Via S.Ambrogio a Palazzolo M.se, una via dove gli alberi erano ancora protagonisti e dove il comitato cittadino costituitosi tempo fa ha cercato in tutti in modi di difenderne il prezioso patrimonio.
Nulla è valsa la raccolta di firme, le discussioni comunali volte alle possibili ipotesi esternate che avrebbero potuto salvaguardare quel patrimonio che nel tempo aveva trovato una collocazione in tanta cementificazione, il lavoro di tanti cittadini inascoltati sfocerà cosi' la prossima settimana in una chiusura della via che decreterà il taglio di tanti arbusti che mai piu' la città sarà in grado di riproporre.
Oggi qualcuno ha deciso di far pervenire a tutti "la voce" degli alberi, il messaggio destinato a chi seppur umano non vuole udire. L'attesa di una sentenza che non tarderà ad arrivare è l'ennesimo invito alla riflessione rivolto a chi ha già definito uno scempio che potrebbe essere evitato ricordando sempre l'importanza del verde, della maggiore ossigenazione di cui le nostre città necessitano.
"Gli alberi fioriscono in primavera e fruttificano d'estate senza cercare lodi.E le loro foglie cadono in autunno e i loro rami restano spogli in inverno senza timore di biasimo" Khalil Gibran
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sabato 30 luglio 2016
giovedì 28 luglio 2016
BONIFICA DA AMIANTO ALLA STAZIONE DELLE FERROVIE NORD DI PADERNO DUGNANO
L'associazione Italiana Esposti Amianto sez di Paderno Dugnano ci informa che oggi sono arrivate tante segnalazioni da parte dei cittadini che hanno visto numerosi sacchi contenente amianto all'interno del cantiere alla stazione delle ferrovie nord.
Nella scorsa primavera , dai carotaggi eseguiti lungo i binari, era stata rinvenuta la presenza di pietrisco amiantifero, di conseguenza i lavori erano stati interrotti per eseguire la bonifica delle massicciate.
I lavori di bonifica sono cominciati la scorsa settimana ma tranne un articolo uscito sul Notiziario nessuno era stato informato della cosa.
Non un comunicato alla cittadinanza, non una comunicazione in Consiglio Comunale, ci domandiamo se il tecnico responsabile preposto del comune abbia fatto controlli al cantiere per verificare che la bonifica sia avvenuta nel pieno rispetto delle normative di sicurezza o se come l solito c'è un rimbalzo di competenze.
Come PRC appoggiamo la richiesta dell'aiea che chiede un un intervento da parte dei cons iglieri comunali dell'opposizione affinchè si faccia chiarezza sulla sittuazione.

SICUREZZA SUL LAVORO:
SPETTERA' AI PROFESSIONISTI CERTIFICARLA
Pubblichiamo un articolo di Marco Spezia
Ingegnere e tecnico della salute e della sicurezza del lavoro
Progetto “Sicurezza sul Lavoro! Know Your Rights”
Medicina Democratica – Movimento di lotta per la salute onlus
PRESENTATO AL SENATO UN DISEGNO DI LEGGE PER STRAVOLGERE LA NORMATIVA SU SALUTE E SICUREZZA
Riporto a seguire un breve articolo di Studio Cataldi sul Disegno di Legge (DdL) presentato al Senato per riformare completamente la normativa su salute e sicurezza sul lavoro.
Se passasse una tale riforma le ricadute per la tutela dei lavoratori sarebbero gravissime.
Il DdL (da quanto emerge dall’articolo) prevede in sostanza:
- eliminazione della valutazione dei rischi e della definizione delle misure di prevenzione e protezione e sostituzione con una “certificazione” redatta da un professionista (tecnico della prevenzione e/o medico del lavoro) pagato dal datore di lavoro: è ovvio che il professionista venderà a qualunque costo la sua “certificazione” dichiarando che va tutto bene;
- deresponsabilizzazione del datore di lavoro in relazione a infortuni e a malattie professionali, se avrà dimostrato, tramite la “certificazione”, di avere adempiuto agli obblighi di legge;
- sostanziale eliminazione dell’obbligo di vigilanza a capo del datore di lavoro e trasferimento della responsabilità a dirigenti, preposti e lavoratori stessi;
- sgravi fiscali per le aziende “virtuose”, sempre sulla base della semplice “certificazione” del professionista.
Se dovesse passare tale impostazione, di fatto i diritti reali di tutela della salute e della sicurezza garantiti oggi da precisi obblighi normativi, perderebbero enormemente di valore.
Tale impostazione creerebbe inoltre un mercato incontrollato di “certificatori”, pagati proprio dalle aziende che dovrebbero verificare, disposti a dichiarare il falso solo per acquisire nuovi clienti.
Tale DdL rappresenta un GRAVISSIMO attacco ai diritti dei lavoratori su salute e sicurezza.
E’ NECESSARIO DA SUBITO LA MASSIMA VIGILANZA E MOBILITAZIONE PER EVITARE CHE DIVENTI OPERATIVO.
P.S. Il Testo del DdL ad oggi non è ancora stato pubblicato sul sito del Senato.
Il suo link di riferimento è il seguente:
Sicurezza sul lavoro: spetterà ai professionisti certificarla
Presentato al Senato un disegno di legge per riformare il testo unico sulla salute e sicurezza dei lavoratori
di Lucia Izzo - Un disegno di legge che promette una "radicale riforma di tutta la disciplina rivolta a garantire la salute e sicurezza dei lavoratori". Lo ha annunciato Maurizio Sacconi (Ap), presidente della commissione Lavoro del Senato, che ha presentato insieme alla senatrice Serenella Fuksia (Gruppo misto), un ddl che vuolesuperare il Testo unico della salute e sicurezza sul lavoro (d.lgs. 81/2008) che si compone di 306 articoli e 51 allegati e che "si caratterizza per un'eccessiva complessità legislativa e attuativa".
Si vuole passare, "attraverso la semplificazione, da un approccio formalistico a uno pratico e sostanziale" spiega Sacconi che aggiunge: "Con questo ddl intendiamo aprire una riflessione sulla tradizionale regolazione del lavoro, prodotta in un tempo in cui prevaleva la produzione seriale e l'attività lavorativa era in conseguenza fortemente standardizzata".
Le nuove tecnologie digitali, sottolinea Sacconi, "cambiano con veloce progressione il modo di produrre e di lavorare e allo stesso tempo offrono una continua evoluzione delle prassi e delle tecniche con cui rendere più sicuro il lavoro".
Da qui scaturirebbe la necessità di non rinunciare a tale evoluzione, ma di garantire la sicurezza dei lavoratori con un approccio dinamico e sostanziale, distante dall'attuale disciplina eccessivamente rigida e formalista.
Si rende necessaria, secondo le previsioni del ddl, un'attività di supporto che dovrà essere garantita dai medici del lavoro oppure da altri professionisti del settore, con un ordine di riferimento, oppure da esperti i quali svolgano professioni inerenti salute e sicurezza: costoro dovranno essere iscritti in apposito elenco presso il ministero del Lavoro che provvederà a verificarne il possesso delle necessarie competenze professionali e di esperienza.
Saranno tali professionisti che, sotto la propria responsabilità, si occuperanno di certificare e valutare le misure di prevenzione e protezione adottate dall'azienda. Affidare la certificazione ad un soggetto terzo, spiega la relazione che accompagna il disegno di legge, "permetterà una notevolissima riduzione della documentazione necessaria per dimostrare l'adempimento agli obblighi di legge da parte del datore di lavoro". Saranno gli organi di vigilanza e la magistratura a intervenire in caso di colpa professionale nel rendere la certificazione, oppure se emergano false dichiarazioni e modalità fraudolente.
Inoltre, il ddl priva di responsabilità il datore di lavoro laddove questi ottemperi a tutti gli obblighi su di lui gravanti e se l'evento è provocato dacircostanze a lui estranee, eccezionali e imprevedibili, oppure da eventi eccezionali le cui conseguenze sarebbero state comunque inevitabili, nonostante il datore di lavoro si fosse comportato in modo diligente.
In ambito di salute e sicurezza, emerge quindi una sorta di "colpa di organizzazione": se l'imprenditore dimostra il proprio comportamento diligente, di aver adempiuto efficacemente le misure previste dalla normativa, di aver organizzato in maniera idonea la propria azienda quanto alle esigenze di tutela dei lavoratori, non potrà rispondere penalmente in caso di infortunio che sia derivato da grave negligenza del dirigente, del preposto o del lavoratore.
Il ddl prevede altresì, per agevolare la trasmigrazione dalla vecchia alla nuova disciplina, un periodo transitorio triennale in cui il datore potrà dimostrare di aver adempiuto i propri obblighi previsti dal d.lgs. 81/2008 e si richiede l'intervento del Ministero del Lavoro e dell'INAIL per attuare efficacemente le misure di prevenzione e protezione, possibilmente prevedendo degli sgravi fiscali destinati alle aziende virtuose.
martedì 26 luglio 2016
GIOVANNI PESCE E PADERNO DUGNANO
Il 27 luglio 2007 ci lasciava Giovanni Pesce comandante partigiano e politico italiano.
La città di Paderno Dugnano ha reso omaggio a questo combattente per la libertà dedicandogli una via ,cosa a cui Milano non ha ancora provveduto nonostante i numerosi appelli dell'Anpi provinciale.
Noi ricordiamo la giornata trascorsa assieme alla figlia Tiziana e riportiamo uno stralcio tratto da un'intervista in cui Giovanni Pesce nome di battaglia Visone , racconta i terribili momenti che molti giovani piu' di 70 anni fa si trovarono ad affrontare.
Giovanni Pesce racconta il momento terribile della prima azione, quando l'ordine del Comando arriva. E l'ordine è: uccidere un fascista. "Marco non sta bene", mi dice la donna porgendomi un pezzo di sapone. È la parola d'ordine. Ora so chi è." Il fascista da uccidere ha un nome e un volto. "Devo giustiziare un maresciallo della milizia, Aldo Mores", responsabile della deportazione di oltre settanta patrioti. Il garibaldino coraggioso vacilla. "Questa è un battaglia solitaria, penso. Tu, solo con la tua coscienza e le tue pene." Ma deve accettare questo compito spietato, cui non era abituato: "In Spagna e in montagna il nemico si affrontava in combattimento: faccia a faccia."
Racconta: "L'assassino di tanti miei compagni è lì. Faccio un passo, mi appoggio allo stipite della porta, fingo di raccattare qualcosa. Non ce la faccio - penso - non ce la faccio. È proprio paura. Mi trovo all'aperto, sollevato e furibondo. Adesso dovrò mentire. "Il maresciallo non c'era", dico ad Antonio, "torneremo domani". E "domani" lo ucciderà, il fascista che deve morire. "Lo vedo. Sparo con tutte e due le pistole. Mentre l'uomo si piega, esco rapidamente, intasco le armi e inforco la bicicletta."
Saranno tante le azioni firmate dal comandante "Ivaldi" e dai suoi gappisti, i fascisti rispondono con arresti e fucilazioni, sulla testa di Pesce pende l'ottava taglia per chi lo avesse "catturato vivo o morto"; e lì intorno, per esempio a Barge, si è scatenato l'inferno, "truppe scelte di Salò e forze d'assalto tedesche avevano rastrellato tutta la zona per fare piazza pulita dei ribelli". Ilio Barontini gli insegna come si fabbricano le bombe; e le bombe fatte in casa dei ragazzi di Pesce lasceranno parecchi segni nei sabotaggi, negli assalti alle caserme, nei colpi inferti alla macchina da guerra del nemico.
La città di Paderno Dugnano ha reso omaggio a questo combattente per la libertà dedicandogli una via ,cosa a cui Milano non ha ancora provveduto nonostante i numerosi appelli dell'Anpi provinciale.
Noi ricordiamo la giornata trascorsa assieme alla figlia Tiziana e riportiamo uno stralcio tratto da un'intervista in cui Giovanni Pesce nome di battaglia Visone , racconta i terribili momenti che molti giovani piu' di 70 anni fa si trovarono ad affrontare.
Giovanni Pesce racconta il momento terribile della prima azione, quando l'ordine del Comando arriva. E l'ordine è: uccidere un fascista. "Marco non sta bene", mi dice la donna porgendomi un pezzo di sapone. È la parola d'ordine. Ora so chi è." Il fascista da uccidere ha un nome e un volto. "Devo giustiziare un maresciallo della milizia, Aldo Mores", responsabile della deportazione di oltre settanta patrioti. Il garibaldino coraggioso vacilla. "Questa è un battaglia solitaria, penso. Tu, solo con la tua coscienza e le tue pene." Ma deve accettare questo compito spietato, cui non era abituato: "In Spagna e in montagna il nemico si affrontava in combattimento: faccia a faccia."
Racconta: "L'assassino di tanti miei compagni è lì. Faccio un passo, mi appoggio allo stipite della porta, fingo di raccattare qualcosa. Non ce la faccio - penso - non ce la faccio. È proprio paura. Mi trovo all'aperto, sollevato e furibondo. Adesso dovrò mentire. "Il maresciallo non c'era", dico ad Antonio, "torneremo domani". E "domani" lo ucciderà, il fascista che deve morire. "Lo vedo. Sparo con tutte e due le pistole. Mentre l'uomo si piega, esco rapidamente, intasco le armi e inforco la bicicletta."
Saranno tante le azioni firmate dal comandante "Ivaldi" e dai suoi gappisti, i fascisti rispondono con arresti e fucilazioni, sulla testa di Pesce pende l'ottava taglia per chi lo avesse "catturato vivo o morto"; e lì intorno, per esempio a Barge, si è scatenato l'inferno, "truppe scelte di Salò e forze d'assalto tedesche avevano rastrellato tutta la zona per fare piazza pulita dei ribelli". Ilio Barontini gli insegna come si fabbricano le bombe; e le bombe fatte in casa dei ragazzi di Pesce lasceranno parecchi segni nei sabotaggi, negli assalti alle caserme, nei colpi inferti alla macchina da guerra del nemico.
via,
NO ALLA NUOVA EURECO SU BLOG E STAMPA LOCALE
Il presidio svoltosi ieri mattina a Milano davanti a Città Metropolitana ha iniziato ad avere i primi effetti con articoli di giornale e blog che ne riportavano la notizia. Oggi pubblichiamo il comunicato stampa emesso dal Comitato Vittime Eureco di Paderno Dugnano.
vedi blog la scommessa di Giovanni Giuranna "Nuova Eureco Paderno non la vuole ma..."
lunedì 25 luglio 2016
PRESIDIO A MILANO :NO A UNA NUOVA EURECO
Questa mattina numerose le persone che sono intervenute per dare un sostegno al presidio davanti alla Città Metropolitana indetto dal Comitato delle Vittime Eureco di Paderno Dugnano. Nonostante la difficoltà della giornata lavorativa erano presenti i compagni del PRC A. Casaletti, il consigliere comunale Giovanni Giuranna della lista civica Insieme per Cambiare, il Comitato della difesa sui luoghi di lavoro di Sesto S.Giovanni con Michele Michelino , la segreteria provinciale del PRC con Matteo Prencipe e Anna Camposampiero ,Rita Parozzi della Città Metropolitana, la segreteria PRC di Cormano e l'inarrestabile Massimo Gatti ex consigliere provinciale.
Riportiamo il post apparso su facebook di Nadia Rosa della segretaria PRC di Cinisello B.
"Ora con il Comitato a sostegno dei familiari delle vittime e dei lavoratori Eureco a Milano in via Vivaio c/o la sede della Città metropolitana, in occasione della seduta del Consiglio metropolitano, per dire no al nuovo impianto di smaltimento rifiuti pericolosi che dovrebbe sorgere sull'area ex Eureco a Paderno Dugnano, dove cinque anni fa persero la vita quattro lavoratori in un terribile incendio provocato da un'assoluta mancanza di tutele di sicurezza per i lavoratori e per l'ambiente e dove si smaltivano i rifiuti in un modo totalmente illegale.
Riportiamo il post apparso su facebook di Nadia Rosa della segretaria PRC di Cinisello B.
"Ora con il Comitato a sostegno dei familiari delle vittime e dei lavoratori Eureco a Milano in via Vivaio c/o la sede della Città metropolitana, in occasione della seduta del Consiglio metropolitano, per dire no al nuovo impianto di smaltimento rifiuti pericolosi che dovrebbe sorgere sull'area ex Eureco a Paderno Dugnano, dove cinque anni fa persero la vita quattro lavoratori in un terribile incendio provocato da un'assoluta mancanza di tutele di sicurezza per i lavoratori e per l'ambiente e dove si smaltivano i rifiuti in un modo totalmente illegale.
sabato 23 luglio 2016
FECONDAZIONE ETEROLOGA :UNA BUONA NOTIZIA!
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea
Comitato Regionale Lombardo
Milano 22 - Luglio - 2016
Comunicato Stampa
Antonello Patta (Prc/SE Lombardia) dichiara :«FECONDAZIONE ETEROLOGA: UNA BUONA NOTIZIA PER I CITTADINI LOMBARDIA.»
La sentenza del Consiglio di Stato ripristina
per i cittadini lombardi il diritto alla fecondazione eterologa senza
la vessazione delle spese discriminatorie imposte dalla giunta Maroni.
Nonostante
le sentenze della corte costituzionale e del Tar Lombardia la giunta
Maroni, in continuità con l’integralismo familista delle giunte
cielline/formigoniane, aveva imposto un balzello esorbitante (da 1500 a
4000 euro) per l’accesso alla fecondazione eterologa, producendo una
discriminazione inaccettabile per i cittadini lombardi.
Con
questa sentenza che dichiara la norma regionale in contrasto con il
diritto costituzionale alla salute, il Consiglio di Stato boccia la
giunta Maroni e apre la strada ai ricorsi per il rimborso delle spese da
parte di chi ha dovuto pagare. Siamo di fronte a una vittoria di tutti
coloro i quali si battono, in Lombardia, per i diritti e a una sconfitta
cocente per la lega e le destre che da anni vessano i cittadini, le
donne in particolare con politiche pervicacemente misogine e omofobiche. Si
presentano come i paladini della libertà di scelta e invece contrastano
in tutti i modi il diritto a una maternità o paternità libere e
consapevoli.
Questa
vittoria deve rappresentare per tutti un incentivo a riprendere la
lotta per i diritti negati in Lombardia tra i quali quello
all’interruzione di gravidanza, oggi negato nei fatti attraverso
l’utilizzo strumentale dell’obiezione di coscienza dei medici che in
alcuni importanti presidi ospedalieri raggiunge il 100% del personale
interessato.
Milano, 22 Luglio 2016.
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