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martedì 6 gennaio 2015

KALIMERA G25

Kalimera Grecia Europa è lo slogan che porterà centinaia di italiani ad Atene la settimana delle elezioni esattamente dal 22.01.al 26.01.2015 per esprimere solidarietà e sostegno ad Alexis Tsipras.
Alcuni hanno addirittura battezzato lo spostamento come Brigata Kalimera G25, dove il G25 sta a sottolineare la data esatta delle elezioni mentre la parola “Kalimera” è ben nota  e segnala per tutti noi il grande cambiamento che provocherà la vittoria di SYRIZA.
“La nostra iniziativa avrà il nome di “Kalimera Grecia e Europa” ed è collegata alla raccolta firme che abbiamo promosso per il diritto del popolo greco di decidere in libertà il proprio governo senza intimidazioni e pressioni dalla Troika, l’Unione Europea e gli insaziabili speculatori dei mercati. Saremo ad Atene il giovedì alla chiusura della campagna elettorale di SYRIZA e andremo via quando ci sarà la luce di quel buon giorno ci auguriamo per i popoli di tutta l’Europa”, aggiunge Roberto Musacchio, senza partito e già deputato di Rifondazione Comunista e uno dei protagonisti delle raccolta delle firme.
Una voglia di rimanere "uniti" accanto al popolo greco quello della Brigata internazionalista Kalimera G25  proprio come le parole  che Argyrios Argiris Panagopoulos  ha espresso a tutta la sezione padernese durante l'incontro pre-natalizio al circolo Arci Bellezza di Milano.Non ci resta che augurare buon viaggio a tutta la Brigata Kalimera G25!

Riforma elettorale: un passato che ritorna



di  Domenico Gallo

Quest’anno la befana por­terà un dono molto vele­noso a tutti gli ita­liani: il 7 gen­naio infatti ini­zierà al Senato la discus­sione sulla nuova legge elet­to­rale, l’Italicum, por­tata in aula a tam­bur bat­tente, prima che venisse esau­rito l’esame in Com­mis­sione, per sod­di­sfare l’esigenza di Renzi di con­fe­zio­nare il regalo agli ita­liani prima che le Camere siano distolte dal lavoro legi­sla­tivo per l’elezione del capo dello Stato.
Com’è noto, molte ed auto­re­voli cri­ti­che sono state sol­le­vate nei con­fronti della prima ver­sione dell’Italicum con­cor­data fra Renzi e Ber­lu­sconi ed appro­vata, senza troppe varianti, dalla Camera dei Depu­tati. In par­ti­co­lare, l’appello dei giu­ri­sti, pub­bli­cato dal mani­fe­sto del 27/1/2014, ha segna­lato lo scon­certo della cul­tura giu­ri­dica demo­cra­tica di fronte ad una riforma elet­to­rale che ripro­duce con poche modi­fi­che lo stesso sistema elet­to­rale che la Con­sulta ha annul­lato con la sen­tenza n. 1/2014, man­te­nendo un enorme pre­mio di mag­gio­ranza, le liste bloc­cate ed addi­rit­tura rad­dop­piando le soglie di sbarramento.
Nel pas­sag­gio al Senato si annun­cia un peg­gio­ra­mento deci­sivo della pur pes­sima riforma appro­vata dalla Camera: il pre­mio di mag­gio­ranza non verrà più attri­buito alla coa­li­zione ma alla sin­gola lista che, supe­rando una certa soglia, otterrà un voto in più delle altre, ovvero che pre­varrà nel bal­lot­tag­gio. In que­sto con­te­sto il pre­ve­di­bile dis­senso dei par­titi minori, esclusi dai van­taggi della coa­li­zione, ver­rebbe taci­tato con un abbas­sa­mento al 3% delle soglie di sbar­ra­mento, men­tre il pri­vi­le­gio delle liste bloc­cate verrà sostan­zial­mente con­ser­vato, ren­dendo bloc­cato il capo­li­sta in un sistema elet­to­rale fon­dato su liste corte.
In que­sto modo, attra­verso la riforma elet­to­rale si rea­liz­ze­rebbe un cam­bia­mento epo­cale del sistema poli­tico di governo. Per legge ver­rebbe attri­buita la mag­gio­ranza poli­tica e la guida del Governo ad un solo par­tito, a pre­scin­dere dalla volontà del popolo sovrano. Per ren­dersi conto della gra­vità di que­sta svolta, basti pen­sare che, dal 24 aprile del 1944 (secondo governo Bado­glio) ad oggi, in Ita­lia si sono sem­pre e solo suc­ce­duti governi di coa­li­zione, o quan­to­meno soste­nuti da una mag­gio­ranza di coa­li­zione. Per­sino nel 1948, quando la Dc ottenne la mag­gio­ranza asso­luta dei seggi, De Gasperi pre­ferì for­mare un governo di coa­li­zione, per assi­cu­rarsi quel minimo di plu­ra­li­smo che gli con­sen­tiva di non restare pri­gio­niero dei suoi padrini poli­tici in Vati­cano. Anche con la svolta del mag­gio­ri­ta­rio deter­mi­nata dalla legge Mat­ta­rella e poi con il Por­cel­lum in Ita­lia si sono sem­pre alter­nati governi soste­nuti da una mag­gio­ranza di coa­li­zione. Nella cosid­detta seconda Repub­blica le mag­gio­ranze par­la­men­tari, per quanto coese, hanno dato vita a governi di coa­li­zione, che hanno man­te­nuta aperta una sia pur minima dia­let­tica poli­tica nella deter­mi­na­zione delle scelte di governo.
Si tratta indub­bia­mente di una svolta gia­co­bina, che assi­cura arti­fi­cio­sa­mente tutto il potere ad un solo par­tito. Inol­tre que­sta svolta si rea­lizza in un momento in cui il par­tito poli­tico ha per­duto del tutto il carat­tere di una strut­tura della società civile, ha ces­sato anche di essere un intel­let­tuale col­let­tivo, per tra­sfor­marsi in un mero appa­rato di potere oli­gar­chico, una signo­ria domi­nata da uno o pochi uomini al comando ed imper­mea­bile ad ogni con­di­zio­na­mento per­sino dei pro­pri elet­tori (come inse­gna la vicenda del Job’s Act).
Nella sto­ria ita­liana l’unico pre­ce­dente del governo di un solo par­tito, deter­mi­nato dalla legge elet­to­rale, risale al 1924 ed è stato frutto della legge Acerbo, che rispon­deva alla neces­sità del Capo poli­tico dell’epoca di assi­cu­rarsi un Par­la­mento sot­to­messo ai suoi voleri e di sba­raz­zarsi dei con­di­zio­na­menti delle coa­li­zioni, che costi­tui­vano indub­bia­mente un osta­colo alla rea­liz­za­zione del suo pro­gramma poli­tico. La legge Acerbo, attra­verso un enorme pre­mio di mag­gio­ranza assi­cu­rato ad una sola lista, attri­buiva il con­trollo della mag­gio­ranza poli­tica e del governo ad un solo par­tito. Il dibat­tito che si svolse in occa­sione dell’approvazione della legge Acerbo è attuale ancora oggi, data la note­vole somi­glianza di quella riforma con l’Italicum nella nuova ver­sione pro­po­sta da Renzi. Gio­vanni Amen­dola osservò che la riforma elet­to­rale cam­biava la natura del Par­la­mento per­ché attri­buiva al governo la facoltà di nomi­narsi la sua mag­gio­ranza. Il governo non dipen­deva più dal Par­la­mento, ma, vice­versa, il Par­la­mento dipen­deva dal governo. E così avvenne!
Gra­zie al pre­mio di mag­gio­ranza asse­gnato ad una sola lista, il Par­tito della Nazione, gui­dato da un gio­vane pre­si­dente del Con­si­glio, pagando il mode­sto prezzo di imbar­care nel listone qual­che fuo­riu­scito dei par­titi alleati, ottenne una schiac­ciante mag­gio­ranza for­mata da uomini di fidu­cia “nomi­nati” dal Capo poli­tico. La riforma Acerbo ottenne l’effetto voluto: con­sentì al Capo poli­tico di sba­raz­zarsi del ricatto di par­titi e par­ti­tini e deter­minò l’avvento di un par­tito unico al governo che, per vicende suc­ces­sive, si impose come unico par­tito. La legge Acerbo fu lo stru­mento deter­mi­nante che con­sentì a Mus­so­lini di stra­vol­gere la Costi­tu­zione dell’epoca e di por­tare a com­pi­mento il suo pro­getto politico.
Non si può igno­rare, per­tanto, il valore costi­tu­zio­nale delle leggi elet­to­rali, che è sem­pre stato ben chiaro ai teo­rici dello Stato di diritto. Oltre 200 anni fa Dome­nico Roma­gnosi osser­vava che: «La teo­ria delle ele­zioni altro non è che la teo­ria della esi­stenza poli­tica della Costi­tu­zione.. E’ evi­dente che quando il diritto elet­to­rale venga radi­cal­mente modi­fi­cato è la Costi­tu­zione che viene posta in discussione».
È assurdo che in Ita­lia si vogliano imporre modelli elet­to­rali che il nostro Paese ha già cono­sciuto con esiti nefa­sti, come se la Sto­ria non esi­stesse e la memo­ria dovesse essere con­fi­nata fuori dalla poli­tica. Un Paese che liquida la pro­pria memo­ria è desti­nato a rivi­vere i fatti che ha dimenticato.

lunedì 5 gennaio 2015

Esca la Germania dall'euro non la Grecia - Comunicato Stampa di Paolo Ferrero


“Nelle settimane che precedono la vittoria di Syriza in Grecia la Merkel comincia un fuoco di cannoneggiamento preventivo contro Tsipras per difendere i suoi privilegi illegali che i vigliacchi che oggi fanno i primi ministri in Europa – a cominciare da Renzi – non hanno mai messo in discussione. E’ infatti evidente che l’unico paese che oggi fa pagare i suoi comportamenti illegali agli altri è la Germania, che da anni ha un surplus di esportazioni e viola sistematicamente i trattati europei ma nessuno, a partire da Renzi, dice nulla. Eppure questa è l’unica violazione dei trattati che penalizza gli altri paesi.

E’ infatti evidente che un debito o un deficit maggiore sono unicamente una fonte di investimento ad alto rendimento per gli altri paesi mentre una eccedenza sistematica nelle esportazioni danneggia tutti gli altri in modo irrimediabile. Per questo la Merkel va mandata a quel paese e va difeso il diritto del popolo greco che attraverso Syriza vuole cambiare politica economica.
Solo l’uscita dall’austerità può determinare una uscita dalla crisi vantaggiosa per tutti, per questo, se ritiene, sia la Germania a uscire dall’Euro, staremo tutti meglio e la Merkel la smetterebbe di contrabbandare i suoi interessi particolari per gli interessi di tutti!”.
PAOLO FERRERO
Segretario nazionale di Rifondazione Comunista

La storia del giovane comunista Mark Ashton nel film Pride

Il film Pride sottolinea dei valori e dei diritti a cui noi teniamo particolarmente omettendo una parte  fondamentale della sua storia e del suo essere comunista. Completiamo quindi questo quadro con il seguente articolo.


di Peter Frost
‘Pits and Peverts’. L’eredità del comunista Mark Ashton


Ci sono voluti trenta anni alla BBC e all’industria cinematografica britannica per raccontare l’incredibile storia di Mark Ashton.
Trenta anni sono un lungo periodo di tempo, effettivamente un buon paio di anni in più rispetto alla tragicamente breve vita di Ashton – una vita interrotta dall’ Aids a soli 26 anni nel 1987.
Mark, un mercuriale giovane irlandese, era un attivista per i diritti gay e uno dei fondatori – alcuni direbbero il fondatore – di Lesbiche e Gay Sostengono i Minatori (LGSM) durante l’epico sciopero degli anni ‘80 dei minatori .
LGSM si misero insieme per sostenere i minatori britannici durante lo sciopero lungo un anno del 1984-5.C’erano 11 gruppi LGSM in tutto il paese. Quello di Londra era il più grande.

Il nuovo film PRIDE sarà sicuramente un grande successo. (…)

Mi è piaciuto molto il film. Mi ha fatto ridere e mi ha fatto piangere, ma lascio una recensione completa ad altri. C’è una storia più importante da raccontare.
Il film parla di due difficili lotte parallele della classe lavoratrice. In primo luogo la lotta di lesbiche e gay negli anni ‘80 contro il pregiudizio omofobico, la violenza di strada e contro la minaccia terrificante del virus HIV-Aids.
L’altra battaglia è stata quella dei minatori della Gran Bretagna per fermare Margaret Thatcher e il suo governo che stavano uccidendo la loro industria e il loro sindacato.

Quello è stato un periodo in cui Sir James Anderton, allora comandante della polizia della Grande Manchester, pronunciò la sentenza omofobica che i malati di Aids gay vivevano in un “fogna umana creata da loro stessi.” 
Sui minatori in sciopero fu altrettanto grossolano. Descrisse picchetti di massa e manifestazioni di strada comeatti di terrorismoe i sindacati come “una mafia industriale politicamente motivata al lavoro.” Avrebbe dovuto essere licenziato, ma la Thatcher sapeva che aveva bisogno degli alleati della polizia reazionaria come Anderton nella sua battaglia per distruggere i sindacati britannici, a cominciare dai minatori.

In questo vortice storico Ashton è stato uno dei primi a rendersi conto della connessione tra due gruppi entrambi sotto attacco da parte della prepotente Thatcher, del suo feroce governo e della sua polizia addomesticata e reazionaria.
Ashton disse ai suoi amici attivisti gay: Le comunità minerarie sono vittime della prepotenza come lo siamo noi, sono molestate dalla polizia, proprio come noi. Una comunità dovrebbe dare solidarietà a un’altra. È davvero illogico dire: ‘Sono gay e sto difendendo la comunità gay, ma non mi importa di nient’altro’ “.

La Thatcher, naturalmente, ebbe anche il sostegno incrollabile di Rupert Murdoch e del suo terribile omofobico e anti-sindacale aborto di giornale, il Sun.
I redattori del giornale senz’altro collegarono i due gruppi in quello che doveva essere uno dei titoli più disgustosi mai scritti. “Pozzi e pervertiti” esso urlava in enormi caratteri in prima pagina. Il Sun chiaramente intendeva minare la causa e ridicolizzare i minatori in sciopero o banalizzare il loro sostegno da parte di lesbiche e gay. In realtà finì per avere esattamente l’effetto opposto.
I cosiddetti pervertiti si appropriarono di quel titolo di prima pagina per intitolare una grande manifestazione di raccolta fondi organizzata da LGSM di Ashton all’Electric Ballroom di Camden, Londra. Il concerto stesso fu un enorme successo – raccogliendo 5.650 sterline (l’equivalente di più di 20.000 sterline in moneta di oggi) per i minatori in sciopero e le loro famiglie nel sud del Galles.
Al concerto David Donovan, del NUM (National Union of Mineworkers) del Dulais, disse al pubblico di almeno 1.500 persone, per lo più gay e lesbiche: 
“Avete indossato il nostro distintivo, ‘Coal not dole‘ (carbone non sussidio) e sapete cosa significa subire aggressioni, quanto noi. Ora noi ci appunteremo il vostro distintivo – noi sosterremo voi”.
“Le cose non cambieranno tutte d’un tratto, ma ora 140.000 minatori sanno che ci sono altre cause e altri problemi. Sappiamo di neri e gay e disarmo nucleare, e non sarà mai più lo stesso “.
La raccolta fondi fu messa in evidenza dai Bronski Beat, il cui cantante Jimmy Somerville avrebbe continuato con i Communards, un gruppo che avrebbe registrato For A Friend, omaggio personale di Somerville a Ashton.
“Arriva l’estate e mi ricordo come avremmo marciamo / Avremmo Marciato per l’amore e la pace, insieme mano nella mano.”

Il nuovo film PRIDE racconta una bella storia e la racconta bene, anche se uno dei suoi temi principali è venuto fuori dai vari armadi è triste che un’anta importante rimanga chiusa saldamente inchiodata.
Ashton era molte cose, ma era prima di tutto un comunista. Non ha mai nascosto questo fatto. Purtroppo il film non menziona quello che era uno dei fattori più importanti che hanno guidato e ispirato Ashton in tutte le sue azioni.

Ho conosciuto e lavorato, con Ashton durante lo sciopero dei minatori quando era segretario generale della Lega dei giovani comunisti (YCL).
È triste ma forse prevedibile che la BBC ha tenuto l’adesione di Ashton del Partito comunista e il suo ruolo di primo piano nella YCL fuori dalla trama completamente.
Ero orgoglioso di lavorare con Ashton e altri comunisti nella raccolta di fondi e di sostegno per i minatori.
Aiutammo a picchettare centrali elettriche e depositi di carburante, organizzammo raccolte di fondi , manifestazioni e raccolte per strada.
Il feroce governo della Thatcher aveva sequestrato i fondi del NUM il che significava che era inutile per i sostenitori inviare le donazioni tramite il sindacato nazionale.
Al contrario i gruppi di sostegno in tutta la Gran Bretagna adottarono le singole comunità minerarie . Il Gruppo LGSM di Londra di Ashton si gemellò con Dulais Valley nel sud del Galles.
Avevano scelto quella particolare miniera dopo aver incontrato una certa riluttanza ad accettare il sostegno di altri gruppi di minatori.
Ashton e suoi compagni LGSM di Londra raccolsero una sorprendente cifra di 20.000 sterline per gli scioperanti visitarono il villaggio gallese in solidarietà e per consegnare moneta, cibo e altri rifornimenti.
Le alleanze che Ashton e la sua campagna instaurarono tra LGBT e sindacati si sono rivelate un punto di svolta importante nello sviluppo delle lotte e delle tematiche LGBT.
Gruppi di minatori cominciarono a sostenere e sottoscrivere e partecipare a vari eventi del Gay Pride. Quello dei minatori e altri stendardi sindacali furono alla testa della manifestazione del Gay Pride nel 1985 a Londra.
Nello stesso anno, in occasione della conferenza del 1985 del partito laburista a Bournemouth, fu deliberato di impegnare il partito a sostenere i diritti di uguaglianza LGBT.
La questione era stata proposta e sconfitta precedentemente. Questa volta il supporto unanime da parte del NUM determinò la vittoria nella votazione contro una forte opposizione da parte di molti nell’esecutivo nazionale del partito laburista.
Nel 1988 il NUM è stato tra gli alleati più convinti della campagna della comunità LGBT contro la Section 28, il tentativo di vietare qualsiasi menzione dell’omosessualità nelle scuole.

A Ashton venne diagnosticato l’AIDS il 30 gennaio 1987. Solo 12 giorni dopo la polmonite prese la sua giovane vita.
La sua morte prematura suscitò una risposta straordinaria, non solo da parte della comunità gay, ma anche della sinistra e del movimento operaio in generale.
Bandiere rosse, rosa e arcobaleno e striscioni delle unions dei minatori tutte sventolavano al suo impressionante funerale a Lambeth.
La sua memoria vive nel Mark Ashton Red Ribbon Fund. Il suo nome è ancora onorato nelle valli ex minerarie del sud del Galles e ora il film PRIDE farà conoscere almeno una parte della sua storia ad un pubblico molto più ampio.
Andate a vederlo. Vi farà ridere molto e piangere un po’, ma cosa più importante vi spingerà ad agire – e questa è l’unica eredità che il comunista Mark Ashton avrebbe mai voluto.


articolo originale dal Morning Star. http://www.morningstaronline.co.uk/a-772e-Pits-and-perverts-the-legacy-of-communist-Mark-Ashton/a-772e-Pits-and-perverts-the-legacy-of-communist-Mark-Ashton#.VKH8-sD_Q

traduzione di Maurizio Acerbo

domenica 4 gennaio 2015

La malattia di essere gay

Il 10 ottobre 2014 Carlo Arcari nel suo blog Padernoforum annunciava che dopo esser state raccolte piu' di 300 firme, l'attuale sindaco di Paderno Dugnano accettava la richiesta di un'assemblea pubblica sui temi proposti dal comitato "Nuovi Diritti": dal registro delle Unioni Civili,al registro della Dichiarazione anticipata di trattamento ,allo sportello contro le discriminazioni sessuali(gay,lesbiche,transessuali).
Un tema scottante quello dei diritti civili dove in un paese come il nostro si tarda ancora a legiferare, mentre in Germania,Francia, Olanda,Spagna, Inghilterra vengono approvate normative con diversi riconoscimenti l'Italia non  è solo   fanalino di coda in materia ma addirittura luogo  di  un convegno omofobo a cui parteciperà il 17 gennaio  anche il governatore della Lombardia Maroni.Un incontro organizzato dall'associazione Alleanza Cattolica con il logo Expo.
«Cosa c’entra con Expo questo evento? Quella della Regione è una deriva omofoba che ci preoccupa e ci chiediamo chi ha permesso l’utilizzo del logo dell’esposizione», spiega Fabio Galantucci dell’Arcigay. Il capogruppo della Lega al Pirellone Massimiliano Romeo respinge le accuse: «Non c’è niente di male a parlare di difesa della famiglia. E chi protesta non sa che tutti i convegni organizzati dalla Regione devono per convenzione portare il logo Expo».
In Europa l'Italia risulta il Paese che discrimina di piu',soprattutto quando si parla di libertà sessuale a scuola,sul posto di lavoro o al momento di accedere ai servizi.

Un presidio di tutte le forze politiche  ed associazioni che lottano per i diritti civili è previsto il 17 gennaio 2015 dalle ore 14 davanti al Palazzo della Regione Lombardia per ribadire che a essere "curata"deve essere questa società e non i gay!


venerdì 2 gennaio 2015

Ultimo discorso, … finalmente! … ma col Nazzareno sarà anche peggio!



Le attività politiche a fine anno si congelano in concomitanza del periodo festivo, prende rilievo quindi l'usuale discorso del capo dello Stato che dovrebbe illuminarci sui futuri programmi politici o rassicurarci sulle prospettive economiche e sociali del nostro paese.
Ebbene, un discorso alla nazione di Giorgio Napolitano è stato invece pieno di consueta retorica, ottimismo irrealistico, irrealizzabili promesse ed assurde prospettive;possiamo solo apprezzare il fluente eloquio mostrato ed il richiamo all'impegno e alla partecipazione collettiva.
Nel discorso del Presidente, rileviamo turbati due espressioni che non possiamo far passare sotto silenzio perché ci sembrano l'indice della trasformazione della società e di certi politici, il segno di una visione mercificata e sprezzante del rapporto uomo, società ed economia, Napolitano ha parlato di: “risorse umane” e “capitale umano”.
Riteniamo odioso riferirsi alle persone ed in particolare ai lavoratori con l'espressione: “risorse umane” perché esprime il concetto in cui il ruolo dell'uomo viene sminuito e relegato a rappresentare solo un semplice “strumento” di produzione di beni in una pura logica consumistica.
Non esseri umani ma semplicemente risorse e strumenti al servizio dei potenti.
Ancor peggio è l'altra definizione menzionata: “capitale umano” nella quale, ancor più, viene sottolineato l'uso dell'uomo sempre più legato all'accumulo di denaro ed al profitto a favore delle classi ricche e potenti contro quelle più deboli e sempre più sfruttate a cui vengono progressivamente tolti diritti e servizi.
A questo volere si sottomettono facilmente la quasi totalità degli organi di informazione creando assuefazione di massa ed una opinione allineata.
Questi potentati impongono governi, non democratici, appoggiati da una classe politica serva e fidata che, mimetizzata, realizza gli obiettivi della Confindustria, delle Banche e dei “berlusconiani”.
In queste condizioni la generalità delle persone subisce la crisi senza avere la capacità di capirne la causa e le responsabilità, non reagisce cercando solidarietà ed unitarietà fra coloro che subiscono, ma ancor più grave è che non c'è più la forza e la capacità di opporsi e protestare contro coloro che stanno soggiogando la popolazione.
Ai politici asserviti a queste logiche che si riempiono la bocca di “riforme”, così anche il Presidente, desideriamo ricordare che non sono solo le riforme che risolvono la situazione, semmai le “buone riforme” e quelle ad oggi proposte sono pessime e dannose: dalla riforma costituzionale (Senato, Province, Titolo V, legge elettorale) a quelle economiche/sociali (Jobs act, mille proroghe, aumento delle tasse sulle pensioni minime, per non citare le terrificanti riforme Fornero su lavoro e pensioni che hanno peggiorato solo le cose).
Noi preferiamo parlare di “PERSONE” con i loro fondamentali diritti, stimolandone le capacità, intelligenze, umanità, onestà e solidarietà.
E' una posizione non preconcetta a tal punto che a Napolitano preferiamo i discorsi del Pontefice imperniati su SOLIDARIETA', POVERTA', ONESTA', LOTTA ALLA MAFIA e che intendono promuovere iniziative in favore della PACE!

Oggi 1° gennaio 2015, l'AUGURIO migliore per un POSITIVO ANNO NUOVO è che le riforme di Renzi-Berlusconi non si realizzino, che il nuovo Presidente della Repubblica assomigli a Rodotà, che si crei lavoro, specialmente per giovani, che si investa in opere pubbliche a salvaguardia del territorio e del nostro patrimonio, anche culturale, che si blocchino gli sprechi delle “grandi opere” (TAV, Olimpiadi) privilegiando le piccole (più controllabili), che non si sottoscriva il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership): trattato con gli USA sul commercio e sugli investimenti estremamente dannoso per la nostra salute e per la nostra sovranità, che si lotti realmente contro la MAFIA, che si contrasti efficacemente l'evasione fiscale e contributiva e...


Sicuramente non tutto si realizzerà, ma a capodanno... val ben sognare!


Mario Petazzini
Segretario Circolo PRC A. Casaletti - Paderno Dugnano

Film PRIDE un esempio di SOLIDARIETA'

Bellissimo il film PRIDE una storia vera che dimostra quanto sia fondamentale la solidarietà per portare avanti le battaglie per i diritti in questa società liberista, che guarda solo al profitto, e che vuole portare i lavoratori a uno stato di schiavitù che ci riporta indietro di secoli, una società bigotta e ipocrita, che vive solo di forma e di facciata da mostrare agli altri. La storia della solidarietà del movimento gay/lesbiche nei confronti dei minatori del Galles in sciopero negli anni 80 contro la politica della Thatcher è un esempio dal quale oggi noi dovremmo attingere per avere qualche chance di vittoria contro questo individualismo spietato che ormai impera. In quegli anni c'era forte il senso dei propri diritti, compresa la tutela del lavoro e il rispetto della dignità individuale. Dobbiamo recuperare questi valori perchè come dice il compagno Tarci :- l'unica cosa che spaventa il sistema liberista è la SOLIDARIETA'