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martedì 25 agosto 2015

IMMIGRAZIONE TEMA DA SCONTRO ASSICURATO!

Parlare di immigrati oggi accade puntualmente quasi ogni giorno.Giungono cosi' a valanga opinioni e notizie da svariate parti che non sempre siamo in grado di interpretare.
Nadia Rosa responsabile sez. PRC di Cinisello Balsamo (Mi) ed ex candidata sindaco alle scorse amministrative , ha preparato un bellissimo resoconto sui tanti punti oscuri che non vengono mai affrontati e che riguardano questo  argomento.
Le bufale a noi piacciono solo accompagnate da dei pomodorini freschi, condite con un filo d’olio.
Quelle che accendono l’odio verso gli ultimi, scatenano la guerra tra poveri e confondono le idee su chi sia il vero responsabile della nostra legittima esasperazione, ci rimangono irrimediabilmente sullo stomaco. Per questo abbiamo pensato di riunire qui sotto le “inesattezze” piu’ comuni che, come un virus, si stanno diffondendo nelle nostre case, nelle nostre scuole, nelle nostre strade.
La crisi, si sa, logora i sentimenti e le condizioni di vita di tutti noi,  e affama di risposte immediate. Ma attenzione a non perdere di vista il vero responsabile di questa sempre piu’ precaria e difficile situazione , con la quale ognuno di noi è quotidianamente costretto a fare i conti.
Il “nemico” è chi butta fumo negli occhi in modo che, piano piano, i cittadini la smettano di pretendere servizi che funzionano, un tetto sopra la testa, un lavoro dignitoso, asili e scuole pubbliche decenti per i nostri bambini, ospedali pubblici efficienti. Incazziamoci e lottiamo per questo.
1.Immigrato = clandestino: FALSO
Per molti concittadini la parola immigrato si associa ancora unicamente a coloro che sbarcano nel meridione, all’elemento oscuro e pericoloso chiamato “clandestino” ai fatti di cronaca nera. Costa molto a politici e mezzi di informazione considerare il fatto che ormai dopo trenta anni la presenza migrante in Italia ha modificato strutturalmente la composizione sociale. Si tratta di un mutamento interno e non indotto, si tratta di quasi 5 milioni di persone che vivono, lavorano, soffrono e gioiscono, si sposano e si riproducono, vanno nelle scuole e cominciano a costituire una base fondamentale di quella che sarà la futura classe dirigente del Paese. Si impongono a volte in classe a volte nello sport e a volte nei luoghi di lavoro, sono fra i primi a sindacalizzarsi (solo la Cgil conta oltre 400 mila iscritti di origine straniera), pagano le tasse, diventano sempre più spesso imprenditori o magari si ritrovano insieme alle giovani coppie autoctone ma prive di reddito ad occupare immobili per risolvere il problema abitativo. Insomma, va riaffermato, l’immaginario delle barche e dei volti sofferenti è una parte anche marginale e non il tutto di questa società cambiata, dietro cui non ci sono solo numeri ma storie di vita terribilmente comparabili con quelle autoctone. La vita quotidiana di gran parte di questi uomini e di queste donne, tanto preziosi quando coprono nicchie economiche lasciate vuote, è scandita dalla assurdità dei tempi di rinnovo dei permessi di soggiorni, (costo dagli 80 ai 200 euro l’anno a persona) dalle difficoltà ad avere una residenza, ad una burocratizzazione sistematica della permanenza in Italia.
2.Gli immigrati sono troppi, costano e non ce li possiamo più permettere: FALSO
Secondo i dati Istat, il rapporto fra spesa e introiti, derivanti da tasse, consumi e mobilità economica, fa sì che in periodo di crisi la presenza migrante abbia garantito, per il 2013, un “saldo positivo” sulla bilancia dei pagamenti di circa 1 mld e 500 milioni di euro. Una cifra senza la quale il crollo del Pil nostrano assumerebbe caratteristiche ancor più catastrofiche. L’invecchiamento della popolazione italiana fa inoltre si che una parte consistente dei trattamenti pensionistici erogati a cittadini autoctoni, sussistono anche grazie alla presenza di lavoratori e lavoratrici migranti che difficilmente riusciranno ad andare in pensione recuperando i contributi versati. Con molti Paesi non esiste infatti accordo di reversibilità o di esportabilità della pensione né di cumulo con quella che si maturerebbe nel proprio paese di origine. Insomma trattasi di contributi regalati agli italiani.
3.Ai “clandestini” vengono erogati dai 900 ai 1200 euro al mese, sottratti al bilancio dello Stato, per non fare nulla in un eterno assistenzialismo: FALSO
Qui si tratta di una sommatoria di bugie:
a) nei centri di accoglienza non vanno “clandestini” ma richiedenti asilo che attendono l’esito di una risposta da parte delle commissioni preposte. L’80% e più delle persone che sbarcano arrivano da Paesi in cui si sta combattendo quella che anche il Vaticano ha definito Terza Guerra Mondiale, dalla Siria all’Eritrea, dall’Iraq alla Somalia.
b) i 35 euro di costo cadauno giornaliero per ogni persona accolta vengono erogati agli enti gestori di ogni singolo centro che debbono provvedere al nutrimento, all’accoglienza, all’assistenza sanitaria e legale, agli interventi di mediazione culturale. Alle persone accolte nei centri arrivano, non sempre 2,50 euro al giorno, per le spese di necessità. In molti centri questo cosiddetto pocket money è distribuito in modo da poterne usufruire solo all’interno dei centri stessi. Che ci sia un vasto sistema di speculazioni in questa modalità di gestione emergenziale di un fenomeno oramai strutturale, è cosa certa. Che ne beneficino i profughi, spesso costretti in condizioni inaccettabili per qualsiasi essere umano è totalmente menzognero, tanto è che non appena possibile, chi è così caldamente accudito in simili strutture, spesso provvisorie, sovente in disfacimento, con personale non formato per tali compiti, fugge di gran lena verso gli altri Paesi europei.
c) gran parte dei fondi impegnati per tale accoglienza provengono dalla tanto vituperata Comunità Europea. E lì c’è un altro dato interessante: l’Italia risulta essere il primo Paese per somme elargite dalla Comunità (470 milioni nel 2013) e l’ottavo per il numero di persone accolte effettivamente. Qualcosa non funziona tanto che sono giunte puntualmente minacce per ridurre le risorse che giungono all’Italia evidentemente mal utilizzate. d) A chi poi afferma che le operazioni di soccorso in mare sono servite ad aumentare il numero di profughi in Italia andrebbe fatto presente che tali misure, come Mare Nostrum, peraltro insufficienti rispetto all’urgenza di alcune popolazioni, hanno esclusivamente diminuito il numero dei morti in mare. Chi fugge da alcuni contesti, in una fase come quella che è in atto, non parte perché certo di arrivare ma solo perché coltiva la remota speranza di farcela, con ogni mezzo.
4.Le persone “irregolarmente presenti” sono cresciute dell’800% : FALSO
Sarebbe facile fermarsi al fatto che la legge ancora in vigore in materia è nota come Bossi-Fini, non proprio fautori della libera circolazione ma la realtà è ancora totalmente rimossa. Intanto specifichiamo che, dei circa 135 mila profughi giunti in Italia, solo il 30% è rimasto nel Bel Paese, che evidentemente così gradevole non risulta. Gran parte dei cosiddetti “clandestini” presenti in massa sono o le persone che hanno chiesto asilo ma che attendono ancora i tempi dell’esame della loro domanda, quelli che non vogliono fare simile richiesta in questo Paese avaro, o le persone che, avendo perso il lavoro, stanno perdendo anche il diritto a restare in Italia.
5.Le nostre città sono meno sicure a causa della presenza di migranti: FALSO
Senza far finta di non vedere le criticità che ci sono soprattutto in alcuni quartieri popolari dove l’assenza di prospettiva favorisce anche circuiti criminali, autoctoni e stranieri, guai a provare a verificare dimensioni e cause della questione. Se mediaticamente trovano sempre più spazio i reati commessi presumibilmente da cittadini stranieri è altrettanto vero che è necessario che tali situazioni vengano affrontate per quelle che sono, questioni sociali in cui, accanto al reato da perseguire (il reato è commesso da una persona non da una comunità) si tratta di garantire ai territori maggior intervento delle amministrazioni, servizi, risorse di cui debbono essere beneficiari autoctoni e non. Se alcune sacche di microcriminalità crescono all’interno delle comunità straniere va svolto un intervento che non può tradursi nella caccia indiscriminata allo straniero. Diritti e servizi sarebbero un investimento che invece le politiche liberiste sottraggono alle fasce più vulnerabili, indipendentemente dalla nazionalità.
6.I migranti che arrivano in Italia sono terroristi islamici: FALSO
A parte il “futile” particolare che la maggior parte delle persone che giungono in Italia professa la religione cattolica bisogna fare un altro salto di riflessione. Andrebbe quantomeno specificato che chi fugge dai Paesi in cui si vagheggia il califfato è di solito preso fra gli attacchi integralisti, quelli dei regimi finora imperanti e i bombardamenti umanitari occidentali. Altro che terroristi infiltrati. Più complesso è il tema di coloro che, nati e cresciuti in Occidente si sentono chiamati ad una Guerra Santa. Finora hanno agito recandosi a combattere nei Paesi di origine o in quelli in cui è più forte il conflitto. Per impedire che avvengano tragedie come quelle intercorse dal 2001 al 2005 forse sarebbe molto più efficace garantire la libertà di culto (non strepitare alla minaccia di apertura di una moschea), supportare i tanti e le tante che si stanno ribellando dall’interno del mondo musulmano (la maggioranza) e che rifiutano ogni ipotesi di religione intesa come guerra.
7.C’è concorrenzialità sul piano occupazionale con i lavoratori e le lavoratrici stranieri: VERO MA…
C’è un mercato del lavoro al ribasso di cui sono responsabili tutte le innumerevoli riforme a cui questo è stato sottoposto negli anni, al precariato galoppante (altro che flessibilità) alle mille forme di deroga al contratto nazionale. Ma, se invece di colpire chi è costretto a lavorare con minori tutele e salari più bassi, pena il rischio di divenire irregolari (clandestini) si andasse a colpire chi lucra illegalmente su tale condizione, forse le cose cambierebbero. Così come cambierebbero, in meglio e anche per gli autoctoni, le modalità di vita e di lavoro di chi è costretto nel sommerso. Ma, nonostante leggi formulate e mai applicate integralmente, chi è al nero si deve ancora nascondere. In caso di controlli da parte degli insufficienti ispettorati del lavoro, a rischiare è il lavoratore o la lavoratrice. Il padrone (è improprio parlare di datore di lavoro) è colpito solo in caso di “grave sfruttamento” o “riduzione in schiavitù”, quanto è grave lo sfruttamento e quanto è reale la schiavitù lo stabilirà un giorno un giudice, nel frattempo espulsioni per chi è stato sfruttato e non è in regola, nessun problema per chi commette simili odiosi reati.Chi arriva in questo periodo, soprattutto sulle coste italiane, in fuga dalla guerra, è portatore di malattie letali e di pandemie vere e proprie come l’ebola ma anche di più diffuse patologie trasmissibili.FALSOOgni persona che arriva è da sempre sottoposta ad attenta visita medica. Ad affermarlo è l’Organizzazione Mondiale per la Sanità a praticarlo sono organizzazioni umanitarie internazionali come Croce Rossa, Medici Senza Frontiere ed altre presenti nei luoghi di sbarco col proprio personale. Scarsi finora i rilevamenti di malattie veicolabili come la Tbc, più facili le infezioni cutanee, facilmente curabili e che difficilmente si trasmettono fuori dai centri di accoglienza. Inesistente la minaccia ebola. Finora le uniche persone giunte nel mondo occidentale che hanno contratto tale morbo erano operatori sanitari giunti per via aerea e per essere curati. Chi ha contratto tale virus, rapidissimo nei tempi di incubazione, non ha neanche il tempo e l’energia per mettersi in viaggio in percorsi che durano mesi e mesi. Si aggiunga che nei 3 Paesi dell’Africa Occidentale in cui si sta sviluppando l’epidemia le frontiere sono chiuse e non è possibile salire su un aeroplano, anche se in possesso del visto, se prima non si sono effettuati esami che dimostrino l’assenza di patologie. Anche in assenza di malattia conclamata, una semplice alterazione della temperatura porta a impedire la partenza. Quindi meno paure da diffondere e più investimenti per curare laddove pur non esistendo un vaccino certamente efficace è possibile guarire se si interviene tempestivamente. Msf che opera in questi paesi è riuscita, con il proprio intervento a far crollare la percentuale dei decessi dall’80% al 50% e si conta di poter migliorare ancora i risultati.

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