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giovedì 15 settembre 2016

MORIRE MANIFESTANDO

Oggi la morte di un operaio che stava scioperando a Piacenza ha lasciato ancora una volta il popolo dei lavoratori che lottano per riaffermare i propri diritti sgomenti. L'abisso del ritorno a tempi che furono è sempre piu' vicino un incubo in cui ogni anno i lavoratori si sentono sempre piu' intrappolati.
Esprimiamo come circolo PRC A.Casaletti tutta la nostra vicinanza al lavoratore  ucciso assieme al comunicato che oggi la segreteria  regionale PRC dell'Emilia Romagna nella persona di Stefano Lugli ha divulgato.
"Nella società borghese il lavoro vivo è solo un mezzo per accrescere il lavoro accumulato.Nella società comunista il lavoro accumulato è solo un mezzo pr ampliare,arricchire e migliorare la vita dei lavoratori" da Il Manifesto del Partito Comunista 
  I compagni e le compagne del circolo PRC A.Casaletti - Paderno Dugnano

OPERAIO UCCISO A PIACENZA VITTIMA DELLA BARBARIA PADRONALE DELLA LOGISTICA
Rifondazione Comunista dell’Emilia Romagna esprime piena solidarietà alla famiglia di Abdesselem El Danaf, operaio di 53 anni e padre di 5 figli ucciso questa notte travolto da un camion davanti ai cancelli della Seam di Piacenza, ditta in appalto all’azienda di logistica GLS, durante il presidio e lo sciopero promosso dalla USB per discutere del mancato rispetto degli accordi sottoscritti sulle assunzioni dei precari a tempo determinato. Siamo vicini anche ai compagni di lotta di Abdesselem e a tutto il sindacato USB per questo grave episodio che colpisce l’organizzazione sindacale.
Abdesselem pur non essendo un precario lottava contro la precarietà, ed è finito sotto il camion guidato da un altro lavoratore incitato a sua volta a forzare il blocco dei lavoratori per schiacciare con la forza il picchetto dei facchini che rivendicavano il rispetto degli accordi sindacali, che volevano difendere i propri diritti e la propria dignità di lavoratori.
Ciò che è successo non è dunque un incidente, ma la conseguenza dell’imbarbarimento padronale che da tempo si vive nel settore della logistica, un settore strategico per l’economia globalizzata ma dove i lavoratori vivono condizioni di paraschiavismo e nel perenne ricatto della guerra tra poveri. Una guerra tra poveri oggi portata alle estreme conseguenze di un lavoratore che uccide un altro lavoratore.
E in questa situazione non sono esenti da colpe nemmeno la politica e le istituzioni, che in questi anni anziché intervenire per tutelare i lavoratori e le lavoratrici della logistica hanno, invece, precarizzato ancora di più il mondo del lavoro e tradotto le proteste dei facchini dell'Emilia Romagna e degli altri centri logistici italiani in un problema di ordine pubblico.
Era dagli anni ’50 che in Emilia Romagna un lavoratore non veniva ucciso durante un momento di lotta sindacale, e quanto successo ci ricorda una volta di più che l’art 1 della Costituzione, quello che vuole l’Italia una Repubblica democratica fondata sul lavoro, è ancora tutto da conquistare.
Rifondazione Comunista sarà al fianco dell’USB nelle azioni di lotta che deciderà di intraprendere.

Stefano Lugli – Segretario regionale PRC Emilia Romagna

martedì 13 settembre 2016

IL POTERE DEL GRUPPO

Una terribile escalation di violenze sessuali su ragazzine e giovani donne sta mostrando il volto di una società ormai allo sbando.
Il ministero della giustizia sforna cifre impressionanti :
lo scorso anno il sistema aveva in carico 532 ragazzi condannati per stupro e 270 per stupro di gruppo. Il problema non è relativo solo alle regioni del sud ma anche a quelle del nord.

Numerosi sono i casi di violenze da "branco" senza contare quelli che non vengono denunciati per il terrore delle vittime e delle famiglie stesse, incapaci di reagire di fronte a questo devastante fenomeno in ascesa.
 Noia, solitudine, mancanza di valori, film violenti, sono solo alcune delle cause scatenanti  di un problema fra i tanti ancora irrisolti in un Paese dove le donne continuano ad essere vittime di una cultura  maschilista  che non accenna a diminuire.Violenze di gruppo assieme ai quasi quotidiani femminicidi dovrebbero far pensare ad un'educazione sessuale ma soprattutto di rispetto nei confronti delle donne da inserire in programmi scolastici.
La violenza è un problema culturale,la violenza è una responsabilità sociale finchè non si cercherà di cambiare attraverso il dialogo e la conoscenza partendo soprattutto dalla condanna di tutti noi verso chi ha abusato senza ricercare giustificazioni nella solita frase scontata della ragazzata o del "se lo è  cercata"!




venerdì 9 settembre 2016

NUOVA EURECO :RACCOLTA FIRME PER FERMARLA

 L'AIEA - Associazione Italiana Esposti Amianto sarà presente domenica 11 settembre con un banchetto nell'ambito della manifestazione "Paderno in Folk" al centro sportivo di Via Serra ed
inizierà   una raccolta firme contro l'apertura del nuovo impianto di smaltimento rifiuti
" Tecnologia e Ambiente" nell'area dell'ex Eureco.

DICIAMO NO ALL' EURECO 2  VENITE NUMEROSI A FIRMARE !!!!






giovedì 8 settembre 2016

194 SEMPRE SOTTO ATTACCO, DIFENDIAMOLA!

Settimana scorsa il Fertilityday ha creato numerosi dissensi lasciando passare quasi inosservate le due manifestazioni  che si svolgeranno a Milano e Caserta in data 8 ottobre per richiedere l'abrogazione della legge sull'aborto. 

"Quello che deve cambiare radicalmente, è il paradigma sociale legato alla stigma e alla convinzione morale che in fondo il ruolo e l'identità femminile è ancora fortemente legato allo stereotipo della maternità. Una maternità che se viene rifiutata - per scelta o per necessità – diventa il metro di misura con cui giudicare la persona. Sarebbe il caso di cominciare ad elaborare l'idea che le donne non sono una categoria, ma degli individui e che come tali sono portatrici di soggettività, non è detto che tutte desiderino essere madri, così come non è detto che siano "istintivamente votate alla maternità".

Un paese legato profondamente alla religiosità e la possibilità data alle donne di decidere crea ancora fastidio nonostante siano passati svariati anni la condizione femminile sembra precipitare in peggio :i medici obiettori sono la maggioranza, la legge in alcuni frangenti fa fatica ad essere applicata lasciando le donne praticamente abbandonate tutto questo assieme alla mancanza di educazione sessuale nelle scuole. Legiferare al di sopra delle parti non basta ,bisogna concentrare gli sforzi nell'applicare cio' che è costato tanti anni di lotta al popolo femminile perchè lo spettro delle mammane è sempre pronto ad apparire da un momento all'altro!
Difendere la legge 194 significa difendere il sacrosanto diritto a non dover emigrare in altri paesi come spesso accade per altre tematiche irrisolte come l'eutanasia o le unioni civili.

COMO NON SI FERMA:QUARTA MARCIA PER I NUOVI DESAPARECIDOS

Ci siamo soffermati piu'  volte sulla situazione migranti alla stazione di Como S.Giovanni, attraverso il nostro interlocutore coinvolto quotidianamente,  abbiamo cercato di rendere visibile una situazione che ormai sta giungendo al collasso anche in Europa: frontiere chiuse, migranti che fuggono da situazioni terrificanti, migranti intrappolati troppo spesso in campi improvvisati dove permangono  mesi.
L'associazione Como senza Frontiere non si ferma assieme al  comunicato in cui si decide di manifestare settimanalmente per rendere visibili gli "invisibili".
Pubblichiamo il comunicato che ci giunge attraverso Fabrizio Baggi

QUARTA MARCIA PER I NUOVI DESAPARECIDOS  GIOVEDI' 15.09.2016 DALLE ORE 18.00 P.zza Volta - Como

Le rotte via terra che dall'Africa e dall'Asia portano verso l'Europa sono segnate da migliaia di cadaveri.
l'Unione Europea risponde chiudendo le sue frontiere e propone di distruggere i barconi dei trafficanti, attraverso operazioni nelle acque libiche o addirittura in terraferma.
Vent'anni di politiche razziste hanno solo prodotto morte, desaparecidos e dolore.
Oggi, in assenza di meccanismi istituzionali di ingresso regolare, le persone sono costrette a rivolgersi alla criminalità.
Le persone che muoiono nel tentativo di raggiungere l'Europa sono i nuovi desaparecidos, perché:

• scomparsi fisicamente;
• cancellati dal dibattito politico e dagli spazi del diritto.

Due giovedì al mese manifestiamo perché
migrare sia un diritto.

Per informazioni:
rete Como senza frontiere
comosenzafrontiere@gmail.c
om

 
comosenzafrontiere.wordpress.com


domenica 4 settembre 2016

COMO :NO AL GHETTO, NO ALLA GUERRA TRA POVERI

I migranti sono sempre li', alla stazione di Como S. Giovanni , un'emergenza che non puo' piu' definirsi solo emergenza ma una condizione che deve trovare posto  nelle nostre città. Fabrizio Baggi PRC Como assieme ad altre associazioni spesso ci aggiorna sull'attuale situazione non facendo mai mancare il proprio contributo dimostrando sempre grande disponibilità nell'apportare aiuto a chi in questo momento è alloggiato in una tenda.Uno splendido messaggio "umano" trapela dal comunicato emesso in data 3 settembre 2016 che pubblichiamo volentieri ,in nome di una società dove il principio dell'integrazione ormai non sia solo piu' una bella parola ma venga realmente applicato.

No alla guerra tra poveri, no al ghetto per i migranti, per la dignità di tutte le persone

«Noi stiamo aiutando i migranti in stazione per difendere il loro diritto di circolare liberamente e per garantire loro la possibilità , adesso e qui, di una vita dignitosa, negata  nei loro paesi sconvolti dalla guerra e  devastati dalla fame.
Il nostro non è semplicemente buon cuore.
Noi rifiutiamo le  aberranti affermazioni  dei neofascisti e dei leghisti che vorrebbero rimpatriare , e condannare ad una fine quasi certa, migliaia di persone colpevoli solo di essere nate nella ‘parte sbagliata’ del pianeta.
Noi invitiamo tutti a non cadere nella trappola della ‘ guerra tra poveri ‘ che i razzisti di casa nostra vorrebbero scatenare tra gli ultimi ( i profughi) e i penultimi ( i cittadini italiani che vivono in condizioni di difficoltà e povertà).
Aiutare i migranti per rendere dignitosa la loro esistenza e rivendicare , come  lavoratori italiani, i diritti e i salari che sono stati cancellati dal Jobs Act, sono per noi due aspetti della stessa battaglia per una società più giusta.
Siamo anche coscienti che gli effetti dell’ austerità che impoveriscono i pensionati, che rendono precari a vita i giovani e che tagliano a tutti  servizi pubblici essenziali come la sanità e l’ istruzione, siano  espressione della stessa volontà di arricchire  le grandi banche e i gruppi finanziari e industriali  ( anche italiani) che fanno affari  d’oro  grazie alle guerre  in corso in numerosi paesi del terzo e del quarto mondo.
Noi continueremo  a partecipare concretamente alla solidarietà ai profughi che arrivano a Como perché pensiamo non basti costruire dei contenitori per non far dormire per terra i migranti, ma che occorra realizzare a  Como un luogo di transito accogliente. Come si è dimostrato in queste sei settimane le associazioni e i singoli volontari hanno saputo fare , da subito, quello che le autorità e gli amministratori  locali hanno invece fatto male, in ritardo e solo dopo innumerevoli sollecitazioni.
L’ informazione legale ai migranti, la raccolta delle loro istanze individuali e collettive, la relazione sociale e la mediazione culturale e linguistica, la partecipazione a momenti di festa e di confronto con la città e il territorio  ma anche, semplicemente, la relazione umana individuale sono cose che non possono essere affidate alla croce rossa, alla protezione civile o alle forze armate.
Per questo sosteniamo che , per il futuro, a fianco di un impegno di risorse economiche e materiali da parte dello stato, vada assolutamente mantenuta  la presenza  della ‘Como accogliente e solidale’, di quanti cioè hanno saputo dimostrare notevoli competenze ed una insostituibile carica di umanità.
Pensiamo anche che il nostro compito, come forza politica sia quello di spingere le istituzioni locali, nazionali ed europee verso la realizzazione di accordi che prevedano il riconoscimento della libera circolazione di tutte le persone e pongano fine ai soprusi, alle minacce e alle deportazioni di massa che sono all’ordine del giorno , verso i migranti , nei paesi della civilissima Europa.
Questo  obiettivo è pienamente integrato nel disegno di una società più giusta per la quale lottiamo da sempre e sarà quindi perseguito con tutti i mezzi disponibili”.

Segreteria provinciale PRC/Se Como 

 

giovedì 1 settembre 2016

FERTILITYDAY:INSIEME PER NON TORNARE INDIETRO!

La vergognosa campagna promossa dal Ministero della Salute l'ormai famoso Fertilityday promosso per il prossimo 22 settembre ha indignato numerose donne ed associazioni che da anni si battono per diritti  e maggiori tutele femminili  come la legge 194. Il nostro sembra sempre piu' un Paese che fa fatica a ritenersi al passo con i tempi, basta un piccolo balzo ed il ritorno al passato pare sempre meno distante.  Da anni si chiede l'applicazione corretta di una legge la 194 che in molti vorrebbero modificare, da anni si chiedono piu' tutele contro i giornalieri femminicidi, , da anni non esiste una materia come educazione sessuale nelle scuole, da anni durante il cosiddetto 8 marzo si ricordano le discriminazioni ancora in atto da quelle lavorative a quelle salariali eppure nulla pare muoversi nemmeno dopo l'istituzione delle  famose quote rosa    .Le donne non possono e non devono far passare minimamente messaggi come questo, le risposte non devono tardare quando è proprio una donna a promuovere simili vergognose campagne.
La lettera indirizzata alla Ministra Lorenzin da un gruppo di psicologhe riassume l'attuale condizione femminile che sebbene migliorata rispetto ad altri tempi ancora presenta gravi lacune irrisolte .

Gentilissima Ministra Lorenzin, siamo un gruppo di psicologhe e psicologi e leggiamo con stupore dell'iniziativa del “Fertility Day”, stupore che si trasforma in sconcerto alla lettura del Piano Nazionale per la Fertilità. Troviamo poco comprensibile attribuire una responsabilità rispetto alla maternità tardiva alle donne e troviamo umiliante che la campagna sottolinei il ticchettio dell'orologio biologico, in una nazione in cui non esiste più stabilità lavorativa, non ci sono supporti validi alla maternità e alla genitorialità in generale, dove la gestione e l'accudimento dei figli vede per lo più attive iniziative private, peraltro costosissime, o nonni faticosamente disponibili, una nazione, inoltre, in cui i prerequisiti alla genitorialità sono assenti o assai precari: in primis difficoltà di reperimento del lavoro, difficolta di accesso alle case popolari ed anche difficoltà enormi di accedere a mutui, difficoltà ancora più accentuate dalla precarizzazione istituzionalizzata del lavoro. Per quanto riteniamo condivisibile la volontà istituzionale di avviare una campagna di SALUTE sul tema della fertilità, troviamo QUESTA iniziativa confusiva e dannosa; pericolosa e depersonalizzante è l'affermazione che si legge in una delle cartoline proposte dalla campagna “la fertilità è un bene comune”, perché NO, la fertilità non è una performance pubblica, è un fatto privato e soggettivo che pertiene una cosa intima, il corpo delle donne è delle donne e il modo in cui decidono di disporne appartiene a loro. Lo stesso discorso, ovviamente, riguarda anche gli uomini e il loro diritto di disporre del proprio corpo e di decidere della propria fertilità secondo sentimenti e scelte personali. Questo tipo di comunicazione va ad aggravare, peraltro, una già osteggiata applicazione di una legge (Legge n.194/1978) che prevede libertà di scelta da parte della donna rispetto alla gravidanza e alla sua prosecuzione, nel rispetto dei limiti temporali e clinici previsti, poiché sottintende, a tratti in modo invasivo e giudicante, proprio questa eventuale scelta. Proviamo stupore e sconcerto nel leggere nel Piano Nazionale "Cosa fare, dunque, di fronte ad una società che ha scortato le donne fuori di casa, aprendo loro le porte nel mondo del lavoro sospingendole, però, verso ruoli maschili, che hanno comportato anche un allontanamento dal desiderio stesso di maternità? La collettività, le istituzioni, il competitivo mondo del lavoro, apprezzano infatti le competenze femminili, ma pretendono comportamenti maschili." Quindi esistono ruoli maschili e femminili? Quindi le donne che scelgono di crescere professionalmente sono da considerarsi mascoline? Sono mascoline le donne che lavorano nell'esercito, forse?Ci stiamo dicendo questo? Come ignorare gravi affermazioni istituzionali quali: "La crescita del livello di istruzione per le donne ha avuto come effetto sia il ritardo nella formazione di nuovi nuclei familiari, sia un vero e proprio minore investimento psicologico"? che richiamano, quasi con nostalgia, i tempi dell’oscurantismo sociale e culturale che condannavano la donna a ruoli e funzioni secondarie, subalterne e di dipendenza nei confronti dell’uomo; condizione, questa, che si è cercato di combattere e contrastare fin dai tempi del Risorgimento! Dovremmo forse augurarci, come italiani, che le donne rinuncino ad accedere ai livelli più alti dell’istruzione di questo paese? Studiare, laurearsi, emanciparsi, intraprendere una carriera, perseguire la realizzazione come persona e come donna, sembravano, negli ultimi decenni, gli imperativi da raggiungere, se non fosse che adesso, alle donne, viene ricordato che stanno venendomeno alla loro funzione riproduttiva. Troviamo pericolosissime queste affermazioni, quando soprattutto non si mette in evidenza che in Italia non è mai stata fatta una politica seria, che finanziasse, ad esempio, gli asili nidi all'interno delle aziende, non ci sono campagne di educazione sanitaria che informino adeguatamente su malattie che sono al primo posto come cause per l'infertilità, quali il varicocele maschile e l'endometriosi nelle donne. Sottolineiamo, inoltre, la questione del doveroso RISPETTO per tutte le condizioni di non genitorialità, sia quelle delle persone, donne e uomini, che non hanno la possibilità biologica, psicologica ed economica di generare, sia di quelle che hanno operato una consapevole e legittima scelta non procreativa. Non è chiaro perché lo Stato Italiano debba nuovamente entrare a piedi uniti su una questione così privata e con questi termini che ricordano, in modo fin troppo esplicito, il triste periodo storico del fascismo italiano, durante il quale, tra i molti e diversi modi in cui la democrazia veniva calpestata, si scelse di avviare campagne di invito alla procreazione, sottese unicamente dall’ideologia fascista “il numero è potenza”. Forse le nostre nonne e bisnonne - quelle pluripare accanite - se avessero potuto decidere di fare altro, magari l’avrebbero fatto. Troviamo questa campagna oltraggiosa come donne, come uomini, come persone, ma soprattutto, come professionisti della salute, la troviamo pericolosa per una popolazione femminile, già vessata da condizioni estremamente difficoltose per la scelta di procreareperché le cartoline potrebbero indurre ad un significativo vissuto di colpa patogeno. Una campagna paradossalmente contraria, e non a favore, di donne che potrebbero sentirsi in colpa perché è come se disattendessero un’aspettativa naturale, quando forse quell’aspettativa è più culturale di quanto non si creda. Essere madre o padre rappresenta una scelta/un’opportunità, nella stessa misura in cui si è donna e non madre per scelta o per circostanza o uomo e non padre per gli stessi motivi. Promotori Simona Martini Elisa Faraci Paola Serio Ada Moscarella Pier Angelo Sanna Patrizia Guarino Marinella Magnani Eleonora Mangano Mauro Provenzani Valentina Mossa Sara Alaimo Anna Zinerco Sara Colognesi Rossella Skarlet (Rossella Manzione) Maria Forte Sara Tronati Annalisa Allodoli Miriam Columbro Cristian Stradiotto Daniela Zacchi Rose Delbert Mari La Trottola (Maria Rosaria Russo) Luca Pezzullo Eliana Bruna Cristina Villa Isa Sco (Isabella Scolari) Caterina Frustagli Elisa Flavia Di Muro Carlo del Proposto Baba Ponzo (Barbara Ponzoni studentessa) Eleonora Avi (laureata in psicologia) Alba Bande (Alba Bandera laureata in psicologia) Monica Tratzi Duccio Bianchi (laureato in psicologia) Francesca Lapietra
Sottoscrittori Adriana Serra, Agnese Falcucci, Alberta Xodo, Alessandra Biancardi, Alessandra Casini, Alessandra Cremaschini, Alessandra Da Valle, Alessandra Guerrieri, Alessandra Imbornone, Alessandro Monno, Alessandra Rocco, Alessandra Pisano, Alessandra Schiavon, Alessandro Monno, Alessandra Ricco, Alessia Riolo, Alessia Cuccurullo, Alexandra Ulmer, Alexandra Viechtbauer, Alice Altini, Alice Antonelli, Alice Bisso, Alice Guarneri, Alice Righetti, Alida Conte, Andrea Malpasso, Angela E Jorio, Angela Costagliola, Angela Marchetti, Angela Vinzi, Angelo Barretta, Anna Mottini, Anna Maria Ferraro, Anna Piccinni, Annalisa Civetta, Annalisa Corbo, Annalisa Salari, Annamaria Labanca, Antonella Muto, Antonella Sagone, Antonio Paone, Arianna De Luca, Azzurra Tramonti, Biancamaria Acito, Barbara Cardillo, Barbara Coleschi, Barbara Lucidi, Barbara Vallesi Cardillo, Biancamaria Acito, Calogero Lo Piccolo, Carla Boi, Carla Lo Giudice, Carola Sorrentino, Caterina D’Amore, Caterina Pace, ChAr LiEn, Chiara Antonio, Chiara Carrozzo, Chiara Benedetti, Cinzia D'Intino, Cinzia Gatti, Cla Chiocciola, Claudia Cuollo, Claudia D’Andrea, Claudia Rini, Claudia Sannipoli, Claudio Lucchese, Costanza Tasciotti, Cristina Calendi, Cristina Corselli, Cristina Guglielmetti, Daniela Chiodi, Daniela Dallorto, Daniela Giunta, Daniela Maimone, Daniela Milia, Daniela Vitelli, Daria Urussov, Dario Cantone, Dario Panelli, Debora Conoscenti, Deliana Bertani, Diana Vannini, Dida Centro di Psicologia, Donata Maria Vinelli, Dory Giuffrida, Leonardo  Dino Angelini, Elena Coppola, Elena Sardo Grazie, Elena Tigli, Elena Vezzù, Eleonora Barbieri, Elia Valentini, Eliana Saccone, Elisa Di Giorgio, Elisa Panontin, Elisa Taormina, Elisabetta Loi, Elisabetta Di Chio, Elisabetta Sansone, Emanuela Fiorello, Emanuela Viganò, Emanuele Militello, Emiliana Di Martino, Erica Badalassi, Erica Deangelis, Erica Enea, Erica Deangelis, Erica Tinelli, Ersilia Salis, Evelyn Gianfranchi, Ex Gatto Alessandra, Fabrizio Fucà, Fabrizio Messina, Fausta Fabbris, Federica Flammini, Federica Perrone, Federico Smidile, Flavia Zampa, Fortunata Pizzoferro, Franca Scarlaccini, Francesca Alborè, Francesca Atzori, Francesca Baccini, Francesca Barbaro, Francesca Conti, Francesca Lapietra, Francesca Manzella, Francesca Marino, Francesca Napoli, Francesca Nicassio, Francesco Ceresia, Gabriele Bendinelli, Gabriele Raimondi, Gabriella Margiotta, Gabriella Nostro, Gaetana D’Agostino, Gandolfa Cascio, Gelsomina Liguoro, Germana Pagliaro, Giacinto Scianna, Giada Giusti, Giada Panfili, Giada Vattano, Giancarlo D'Antonio, Giordana Algardi, Giorgia Gugliotta, Giovanna Alagna, Giovanna Mancino, Giovanna Nicaso, Giulia Bellini, Giulia Carlo Cinquerrui, Giulia D'India, Giulia Marchesi, Giulia Zucca, Giuliana Langella, Giuseppa Salanitro, Giuseppina Bulgheroni, Giuseppina Casile, Giuseppina Cannia, Giusi Girasella, Giusi Ustica, Ida Lettiero, Ilaria Chirico, Ilenia Ferraris, Ilenia Ferretti, Ines Nutini, Ingrid Hugnet, Irene Psecoris, Irene Puppi, Irene Zaffiri, Irina Boscagli, Isabella Coletti, Isabella Scolari, Jessica Buscemi, Jessica Busenello, Josie Bruno, Katia Salvaderi (Associazione TerraLuna), La Lau Barbera, La Serena Stanescu, Lara Milani, Laura Bacci, Laura Bellini, Laura Caminiti, Laura Piras, Laura Pizzeghello, Laura Sarti, Laura Siniscalchi, Laura Vitaloni, Leonardo Dino Angelini, Leonardo Seidita, Licia Strazzanti, Lidia Andreazza, Lisa Procuranti, Liviana Sciacca, Lorella Ferlita, Luana Rizzo, Luana Valletta, Lucia Cesaro, Lucia Maggi, Lucrezia Lorito, Luigi Provenzano, Luisa Calagna, Luisa Cerasoli, Maddalena Mancioli, Maddalena Mesto, Manu Liddell, Manuela Bortoluzzi, Manuela D’Addio, Manuela Dellerma, Manuela Ledda, Manuela Lotto, Manuela Monteverde, Manuela Zannelli, Mare Mosso, Maria Alessandra Forlini, Maru Guglielmo, Maria Bucci, Maria Cristina Gresta, Maria Concetta Cardaci, Maria Concetta Cirrincione, Maria Elena Maisano, Maria Lourdes Coretti Petrovich, Maria Lucia Bettinelli, Maria Lucia Ciciretti, Maria Lucia Cornacchia, Maria Luisa Mazzetta, Maria Mirra, Maria Grazia Castrogiovanni, Maria Grazia Mazzotta, Maria Grazia Novara, Maria Psi Pirozzi, Maria Vittoria Zaccagnini, MariaElena Maisano, Marianna Preiti, Mariarosaria Apicella, Mariarosaria Imbimbo, Mariarosaria Saccinto, Marika Giovani, Marilena Iacopo, Marinella Caforio, Marinella Cozzolino, Maristella Messina, Martina Formaini, Martina Franchi, Martina Verde, Massimo Giuliani, Meiuà Pi, Michela Bragaglia, Michela Corrias, Michela De Grazia, Michela De Simone, Monica Peluso, Nadia Malizia, Nastinga Drei, Natalia Altomari, Nicole Adami, Nino Battiato, Ombretta Greco, Olimpia Miraglia, Ornella Cosenza, Ornella Sabbatini, P. 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