Cari tutti
c’è stato un tempo in cui le bandiere della pace sventolavano dai balconi del nostro comune. Era il tempo
in cui molti speravano di impedire la guerra in Iraq. Poi quelle bandiere si sono scolorite, sporcate,
strappate e, una dopo l’altra, sono sparite.
C’è stato un tempo in cui molte donne e uomini di ogni età hanno trovato il coraggio di prendere
posizione, di esporsi in prima persona, di compiere chiare mobilitazioni di pace. Poi è venuto il tempo
amaro del dolore, della rabbia, della frustrazione e, infine, della rassegnazione.
Da allora l’impegno per la pace nel mondo è stato progressivamente rimosso sia dalla politica che
dall’informazione. E persino dall’agenda di tanti partiti, gruppi e organizzazioni. Succede così che
preoccuparsi di quello che succede in Afghanistan e in Palestina, in Yemen e in Iran, in Siria e in Libia, in
Iraq e in Rojava (Kurdistan), ed in altri luoghi del mondo, preoccuparsi dei morti per fame e per
indifferenza, di quelli che finiscono i loro giorni attraversando deserti o nel Mar Mediterraneo è tornato
ad essere un affare di pochi.
Ecco perché bisogna ritirar fuori le bandiere della pace. Per dare un colpo allo scetticismo e alla
rassegnazione che hanno cementificato molte coscienze.
Non sarà facile convincere oggi gli italiani a ritirar fuori le bandiere della pace. Servirà un grande sforzo.
Eppure dobbiamo provarci, tutti insieme. Mettendo a frutto le risorse e le competenze di cui siamo
ricchi. Dietro a questa sfida c’è un progetto tanto ambizioso quanto irrinunciabile: realizzare finalmente
l’Italia che i nostri padri hanno immaginato e dipinto nella Costituzione. L’Italia che ripudia la guerra, che
lotta contro la povertà, taglia le spese militari, investe sull’educazione, rispetta i diritti umani e si prende
cura della Terra in cui viviamo. Il problema non è stabilire se ce la faremo ma quello che decideremo di
fare. Insieme.
Il prossimo 25 gennaio è stata promossa una giornata di mobilitazione internazionale, indetta dal
movimento pacifista USA, contro la guerra di Trump all’Iran per riaffermare il rifiuto alle guerre, per
ribadire la vocazione di pace e la solidarietà con le popolazioni in lotta per i propri diritti e le comunità
vittime di guerre, violenze, ingiustizie, repressioni, occupazioni.
La giornata di mobilitazione in Italia è promossa da molte realtà associative, sindacali e studentesche,
comitati e gruppi locali con iniziative diffuse sui territori. Inoltre c’è l’indicazione di esporre la bandiera
della pace nelle sedi, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle abitazioni.
A livello locale, speriamo fortemente che tutti organizzino azioni di pace (noi volantineremo al mercato
di Palazzolo M. venerdì 24 gennaio).
Con questa lettera non vogliamo, adesso, fissare ne sedi ne date di riunioni, ma avere risposte da tutti
dell’importanza di questo problema, sul fatto che occorra umilmente rimettersi al lavoro, creare un
coordinamento sul territorio, creare iniziative, creare coscienza trovando occasioni e idee unitarie.
Rimanendo in attesa delle vostre risposte vi salutiamo cordialmente.
SINISTRA ALTERNATIVA
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