell’arte fotografica
Don Raffaele Ciccone, sacerdote attento ai temi del mondo del lavoro,  incaricato arcivescovile per le Acli
Franco Bomprezzi paladino dei diritti dei disabili, figura storica dell’associazionismo e del volontariato
Corrado Bonfantini, socialista, partigiano, uomo politico, membro della Costituente, parlamentare
  Elena Fischli - Dreher, partigiana milanese, medaglia d’oro della Resistenza
Erasmo Peracchi, uomo politico e di cultura, Presidente della Provincia di Milano dal 1965 al 1974
  Fiorella Ghilardotti, prima donna Presidente della Regione Lombardia
Franco Servello, uomo politico e delle istituzioni, consigliere comunale, parlamentare, giornalista e scrittore
Elio Fiorucci, stilista, designer, straordinario  interprete della creatività milanese
  Leopoldo Pirelli, una delle maggiore figure dell’imprenditoria italiana
Gianni Bonadonna, medico oncologo e scienziato di fama internazionale
Paolo Giuggioli, presidente del Consiglio dell’Ordine dell’Avvocati di Milano
 Silvia Dell’Orso, saggista, giornalista, storica dell’arte.

In più le 14 straordinarie protagoniste di un secolo e più di storia milanese di cui parlerà la nostra vicesindaca Francesca Balzani.
A tutti loro Milano dice grazie. I tratti biografici di ognuno sono nell’opuscolo celebrativo.
Esempi dal meglio, per proporre, a tutti l’impegno di percorrere quotidianamente la via del bene.
Vorrei leggere nel fatto che la cerimonia avvenga oggi, nel giorno dedicato ai defunti un invito: partire dal rispetto che sempre si riserva a chi non è più tra noi, per stemperare in una dimensione diversa i conflitti tra i vivi.
Una ricerca di unità anima il percorso che ho delineato e vuole invitare ad esaminare nel suo insieme le iscrizioni che oggi celebriamo.
Ogni nome racconta una sua storia, degna di nota. L’insieme offre un quadro di ricchezza del cui valore la città può andare orgogliosa.
Mi sia permesso ringraziare, in conclusione, gli altri membri della Commissione Consultiva per il Famedio:
gli assessori Del Corno e D’Alfonso, i direttori dott.ssa Amato e dott.ssa Maistri, i consiglieri dell’Ufficio di Presidenza Comotti, De Corato, Fanzago, Lepore.
Nel corso del lavoro nessuno ha abdicato alle sue idee, tutti abbiamo individuato nel rispetto di percorsi, regole e consuetudini lo strumento per proporre una soluzione che fosse della città.
Così abbiamo fatto in tutti questi ultimi cinque anni. Un valore aggiunto credo significativo.
Questa giornata, questo atto di memoria e di riconoscimento della grandezza di Milano, sia per tutti noi una iniezione di fiducia, di energia e di speranza.

MIlano, 02 Novembre 2015

Il Presidente del Consiglio Comunale
Basilio Rizzo

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