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lunedì 30 marzo 2015

VASCHE di LAMINAZIONE: impattanti, pericolose, non risolutive. NO GRAZIE!









Fortemente sensibili al problema delle esondazioni del Seveso che vede, i concittadini milanesi (e non solo) ogni anno, subire danni consistenti e traumatici, desideriamo e auspichiamo che vengano attuate soluzioni definitive, funzionali e lungimiranti, che non peggiorino la situazione esistente non solo per i milanesi stessi, ma anche per gli abitanti dei comuni limitrofi.

La decisione a livello politico e tecnico è stata presa e presto inizieranno i lavori di realizzazione delle vasche di laminazione, ma il rischio che la soluzione non risolva il problema delle esondazioni e  diventi un problema futuro per le popolazioni ed i territori coinvolti da questi progetti è elevato.
Invece di prendere decisioni sull'onda dell'emergenza, come spesso succede in Italia, si dovrebbe lavorare con una prospettiva a lungo termine e con uno sguardo d'insieme.
Le “vasche” sono soluzioni vecchie e obsolete perché
producono effetti collaterali sul territorio e, come dichiarato dagli stessi fautori, non completamente risolutivi (nel sito di Regione Lombardia è chiaramente indicato che, anche in presenza di vasche, 6 esondazioni su 17 degli  ultimi  anni non sarebbero state evitate), mentre il problema  può essere affrontato con soluzioni alternative.
In realtà l'obiettivo è quello di ridurre la velocità con cui l'acqua affluisce a valle perché l'eccesso di quantità dove il fiume intubato crea l'esondazione con incalcolabili danni.
Dunque più che ragionare su quello che fa l'acqua a valle si dovrebbe ragionare sul come fare per rallentarne il flusso a monte. Un territorio esageratamente cementificato, impedisce l'assorbimento naturale e ingigantisce l'accumulo di quantità d'acqua nelle fognature e di conseguenza nel fiume.
L'introduzione di vasche di laminazione previste nei comuni di Lentate sul Seveso, Varedo, Senago e Paderno Dugnano, con un'aggiunta di un'altra nel Parco Nord a Milano, chiaramente diminuirà la portata nel fiume, ma l'impatto sarà devastante, in un ambiente già particolarmente compromesso. L'insediamento delle vasche è previsto in aree agricole con dimensioni di circa 40 campi di calcio e con una profondità di circa 30 metri e raccoglierà l'acqua del Seveso fortemente inquinata.
I liquami e le scorie inquinate rimarranno sul fondo e l'eventuale asportazione, la pulizia e  la manutenzione saranno problematiche e costose (con Comuni in gravi difficoltà economiche).
La falda acquifera, che sta crescendo di livello ogni anno, allagherà l'invaso realizzando uno stagno putrido e maleodorante e che comporterà un grande cambiamento dell'ecosistema della zona.

C'è il rischio che le soluzioni di oggi diventino seri problemi domani se non si ha uno sguardo complessivo d'insieme, con la possibilità, in così grandi opere, di corruzione e infiltrazioni mafiose.

Nel progetto delle vasche, emergono lacune notevoli, con punte di pressappochismo davvero preoccupanti.
Le acque del Seveso sono considerate di pessima qualità e classificate come molto inquinate.
Basta andare a pagina 5 della Relazione Istruttoria della Procedura di Valutazione Impatto Ambientale (VIA) dove si legge che: “Le portate scaricate o scaricabili dal CSNO (canale scolmatore) costituiscono una minaccia nei confronti della qualità delle acque del Ticino”.
Ma allora, se quell’acqua è inquinata per il Ticino perché non lo è per le vasche?
Da qui si passa a un altro grande problema: le vasche si situano sopra una falda acquifera.
Il progetto preliminare prevede che la vasca raggiunga una profondità tale che gli ultimi metri sarebbero all’interno della falda stessa, col risultato che l’acqua di falda verrebbe a contatto con l’acqua del Seveso ospitata nelle vasche.
Per ovviare a questo problema il progetto prevede che la vasca sia completamente impermeabilizzata e, con un sistema di canne, sfruttando la bassa pressione idrostatica, si faccia risalire acqua pulita di falda nella vasca ma impedisca all’acqua inquinata del di penetrare nella falda.
Il rischio è enorme nonostante pensino di ridurre la profondità della vasca stessa, riducendo il volume di laminazione da 970.000 metri cubi a 820.000 metri cubi.
La scelta di scavare un paio di metri in meno è una soluzione temporanea, perché la falda è in lenta e costante risalita fin dagli anni novanta, e a tutt’oggi non mostra alcuna intenzione di fermarsi.
Nel mese di dicembre, del resto, fu lo stesso ingegner Paoletti (colui che ha materialmente progettato le vasche) ad affermare a mezza bocca: È meglio non andare a collidere direttamente con la falda”, considerandolo come una questione non ancora risolta e non facilmente risolvibile.
Ma non era tutto sicuro? Se davvero bastava scavare meno, perché tutte queste preoccupazioni?

Evidenti sono le innumerevoli contraddizioni e incongruenze emerse su specifici argomenti:
-        il mutamento dell'ecosistema (es. aumento delle zanzare., topi, ecc..)
-        impermeabilizzazione critica, insufficiente e costosa
-        inquinamento costante
-         manutenzione costosa e incerta

Un ultimo elemento per far capire l'assurdità di questo costosissimo e inutile progetto lo abbiamo dai dati dell’esondazione del luglio 2014, quella che colpì un po’ tutti i paesi lungo il corso del Seveso e che determinò addirittura l’allargamento di una parte della Saronno-Monza che pareva più un fiume che una strada, ebbene si calcolò che la portata di piena del Seveso fosse di oltre 10 milioni di metri cubi, un volume ben al di sopra della previsione più pessimistica del progetto vasche di laminazione che si intendono realizzare a Lentate, Varedo, Senago e Paderno Dugnano valutate per 4,4 milioni di metri cubi d'acqua.
Solo questo basterebbe a dimostrare l'inutilità di un così ampio scempio del territorio!

Le soluzioni si devono basare, non sulle grandi opere invasive, impattanti, molto costose col rischio di non essere risolutive, ma sui piccoli e numerosi interventi distribuiti in ogni Comune per ridurre il rischio alla fonte ed essere più efficaci:
-        evitare quindi il flusso e la concentrazione di acqua
-        ridurre la velocità della stessa
-        ripulitura dei tratti intubati ed eventuale allargamento
-        riassetto del Canale Scolmatore di Nord Ovest (CSNO)
-        separazione delle acque bianche dalle biologiche
-        raccolta e riutilizzo delle acque piovane nei singoli comuni dell'alveo del fiume
-        bonifica puntuale e radicale del fiume Seveso con depuratori distribuiti
-        pulizia dell'alveo del fiume e rallentamento delle portate
-         ampliamento delle reti fognarie

La Convenzione Europea e le leggi europee dicono che non si possono fare opere pubbliche senza la partecipazione della cittadinanza. In Italia non avviene, quasi mai!
Riprendiamoci il nostro ruolo e facciamo valere le nostre ragioni, salvaguardiamo il nostro territorio e la nostra salute!

Con forza e determinazione facciamo sentire la nostra voce:

NON REALIZZATE LE VASCHE DI LAMINAZIONE !



Partito della Rifondazione Comunista - “Circolo Antonio Casaletti” Paderno Dugnano

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