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mercoledì 18 novembre 2015

Parigi 13 novembre 2015






Parigi – 13 novembre 2015


La guerra è giunta nel cuore dell'Europa con una evidenza e drammaticità sconvolgente!
Nell'esprimere un sentimento di solidarietà e partecipazione al dolore delle vittime e dei familiari degli innocenti trucidati, doverosa è la preoccupazione sui destini futuri dell'intera Umanità.
L'attacco di venerdì scorso alla Francia, dopo quello del 7 gennaio a Charlie Hebdo, è la chiara ed evidente dimostrazione di una escalation di quella guerra che è in corso da ormai alcuni decenni.
Sostanzialmente il mondo moderno, nonostante le dichiarazioni, non si è mai liberato dalle guerre, semplicemente perché esse fanno parte di una strategia messa in atto, col susseguirsi degli anni, dal colonialismo, dall'imperialismo ed dal capitalismo considerandolo come uno strumento per occupare territori, dominare le popolazioni politicamente ed economicamente, riducendo diritti e dignità e per ottenere spropositati guadagni e profitti sopra chi le guerre le subisce e ne è vittima.
Episodi come quello di Parigi ci toccano molto da vicino, per questo sentiamo ancor più la loro tragicità e disumanità, ma questo dramma va inserito in un mosaico di soprusi che il mondo occidentale (cosiddetto sviluppato) ha costantemente messo in atto coadiuvato da una informazione/disinformazione mediatica collusa o insipiente.
Con la scusa di “esportare la democrazia”, mostrando una fialetta finta in TV abbiamo scatenato la guerra “madre” di questi disastri.
Da qui, quanti morti innocenti? Quanti bambini non hanno potuto avere un futuro? Quanti “crimini contro l'umanità”? Quanti “crimini di guerra”? Quanti “eccidi”? Quanti “massacri”?
Ma tragedie non vengono mai sole: il mancato rispetto dei “Diritti umani” è l’altra faccia della
prepotenza della prevaricazione Occidentale che si manifesta con l’occupazione di territori dedicati alla monocultura, come il furto delle materie prime che costringono le popolazioni del SUD all'emigrazione massiccia.

Insistere con la guerra non fa che portare ad un'altra pericolosa guerra.

Quanti morti innocenti ha provocato la ritorsione dell'aviazione francese?

Il primo provvedimento di Hollande è stata la chiusura delle frontiere per le persone.
Ma quando mai avverrà il divieto di esportazione delle ARMI?

A chi giova questa situazione, chi ci guadagna?
Quanti “sorrisi” per i grandi affari che faranno con il commercio delle armi!

A chi si domanda come risolvere questo dramma, rispondiamo con una scelta culturale controcorrente:
• più rispetto e comprensione dell'altro, più solidarietà e attenzione alle necessità del        
  prossimo. ed una scelta politica precisa:
• un mondo diverso con al centro la PERSONA ed i suoi DIRITTI, meno disuguaglianze e
  disparità, meno oppressione dei popoli e dei territori.

In conclusione l’unico modo per disinnescare questa situazione, riteniamo sia:

• blocco del commercio delle armi e dell’acquisto del petrolio sporco di sangue.
• riduzione degli investimenti in armi (magari indirizzandoli alla crescita dei paesi poveri),
• controllo dei movimenti finanziari dei regimi dittatoriali
• impedire il finanziamento dei gruppi criminali

In un motto: “Promuoviamo la PACE e non la guerra!”







Partito della Rifondazione Comunista – Circolo “Antonio Casaletti” - 18 novembre 2015

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