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giovedì 12 marzo 2015

LA COSTITUZIONE NON E' UNA MACCHINA

"La costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità." Questo piccolo estratto del discorso che  Piero Calamandrei pronuncio' il 26 gennaio 1955 dovrebbe far riflettere coloro che in questi giorni, anzi proprio il giorno 11 marzo 2015 hanno dato il via alle tanto agognate riforme partendo proprio dalla modifica della nostra Costituzione.La modifica riguarderà ben 41 articoli decretando la fine  del bicameralismo perfetto e le variazioni al Titolo V sulle Autonomie Locali.
Tutto questo porterà a una riduzione degli spazi democratici incidendo cosi' sulla sovranità popolare che verrà diminuita con il conseguente aumento del potere esecutivo. Stefano Rodotà, emerito di diritto civile ha commentato cosi'"Questa riforma è un cambiamento radicale del sistema politico istituzionale:cambia la forma di governo e viene toccata la forma di Stato".
Facciamo un esempio su cio' che accadrà al Senato: i  senatori verranno eletti in via indiretta dai consigli regionali ( non piu' dai cittadini)  e conserverà poteri paritari solo nel campo delle leggi costituzionali ed elettorali.Palazzo Madama avrà molti meno poteri e verrà superato il bicameralismo: innanzitutto non potrà più votare la fiducia ai governi in carica, mentre la sua funzione principale sarà quella di "funzione di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica", che poi sarebbero regioni e comuni. Potere di voto vero e proprio invece il Senato lo conserverà solo riforme costituzionali, leggi costituzionali, leggi sui referendum popolari, leggi elettorali degli enti locali, diritto di famiglia, matrimonio e salute e ratifiche dei trattati internazionali. Il Senato avrà però la possibilità di esprimere proposte di modifica anche sulle leggi che esulano dalle sue competenze. Potrà esprimere, non dovrà, su richiesta di almeno un terzo dei suoi componenti e sarà costretto a farlo in tempi strettissimi: gli emendamenti vanno consegnati entro 30 giorni, la legge tornerà alla Camera che avrà 20 giorni di tempo per decidere se accogliere o meno i suggerimenti. Più complessa la situazione per quanto riguarda le leggi che riguardano i poteri delle regioni e degli enti locali, sui quali il Senato conserva maggiori poteri. In questo caso, per respingere le modifiche la Camera dovrà esprimersi con la maggioranza assoluta dei suoi componenti. Il Senato potrà votare anche la legge di bilancio, le proposte di modifica vanno consegnate entro 15 giorni e comunque l'ultima parola spetta alla Camera.
Non vi sono dubbi che il sangue versato da coloro che durante la Resistenza hanno creduto in valori quali la democrazia e la libertà , sia passato in secondo piano e che le esigenze attuali siano completamente diverse proprio da chi si definisce "democratico".

mercoledì 11 marzo 2015

"Chiamarlo amore non si può"

Gran bella serata quella dello scorso 6 marzo presso il Circolo Casaletti per la presentazione del libro "Chiamarlo amore non si può" sulla violenza sulle donne, alla presenza delle due ospiti Gaia Avella, psicologa, e Chiara Segre, autrice di uno dei 23 racconti contenuti nel volume. L'incontro si è aperto con una panoramica sulla genesi dell'opera, a partire dalla scelta iniziale dell'editore di far partecipare solo donne alla stesura del testo, con inevitabili diatribe sulla scelta di escludere volontariamente gli uomini dal progetto editoriale, fino alla lettura di uno dei 23 racconti, quello di Chiara, che mostra una ragazza adolescente inserita in un contesto familiare difficile. Chiara sottolinea la finalità educativa del libro, destinato ai più giovani ma ricco di spunti di riflessione anche per gli adulti.

Interviene poi Gaia, che ricorda quanto la violenza non sia soltanto fisica nei casi di maltrattamento, ma anche psicologica. Questa lascia segni molto profondi anche se non visibili, ed è spesso una relazione apparentemente normale che si trasforma nel tempo in un rapporto violento o, parafrasando il titolo, che non si può chiamare amore. L'uscita da queste situazioni non è semplice e Gaia porta come esempio le numerose vittime che segue per professione ogni giorno.
L'intervento è intervallato da diverse domande che dimostrano quanto sia sentito il tema. Questi rapporti se non possono essere definiti d'amore rimangono comunque guidati da sentimenti molto forti e da un legame totalizzante tra i due protagonisti.


Una risposta per contrastare la violenza di genere arriva da una società più equa. Sono le stesse donne che devono lottare per i loro diritti: un salario pari a quello maschile a parità di mansioni e inquadramento, il mantenimento della legge 194, una condanna ferma della violenza verbale usata contro le donne ma anche, come faceva notare Chiara, l'uso di termini femminili anche per quelle cariche o professioni che fino a poco fa erano riservate agli uomini laddove esercitate da donne.

A fine serata sono state vendute 15 copie del libro, per un totale di 195 euro che, tolte le spese editoriali, verranno destinati all'associazione AIDOS, in particolare per il progetto di prevenzione delle mutilazioni femminili in Burkina Faso. L'opera ha infatti carattere benefico per cui sia le autrici che l'editore hanno deciso di devolvere completamente i proventi della vendita. Invitiamo quindi all'acquisto del libro e a effettuare donazioni all'associazione, a cui è possibile destinare il 5 per mille. Sul sito dell'AIDOS sono riportati tutti i riferimenti per i versamenti: 

http://www.aidos.it/ita/pagine/index.php?idPagina=117






martedì 10 marzo 2015

Votata la Risoluzione Tarabella al Parlamento Europeo


Oggi il Parlamento Europeo ha approvato con una larga maggioranza : 441  SI , 205 NO e 52 astenuti, la risoluzione Tarabella sulla parità uomo-donna.

E’ passata anche la parte più discussa del documento, quella in cui si sottolinea la necessità di garantire i diritti delle donne anche attraverso un 'accesso agevole' alla contraccezione e all'aborto e questa clausula  ha causato forti malumori tra gli europarlamentari  cattolici del PD,  per colpa dei quali (e per pochi voti)  non era stata approvata la risoluzione Estrela presentata poco più di un anno fa, un documento che si occupava di tutela della salute, aborto, contraccezione e lotta contro la violenza in relazione ai diritti sessuali e riproduttivi.

Il PPE (che su questa votazione si è spaccato in due : 95 a favore 97 contro e 16 astenuti) però ha presentato un emendamento  che ribadisce che  sanità e diritti sessuali e riproduttivi sono di  competenza nazionale,  un bel paletto che di fatto non aiuta i movimenti che lottano per i diritti delle donne nei  paesi che ancora non vogliono approvare una legge sull’aborto,  e certamente in Italia ,chissà quando vedremo garantiti i diritti riconosciuti dalla risoluzione.

Grazie a questo emendamento i nostri eurodeputati PD hanno votato a favore della risoluzione , ci piacerebbe conoscere l’esito della votazione del dettaglio

Non è più possibile sopportare al giorno d’oggi l’ennesimo attacco alla “LIBERTA’ DI SCELTA” delle donne perpetrato da movimenti, associazioni, parlamentari di fede cattolica che di fatto vogliono imporre la loro visione “religiosa” di come dev’essere uno Stato e le sue leggi, al pari di gruppi fondamentalisti islamici che tanto criticano.

domenica 8 marzo 2015

VAN GOGH - L'uomo e la terra

La mostra su Van Gogh, incentrata sul tema uomo-terra, che si sta tenendo a Palazzo Reale a Milano, è uno degli eventi più importanti del 2015, tanto che la scadenza, prevista l'8 marzo, è stata posticipata al 15, dato l'enorme afflusso di pubblico.
La città rende omaggio a un grande artista con una mostra di diversi quadri suddivisi in 5 sale e una raccolta di varie lettere che occupano una sesta sala del Palazzo.
Di lui si sa tutto: visse con la famiglia in Olanda, poi si trasferì per lavoro in altre città, tra cui Londra, e, una volta giunto ad Amsterdam, tentò l'ammissione alla Facoltà di Teologia ma fallì. Il fervore religioso e l'interesse per i poveri lo spinsero verso la predicazione del Vangelo da un lato e attività umanitarie dall'altro; tutto ciò non gli garantiva però un reddito per sopravvivere. Già a quest'epoca, prima del 1881, anno in cui iniziò l'attività artistica da professionista, il suo equilibrio psico-fisico era molto fragile; gli insuccessi lavorativi e il rifiuto da parte di una ragazza verso cui si era dichiarato avevano contribuito a incupirlo e a generare in lui la depressione.
Dopo aver lottato contro l'ostilità del padre che non voleva un figlio pittore decise di iniziare l'Accademia di Belle Arti e successivamente trasferirsi a Parigi. Qui conobbe le avanguardie e l'impressionismo e, sebbene non seguisse queste due correnti, alcuni influssi si possono ritrovare nei suoi lavori, soprattutto nella pennellata. Il suo lavoro fu molto influenzato dal trasferimento anche nella scelta dei colori: non più atmosfere cupe e cieli di campagna plumbei, ma un'esplosione di gialli e blu nella sua tavolozza, mentre sulla tela non c'erano più i contadini ma ritratti di conoscenti e amici. In una prima fase olandese della sua attività, troviamo quadri come "I mangiatori di patate" da cui Van Gogh trasse una litografia, disegni in bianco e nero come "La spigolatrice", o ancora i "Contadini che piantano patate", dipinto a colori, dove i volti e l'identità dei soggetti sono sempre volutamente celati. Per i mangiatori di patate l'autore scrisse: "Ho voluto, lavorando, far capire che questa povera gente, che alla luce di una lampada mangia patate servendosi dal piatto con le mani, ha zappato essa stessa la terra dove quelle patate sono cresciute; il quadro, dunque, evoca il lavoro manuale e lascia intendere che quei contadini hanno onestamente meritato di mangiare ciò che mangiano. Ho voluto che facesse pensare a un modo di vivere completamente diverso dal nostro, di noi esseri civili. Non vorrei assolutamente che tutti si limitassero a trovarlo bello o pregevole." E' un vero e proprio manifesto di intenzioni. Van Gogh era socialista e fortemente interessato dalla vita dura dei campi; spesso trascorreva le giornate camminando per campi, portando in spalla gli attrezzi per dipingere e alla fine della giornata di lavoro trascorreva il proprio tempo con i contadini aiutandoli nelle faccende domestiche. Nella seconda fase parigina e ad Arles, nel sud della Francia, Van Gogh frequentò molti artisti, tra cui Gauguin, con cui ebbe un rapporto burrascoso, tanto quanto quello con la critica e il mondo dell'arte in generale che non lo apprezzava, costringendolo a una vita di miseria per cui doveva ricorrere spesso all'aiuto economico da parte del fratello Theo, con cui visse a Parigi per un breve periodo. Di questa fase molto intensa troviamo invece per esempio quadri che sfruttano l'uso dei colori complementari (per esempio giallo e viola) come "La natura morta con cipolle", la "Veduta di Saintes-Maries-de-la-Mer" e il "Paesaggio con covoni di grano e luna che sorge", l'ultima opera di cui il pittore fece in diverse versioni che raffigurava un campo di grano che si vedeva dalla finestra della sua camera nel sanatorio dove era stato internato.
Durante la reclusione volontaria che il pittore aveva richiesto come aiuto continuò ad avere crisi di epilessia accompagnate da episodi di violenza e da tentativi di suicidio; Van Gogh tentò anche di ingerire i colori e il petrolio che usava per dipingere. Durante la permanenza nell'ospedale psichiatrico le sue opere cominciarono a essere esposte e apprezzate, ma il riconoscimento era accompagnato da un peggioramento irreversibile delle sue condizioni di salute, per cui prese la decisione di lasciare definitivamente la casa di cura. Una volta uscito si trasferì vicino a Parigi, dove continuò a dipingere e si sparò nell'estate del 1890, trovando la morte.



"I Mangiatori di patate"


"Notte stellata sul Rodano"

sabato 7 marzo 2015

MENO MIMOSE PIU' DIRITTI – appello delle donne agli europarlamentari del PD




Quest'anno  l’ 8 marzo , Giornata Internazionale della donna, coinciderà con la vigilia della votazione europea sul Rapporto della parità di genere, che riguarda e riafferma  tematiche femminili come la contraccezione, l'aborto e la salute.
Le associazioni presenti sul territorio nazionale che da anni vigilano e cercano anche di farsi'  che la 194 sia applicata in modo corretto, hanno lanciato un appello al gruppo europarlamentare italiano del PD chiedendo di “non tradire le donne" poiché, nel dicembre 2013 si era già verificato , che venisse affossata la mozione Estrela  proprio  grazie all'estensione dei nostri rappresentanti democratici.
Questo 8 marzo 2015 avrà un sapore ancora piu' amaro se non verrà approvato questo rapporto, presentato dal deputato socialista belga Marc Tarabella che tra l'altro fa riferimento anche a cifre dell'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) sulle percentuali di interruzioni di gravidanza.  Al  punto 44 , Tarabella  osserva ”che vari studi dimostrano che i tassi di aborto sono simili nei paesi in cui la procedura è  legale e in quelli in cui e vietata, dove i tassi sono persino più alti .
Meno mimose più diritti. Quello che accadrà in ambito europeo e la votazione del 9 marzo dovrebbe far rizzare le orecchie a tutte le donne.Se non passerà la mozione Tarabella torneremo indietro e grazie anche a una voluta comunicazione inesistente soprattutto da parte delle forze politiche progressiste. Persiste lo spettro dell'ennesimo naufragio in un momento in cui la condizione femminile avrebbe bisogno di esser maggiormente tutelata. L'approvazione del Rapporto sarà vincolante in tutti gli Stati dell'Unione Europea e potrebbe divenire punto di partenza per nuove politiche atte a sanare situazioni incancrenite dovute alla mancanza di tutele come ad es. l’Irlanda dove le ass. femminili lottano ancora per l’approvazione di una legge sull’aborto.
In Italia le  ass.ni femminili come la Laiga  e Vita di donna  si battono da anni per difendere la 194 a fronte di un dilagante conservatorismo di obiezione di coscienza impugnato ferocemente da molti professionisti che di fatto impedisce alle donne di accedere ad un diritto ottenuto dopo anni di lotte e sancito da un referendum nel 1978 .

Il diritto femminile alla scelta calpestato in tutti modi, donne abbandonate psicologicamente e costrette a correre da una struttura all'altra anche senza assistenza, aggiungendo il fenomeno della violenza, dello stalking, del mobbing lavorativo subito in tutti questi anni ,sempre  con l'assenza di un Parlamento che legiferasse nelle diverse materie. il passo a tornare ai tempi delle mammane sarà breve se non si interverrà, quindi superfluo e stupido parlare di diritti e di 8 marzo quando il rischio di perdere ciò che abbiamo potrebbe accadere da un momento all'altro. Ci associamo  quindi all’appello come donne della sez. di rifondazione comunista di Paderno Dugnano lanciato dalle ass. femminili nei confronti degli europarlamentari democratici affinchè non abbandonino ancora una volta le donne.


Meno mimose piu' diritti  ed anche piu' informazione per un 8 marzo all'insegna del cambiamento.  


Le Donne del Circolo PRC A. Casaletti  - Paderno Dugnano

giovedì 5 marzo 2015

"Chiamarlo Amore non si può" - Domani sera ore 21:00 parliamo della violenza sulle donne

Un momento dedicato alla fatica di crescere ed un tema quello della violenza che ci ha sempre visto protagoniste.Sono anni che assistiamo ai soliti show di chi ha reso la giornata dell'8 marzo puro business ma finché continueremo a rimanere fuori da tematiche importanti non potremo proseguire quel cammino iniziato anni addietro. La difficoltà dei nostri ruoli voluti da un mondo prettamente maschile continuerà ancora e la meta ancor più lontana. Svegliarsi dal letargo è sempre faticoso ma non impossibile basterebbe ogni tanto aprire le finestre, uscire dalla porta e partecipare.

Arte al Lavoro
Domani alle 21.00
PRC Circolo A. Casaletti Via C. Riboldi 208 Paderno Dugnano