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martedì 17 marzo 2020

Accadde oggi: 17 marzo 1991 Referendum sul mantenimento dell'URSS. Una storia che pochi conoscono




Di Marco Barzanti


Il 17 marzo 1991, i cittadini dell'Unione Sovietica furono chiamati alle urne per esprimere il loro parere in un referendum sul mantenimento dell'URSS.


I nazionalisti avevano raggiunto posizioni chiave nella leadership del PCUS, le politiche economiche di Gorbaciov stavano facendo colare a picco il paese; i paesi occidentali stavano lavorando senza sosta per arrivare allo scioglimento dell'URSS e alla fine del suo sistema socialista.

Gran parte delle autorità sognavano di rompere l'Unione Sovietica e in seguito saccheggiare quello che fino a quel momento apparteneva al popolo: fabbriche, terreni, macchinari, aziende, ecc.
Ma i popoli sovietici sapevano che con la fine dell'URSS solo le oligarchie createsi in quegli anni avrebbero vinto e per questo motivo tentarono di evitarlo tramite il referendum.

I risultati parlano da soli, la volontà di mantenere l'Unione Sovietica ha avuto un ampio sostegno popolare.

Più di 185 milioni di persone furono chiamate alle urne, di questi circa 150 milioni degli aventi diritto si recarono a votare.

Il 77% degli elettori votò "Si" per il mantenimento dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, 
solo il 22% votò contro!!!!!

Il "Si" ottenne quasi 80 milioni di voti in più.

In alcune repubbliche le autorità tentarono di sabotare il referendum, temendo proprio questo risultato incredibile.
Ecco i risultati nelle diverse Repubbliche (in percentuale):

Armenia :  71,6 in favore, 27,2 contro
Azerbaijan: 94,1 a favore, 5,9 contro
Bielorussia:  82,7 a favore 17,3 contro
Georgia:  98,9 a favore, 0,7 contro
Kazakistan:  95,6 a favore, 4,4 contro
Kirghizistan: 94,5 a favore, 5,5 contro
Russia:  71,3 a favore 28,7 contro
Tajikistan: 96,2 a favore, 3,8 contro
Turkmenistan: 98,3 a favore, 1,7 contro
Ucraina: 70,02 a favore, 29,8 contro
Uzbekistan: 94,8a favore, 5,2 contro.

Mesi dopo, la volontà "democratica" dei popoli sovietici fu tradita negli uffici.
Yeltsin in testa, con il sostegno dell'Occidente e di Gorbaciov, sciolse l'URSS.

Questi individui non solo tradirono la Costituzione, ma anche la volontà e la scelta "democratica" di centinaia di milioni di persone.


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