Interviene poi Gaia, che ricorda quanto la violenza non sia soltanto fisica nei casi di maltrattamento, ma anche psicologica. Questa lascia segni molto profondi anche se non visibili, ed è spesso una relazione apparentemente normale che si trasforma nel tempo in un rapporto violento o, parafrasando il titolo, che non si può chiamare amore. L'uscita da queste situazioni non è semplice e Gaia porta come esempio le numerose vittime che segue per professione ogni giorno.
L'intervento è intervallato da diverse domande che dimostrano quanto sia sentito il tema. Questi rapporti se non possono essere definiti d'amore rimangono comunque guidati da sentimenti molto forti e da un legame totalizzante tra i due protagonisti.
Una risposta per contrastare la violenza di genere arriva da una società più equa. Sono le stesse donne che devono lottare per i loro diritti: un salario pari a quello maschile a parità di mansioni e inquadramento, il mantenimento della legge 194, una condanna ferma della violenza verbale usata contro le donne ma anche, come faceva notare Chiara, l'uso di termini femminili anche per quelle cariche o professioni che fino a poco fa erano riservate agli uomini laddove esercitate da donne.
A fine serata sono state vendute 15 copie del libro, per un totale di 195 euro che, tolte le spese editoriali, verranno destinati all'associazione AIDOS, in particolare per il progetto di prevenzione delle mutilazioni femminili in Burkina Faso. L'opera ha infatti carattere benefico per cui sia le autrici che l'editore hanno deciso di devolvere completamente i proventi della vendita. Invitiamo quindi all'acquisto del libro e a effettuare donazioni all'associazione, a cui è possibile destinare il 5 per mille. Sul sito dell'AIDOS sono riportati tutti i riferimenti per i versamenti:
http://www.aidos.it/ita/pagine/index.php?idPagina=117
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