Kalimera Grecia Europa è lo slogan che porterà centinaia di italiani ad Atene la settimana delle elezioni esattamente dal 22.01.al 26.01.2015 per esprimere solidarietà e sostegno ad Alexis Tsipras.
Alcuni hanno addirittura battezzato lo spostamento come Brigata Kalimera G25, dove il G25 sta a sottolineare la data esatta delle elezioni mentre la parola “Kalimera” è ben nota e segnala per tutti noi
il grande cambiamento che provocherà la vittoria di SYRIZA.
“La nostra iniziativa avrà il nome di “Kalimera Grecia e Europa” ed è
collegata alla raccolta firme che abbiamo promosso per il diritto del
popolo greco di decidere in libertà il proprio governo senza
intimidazioni e pressioni dalla Troika, l’Unione Europea e gli
insaziabili speculatori dei mercati. Saremo ad Atene il giovedì alla
chiusura della campagna elettorale di SYRIZA e andremo via quando ci
sarà la luce di quel buon giorno ci auguriamo per i popoli di tutta
l’Europa”, aggiunge Roberto Musacchio, senza partito e già deputato di
Rifondazione Comunista e uno dei protagonisti delle raccolta delle
firme.
Una voglia di rimanere "uniti" accanto al popolo greco quello della Brigata internazionalista Kalimera G25 proprio come le parole che Argyrios Argiris Panagopoulos ha espresso a tutta la sezione padernese durante l'incontro pre-natalizio al circolo Arci Bellezza di Milano.Non ci resta che augurare buon viaggio a tutta la Brigata Kalimera G25!
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martedì 6 gennaio 2015
Riforma elettorale: un passato che ritorna
di Domenico Gallo
Quest’anno la befana porterà un dono molto velenoso a tutti gli italiani: il 7 gennaio infatti inizierà al Senato la discussione sulla nuova legge elettorale, l’Italicum, portata in aula a tambur battente, prima che venisse esaurito l’esame in Commissione, per soddisfare l’esigenza di Renzi di confezionare il regalo agli italiani prima che le Camere siano distolte dal lavoro legislativo per l’elezione del capo dello Stato.
Com’è noto, molte ed autorevoli critiche sono state sollevate nei confronti della prima versione dell’Italicum concordata fra Renzi e Berlusconi ed approvata, senza troppe varianti, dalla Camera dei Deputati. In particolare, l’appello dei giuristi, pubblicato dal manifesto del 27/1/2014, ha segnalato lo sconcerto della cultura giuridica democratica di fronte ad una riforma elettorale che riproduce con poche modifiche lo stesso sistema elettorale che la Consulta ha annullato con la sentenza n. 1/2014, mantenendo un enorme premio di maggioranza, le liste bloccate ed addirittura raddoppiando le soglie di sbarramento.
Nel passaggio al Senato si annuncia un peggioramento decisivo della pur pessima riforma approvata dalla Camera: il premio di maggioranza non verrà più attribuito alla coalizione ma alla singola lista che, superando una certa soglia, otterrà un voto in più delle altre, ovvero che prevarrà nel ballottaggio. In questo contesto il prevedibile dissenso dei partiti minori, esclusi dai vantaggi della coalizione, verrebbe tacitato con un abbassamento al 3% delle soglie di sbarramento, mentre il privilegio delle liste bloccate verrà sostanzialmente conservato, rendendo bloccato il capolista in un sistema elettorale fondato su liste corte.
In questo modo, attraverso la riforma elettorale si realizzerebbe un cambiamento epocale del sistema politico di governo. Per legge verrebbe attribuita la maggioranza politica e la guida del Governo ad un solo partito, a prescindere dalla volontà del popolo sovrano. Per rendersi conto della gravità di questa svolta, basti pensare che, dal 24 aprile del 1944 (secondo governo Badoglio) ad oggi, in Italia si sono sempre e solo succeduti governi di coalizione, o quantomeno sostenuti da una maggioranza di coalizione. Persino nel 1948, quando la Dc ottenne la maggioranza assoluta dei seggi, De Gasperi preferì formare un governo di coalizione, per assicurarsi quel minimo di pluralismo che gli consentiva di non restare prigioniero dei suoi padrini politici in Vaticano. Anche con la svolta del maggioritario determinata dalla legge Mattarella e poi con il Porcellum in Italia si sono sempre alternati governi sostenuti da una maggioranza di coalizione. Nella cosiddetta seconda Repubblica le maggioranze parlamentari, per quanto coese, hanno dato vita a governi di coalizione, che hanno mantenuta aperta una sia pur minima dialettica politica nella determinazione delle scelte di governo.
Si tratta indubbiamente di una svolta giacobina, che assicura artificiosamente tutto il potere ad un solo partito. Inoltre questa svolta si realizza in un momento in cui il partito politico ha perduto del tutto il carattere di una struttura della società civile, ha cessato anche di essere un intellettuale collettivo, per trasformarsi in un mero apparato di potere oligarchico, una signoria dominata da uno o pochi uomini al comando ed impermeabile ad ogni condizionamento persino dei propri elettori (come insegna la vicenda del Job’s Act).
Nella storia italiana l’unico precedente del governo di un solo partito, determinato dalla legge elettorale, risale al 1924 ed è stato frutto della legge Acerbo, che rispondeva alla necessità del Capo politico dell’epoca di assicurarsi un Parlamento sottomesso ai suoi voleri e di sbarazzarsi dei condizionamenti delle coalizioni, che costituivano indubbiamente un ostacolo alla realizzazione del suo programma politico. La legge Acerbo, attraverso un enorme premio di maggioranza assicurato ad una sola lista, attribuiva il controllo della maggioranza politica e del governo ad un solo partito. Il dibattito che si svolse in occasione dell’approvazione della legge Acerbo è attuale ancora oggi, data la notevole somiglianza di quella riforma con l’Italicum nella nuova versione proposta da Renzi. Giovanni Amendola osservò che la riforma elettorale cambiava la natura del Parlamento perché attribuiva al governo la facoltà di nominarsi la sua maggioranza. Il governo non dipendeva più dal Parlamento, ma, viceversa, il Parlamento dipendeva dal governo. E così avvenne!
Grazie al premio di maggioranza assegnato ad una sola lista, il Partito della Nazione, guidato da un giovane presidente del Consiglio, pagando il modesto prezzo di imbarcare nel listone qualche fuoriuscito dei partiti alleati, ottenne una schiacciante maggioranza formata da uomini di fiducia “nominati” dal Capo politico. La riforma Acerbo ottenne l’effetto voluto: consentì al Capo politico di sbarazzarsi del ricatto di partiti e partitini e determinò l’avvento di un partito unico al governo che, per vicende successive, si impose come unico partito. La legge Acerbo fu lo strumento determinante che consentì a Mussolini di stravolgere la Costituzione dell’epoca e di portare a compimento il suo progetto politico.
Non si può ignorare, pertanto, il valore costituzionale delle leggi elettorali, che è sempre stato ben chiaro ai teorici dello Stato di diritto. Oltre 200 anni fa Domenico Romagnosi osservava che: «La teoria delle elezioni altro non è che la teoria della esistenza politica della Costituzione.. E’ evidente che quando il diritto elettorale venga radicalmente modificato è la Costituzione che viene posta in discussione».
È assurdo che in Italia si vogliano imporre modelli elettorali che il nostro Paese ha già conosciuto con esiti nefasti, come se la Storia non esistesse e la memoria dovesse essere confinata fuori dalla politica. Un Paese che liquida la propria memoria è destinato a rivivere i fatti che ha dimenticato.
lunedì 5 gennaio 2015
Esca la Germania dall'euro non la Grecia - Comunicato Stampa di Paolo Ferrero
“Nelle settimane che precedono la vittoria di Syriza in Grecia la Merkel comincia un fuoco di cannoneggiamento preventivo contro Tsipras per difendere i suoi privilegi illegali che i vigliacchi che oggi fanno i primi ministri in Europa – a cominciare da Renzi – non hanno mai messo in discussione. E’ infatti evidente che l’unico paese che oggi fa pagare i suoi comportamenti illegali agli altri è la Germania, che da anni ha un surplus di esportazioni e viola sistematicamente i trattati europei ma nessuno, a partire da Renzi, dice nulla. Eppure questa è l’unica violazione dei trattati che penalizza gli altri paesi.
E’ infatti evidente che un debito o un deficit maggiore sono unicamente una fonte di investimento ad alto rendimento per gli altri paesi mentre una eccedenza sistematica nelle esportazioni danneggia tutti gli altri in modo irrimediabile. Per questo la Merkel va mandata a quel paese e va difeso il diritto del popolo greco che attraverso Syriza vuole cambiare politica economica.
Solo l’uscita dall’austerità può determinare una uscita dalla crisi vantaggiosa per tutti, per questo, se ritiene, sia la Germania a uscire dall’Euro, staremo tutti meglio e la Merkel la smetterebbe di contrabbandare i suoi interessi particolari per gli interessi di tutti!”.
Solo l’uscita dall’austerità può determinare una uscita dalla crisi vantaggiosa per tutti, per questo, se ritiene, sia la Germania a uscire dall’Euro, staremo tutti meglio e la Merkel la smetterebbe di contrabbandare i suoi interessi particolari per gli interessi di tutti!”.
PAOLO FERRERO
Segretario nazionale di Rifondazione Comunista
Segretario nazionale di Rifondazione Comunista
La storia del giovane comunista Mark Ashton nel film Pride
Il film Pride sottolinea dei valori e dei diritti a cui noi teniamo
particolarmente omettendo una parte fondamentale della sua storia e del
suo essere comunista. Completiamo quindi questo quadro con il seguente articolo.
di Peter Frost
‘Pits and Peverts’. L’eredità del comunista Mark Ashton
Ci sono voluti trenta anni alla BBC e all’industria cinematografica britannica
per raccontare l’incredibile storia di Mark Ashton.
Trenta
anni sono un lungo periodo di tempo, effettivamente un buon paio di anni in più
rispetto alla tragicamente breve vita di Ashton – una vita interrotta dall’
Aids a soli 26 anni nel 1987.
Mark, un mercuriale giovane irlandese, era un attivista per i diritti
gay e uno dei fondatori – alcuni direbbero il fondatore – di Lesbiche e Gay
Sostengono i Minatori (LGSM) durante l’epico sciopero degli anni ‘80 dei
minatori .
LGSM si misero insieme per sostenere i minatori britannici durante lo
sciopero lungo un anno del 1984-5.C’erano 11 gruppi LGSM in tutto il paese.
Quello di Londra era il più grande.
Il nuovo film PRIDE sarà sicuramente un grande successo. (…)
Mi
è piaciuto molto il film. Mi ha fatto ridere e mi ha fatto piangere, ma lascio
una recensione completa ad altri. C’è una storia più importante da raccontare.
Il
film parla di due difficili lotte parallele della classe lavoratrice. In primo
luogo la lotta di lesbiche e gay negli anni ‘80 contro il pregiudizio
omofobico, la violenza di strada e contro la minaccia terrificante del virus
HIV-Aids.
L’altra battaglia è stata quella dei minatori della Gran Bretagna per
fermare Margaret Thatcher e il suo governo che stavano uccidendo la loro
industria e il loro sindacato.
Quello è stato un periodo in cui Sir
James Anderton, allora
comandante della polizia della Grande Manchester, pronunciò la sentenza omofobica che
i malati di Aids gay vivevano in un
“fogna umana creata da loro stessi.”
Sui minatori in sciopero fu altrettanto grossolano. Descrisse picchetti
di massa e manifestazioni di strada come “atti di terrorismo” e i
sindacati come “una mafia industriale politicamente
motivata al lavoro.” Avrebbe
dovuto essere licenziato, ma la Thatcher sapeva che aveva bisogno degli alleati
della polizia reazionaria come Anderton nella sua battaglia per distruggere i
sindacati britannici, a cominciare dai minatori.
In
questo vortice storico Ashton è stato uno dei primi a rendersi conto della connessione tra due gruppi entrambi sotto attacco da parte della prepotente Thatcher,
del suo feroce governo e della sua polizia addomesticata e reazionaria.
Ashton
disse ai suoi amici attivisti gay: “Le comunità minerarie sono vittime della
prepotenza come lo siamo
noi, sono molestate dalla polizia, proprio come noi. Una comunità
dovrebbe dare solidarietà a un’altra. È davvero illogico dire: ‘Sono gay e sto
difendendo la comunità gay, ma non mi importa di nient’altro’ “.
La Thatcher, naturalmente, ebbe anche il sostegno incrollabile di
Rupert Murdoch e del suo terribile omofobico e anti-sindacale aborto di
giornale, il Sun.
I redattori del giornale senz’altro collegarono i due gruppi in quello
che doveva essere uno dei titoli più disgustosi mai scritti. “Pozzi e
pervertiti” esso urlava in enormi caratteri in prima pagina. Il Sun
chiaramente intendeva minare la causa e ridicolizzare i minatori in sciopero o
banalizzare il loro sostegno da parte di lesbiche e gay. In realtà finì per
avere esattamente l’effetto opposto.
I
cosiddetti pervertiti si appropriarono di quel titolo di prima pagina per
intitolare una grande manifestazione di raccolta fondi organizzata da LGSM di
Ashton all’Electric Ballroom di Camden, Londra. Il concerto stesso fu un
enorme successo – raccogliendo 5.650 sterline (l’equivalente di più di 20.000
sterline in moneta di oggi) per i minatori in sciopero e le loro famiglie nel
sud del Galles.
Al
concerto David Donovan, del NUM (National Union of Mineworkers) del Dulais,
disse al pubblico di almeno 1.500 persone, per lo più gay e lesbiche:
“Avete
indossato il nostro distintivo, ‘Coal not dole‘ (carbone non sussidio) e sapete
cosa significa subire aggressioni, quanto noi. Ora noi ci appunteremo il vostro
distintivo – noi sosterremo voi”.
“Le cose non cambieranno tutte d’un tratto, ma ora 140.000 minatori
sanno che ci sono altre cause e altri problemi. Sappiamo di neri e gay e
disarmo nucleare, e non sarà mai più lo stesso “.
La
raccolta fondi fu messa in evidenza dai Bronski Beat, il cui cantante Jimmy
Somerville avrebbe continuato con i Communards, un gruppo che avrebbe
registrato For A Friend, omaggio personale di Somerville a Ashton.
“Arriva l’estate e mi ricordo come avremmo marciamo / Avremmo Marciato
per l’amore e la pace, insieme mano nella mano.”
Il nuovo film PRIDE racconta una bella storia e la racconta bene, anche
se uno dei suoi temi principali è venuto fuori dai vari armadi è triste che un’anta
importante rimanga chiusa saldamente inchiodata.
Ashton
era molte cose, ma era prima di tutto un comunista. Non ha mai nascosto questo
fatto. Purtroppo il film non menziona quello che era uno dei fattori più
importanti che hanno guidato e ispirato Ashton in tutte le sue azioni.
Ho
conosciuto e lavorato, con Ashton durante lo sciopero dei minatori quando era
segretario generale della Lega dei giovani comunisti (YCL).
È
triste ma forse prevedibile che la BBC ha tenuto l’adesione di Ashton del
Partito comunista e il suo ruolo di primo piano nella YCL fuori dalla trama
completamente.
Ero
orgoglioso di lavorare con Ashton e altri comunisti nella raccolta di fondi e
di sostegno per i minatori.
Aiutammo
a picchettare centrali elettriche e depositi di carburante, organizzammo
raccolte di fondi , manifestazioni e raccolte per strada.
Il
feroce governo della Thatcher aveva sequestrato i fondi del NUM il che
significava che era inutile per i sostenitori inviare le donazioni tramite il
sindacato nazionale.
Al
contrario i gruppi di sostegno in tutta la Gran Bretagna adottarono le singole
comunità minerarie . Il Gruppo LGSM di Londra di Ashton si gemellò con Dulais
Valley nel sud del Galles.
Avevano
scelto quella particolare miniera dopo aver incontrato una certa riluttanza ad
accettare il sostegno di altri gruppi di minatori.
Ashton
e suoi compagni LGSM di Londra raccolsero una sorprendente cifra di 20.000
sterline per gli scioperanti visitarono il villaggio gallese in solidarietà e
per consegnare moneta, cibo e altri rifornimenti.
Le
alleanze che Ashton e la sua campagna instaurarono tra LGBT e sindacati si sono
rivelate un punto di svolta importante nello sviluppo delle lotte e delle
tematiche LGBT.
Gruppi di minatori cominciarono a sostenere e sottoscrivere e
partecipare a vari eventi del Gay Pride. Quello dei minatori e altri stendardi
sindacali furono alla testa della manifestazione del Gay Pride nel 1985 a
Londra.
Nello
stesso anno, in occasione della conferenza del 1985 del partito laburista a
Bournemouth, fu deliberato di impegnare il partito a sostenere i diritti di
uguaglianza LGBT.
La
questione era stata proposta e sconfitta precedentemente. Questa volta il
supporto unanime da parte del NUM determinò la vittoria nella votazione contro
una forte opposizione da parte di molti nell’esecutivo nazionale del partito
laburista.
Nel
1988 il NUM è stato tra gli alleati più convinti della campagna della comunità
LGBT contro la Section 28, il tentativo di vietare qualsiasi menzione
dell’omosessualità nelle scuole.
A
Ashton venne diagnosticato l’AIDS il 30 gennaio 1987. Solo 12 giorni dopo la
polmonite prese la sua giovane vita.
La
sua morte prematura suscitò una risposta straordinaria, non solo da parte della
comunità gay, ma anche della sinistra e del movimento operaio in generale.
Bandiere rosse, rosa e arcobaleno e striscioni delle unions dei
minatori tutte sventolavano al suo impressionante funerale a Lambeth.
La
sua memoria vive nel Mark Ashton Red Ribbon Fund. Il suo nome è ancora onorato
nelle valli ex minerarie del sud del Galles e ora il film PRIDE farà conoscere
almeno una parte della sua storia ad un pubblico molto più ampio.
Andate a vederlo. Vi farà ridere molto e piangere un po’, ma cosa più
importante vi spingerà ad agire – e questa è l’unica eredità che il comunista
Mark Ashton avrebbe mai voluto.
articolo originale dal Morning Star.
http://www.morningstaronline.co.uk/a-772e-Pits-and-perverts-the-legacy-of-communist-Mark-Ashton/a-772e-Pits-and-perverts-the-legacy-of-communist-Mark-Ashton#.VKH8-sD_Q
traduzione di Maurizio Acerbo
Il film Pride sottolinea dei valori e dei diritti a cui noi teniamo
particolarmente omettendo una parte fondamentale della sua storia e del
suo essere comunista. Completiamo quindi questo quadro con il seguente articolo.
di Peter Frost
‘Pits and Peverts’. L’eredità del comunista Mark Ashton
Ci sono voluti trenta anni alla BBC e all’industria cinematografica britannica per raccontare l’incredibile storia di Mark Ashton.
Trenta
anni sono un lungo periodo di tempo, effettivamente un buon paio di anni in più
rispetto alla tragicamente breve vita di Ashton – una vita interrotta dall’
Aids a soli 26 anni nel 1987.
Mark, un mercuriale giovane irlandese, era un attivista per i diritti
gay e uno dei fondatori – alcuni direbbero il fondatore – di Lesbiche e Gay
Sostengono i Minatori (LGSM) durante l’epico sciopero degli anni ‘80 dei
minatori .
LGSM si misero insieme per sostenere i minatori britannici durante lo
sciopero lungo un anno del 1984-5.C’erano 11 gruppi LGSM in tutto il paese.
Quello di Londra era il più grande.
Il nuovo film PRIDE sarà sicuramente un grande successo. (…)
Mi
è piaciuto molto il film. Mi ha fatto ridere e mi ha fatto piangere, ma lascio
una recensione completa ad altri. C’è una storia più importante da raccontare.
Il
film parla di due difficili lotte parallele della classe lavoratrice. In primo
luogo la lotta di lesbiche e gay negli anni ‘80 contro il pregiudizio
omofobico, la violenza di strada e contro la minaccia terrificante del virus
HIV-Aids.
L’altra battaglia è stata quella dei minatori della Gran Bretagna per
fermare Margaret Thatcher e il suo governo che stavano uccidendo la loro
industria e il loro sindacato.
Quello è stato un periodo in cui Sir
James Anderton, allora
comandante della polizia della Grande Manchester, pronunciò la sentenza omofobica che
i malati di Aids gay vivevano in un
“fogna umana creata da loro stessi.”
Sui minatori in sciopero fu altrettanto grossolano. Descrisse picchetti
di massa e manifestazioni di strada come “atti di terrorismo” e i
sindacati come “una mafia industriale politicamente
motivata al lavoro.” Avrebbe
dovuto essere licenziato, ma la Thatcher sapeva che aveva bisogno degli alleati
della polizia reazionaria come Anderton nella sua battaglia per distruggere i
sindacati britannici, a cominciare dai minatori.
In
questo vortice storico Ashton è stato uno dei primi a rendersi conto della connessione tra due gruppi entrambi sotto attacco da parte della prepotente Thatcher,
del suo feroce governo e della sua polizia addomesticata e reazionaria.
Ashton
disse ai suoi amici attivisti gay: “Le comunità minerarie sono vittime della
prepotenza come lo siamo
noi, sono molestate dalla polizia, proprio come noi. Una comunità
dovrebbe dare solidarietà a un’altra. È davvero illogico dire: ‘Sono gay e sto
difendendo la comunità gay, ma non mi importa di nient’altro’ “.
La Thatcher, naturalmente, ebbe anche il sostegno incrollabile di
Rupert Murdoch e del suo terribile omofobico e anti-sindacale aborto di
giornale, il Sun.
I redattori del giornale senz’altro collegarono i due gruppi in quello
che doveva essere uno dei titoli più disgustosi mai scritti. “Pozzi e
pervertiti” esso urlava in enormi caratteri in prima pagina. Il Sun
chiaramente intendeva minare la causa e ridicolizzare i minatori in sciopero o
banalizzare il loro sostegno da parte di lesbiche e gay. In realtà finì per
avere esattamente l’effetto opposto.
I
cosiddetti pervertiti si appropriarono di quel titolo di prima pagina per
intitolare una grande manifestazione di raccolta fondi organizzata da LGSM di
Ashton all’Electric Ballroom di Camden, Londra. Il concerto stesso fu un
enorme successo – raccogliendo 5.650 sterline (l’equivalente di più di 20.000
sterline in moneta di oggi) per i minatori in sciopero e le loro famiglie nel
sud del Galles.
Al
concerto David Donovan, del NUM (National Union of Mineworkers) del Dulais,
disse al pubblico di almeno 1.500 persone, per lo più gay e lesbiche:
“Avete
indossato il nostro distintivo, ‘Coal not dole‘ (carbone non sussidio) e sapete
cosa significa subire aggressioni, quanto noi. Ora noi ci appunteremo il vostro
distintivo – noi sosterremo voi”.
“Le cose non cambieranno tutte d’un tratto, ma ora 140.000 minatori
sanno che ci sono altre cause e altri problemi. Sappiamo di neri e gay e
disarmo nucleare, e non sarà mai più lo stesso “.
La
raccolta fondi fu messa in evidenza dai Bronski Beat, il cui cantante Jimmy
Somerville avrebbe continuato con i Communards, un gruppo che avrebbe
registrato For A Friend, omaggio personale di Somerville a Ashton.
“Arriva l’estate e mi ricordo come avremmo marciamo / Avremmo Marciato
per l’amore e la pace, insieme mano nella mano.”
Il nuovo film PRIDE racconta una bella storia e la racconta bene, anche
se uno dei suoi temi principali è venuto fuori dai vari armadi è triste che un’anta
importante rimanga chiusa saldamente inchiodata.
Ashton
era molte cose, ma era prima di tutto un comunista. Non ha mai nascosto questo
fatto. Purtroppo il film non menziona quello che era uno dei fattori più
importanti che hanno guidato e ispirato Ashton in tutte le sue azioni.
Ho
conosciuto e lavorato, con Ashton durante lo sciopero dei minatori quando era
segretario generale della Lega dei giovani comunisti (YCL).
È
triste ma forse prevedibile che la BBC ha tenuto l’adesione di Ashton del
Partito comunista e il suo ruolo di primo piano nella YCL fuori dalla trama
completamente.
Ero
orgoglioso di lavorare con Ashton e altri comunisti nella raccolta di fondi e
di sostegno per i minatori.
Aiutammo
a picchettare centrali elettriche e depositi di carburante, organizzammo
raccolte di fondi , manifestazioni e raccolte per strada.
Il
feroce governo della Thatcher aveva sequestrato i fondi del NUM il che
significava che era inutile per i sostenitori inviare le donazioni tramite il
sindacato nazionale.
Al
contrario i gruppi di sostegno in tutta la Gran Bretagna adottarono le singole
comunità minerarie . Il Gruppo LGSM di Londra di Ashton si gemellò con Dulais
Valley nel sud del Galles.
Avevano
scelto quella particolare miniera dopo aver incontrato una certa riluttanza ad
accettare il sostegno di altri gruppi di minatori.
Ashton
e suoi compagni LGSM di Londra raccolsero una sorprendente cifra di 20.000
sterline per gli scioperanti visitarono il villaggio gallese in solidarietà e
per consegnare moneta, cibo e altri rifornimenti.
Le
alleanze che Ashton e la sua campagna instaurarono tra LGBT e sindacati si sono
rivelate un punto di svolta importante nello sviluppo delle lotte e delle
tematiche LGBT.
Gruppi di minatori cominciarono a sostenere e sottoscrivere e
partecipare a vari eventi del Gay Pride. Quello dei minatori e altri stendardi
sindacali furono alla testa della manifestazione del Gay Pride nel 1985 a
Londra.
Nello
stesso anno, in occasione della conferenza del 1985 del partito laburista a
Bournemouth, fu deliberato di impegnare il partito a sostenere i diritti di
uguaglianza LGBT.
La
questione era stata proposta e sconfitta precedentemente. Questa volta il
supporto unanime da parte del NUM determinò la vittoria nella votazione contro
una forte opposizione da parte di molti nell’esecutivo nazionale del partito
laburista.
Nel
1988 il NUM è stato tra gli alleati più convinti della campagna della comunità
LGBT contro la Section 28, il tentativo di vietare qualsiasi menzione
dell’omosessualità nelle scuole.
A
Ashton venne diagnosticato l’AIDS il 30 gennaio 1987. Solo 12 giorni dopo la
polmonite prese la sua giovane vita.
La
sua morte prematura suscitò una risposta straordinaria, non solo da parte della
comunità gay, ma anche della sinistra e del movimento operaio in generale.
Bandiere rosse, rosa e arcobaleno e striscioni delle unions dei
minatori tutte sventolavano al suo impressionante funerale a Lambeth.
La
sua memoria vive nel Mark Ashton Red Ribbon Fund. Il suo nome è ancora onorato
nelle valli ex minerarie del sud del Galles e ora il film PRIDE farà conoscere
almeno una parte della sua storia ad un pubblico molto più ampio.
Andate a vederlo. Vi farà ridere molto e piangere un po’, ma cosa più
importante vi spingerà ad agire – e questa è l’unica eredità che il comunista
Mark Ashton avrebbe mai voluto.
articolo originale dal Morning Star.
http://www.morningstaronline.co.uk/a-772e-Pits-and-perverts-the-legacy-of-communist-Mark-Ashton/a-772e-Pits-and-perverts-the-legacy-of-communist-Mark-Ashton#.VKH8-sD_Q
traduzione di Maurizio Acerbo
domenica 4 gennaio 2015
La malattia di essere gay
Il 10 ottobre 2014 Carlo Arcari nel suo blog Padernoforum annunciava che dopo esser state raccolte piu' di 300 firme, l'attuale sindaco di Paderno Dugnano accettava la richiesta di un'assemblea pubblica sui temi proposti dal comitato "Nuovi Diritti": dal registro delle Unioni Civili,al registro della Dichiarazione anticipata di trattamento ,allo sportello contro le discriminazioni sessuali(gay,lesbiche,transessuali).
Un tema scottante quello dei diritti civili dove in un paese come il nostro si tarda ancora a legiferare, mentre in Germania,Francia, Olanda,Spagna, Inghilterra vengono approvate normative con diversi riconoscimenti l'Italia non è solo fanalino di coda in materia ma addirittura luogo di un convegno omofobo a cui parteciperà il 17 gennaio anche il governatore della Lombardia Maroni.Un incontro organizzato dall'associazione Alleanza Cattolica con il logo Expo.
«Cosa c’entra con Expo questo evento? Quella della Regione è una deriva omofoba che ci preoccupa e ci chiediamo chi ha permesso l’utilizzo del logo dell’esposizione», spiega Fabio Galantucci dell’Arcigay. Il capogruppo della Lega al Pirellone Massimiliano Romeo respinge le accuse: «Non c’è niente di male a parlare di difesa della famiglia. E chi protesta non sa che tutti i convegni organizzati dalla Regione devono per convenzione portare il logo Expo».
In Europa l'Italia risulta il Paese che discrimina di piu',soprattutto quando si parla di libertà sessuale a scuola,sul posto di lavoro o al momento di accedere ai servizi.
Un presidio di tutte le forze politiche ed associazioni che lottano per i diritti civili è previsto il 17 gennaio 2015 dalle ore 14 davanti al Palazzo della Regione Lombardia per ribadire che a essere "curata"deve essere questa società e non i gay!
Un tema scottante quello dei diritti civili dove in un paese come il nostro si tarda ancora a legiferare, mentre in Germania,Francia, Olanda,Spagna, Inghilterra vengono approvate normative con diversi riconoscimenti l'Italia non è solo fanalino di coda in materia ma addirittura luogo di un convegno omofobo a cui parteciperà il 17 gennaio anche il governatore della Lombardia Maroni.Un incontro organizzato dall'associazione Alleanza Cattolica con il logo Expo.
«Cosa c’entra con Expo questo evento? Quella della Regione è una deriva omofoba che ci preoccupa e ci chiediamo chi ha permesso l’utilizzo del logo dell’esposizione», spiega Fabio Galantucci dell’Arcigay. Il capogruppo della Lega al Pirellone Massimiliano Romeo respinge le accuse: «Non c’è niente di male a parlare di difesa della famiglia. E chi protesta non sa che tutti i convegni organizzati dalla Regione devono per convenzione portare il logo Expo».
In Europa l'Italia risulta il Paese che discrimina di piu',soprattutto quando si parla di libertà sessuale a scuola,sul posto di lavoro o al momento di accedere ai servizi.
Un presidio di tutte le forze politiche ed associazioni che lottano per i diritti civili è previsto il 17 gennaio 2015 dalle ore 14 davanti al Palazzo della Regione Lombardia per ribadire che a essere "curata"deve essere questa società e non i gay!
venerdì 2 gennaio 2015
Ultimo discorso, … finalmente! … ma col Nazzareno sarà anche peggio!
Le attività politiche a fine anno si congelano in concomitanza del periodo festivo, prende rilievo quindi l'usuale discorso del capo dello Stato che dovrebbe illuminarci sui futuri programmi politici o rassicurarci sulle prospettive economiche e sociali del nostro paese.
Ebbene,
un discorso alla nazione di Giorgio Napolitano è stato invece pieno di consueta
retorica, ottimismo irrealistico, irrealizzabili promesse ed assurde
prospettive;possiamo solo apprezzare il fluente eloquio mostrato ed il richiamo
all'impegno e alla partecipazione collettiva.
Nel
discorso del Presidente, rileviamo turbati due espressioni che non possiamo far
passare sotto silenzio perché ci sembrano l'indice della trasformazione della
società e di certi politici, il segno di una visione mercificata e sprezzante
del rapporto uomo, società ed economia, Napolitano ha parlato di: “risorse
umane” e “capitale umano”.
Riteniamo
odioso riferirsi alle persone ed in particolare ai lavoratori con
l'espressione: “risorse umane” perché esprime il concetto in cui il ruolo
dell'uomo viene sminuito e relegato a rappresentare solo un semplice
“strumento” di produzione di beni in una pura logica consumistica.
Non
esseri umani ma semplicemente risorse e strumenti al servizio dei potenti.
Ancor
peggio è l'altra definizione menzionata: “capitale umano” nella quale, ancor
più, viene sottolineato l'uso dell'uomo sempre più legato all'accumulo di
denaro ed al profitto a favore delle classi ricche e potenti contro quelle più
deboli e sempre più sfruttate a cui vengono progressivamente tolti diritti e
servizi.
A
questo volere si sottomettono facilmente la quasi totalità degli organi di
informazione creando assuefazione di massa ed una opinione allineata.
Questi
potentati impongono governi, non democratici, appoggiati da una classe politica
serva e fidata che, mimetizzata, realizza gli obiettivi della Confindustria,
delle Banche e dei “berlusconiani”.
In
queste condizioni la generalità delle persone subisce la crisi senza avere la
capacità di capirne la causa e le responsabilità, non reagisce cercando
solidarietà ed unitarietà fra coloro che subiscono, ma ancor più grave è che
non c'è più la forza e la capacità di opporsi e protestare contro coloro che
stanno soggiogando la popolazione.
Ai
politici asserviti a queste logiche che si riempiono la bocca di “riforme”,
così anche il Presidente, desideriamo ricordare che non sono solo le riforme
che risolvono la situazione, semmai le “buone riforme” e quelle ad oggi
proposte sono pessime e dannose: dalla riforma costituzionale (Senato,
Province, Titolo V, legge elettorale) a quelle economiche/sociali (Jobs act,
mille proroghe, aumento delle tasse sulle pensioni minime, per non citare le
terrificanti riforme Fornero su lavoro e pensioni che hanno peggiorato solo le
cose).
Noi
preferiamo parlare di “PERSONE” con i loro fondamentali diritti, stimolandone
le capacità, intelligenze, umanità, onestà e solidarietà.
E'
una posizione non preconcetta a tal punto che a Napolitano preferiamo i
discorsi del Pontefice imperniati su SOLIDARIETA', POVERTA', ONESTA', LOTTA
ALLA MAFIA e che intendono promuovere iniziative in favore della PACE!
Oggi
1° gennaio 2015, l'AUGURIO migliore per un POSITIVO ANNO NUOVO è che le riforme
di Renzi-Berlusconi non si realizzino, che il nuovo Presidente della Repubblica
assomigli a Rodotà, che si crei lavoro, specialmente per giovani, che si
investa in opere pubbliche a salvaguardia del territorio e del nostro
patrimonio, anche culturale, che si blocchino gli sprechi delle “grandi opere”
(TAV, Olimpiadi) privilegiando le piccole (più controllabili), che non si
sottoscriva il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership): trattato
con gli USA sul commercio e sugli investimenti estremamente dannoso per la
nostra salute e per la nostra sovranità, che si lotti realmente contro la
MAFIA, che si contrasti efficacemente l'evasione fiscale e contributiva e...
Sicuramente
non tutto si realizzerà, ma a capodanno... val ben sognare!
Mario Petazzini
Segretario Circolo PRC A. Casaletti - Paderno Dugnano
Film PRIDE un esempio di SOLIDARIETA'
Bellissimo il film PRIDE una storia vera che dimostra quanto sia fondamentale la solidarietà per portare avanti le battaglie per i diritti in questa società liberista, che guarda solo al profitto, e che vuole portare i lavoratori a uno stato di schiavitù che ci riporta indietro di secoli, una società bigotta e ipocrita, che vive solo di forma e di facciata da mostrare agli altri. La storia della solidarietà del movimento gay/lesbiche nei confronti dei minatori del Galles in sciopero negli anni 80 contro la politica della Thatcher è un esempio dal quale oggi noi dovremmo attingere per avere qualche chance di vittoria contro questo individualismo spietato che ormai impera. In quegli anni c'era forte il senso dei propri diritti, compresa la tutela del lavoro e il rispetto della dignità individuale. Dobbiamo recuperare questi valori perchè come dice il compagno Tarci :- l'unica cosa che spaventa il sistema liberista è la SOLIDARIETA'
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