Una sinistra vera c'è solo se al suo interno esiste una forza comunista che condivide e combatte per una società diversa, laddove sussistano posizioni centriste, tutto questo viene automaticamente a decadere, sfociando e mirando sempre verso interessi non piu' comuni e privilegiando solo pochi eletti.
La socialdemocrazia, le grandi coalizioni e la terza via di Blair senza la grande forza comunista, hanno creato uno spostamento inesorabile verso valori inaccettabili, come il disumano liberismo ovvero la forma piu' crudele del capitalismo -
Nulla di nuovo quindi per quanto riguarda le nuove aggregazioni di centro sinistra nell'attuale panorama politico italiano , fotocopia di un dejà vu che porterà come sempre avanti principi e valori che dimenticano la società umana.
Pubblichiamo il programma di Potere al Popolo dove l'individuo trova finalmente una giusta collocazione.
Noi abbiamo accettato la sfida e Voi?
Tarcisio Garagozzo PRC circolo A. Casaletti
Crediamo nella giustizia sociale, nell’uguaglianza, nella cooperazione, nella solidarietà.
Ci siamo battuti e continueremo a batterci, durante e dopo le
elezioni, per contrastare la barbarie che oggi ha mille volti: il lavoro
che sfrutta e umilia, la povertà e l’ineguaglianza, i migranti lasciati
annegare in mare, i disastri ambientali, i nuovi fascismi, la violenza
sulle donne, la crescente repressione, i diritti negati. Nel mondo in
cui viviamo 8 persone hanno la stessa ricchezza di 3,6 miliardi di
essere umani; c’è la capacità di produrre cibo per 12 miliardi di
abitanti, ma un miliardo di persone soffre la fame. Questa è la
conseguenza di scelte politiche precise che hanno trasferito poteri e
risorse ai ricchi e ai potenti in una dimensione senza precedenti,
smantellando i diritti, privatizzando e mercificando ogni cosa,
assumendo la competizione di tutti contro tutti come criterio di ogni
relazione sociale. A tutto questo diciamo NO, ma accanto al NO c’è il SI
che vogliamo costruire.
E’ il #poterealpopolo, la riappropriazione di sovranità popolare a tutti i livelli ed in tutti gli ambiti della società.
E’ la riaffermazione del diritto ad un lavoro liberato dalla precarietà e dallo sfruttamento, la riconquista dei diritti sociali, la salvaguardia della natura, l’affermazione dei diritti delle donne.
Il programma che presentiamo per le elezioni politiche parla del nostro paese, ma è connesso a tutti quei movimenti e soggetti politici che ovunque nel mondo si battono contro lo sfruttamento, la distruzione di vita, diritti, democrazia, in una parola contro il capitalismo che oggi si presenta con il volto della barbarie del neoliberismo. Quei movimenti che, in tanta parte d’Europa e del mondo, sono la vera novità, perché dicono con chiarezza che va costruita un’alternativa alle politiche degli ultimi tre decenni ed indicano con altrettanta chiarezza l’avversario.
Siamo donne e uomini che combattono e ripudiano l’oppressione razzista, di classe, di sesso, la guerra, la devastazione della natura e della vita. Siamo persone e organizzazioni, democratiche e antifasciste, comuniste e socialiste, femministe e ambientaliste. Veniamo da storie differenti, ma vogliamo costruirne una comune tra chi non si rassegna all’ingiustizia, allo sfruttamento, alla sopraffazione dilaganti e vuole cambiare le cose.
Siamo popolo ribelle.
Vogliamo riprenderci il presente e il futuro.
E’ il #poterealpopolo, la riappropriazione di sovranità popolare a tutti i livelli ed in tutti gli ambiti della società.
E’ la riaffermazione del diritto ad un lavoro liberato dalla precarietà e dallo sfruttamento, la riconquista dei diritti sociali, la salvaguardia della natura, l’affermazione dei diritti delle donne.
Il programma che presentiamo per le elezioni politiche parla del nostro paese, ma è connesso a tutti quei movimenti e soggetti politici che ovunque nel mondo si battono contro lo sfruttamento, la distruzione di vita, diritti, democrazia, in una parola contro il capitalismo che oggi si presenta con il volto della barbarie del neoliberismo. Quei movimenti che, in tanta parte d’Europa e del mondo, sono la vera novità, perché dicono con chiarezza che va costruita un’alternativa alle politiche degli ultimi tre decenni ed indicano con altrettanta chiarezza l’avversario.
Siamo donne e uomini che combattono e ripudiano l’oppressione razzista, di classe, di sesso, la guerra, la devastazione della natura e della vita. Siamo persone e organizzazioni, democratiche e antifasciste, comuniste e socialiste, femministe e ambientaliste. Veniamo da storie differenti, ma vogliamo costruirne una comune tra chi non si rassegna all’ingiustizia, allo sfruttamento, alla sopraffazione dilaganti e vuole cambiare le cose.
Siamo popolo ribelle.
Vogliamo riprenderci il presente e il futuro.
MUTUALISMO, SOLIDARIETÀ E POTERE POPOLARE
Le condizioni di vita delle classi popolari peggiorano sempre di
più, per ciò che riguarda la salute, l’istruzione, ma anche più
semplicemente la possibilità di godere di tempo liberato da dedicare ad
uno sport, un hobby, etc.
In quest’ottica mutualismo e solidarietà non sono semplicemente un
modo per rendere un servizio, ma una forma di organizzazione della
resistenza all’attacco dei ricchi e potenti; un metodo per dimostrare
nella pratica che è possibile, con poco, ottenere ciò che ci negano
(salute, istruzione, sport, cultura); una forma per rispondere, con la
solidarietà, lo scambio e la condivisione, al razzismo, alla paura e
alla sfiducia che altrimenti rischiano di dilagare.
Le reti solidali e di mutualismo sono soprattutto una scuola di autorganizzazione delle masse, attraverso la quale è possibile fare inchiesta sociale, individuare i bisogni reali, elaborare collettivamente soluzioni, organizzare percorsi di lotta, controllare dal basso sprechi di denaro pubblico e corruzione.
Le reti solidali e di mutualismo sono soprattutto una scuola di autorganizzazione delle masse, attraverso la quale è possibile fare inchiesta sociale, individuare i bisogni reali, elaborare collettivamente soluzioni, organizzare percorsi di lotta, controllare dal basso sprechi di denaro pubblico e corruzione.
Tutti i punti precedenti sono strettamente intrecciati con la questione centrale, la necessità di costruire il potere popolare. Per noi potere al popolo
significa restituire alle classi popolari il controllo sulla produzione
e sulla distribuzione della ricchezza; significa realizzare la
democrazia nel suo senso vero e originario.
Per arrivarci abbiamo bisogno di fare dei passaggi intermedi e,
soprattutto, di costruire e sperimentare un metodo, che noi abbiamo
chiamato controllo popolare.
Il controllo popolare è, per noi, una palestra dove le classi popolari
si abituano a esercitare il potere di decidere, autogovernarsi e
autodeterminarsi, mettendo in discussione le istituzioni e i meccanismi
che le governano. Per questo chiamiamo controllo popolare la
sorveglianza sulla compravendita di voti alle elezioni, le visite ai
Centri di Accoglienza Straordinaria, le battaglie per il diritto alla
residenza e all’assistenza sanitaria per i senza fissa dimora, la
vigilanza sui ritardi e gli abusi nei rilasci dei permessi di soggiorno,
la battaglia contro l’allevamento intensivo di maiali nel Mantovano,
quella contro la TAP in Salento, la TAV in Val Susa, l’eolico selvaggio
in Puglia, Basilicata, Molise, il DASPO nei centri urbani. Insomma,
chiamiamo controllo popolare tutte le battaglie che in questi anni hanno
testimoniato la resistenza delle classi popolari e vivificato il nostro
Paese.
Costruire il potere popolare significa anche ridurre le
disuguaglianze, evitare speculazioni e contrastare efficacemente le
organizzazioni criminali che avvelenano e distruggono la nostra
terra, sottraendo loro bassa manovalanza, reti clientelari e occasioni
per fare affari; significa far vivere nelle pratiche sociali una
prospettiva di società alternativa al capitalismo
È per questo, insomma, che crediamo e speriamo che il nostro compito non si esaurisca con le elezioni, ma che il lavoro che riusciremo a mettere in campo ci consegni, il giorno dopo le urne, un piccolo ma determinato esercito di sognatori, un gruppo compatto che continui a marciare nella direzione di una società più libera, più giusta, più equa.
È per questo, insomma, che crediamo e speriamo che il nostro compito non si esaurisca con le elezioni, ma che il lavoro che riusciremo a mettere in campo ci consegni, il giorno dopo le urne, un piccolo ma determinato esercito di sognatori, un gruppo compatto che continui a marciare nella direzione di una società più libera, più giusta, più equa.
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