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martedì 5 dicembre 2017

NOVE DICEMBRE APPUNTAMENTI ANTIFASCISTI A COMO E BRESSO


Como / manifestazione antifascista del 9 dicembre 2017 : Antonello Patta (segretario regionale Prc/SE Lombardia) e Fabrizio Baggi (resp. politiche migratorie Prc/SE Lombardia) hanno dichiarato: «Il 9 dicembre il nostro Partito sarà in piazza con la Rete Como Senza frontiere della quale siamo tra i fondatori. Ci saremo senza adesione politica alla manifestazione del Pd che sfoggia un antifascismo dal sapore elettorale».

Como, manifestazione antifascista del 9 dicembre 2017 : Antonello Patta (segretario regionale Prc/SE Lombardia) e Fabrizio Baggi (resp. Politiche migratorie Prc/SE Lombardia) hanno dichiarato: «Il 9 dicembre il nostro Partito sarà in piazza con la Rete Como Senza frontiere della quale siamo tra i fondatori. Ci saremo senza adesione politica alla manifestazione del Pd che sfoggia un antifascismo dal sapore elettorale».
Il 09 dicembre, il Partito della Rifondazione Comunista della Lombardia sarà in piazza a Como per rivendicare l’applicazione della Costituzione Antifascista nata dalla Resistenza, e per denunciare ancora una volta la pericolosissima deriva neofascista che da anni attraversa il nostro Paese e la nostra Regione. 
Di ciò portano la responsabilità anche le istituzioni, prefetture e ministri degli interni di governi guidati o sostenuti dal partito democratico, nella misura in cui da anni, invece di garantire il Dettato Costituzionale, applicare le leggi esistenti, e sciogliere le organizzazioni neofasciste, mostrano inerzia e tolleranza verso le tantissime manifestazioni di apologia di fascismo.
Infatti da anni restano inascoltate le proteste degli antifascisti contro la concessione, dell’agibilità politica e di spazi pubblici, anche da parte di amministrazioni a guida PD  alle organizzazioni neofasciste che continuano a propagandare indisturbate, con esibizione della paccottiglia di simboli neofascisti e nazifascisti, teorie deliranti sulla cosiddetta “invasione” e l’odio verso i migranti.
Come Prc/SE saremo in piazza con la Rete Como Senza frontiere della quale il nostro Partito è membro sin dalla fondazione per denunciare nuovamente come l’assunzione dei temi cari alle destre specie sulle politiche migratorie produca accordi criminali come quello stretto dal Governo Gentiloni con il “non governo” libico ed il decreto Minniti-Orlando e lungi dal contrastarle favorisca il rafforzamento delle ideologie e delle organizzazioni di estrema destra.
Con questi intenti parteciperemo alla manifestazione, ed invitiamo tutte e tutti a fare lo stesso, in quanto crediamo che l’antifascismo sia un tema che riguarda tutte e tutti e che quanto successo martedì a Como non debba e non possa mai più ripetersi.
Nello stesso tempo invitiamo tutte e tutti, noi stessi in primo luogo, a proseguire con iniziative e con l’opera di sensibilizzazione ai valori democratici ed antifascisti fino alla “messa fuori legge di tutte le organizzazioni nazifasciste” 

APPELLO DELL’ANPI BRESSO AI CITTADINI
Vista la presenza sul territorio di Casapound
Sabato 9 dicembre 2017 l'ANPI Bresso organizza un presidio antifascista.
Appuntamento alle ore 10.00 presso il monumento ai Partigiani lungo la passeggiata di via Vittorio Veneto (fronte CityCenter).
Sono invitate tutte le associazioni ed i cittadini che si riconoscono nei valori della Costituzione, dell’antifascismo, dell’integrazione e dell’accoglienza per un presidio che ribadisca l’estraneità della comunità bressese alle ideologie fasciste e xenofobe.

 

lunedì 4 dicembre 2017

COMUNITA' CONGOLESE E CONSULTA STRANIERI ,INTEGRAZIONE E ARRICHIMENTO

Sabato 2 dicembre al Centro Greppi di Pero, si è svolta l'iniziativa Cori Gospel per la raccolta fondi di una scuola a Pool in Congo. 
Una splendida occasione per assaporare quello stare assieme ad altre persone ,che pur vivendo nei nostri territori fanno fatica ad integrarsi ,persone che hanno tanto da raccontare e con cui si puo' iniziare a condividere nuovi percorsi.
L'intervento iniziale di Fabrizio Baggi segreteria Prc regionale, ha sottolineato l'importanza del valore dell'integrazione ,della  tolleranza e della conoscenza ,senza tralasciare alcuni aspetti normativi, evidenziando anche l'intensa attività  vissuta nella realtà comasca. 
I saluti e l'intervento della Consulta Stranieri di Pero e Rho, hanno  raccontato una realtà che emargina ed aggredisce lo straniero, la lotta fra poveri che tentano di sopravvivere, in una società sempre piu' inumana, diviene guerra spietata che solo attraverso l'integrazione puo' esser sconfitta.
L'animazione di Cori Gospel,la proiezione di immagini del Congo, hanno concluso la bellissima serata, frutto del lavoro di tre circoli PRC.











LA VERA SINISTRA ALTERNATIVA AL PD ED ALLE DESTRE



Documento approvato dal Comitato Politico Nazionale del PRC del 2-3/12/2017

Il progetto politico che abbiamo perseguito in tutti questi anni e che continuiamo a perseguire, è la costruzione della sinistra antiliberista, autonoma e alternativa rispetto ai soggetti politici esistenti, fondata sulla democrazia e sulla partecipazione.
Con questa ispirazione abbiamo partecipato al “percorso del Brancaccio”, accogliendo l’idea di una lista che unificasse la sinistra sociale e politica e le tante forme di civismo e partecipazione, su un programma di attuazione della Costituzione e di netta alternativa al PD, le cui politiche da anni sono “indistinguibili da quelle della destra”.
Lo abbiamo fatto nella prima assemblea nazionale, lo abbiamo fatto lavorando in maniera determinante, assieme con L’Altra Europa, nella promozione delle tante assemblee territoriali che si sono svolte in questi mesi e che avrebbero dovuto portare, attraverso un percorso partecipato ed inclusivo, a determinare per le prossime elezioni la presenza di una lista unitaria di una sinistra nuova e radicale.
Abbiamo accettato la sfida con una disponibilità assai diversa da quella di altre formazioni politiche cheal di fuori di quel luogo unitario hanno costruito un’aggregazione che va definendosi con caratteristiche assai distanti da quelle auspicate inizialmente dai promotori del Brancaccio.
Fin dall’inizio, e come ribadito nel documento approvato dalla Direzione Nazionale il 28 ottobre, abbiamo evidenziato che “un programma radicale e un profilo di netta discontinuità col passato” erano le condizioni che potevano determinare l’unità auspicata dalle assemblee del Brancaccio. Per questo abbiamo giudicato negativamente l’interruzione del percorso e l’annullamento dell’assemblea convocata per il 18 novembre, assemblea che avrebbe dovuto, fare la sintesi programmatica del lavoro delle assemblee, e confrontarsi sulle condizioni politiche per una lista unitaria.
Per questo diamo una valutazione negativa sui contenuti e sul profilo politico dell’aggregazione che si è determinata tra MPD, SI e Possibile ha bloccato ogni ipotesi di costruzione democratica e dal basso di una sinistra nuova e radicale, come aveva invece proposto il Brancaccio. La riproposizione strategica del centro sinistra a cui si tratterebbe di costruire la gamba sinistra, è un errore. Se in questo paese sono cresciute la sfiducia verso la politica e all’interno di questa hanno ripreso piede proposte razziste e fasciste questo è dovuto proprio al disastro sociale determinato dalle politiche neoliberiste che sono state praticate dai governi di centro destra e di centro sinistra che si sono succeduti in questi anni. Il nodo è la costruzione di una sinistra di antiliberista che sappia mettere in discussione il complesso delle politiche liberiste, dal pareggio di Bilancio in Costituzione alla legge Fornero, dal pacchetto Treu al Jobs act, dalle privatizzazioni alla buona scuola.
Non vengono però meno le ragioni che avevano motivato il nostro impegno nel processo innescato dall’assemblea del Brancaccio né il patrimonio di relazioni che abbiamo costruito con migliaia di compane e compagni della sinistra in tutto il paese con cui abbiamo discusso e ci siamo confrontati. A tutti questi compagni e compagne, alle forze che hanno partecipato a questo processo, rivolgiamo un forte appello affinché partecipino al processo di costruzione della lista della sinistra di alternativa. Rifondazione Comunista non rinuncia alla costruzione di una proposta di sinistra per le prossime elezioni con una proposta che abbia le caratteristiche programmatiche delineate nel documento della Direzione Nazionale del 28 ottobre. Per questo continuiamo a lavorare per il coinvolgimento di tutte le persone, le compagne e i compagni, le aree e le soggettività della sinistra antiliberista e anticapitalista, dei movimenti, a partire dal movimento delle donne e a tal fine porta avanti un’interlocuzione larga con spirito inclusivo e unitario.
Il Comitato Politico Nazionale del PRC dà quindi mandato alla Direzione Nazionale e alla Segreteria di proseguire nel percorso avviato di costruzione di una lista della sinistra di alternativa mantenendo l’attitudine unitaria e avanzando una proposta aperta a tutti i soggetti che intendono lavorare per la costruzione di una lista della sinistra antiliberista: a partire da coloro che hanno partecipato e condiviso il percorso del Brancaccio, le esperienze civiche territoriali, l’associazionismo impegnato nella solidarietà e nelle pratiche mutualististiche,  i movimenti di lotta, i centri sociali, le organizzazioni politiche della sinistra antagonista.
Il CPN ritiene necessario avanzare una proposta credibile ed effettivamente alternativa al centrosinistra che faccia delle elezioni un passaggio verso la costruzione di una forza e di uno schieramento popolare che lavori per un’alternativa di società. Una proposta che unisca programmi, lotte, conflitti, pratiche sociali e mutualismo, che punti a costruire un’aggregazione su basi solide e credibili. Una proposta che tenga insieme le tante forme del fare politica oggi: partiti, movimenti, sindacati, centri sociali, una proposta radicale, che fondi il consenso sulla capacità di conflitto e trasformazione del senso comune, che valorizzi chi ogni giorno fa militanza con sacrificio e passione. Una proposta che si intrecci con il movimento delle donne, la mobilitazione per la scuola pubblica e le lotte sociali, a partire da quelle contro la precarietà e per l’abolizione della riforma Fornero che stanno attraversando il paese e che pongono con forza la necessità di uno sciopero generale contro le politiche del governo e dell’Unione Europea. L’unificazione e lo sviluppo di queste lotte, il dispiegarsi di un forte conflitto di classe e popolare nel paese è condizione essenziale per aprire concretamente la strada dell’alternativa e per sconfiggere la logica della guerra tra i poveri di cui si nutrono le destre fascistoidi e razziste.
In tale direzione va la nostra partecipazione all’assemblea del Teatro Italia svoltasi il 18 novembre u.s. a Roma, convocata dalle compagne e dai compagni dell’Ex-OPG – Je so pazzo, assemblea che valutiamo molto positivamente per la capacità di far esprimere – nonostante il tempo brevissimo della convocazione – esperienze di lotta, pratiche solidali, volontà di partecipazione, nuovo entusiasmo e di cui accettiamo la sfida. Una proposta che giudichiamo importante per quel lavoro di costruzione del blocco socialdi riconnessione tra sociale e politico in cui rifondazione comunista è strategicamente impegnata. Consideriamo positivo l’approccio proposto per costruire una proposta politica che unisca le forze politiche e sociali antiliberiste e anticapitaliste, ambientaliste, antisessiste, antirazziste per una alternativa di società. Riteniamo altresì necessario che questo processo si articoli e radichi in forme democratiche e partecipate sui territori, al fine di poter costruire dal basso una lista della sinistra antiliberista. Nella crisi della politica che caratterizza l’ora presente le forme democratiche e partecipate di costruzione della lista, lungi dall’essere una questione formale, sono essenziali al fine di ottenere un effettivo allargamento dei soggetti protagonisti della costruzione della lista e del carattere effettivamente sociale e popolare della stessa. Il Prc si impegna quindi a lavorare a una costruzione unitaria, con tutte le forze politiche e sociali interessate, e un percorso partecipato nei territori, in vista della presentazione alle prossime elezioni politiche di una lista antiliberista, popolare, del “basso contro l’alto”, quindi di sinistra. Una lista  contro la gabbia neoliberista dei trattati europei e i processi di militarizzazione dell’Unione Europea.Il PRC conferma e rilancia la campagna contro la legge Fornero. La controriforma delle pensioni ha rappresentato il provvedimento più violento per la vita delle lavoratrici e dei lavoratori in produzione, ha colpito in particolar modo le donne, su cui continua inaccettabilmente a scaricarsi il doppio lavoro produttivo e riproduttivo, ha costruito un nuovo muro nell’accesso al mondo del lavoro per le giovani generazioni. E’ una delle maggiori ferite aperte nel paese, e la nostra iniziativa (la raccolta delle firme nei luoghi di lavoro e online, la costruzione di iniziative e assemblee) su questo terreno può e deve parlare alla rabbia che attraversa tanta parte del mondo del lavoro, come alla disoccupazione e alla precarietà, configurandosi come uno dei terreni di un processo di ricomposizione sociale. Allo stesso tempo ci poniamo in relazione con i processi di mobilitazione esistenti, che riteniamo debbano svilupparsi e avere uno sbocco con lo sciopero generale.

HONDURAS DEMOCRAZIA NEGATA

Pubblichiamo l'approfondimento di Andrea Vento sulla situazione honduregna  del dopo elezioni.

Honduras: il ritorno del Golpe Soave..in forma preventiva

Il Golpe Soave, Blando o Istituzionale a seconda delle definizioni e delle sfumature di realizzazione viene attuato in forma incruenta attraverso l’azione convergente di alcuni settori della Magistratura, di forze politiche disposte a clamorosi ribaltoni degli esiti elettorali, di settori degli apparati di Sicurezza, con il fondamentale appoggio dei media, soprattutto privati, che ne preparano l’attuazione con potenti campagne diffamatorie tese a creare consenso nell’opinione pubblica interna e internazionale, intorno all’opera di deposizione di Presidenti eletti attraverso regolari passaggi elettorali. Il tutto sotto la regia internazionale dei poteri forti e delle strutture di Intelligence statunitensi.

Dopo il già citato caso di Zelaya, ricordiamo in ordine cronologico, tralasciando le numerose fallite, la deposizione del Presidente paraguayano, l’ex Vescovo Fernando Lugo, nel 2012 e quella più clamorosa di Dilma Roussef in Brasile nell’estate del 2016[2] che oltre a portare il suo ex vice-presidente Temer alla presidenza, a seguito del ribaltone del suo partito (il Pmdb), con un nuovo governo espressione delle oligarchie, ha, soprattutto, mutato gli equilibri geopolitici interni al Sud America e al Mercosur, spostandone decisamente l’asse a destra.

Il copione ormai consolidato del Plan Condor 2.0, come definita tale strategia da diversi analisti, risulta tuttavia sempre oggetto di aggiornamenti e di integrazioni: se fino ad oggi sono risultati vittime di tali strategie Presidenti in carica, in questa occasione in Honduras sembra si sia andati oltre.

Veniamo ai fatti. Domenica 26 novembre si sono svolte le elezioni presidenziali che vedevano contrapposti il Presidente post golpe in carica dal 2013, Juan Orlando Hernández del Partido Nacional, espressione dell’oligarchia, ricandidatosi grazie a una forzatura dell’articolo 239 della costituzione che vieta la rielezione alla massima carica nazionale, contro Salvador Nasralla, candidato dell’Alleanza di opposizione contro la dittatura, la cui significativa denominazione lascia più di un dubbio sulle piene condizioni democratiche dell’assetto politico-istituzionale del paese istmico. I primi risultati elettorali ufficiali, arrivati con sospetto ritardo, già vedevano in vantaggio il candidato dell’opposizione e allorché la vittoria di quest’ultimo era ormai certa, appurati i 5 punti percentuali di vantaggio accumulati dallo spoglio del 57% delle sezioni elettorali,  il Tribunale Supremo Elettorale, controllato dal governo, ha diramato la sconcertante dichiarazione di non poter procedere oltre nella diffusione dei risultati a causa della mancanza di dati, assicurando però di essere in grado di effettuarla «al più tardi giovedì», casualmente dopo la partenza degli Osservatori internazionali. Il presidente del Tse, David Matamoros, ha poi aggiunto che i risultati finali sarebbero stati disponibili solo giovedì, a causa del tempo impiegato dai camion dell’esercito per trasferire nella capitale le casse dei verbali dei seggi provenienti dall’interno del Paese, quelli che non erano stati inviati elettronicamente dai centri di votazione. La ripresa della diffusione dei dati, seguita con trepidazione e sospetto dalle forze di opposizione, ha visto inizialmenteun inaspettata rimonta di Hermandez culminata in un clamoroso, seppur risicato, sorpasso. Infatti dal 94,81% delle schede scrutinate Hernandez risultava sorprendentemente in vantaggio col 42,69% dei voti contro il 41,60%. L’incredulo Nasralla non ha quindi riconosciuto l’esito del voto ed ha richiesto ufficialmente di visionare «i 5.174 verbali introdotti nel sistema senza essere stati trasmessi tramite scannerizzazione dai centri di votazione» che, peraltro, erano stati inviati, oltre che al Tse, anche ai partiti e, non casualmente, all’ambasciata degli Stati Uniti in Honduras, a conferma della regia internazionale che coordina le strategie destabilizzanti in America Latina, il tradizionale “cortile di casa” statunitense.
La sconcertante vicenda elettorale ha innescato precise richieste di ripristino della legalità del processo elettorale da parte dell’Alleanza di opposizione contro la dittatura e innescato manifestazioni e proteste di piazza da parte del popolo che vede sempre più concretizzarsi il rischio di un nuovo ribaltamento della volontà democratica uscita dalle urne. La risposta del governo al momento è stata di natura repressiva e violenta  causando, al momento, la morte di 11 persone fra cui un bambino 11 anni, numerosi feriti, oltre a centinaia di arresti. Il governo ha ulteriormente inasprito la repressione dichiarando sabato 2 dicembre lo Stato di Emergenza per 10 giorni, durante il quale non si potrà uscire di notte oltre, oltre a concedere alla polizia e all’esercito il potere di sgomberare strade, ponti ed edifici pubblici occupati dai manifestanti che chiedono il rispetto della volontà popolare.

La situazione in Honduras si presenta delicata e in pericolosa evoluzione vista la spirale di violenze innescate dalla repressione governativa. Il ripristino della legalità istituzionale, a mio avviso, in assenza di pressioni della comunità internazionale, Onu in primis, si prospetta alquanto improbabile accertato l’incondizionato appoggio riservato all’oligarchia honduregna dagli Stati Uniti e l’oscuramento mediatico attuato sulla inquietante vicenda dall’apparato mediatico main stream internazionale. E’ un caso fortuito che la Rai, pseudo servizio pubblico, dopo aver per mesi enfatizzato la crisi venezuelana stravolgendone i connotati e i ruoli, stia ignorando totalmente i brogli elettorali e la violenta repressione in atto in Honduras?

Eppure poteva effettuare un clamoroso scoop sull’evoluzione della strategia del Golpe Soave: dalla deposizione di Presidenti nel pieno delle loro funzioni al ribaltamento degli esiti elettorali. In pratica l’inaugurazione del Golpe Soave preventivo. Ma forse era chiedere troppo ad un servizio pubblico che si dimostra sempre più subalterno agli interessi geopolitici degli Usa, i quali per rivestire davvero il tanto sbandierato ruolo di paladini delle libertà e della democrazia dovrebbero iniziare a rispettare i processi democratici e gli esiti elettorali degli altri paesi, senza intervenire per sovvertirli, né preventivamente né in corso di mandato istituzionale.


 



venerdì 1 dicembre 2017

IL SIGNIFICATO DELL'INTEGRAZIONE NON SOLO A PAROLE

Domani sarà una giornata ricca di iniziative a partire da Milano in Porta Venezia ,con la manifestazione contro El Bloqueo  attuato nei confronti del popolo cubano,sino all'evento che i tre circoli PRC di Paderno, Pero e Rho hanno costruito proprio in quel di Pero per aiutare i bambini di Pool in Congo.
Un lavoro costante ,con la Comunità Congolese di Paderno che ha visto vocaboli come integrazione ,assumere il vero senso dell'esserci non solo a parole, nonostante l'oscuramente dei blog locali che non ne hanno voluto cogliere l'importanza.
Il territorio ha bisogno soprattutto di questo , una sana e concreta politica di integrazione per poter vincere quell'indifferenza e intolleranza ,propinata da chi non ha il coraggio di accettare i cittadini del mondo.


mercoledì 29 novembre 2017

NO AL FASCISMO!APPLICHIAMO LA COSTITUZIONE!

Ancora l'ennesima provocazione, ancora una volta il terrore di un passato non troppo lontano torna a bussare alle nostre porte. Ieri sera il grave episodio accaduto a Como settimana prossima l'Anpi Bresso(Mi) chiama a raccolta tutte le forze democratiche per un presidio contro l'ennesimo spazio concesso a Casa Pound.
Pubblichiamo il comunicato stampa del PRC Federazione di Milano e l'appello dell'Anpi Bresso.

COMUNICATO STAMPA:
Squadristi. Non c’è altro modo per definire chi ieri sera ha interrotto la riunione di Como Senza Frontiere con un’azione che ricorda quanto avveniva negli anni Venti in Italia.
Ci stringiamo ai compagni e alle compagne di Como senza Frontiere in un abbraccio di solidarietà dopo la gravissima provocazione culminata con la lettura di un volantino che chiarisce la natura di chi lo ha prodotto: razzista, violenta e fascista.
Il clima paranoico e securitario nel quale siamo immersi, la crisi economica e il continuo abbassare l’asticella dell’umanità sono il miglior concime per lo sviluppo di movimenti di questo genere. I partiti che li accolgono e li agevolano, i media che li ospitano e le istituzioni che concedono loro gli spazi sono complici di quanto accade. Guardiamo con grande preoccupazione quanto sta avvenendo in questi giorni con il moltiplicarsi di episodi come quello di ieri e la crescita di movimenti come Casapound, Lealtà azione e Forza Nuova. Il tutto in una sostanziale immobilità di chi, attento a fare accordi vergognosi con la Libia sui migranti, nulla di concreto agisce contro i fascisti.

I decreti che criminalizzano le persone solo perché vivono in una situazione di disagio e la gestione fallimentare della cosiddetta accoglienza non fanno altro che alimentare odio e ricerca di un capro espiatorio e sviare l’attenzione su quello che è il reale cuore del problema: la totale disumanità del liberismo che distruggere le vite e l’ambiente.
Continueremo a praticare la lotta per la giustizia sociale, l’uguaglianza e il diritto di tutte e tutti a una vita migliore sempre accanto a chi svolge un lavoro prezioso sui territori come le compagne e i compagni di Como.

Il PRC - SE Federazione di Milano

APPELLO DELL’ANPI BRESSO AI CITTADINI
Vista la presenza sul territorio di Casapound
Sabato 9 dicembre 2017 presidio antifascista
Appuntamento alle ore 10.00 presso il monumento ai Partigiani lungo la passeggiata di via Vittorio Veneto (fronte CityCenter) sono invitate tutte le associazioni ed i cittadini che si riconoscono nei valori della Costituzione, dell’antifascismo, dell’integrazione e dell’accoglienza per un presidio che ribadisca l’estraneità della comunità bressese alle ideologie fasciste e xenofobe.
Casapound - un'organizzazione i cui membri si autodefiniscono 'fascisti del terzo millennio', che da anni si distingue nelle città italiane nel praticare violenze ai danni di cittadini stranieri, omosessuali, di sinistra - sabato 25 novembre al grido di “Stop all’immigrazione, prima gli italiani”, con una dozzina di militanti ha organizzato un volantinaggio contro il centro di accoglienza di via Clerici millantando fantomatici stupri, furti ed aggressioni giornaliere da parte degli ospiti del centro.
Casapound ha richiesto un altro permesso di occupazione del suolo pubblico per il prossimo 9 dicembre!
Non vogliamo dare più importanza ai neofascisti di quanta (non) ne abbiano. Ma siamo antifascisti convinti, perché viviamo nella città che ha avuto 5 martiri, dove vivono ancora persone sopravvissute ai lager tedeschi per donarci la libertà di cui oggi beneficiamo, perché Bresso combatte ogni giorno contro i fascismi e ad essi si oppone.
Noi ci opponiamo all'Europa dell'impoverimento di tutte le popolazioni e dei muri, gli stessi che i neofascisti vorrebbero innalzare con idiote argomentazioni suprematiste.
Ci battiamo per un'Europa diversa che sia continente di pace, che affermi la giustizia tra i popoli contro gli interessi dei potenti che scaricano i conflitti sulle genti e foraggiano l’industria delle armi.
Ci battiamo per una diversa politica dell'accoglienza e dell'integrazione, unico vero strumento contro integralisti e terroristi.
Chiediamo al Sindaco Ugo Vecchiarelli, da sempre schierato contro ogni forma di fascismo e razzismo, di ribadire che Bresso e le sue Istituzioni sono antifasciste e antirazziste.
Chiediamo che le Istituzioni si attivino contro le forme di nazifascismo che stanno tornando sotto mentite spoglie: la nostra città non merita di diventare teatro di nostalgici del ventennio che oltraggiano gravemente la sua memoria.
Chiediamo alle istituzioni locali il rispetto della legalità democratica di fronte a manifestazioni che violino direttamente la Costituzione.Inoltre chiediamo una modifica ai regolamenti per la concessione di spazi comuni e suolo pubblico e che all’atto della richiesta di autorizzazione venga rilasciata una dichiarazione di esplicito riconoscimento della Costituzione e dei valori in essa contenuti.
Siamo certi che i cittadini e le cittadine di Bresso sapranno dare la migliore dimostrazione di dignità, di intelligenza e di coraggio mantenendo la nostra citta immune dal rigurgito e dall’emersione dei fascisti del “terzo millennio”
DIFENDIAMO LA NOSTRA CITTÀ, NO AL FASCISMO!

martedì 28 novembre 2017

ABROGHIAMO LA LEGGE FORNERO FIRMA ANCHE TU

Partita la raccolta firme per chiedere l'aborgazione della legge Fornero.
 Lo facciamo nei luoghi di lavoro ma anche on-line. Sappiamo che è un obiettivo difficile, ma che va perseguito comunque con determinazione. Perché tutt@ stanno pagando un prezzo troppo alto!
 su  Change.org
NO ad un nuovo aumento dell’età pensionabile.     Sì alla cancellazione della Legge Fornero

NO ad un nuovo aumento dell’età pensionabile.     Sì alla cancellazione della Legge Fornero

Rifondazione Comunista


Le sottoscritte cittadine e i sottoscritti cittadini:
Premesso che:
- l’articolo 24 del Decreto-Legge 6-12-2011 convertito con Legge n.214 del 22-12-2011 (c.d. riforma Fornero) ha provocato un brusco innalzamento dell’età pensionabile, allungando il tempo di lavoro fino a oltre 6 anni rispetto alla normativa preesistente. Questo è avvenuto attraverso la modifica sia dei requisiti per la pensione di vecchiaia, sia di quelli per la pensione di anzianità, da quel momento ridenominata “anticipata”;
- la “riforma Fornero” ha in questo modo determinato l’età legale di pensionamento dell’Italia ai livelli più alti di tutti i 27 paesi della UE (seconda sola alla Grecia);
- la norma introdotta dalla L.102/2009 sull’adeguamento dell’età pensionabile alla cosiddetta aspettativa di vita, si applica oggi ai nuovi requisiti previsti dalla “riforma Fornero”, determinando il continuo allontanarsi dell’età pensionabile, che raggiungerà secondo le previsioni i 70 anni intorno al 2050;
-in assenza di un intervento, ad oggi non previsto dalla Legge di Bilancio, a partire dal 2019 l’età per la pensione di vecchiaia arriverà a 67 anni, mentre l’anzianità contributiva per la pensione c.d. anticipata diventerà di 43 anni e 3 mesi per gli uomini e di 42 anni e 3 mesi per le donne. Per le lavoratrici del settore privato, l’aumento dal 2019, per il sommarsi di diverse norme, sarà in realtà di 1 anno e 5 mesi;
Considerato che:
- tali aumenti dell’età pensionabile non rappresentano altro che un incremento dell’orario di lavoro nell’arco della vita, nel momento in cui è sempre più urgente una riduzione del tempo di lavoro per redistribuire la produttività,  dare soluzione al problema della disoccupazione e sottoccupazione, affrontare la nuova fase dei processi di automazione delle produzioni;
- la “riforma Fornero” sta già oggi dispiegando i propri effetti negativi sull’insieme della società: sui lavoratori adulti che non ce la fanno a continuare a lavorare in età avanzata; sulle donne penalizzate nel lavoro e nell’accesso alla pensione dal lavoro riproduttivo che ancora ingiustamente grava su di loro; sui giovani il cui accesso al mondo del lavoro è ulteriormente impedito dalla forzata permanenza dei lavoratori più anziani;
- desta particolare allarme il fatto che negli ultimi anni il numero degli occupati cresca fortemente tra gli ultracinquantenni (quasi 1 milione di occupati in più da gennaio 2015 ad oggi) mentre diminuisce nelle fasce centrali dell’età lavorativa e parallelamente si assiste ad un incremento dei numero di contratti precari. E’ motivo di altrettanto allarme la crescente emigrazione dall’Italia delle giovani generazioni;
Considerato inoltre che:
- la “riforma Fornero” non è stata determinata da problemi di sostenibilità del preesistente sistema pensionistico, e che anzi il rapporto tra contributi versati e pensioni erogate, al netto dell’assistenza (cui devono far fronte le risorse derivanti dalla fiscalità generale) e delle tasse (che rientrano nelle casse dello stato) è in attivo dal 1996. Tale attivo ammontava nel 2015 a circa 1,6 punti di Pil, pari a oltre 25 miliardi di euro; Chiedono che:
- sia bloccato ogni ulteriore aumento dell’età pensionabile;
- sia abrogata la “riforma Fornero” e si:1. ridetermini l’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia in 65 anni per i lavoratori dipendenti pubblici e privati, e per i lavoratori autonomi;
2. ridetermini l’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia in 60 anni per le lavoratrici dipendenti pubbliche e private e per le lavoratrici autonome, subordinandone ogni eventuale aumento all’eliminazione dei differenziali esistenti tra donne e uomini nelle carriere lavorative e nel tempo dedicato al lavoro di cura;
3. reintroduca la pensione di anzianità con 40 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica, non soggetti all’incremento legato all’aspettativa di vita;
4. reintroduca la somma tra età anagrafica ed anzianità contributiva (quote) come requisito per l’accesso alla pensione a valori non superiori a quelli previsti per le pensioni maturate al 31 dicembre 2012, senza penalizzazioni sugli assegni pensionistici;
5. ripristini la normativa precedente per i lavori e le attività usuranti;
6. eliminino gli innalzamenti dell’età di pensione legati all’aspettativa di vita o in subordine si determini in maniera differenziata l’aspettativa di vita sulla base delle diverse condizioni socio-economiche;
7. introduca un minimo di pensione, con 15 anni di contributi, compresi i contributi figurativi;
8. introduca per le pensioni future un massimo di pensione e di cumulo dei trattamenti pensionistici a 65.000 euro annui, si aumentino le pensioni basse.