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mercoledì 31 ottobre 2018

Incontro con il sindaco di Riace Mimmo Lucano

 
                                                                   

E' stato emozionante l'incontro ieri sera alla sala Alessi di Palazzo Marino con il sindaco di Riace Mimmo Lucano ed il Comitato delle mamme di Lodi organizzato da Milano in Comune.
La sala era gremita di persone e all'esterno una lunga fila di cittadini era in attesa di poter entrare.
Milano ha portato la solidarietà dei cittadini che ancora credono nei valori dell'umanità e che combatteranno contro questa deriva fascista, di odio ed intolleranza quotidianamente propinata da questo governo fascio/leghista/pentastellato che per nascondere le false promesse fatte in campagna elettorale, non avendo altri argomenti , continua a fare leva sulla paura della gente alimentandone la percezione , una sorta di costruzione di un' industria della paura.
Chi non ha potuto partecipare all'incontro può ascoltare tutti gli interventi nel link qui sotto :

https://www.facebook.com/MilanoInComuneSinistraCostituzione/videos/761444344203337/?__tn__=kCH-R&eid=ARAJm9l8N7ozYkBYqZlF6XPQDiJCT0E4E99z7pobEHASlnmN8sWpkLt2sZOxemeC0tqpu5-AR-NnFDje&hc_ref=ART_lKmZkowfyGwtzGnMVqR6_zNW8NwiZdDVnqu5Tf0YjDA6guCsl0HDpHCIBBrLO3Q&__xts__[0]=68.ARCidHATjKF4yaJx_Ll-bwxtK5Y4ftysQJNxW_61KMWZ4Uk9W0V2elgkvTCz1gOF4Brjzn7INDMlr04URbcjdNRBUa93rQw7huLJJW3Pb-5EVARtjZdPhcs4KwptKy_oSJ6KoRetjirvct17NxT7UgUOqzJPX9hB_aZ2zGj9xeZ3X_YwU_zqFqFQo8AcUEWSXNk6ib15SVvoBAZH_5RMo2zfCVDaB-Hg30f010g

Di seguito il comunicato di Rifondazione Comunista  


RIFONDAZIONE AL SINDACO SALA: PRATICHI LA RESISTENZA E LA DISOBBEDIENZA CIVILE DI MIMMO LUCANO.
L’emozione non è una categoria politica lo sappiamo, ma è stata davvero tanta quella che si respirava ieri sera in Sala Alessi: centinaia di donne e uomini di tutte le età ad ascoltare le esperienze di Domenico Lucano sindaco di Riace, delle mamme di Lodi e di molte e molti altri.
Esperienze di resistenza e disobbedienza civile da Nord a Sud, una ventata di realtà che ci porta fuori dalle nebbie tossiche della propaganda fasciolega cinque stelle. All’incontro, organizzato da "Milano in Comune", la lista di opposizione della sinistra milanese, ha preso parte il sindaco Beppe Sala sceso dal suo ufficio per accogliere il collega di Riace. Sala, dopo la infelice uscita sugli “immigrati africani” dei giorni scorsi ha detto parole importanti: “io avrei fatto le stesse cose che ha fatto Lucano”.
Bene, dopo queste parole Rifondazione Comunista lo sfida a praticare la disobbedienza civile, ad agire con coerenza: disobbedisca sul serio al decreto Sicurezza di Salvini salvaguardando il sistema degli Sprar in materia di accoglienza, conceda la residenza a tutti coloro che vivono sul territorio senza fissa dimora per garantire loro l’accesso ai servizi sociali indispensabili, cosi come avviene a Barcellona e Madrid.
Si schieri in prima persona contro l’apertura del CPR in via Corelli, in procinto di diventare un vero e proprio lager dove il diritto civile e umano non esisterà più. Sala, che in passato ha più volte elogiato il ministro Marco Minniti (quello dei Daspo urbani e degli accordi con la Libia) ha raccolto ieri gli applausi di una platea venuta ad ascoltare un sindaco che ha affermato che "la giustizia è qualcosa di molto più profondo della legalità".
Da oggi dopo le foto per la stampa e le frasi a effetto, la sfida è aperta: Sindaco Sala dismetta le due facce, disobbedisca davvero e sia coerente, ne gioverebbe la città e il paese resistente.
Milano, 31 ottobre 2018

lunedì 29 ottobre 2018

Il documento approvato dal Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista, 28 ottobre 2018



CONTRO COMMISSIONE EUROPEA, BCE E TRATTATI UE
CONTRO IL GOVERNO DI DESTRA
PER UN’ALTERNATIVA POPOLARE E DI SINISTRA
IN ITALIA E IN EUROPA



Lo scontro che si è aperto tra Commissione Europea e governo italiano riproduce su scala più larga quello già in corso con l’opposizione in parlamento. Il dibattito continua a essere polarizzato tra un governo “populista” che non mette in discussione il neoliberismo e chi lo attacca da posizioni di destra economica.
La Commissione Europea boccia la manovra del governo italiano in nome della prosecuzione dell’austerity neoliberista. Si tratta di politiche e diktat che – al contrario della Lega – abbiamo sempre contrastato e che hanno reso il nostro paese più povero e ingiusto.
Rivendichiamo la nostra opposizione ai trattati europei, al fiscal compact e all’insieme di misure attraverso le quali sono state imposte politiche antipopolari e il deficit democratico che caratterizza negativamente l’UE.
Siamo contro scelte e metodi della Commissione Europea e della BCE senza se e senza ma.
Questo non ci induce però a esaltare la manovra di un governo che premia gli evasori con un nuovo condono, diminuisce ancora le imposte sui profitti mentre non dà nulla alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti, fa nuovi e pesanti tagli che vanificano la propaganda sugli investimenti, non si preoccupa in nessun modo di creare nuova occupazione.
Persino il “reddito” diventa una misura che obbliga ad accettare qualsiasi lavoro e che forse si tradurrà in ulteriori ingenti trasferimenti di risorse alle imprese.
Mentre sulle pensioni, in attesa di conoscere il merito effettivo dei provvedimenti ad oggi ignoti, quota 100 non è l’abolizione della Fornero e non dà soluzioni né alle donne, né ai giovani.
Il governo cerca lo scontro con l’UE per accrescere il proprio consenso come presunto difensore della sovranità nazionale e degli interessi popolari. Operazione che risulta favorita dall’ottusità di un’opposizione Pd che invoca la troika e la fedeltà ai vincoli europei confermandosi come la migliore alleata di un governo egemonizzato da un partito di estrema destra.
Come accade su scala globale l’estrema destra si appropria in apparenza della critica alla globalizzazione neoliberista della sinistra radicale e dei movimenti cercando di accreditarsi come forza antisistemica e popolare.
Quanto sia poco credibile e contraddittoria questa operazione lo si constata dal fatto che in continuità con i precedenti governi Lega e M5s di fatto non mettono in discussione la precarizzazione restituendo potere contrattuale a lavoratrici e lavoratori e propongono la flat tax invece della patrimoniale e di una tassazione progressiva.
A livello europeo gli alleati di Salvini – dagli austriaci ai tedeschi – invocano il rigore contro la manovra italiana sulla base della medesima impostazione che caratterizza la Commissione a dimostrazione che non sono i nazionalisti xenofobi la risposta alla crisi dell’UE e del capitalismo neoliberista.
Le contraddizioni della maggioranza non ne riducono la capacità di raccogliere consenso intorno a un discorso che accompagna l’enunciazione della necessità di protezione sociale a un feroce programma razzista, sciovinista e anti-immigrati. E diventa sempre più evidente l’effetto del messaggio del M5S sull’irrilevanza della distinzione tra destra e sinistra o dell’antifascismo nel creare il terreno favorevole alla convergenza dei due elettorati.
In questo quadro emerge la necessità di un’alternativa popolare e di sinistra in Europa e in Italia, unico antidoto efficace contro l’avanzare delle destre e alla prosecuzione delle politiche devastanti sul piano sociale condivise da “socialisti”, popolari e liberali.
COSTRUIRE L’OPPOSIZIONE SOCIALE E POLITICA
Sul piano sociale, dobbiamo lavorare tenacemente per la costruzione di un’opposizione a questo governo. Non sarà per nulla facile perchè questo governo si regge su un mix di xenofobia, razzismo e su una politica sociale intrisa d’interclassismo e di populismo. Si tratta di una formula che sarebbe ingenuo sottovalutare, pensando che questa coalizione di governo imploda per le sue intime contraddizioni. Occorre svelarne l’ambiguità e pericolosità avanzando proposte su cui costruire alleanze ed iniziativa, che il CPN individua prioritariamente in:
-progressività fiscale che alleggerisca il peso del prelievo per le fasce medio basse (di lavoratori sia dipendenti, sia autonomi) e lo accresca nelle fasce di reddito elevato (si veda fra l’altro l’esperienza in corso in Spagna);
- rilancio della proposta di un piano per il lavoro, in connessione con un programma di risanamento ambientale e la sicurezza reso sempre più urgente dai fatti di Genova e prevedendo un rilancio del ruolo pubblico in economia a partire dal Mezzogiorno e della ripubblicizzazione di servizi, infrastrutture e aziende strategiche;
- difesa dello stato sociale, dalla scuola alla sanità, che non sono per nulla sostenuti dalla manovra governativa;
- rilancio della rivendicazione dell’abolizione della legge Fornero, dell’introduzione di un vero reddito minimo garantito, della riduzione dell’orario di lavoro, di abolizione del Jobs Act e reintroduzione dell’articolo 18;
- contrastare le richieste di autonomia regionale rilanciate da governatori leghisti che penalizzano le regioni del meridione e accrescerebbero il già enorme divario tra il nord e il sud del paese;
- richiedere riduzione delle spese militari e una politica di pace e disarmo a partire dalla ratifica del Trattato ONU per la messa al bando delle armi nucleari e dalla presenza nel nostro paese di testate;
-difesa intransigente della democrazia e dei diritti contro ogni provvedimento securitario, sessista, antidemocratico, razzista e autoritario.
 C’è bisogno di una opposizione di natura radicalmente diversa da quella del PD e dell’establishment. Un’opposizione alternativa a chi difende i provvedimenti e le “riforme strutturali” antipopolari dei governi precedenti, il rigore dei conti pubblici e la fedeltà a UE e NATO e così facendo rafforza il consenso popolare verso questo presunto “governo del cambiamento” che cambia poco e a volte pure in peggio.
Ma al tempo stesso non è introiettando le argomentazioni che hanno spostato a destra il senso comune di settori larghissimi del paese che si contrasta la deriva in corso e la saldatura di un blocco sociale dai contenuti reazionari.
Bisogna farlo senza cedimenti sul piano dei principi e dei valori alla disumana agenda politica di Salvini e dei suoi complici pentastellati e alle becere teorizzazioni che attribuiscono alle lotte per i diritti civili o in difesa dei migranti la responsabilità dello sfondamento della Lega tra i ceti popolari.
La mobilitazioni per la Diciotti e in difesa delle ong, a sostegno dell’esperienza di Riace e del compagno Mimmo Lucano o la solidarietà concreta a bambine/i di Lodi e più in generale quelle per e con i migranti sono state finora – insieme al movimento delle donne –le principali e più visibili opposizioni al governo.
Il movimento spontaneo cresciuto intorno alle proiezioni del film dedicato alla tragica storia di Stefano Cucchi dimostra che c’è in questo paese anche tra le giovani generazioni che non si lascia incantare dalla forsennata campagna sicuritaria.
La costruzione di un largo di opposizione ha bisogno del contributo politico, organizzativo e programmatico di Rifondazione, ma anche del suo ruolo di riconnessione dei soggetti. Proprio l’urgente necessità di costruire mobilitazioni di massa impone un atteggiamento teso a superare in avanti ogni settarismo e una frammentazione che persino sul terreno sociale impedisce una positiva cooperazione e ricombinazione tra soggettività differenti come accadde nella stagione del “movimento dei movimenti”. Non vi sono solo occasioni di conflitto diffuse, esiste l’emergere di movimenti anche nuovi con cui dialogare (si pensi alle iniziative e mobilitazioni messe in atto dagli studenti e dalle donne). Esistono non solo organizzazioni politiche ma anche e soprattutto reti, associazioni, movimenti, organizzazioni di massa come l’Anpi, l’Arci e la Cgil, la pluralità dei sindacati di base. Vi sono una pluralità di luoghi e di soggettività con cui bisogna sviluppare interlocuzione, rapporto, confronto, e verificare possibilità di mobilitazioni e iniziative.
POTERE AL POPOLO
Potere al popolo doveva essere uno spazio e una soggettività che alla connessione delle lotte e al conflitto sociale dava la massima centralità unendo sui territori attiviste/i provenienti da storie e organizzazioni diverse. Per questo avevamo deciso di proseguire il percorso dopo le elezioni del 4 marzo.
Abbiamo dolorosamente dovuto prendere atto dell’involuzione che è stata impressa al processo da una parte dei soggetti politici che con noi avevano promosso un anno fa la lista. Si è scientemente perseguito l’obiettivo di trasformare quello che doveva essere un movimento politico sociale unitario in un partito caratterizzato da una linea settaria di autosufficienza. Lo si è fatto attraverso una campagna sotterranea di attacco politico a Rifondazione Comunista e modalità di scontro che rappresentano l’opposto dello sforzo di costruire un contesto di lavoro unitario tra militanti e attiviste/i di diversa provenienza che aveva suscitato entusiasmo in una difficilissima campagna elettorale. Simile attacco è stato rivolto a tutte quelle forze organizzate e a soggetti collettivi o individuali che rivendicavano la necessità di mantenere un processo plurale e una democratizzazione a livello locale e nazionale di PaP. E’ stato un percorso che ha sottoposto il corpo militante del partito a uno sfibramento rilevante che non abbiamo saputo cogliere a sufficienza. Si tratta di una responsabilità che gli organismi dirigenti collegialmente si assumono.
Rifondazione Comunista – nonostante tutte le difficoltà, gli attriti e i limiti emersi nel corso del percorso – ha lavorato con la massima generosità per portare avanti il progetto prefigurato nel manifesto fondativo di costruire “Un movimento di lavoratrici e lavoratori, di giovani, disoccupati e pensionati, di competenze messe al servizio della comunità, di persone impegnate in associazioni, comitati territoriali, esperienze civiche, di attivisti e militanti, che coinvolga partiti, reti e organizzazioni della sinistra sociale e politica, antiliberista e anticapitalista, comunista, socialista, ambientalista, femminista, laica, pacifista, libertaria, meridionalista che in questi anni sono stati all’opposizione e non si sono arresi”.
Questo progetto originario non c’è più. Siamo di fronte a un progetto politico diverso che intende usare la stessa sigla che ha ottenuto visibilità presentandosi alle elezioni politiche anche e soprattutto grazie all’impegno di Rifondazione Comunista.
Il CPN conferma il giudizio espresso nel documento approvato dalla Direzione Nazionale del 13 ottobre riguardo alle forzature antidemocratiche e alle violazioni palesi delle più elementari regole di correttezza che hanno reso impraticabile una già di per sé assurda consultazione su due statuti contrapposti. In qualità di soggetto co-fondatore di Potere al popolo non riconosciamo la legittimità di una consultazione falsata, di uno statuto che è stato bocciato dalla maggioranza degli aderenti che non hanno partecipato al voto, e degli organismi che verranno eletti su questa base.
Giudichiamo positivamente l’appello “Compagne e compagni” per rilanciare un percorso di confronto e attivazione di chi non ha condiviso la deriva di Pap.
Proprio perché non abbiamo abbandonato l’originaria ispirazione di Pap non intendiamo separarci da quanti/e hanno condiviso con noi quell’impegno e ci adopereremo per tenere in vita, in forma autonoma, la rete di relazioni politiche e sociali che in questi mesi si sono consolidate.
Il CPN ritiene quindi che non vi sono le condizioni per proseguire l’impegno politico diretto del nostro partito in quello che si ostinano strumentalmente a chiamare Potere al popolo.
PER UN’ALTERNATIVA DI SINISTRA E POPOLARE
Rifondazione Comunista non abbandona l’idea e il proposito della costruzione di una soggettività unitaria della sinistra anticapitalista e antiliberista in Italia radicata nelle lotte e nelle pratiche sociali. Continueremo a insistere, nel frammentato mondo della sinistra sociale e politica, in questa direzione. Sono evidenti le difficoltà di natura diversa che finora hanno impedito di concretizzare questo obiettivo. Nel corso degli anni abbiamo prodotto probabilmente l’elaborazione più avanzata su questo terreno anche grazie alla nostra internità al GUE e al Partito della Sinistra Europea e al confronto con le esperienze di altri paesi. Abbiamo costruito e partecipiamo a esperienze unitarie a livello nazionale e locale. Manteniamo questo obiettivo strategico ma da tempo indichiamo anche la necessità di una proposta politica che incida sul terreno politico ed elettorale e anche su quello delle mobilitazioni e della costruzione dell’opposizione in termini immediati.
Per fare un’opposizione efficace è indispensabile costruire una proposta politica e programmatica alternativa da rivolgere al paese. E questa proposta non può essere la riproposizione del centrosinistra.
Rilanciamo l’obiettivo di costruire uno schieramento di sinistra e popolare alternativo a tutti i poli esistenti  con le caratteristiche delineate nel documento del CPN del luglio scorso. Lo avevamo chiamato “quarto polo” ma non siamo affezionati alle definizioni quanto alla sostanza.
Nelle prossime elezioni regionali e amministrative – nelle forme proprie di quel tipo di consultazioni in cui contano molto le specificità territoriali – lavoriamo per la costruzione di liste e coalizioni alternative alle destre e al PD.
Il nostro obiettivo è quello di concretizzare alle elezioni europee questa proposta in una lista unitaria in Italia che raccolga tutte le soggettività di sinistra e di movimento che si collocano sul piano della critica radicale dei trattati europei e dell’UE. Con questo approccio Rifondazione Comunista lavora nel Partito della Sinistra Europea e nel GUE e sul piano nazionale.
In questi mesi abbiamo lavorato per concretizzare la proposta politica di costruire uno schieramento della sinistra popolare, civica, di classe, antiliberista, anticapitalista, ambientalista, femminista, civica, autonomo e alternativo rispetto al Pd responsabile, con le sue politiche, dell’avanzamento delle destre nel nostro paese. In questo schieramento e in questa lista unitaria pensiamo che possano e debbano ritrovarsi formazioni politiche come Potere al popolo, Dema, Diem, L’Altra Europa, le “Città in comune”, Pci, Sinistra Anticapitalista, e tutte le soggettività politiche, sociali, culturali e sindacali che sentono l’urgenza di costruire un’alternativa al governo LEGA-M5S e agli altri poli esistenti e ad una prospettiva comune sul piano europeo ed anche nazionale. Giudichiamo positive le posizioni assunte da Sinistra Italiana sulla collocazione nel Gue e nella Sinistra Europea. In questa direzione ci siamo confrontati in questi mesi con Luigi De Magistris e tante soggettività a partire dalla comune convinzione che nel nostro paese c’è bisogno di una proposta di netta rottura sul piano programmatico e del profilo politico quanto capace di essere inclusiva e larga, un progetto che sul piano europeo si collochi in alternativa tanto a nazionalisti e razzisti quanto ai trattati UE e alla governance neoliberista.
Il CPN impegna tutto il partito al massimo impegno nella mobilitazione e partecipazione alle manifestazioni nazionali delle prossime settimane: manifestazione antifascista del 3 novembre a Trieste, manifestazione antirazzista del 10 novembre a Roma, manifestazione del 24 novembre di “non una di meno”.
Il CPM assume relazione e conclusioni del segretario.

domenica 28 ottobre 2018

Da Riace a Lodi Solidarietà e Diritti


Da Riace a Lodi: il nostro può essere il paese della solidarietà e dei diritti.

martedì 30 ottobre 2018  dalle ore 20:00 alle 23:30
alla Sala Alessi (Palazzo Marino) P.zza della Scala
incontro organizzato da : Milano beni in Comune e Costituzione beni in Comune
con:

con
Mimmo Lucano, sindaco di Riace
Piero Basso, CostituzioneBeniComuni
Duccio Facchini, giornalista di Altreconomia
Alberto Guariso, legale di "Uguali doveri", ASGI
Mariela Heredia Fernandez, coordinamento “Uguali doveri”, Lodi
Corrado Mandreoli, segreteria Camera del Lavoro di Milano
Alice Molinari, coordinamento “Uguali doveri”, Lodi
Moni Ovadia, attore e scrittore
Basilio Rizzo, consigliere comunale, "Milano in Comune"
Gianpaolo Rosso, presidente ARCI Como, Como senza frontiere
Michela Sfondrini, coordinamento “Uguali doveri”, Lodi
Antonio Trebeschi, sindaco di Collebeato, coordinamento provinciale SPRAR BS

Aderiscono: Associazione Punto Rosso, Adesso Basta, PRC Federazione di Milano, Cma Comitato Milanese
Acquapubblica, Casa delle donne, Noi siamo chiesa, Sisda, Associazione Non uno di meno, Ass. ADL (Zavidovic)

Assistiamo a politiche, razziste e xenofobe, che, incontrando purtroppo ampio consenso, degradano, umiliano e spaccano la società. A Riace , un sindaco, Mimmo Lucano, ha fatto nascere dal nulla uno straordinario esperimento di integrazione e convivenza di migranti e di cittadini. Un paese è rinato, è vivo di amicizie.
Il ministro Salvini è nemico di questo progetto. Noi , di questo sindaco , siamo invece orgogliosi. Noi siamo dalla parte di quelle numerose realtà che , in varie parti d’ Italia, sono impegnate in creativi progetti di accoglienza e integrazione. 

A Lodi un sindaco discrimina i figli di migranti , negando loro la riduzione dei costi per il servizio di mensa e dello scuolabus. Un atto che non poteva essere tollerato. 

E cosi’ è stato : le mamme si sono autorganizzate per affermare che :” il mio diritto è anche il tuo diritto . E abbiamo eguali doveri .
Luigi Ferrajoli ci insegna che “l’ universalismo dei diritti è il principio costitutivo delle forme e della sostanza della democrazia.” 
Hanno praticato l’ obiettivo lanciando una sottoscrizione e la catena della solidarietà , che ha coinvolto tutta l’Italia, ha raccolto 145 mila euro.
Riace e Lodi segnano il confine tra due modelli di società . La nostra è quella dei sentimenti che generano passione civile, senso di fratellanza e legami sociali.
L'altra, la loro, è quella dei sentimenti rancorosi, della paura, della diffidenza e dell’ostilità. 

Ad un Sindaco democraticamente eletto è vietato dimorare nella sua città, allontanato da ciò che ha dato senso alla sua vita. La sua colpa? Ha applicato la Costituzione che all’art. 3 recita “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzione di…razza….”.
Non sempre diritto e giustizia procedono affiancate : l’ esilio di Lucano lo sentiamo ingiusto. 
Quando le leggi sono ingiuste o sono gestite in modo capzioso o contro i valori costituzionali , è legittima anche la disobbedienza civile come è avvenuto nella storia del nostro paese e del mondo 
A Lodi il reciproco rispetto, il valore dell’eguaglianza e della dignità della persona , il concreto sostegno economico è emblematico , ha inciso sulle coscienze ed è parte della storia della nostra civiltà. I drammi dell’ immigrazione sono il banco di prova del nostro essere umanità. Abbiamo buoni esempi. 

Invitiamo tutti a partecipare all' assemblea che si svolgerà a Palazzo Marino Sala Alessi martedì 30 0ttobre .

mercoledì 24 ottobre 2018

Campane a morto per il Servizio Sanitario Nazionale?





Pubblichiamo un importante iniziativa organizzata da Medicina Democratica , Rete per il Diritto alla Salute e 37,2 trasmissione di Radio Popolare, con proposte e osservazione per continuare la battaglia in difesa del servizio Sanitario Nazionale contro la privatizzazione della sanità, battaglia che vede impegnato anche il nostro partito.



Campane a morto per il Servizio Sanitario Nazionale ?
Perché conviene alla nostra salute e alle nostre tasche difendere la sanità pubblica.
Milano sabato 27 ottobre, Palazzo Reale, Piazzetta Reale 14 (MM Duomo)
9,30 -13,00
Saluti: Basilio Rizzo, cons. comunale “Milano in Comune”
Introduzione: Marco Caldiroli, presidente di Medicina Democratica e Vittorio Agnoletto co-conduttore “37e2”, la trasmissione sulla salute di radio Popolare
Interventi:
Il diritto alla salute, dalla Costituzione alla realtà quotidiana, prof. Valerio Onida, già giudice e presidente della Corte costituzionale,
Il medico della persona nell’era tecnologica, prof. Giorgio Cosmacini, medico, filosofo, docente Università Vita Salute S. Raffaele, Milano.
I sistemi sanitari pubblici sono più efficaci ed economici: le evidenze, dott. Marco Geddes, Comitato di Bioetica, Regione Toscana, esperto di sanità pubblica.
L’assistenza ai malati cronici: modelli a confronto, prof. Gavino Maciocco, medico, Università di Firenze, direttore di saluteinternazionale.info
14,00 – 18,00
Interventi:
Il diritto alla salute nell’era della globalizzazione, dott. Stefano Vella, medico, direttore del Centro Nazionale per la Salute Globale, Roma
Le delibere della regione Lombardia: il rischio della distruzione del SSN, dott. Vittorio Agnoletto, medico, docente Università degli Studi di Milano
L’assistenza ai malti cronici e le criticità in ambito ospedaliero dott.ssa Albarosa Raimondi, medico, già direzione sanitaria Policlinico, Milano
Il medico di medicina generale da pilastro del servizio sanitario a suo demolitore? dott. Maurizio Bardi, medico di medicina generale, Medicina Democratica, Milano
Le delibere sui malati cronici della regione Lombardia: i risvolti legali, avv. Francesco Trebeschi, Brescia
Coordina: Fulvio Aurora, Medicina Democratica
INTERVERRA’ IL SINDACO DI MILANO, Giuseppe Sala.

domenica 21 ottobre 2018

LOMBARDIA (E NON SOLO) : LE NUOVE TERRE DEI FUOCHI

L’altro ieri l’ennesimo incendio di un deposito di rifiuti (ditta IPB), questa volta nella periferia di Milano (zona Bovisa) e quindi in un’area fortemente urbanizzata. ieri notte incendio presso la RI.ECO. a Novate Milanese.
In questi giorni si sono chiuse le indagini per l’incendio del deposito di rifiuti di Corteolona (PV) avvenuto a gennaio 2018, con diversi arresti.
Che dire ? Riproponiamo quanto scritto dal Presidente di Medicina Democratica Marco Caldiroli.
Da Il Sestante n. 233-234

TERRE DEI FUOCHI OVUNQUE
Gli ultimi mesi sono stati funestati da numerosi incendi presso siti di stoccaggio di rifiuti, dal Lazio alla Lombardia, Veneto e Toscana (complessivamente 250 casi in meno di tre anni). In alcuni casi questi eventi si sono manifestati poco prima di sopralluoghi di verifica o dopo segnalazioni circa la inadeguata gestione degli impianti visibili anche all’esterno (montagne di rifiuti miscelati tra loro in dispregio delle autorizzazioni e del buon senso).
Non è inutile ricordare che il crimine Eureco (Paderno Dugnano) che costò la vita a quattro lavoratori il 4.11.2010 ebbe la sua origine e causa nella gestione impropria di rifiuti non autorizzati.
Scartata l’improbabile autocombustione occorre solo individuare a quale “fattore umano” addebitare gli incendi, da problemi di saturazione degli impianti (la Cina ha interrotto l’importazione di diverse tipologie di rifiuti europei) a irregolarità gestionali da nascondere, ad attività “industriali” già nate con l’intenzione di sfruttare l’onda e poi eclissarsi come nelle peggiori cronache del passato.
Eppure tutto questo può essere agevolmente, almeno in parte, evitato al momento del rilascio delle autorizzazioni.
Quando una azienda presenta una richiesta autorizzativa in cui compare praticamente tutta o gran parte della gamma dei rifiuti presenti del codice europeo dei rifiuti (stiamo parlando di circa 950 tipologie di rifiuti ivi caratterizzate) e, nel contempo, ha dimensioni ridotte e poco personale come si può pensare che sarà in grado di gestire adeguatamente i rifiuti ?
Con tante tipologie di rifiuti da porre in spazi limitati e con poco personale sarà difficile se non impossibile garantire che ogni tipologia di rifiuto abbia una sua separata collocazione, rintracciabile in ogni momento, che non si verifichino miscelazioni tra rifiuti diversi, che venga evitato di mettere assieme rifiuti chimicamente incompatibili (reattivi) tra loro.
Eppure di fronte a queste ovvie osservazioni gli enti preposti fanno spallucce e, creativamente, inventano autorizzazioni in cui i rifiuti “ruotano” alternativamente gli uni con gli altri sullo stesso metro quadro o sulla stessa scaffalatura. Si pongono limiti quantitativi che non vengono rispettati grazie alla infrequenza dei controlli (che, in questo caso, per le normative vigenti devono anche essere preannunciati ai titolari) e ci si muove (quando ci si muove) lentamente anche di fronte a segnalazioni dei cittadini.
Nel caso di Eureco la Città Metropolitana di Milano (ex Provincia di Milano) ha autorizzato un nuovo gestore per riattivare gli impianti quando sono ancora pericolanti gli edifici e per attività quasi identiche come se nulla fosse successo (al momento, grazie anche a Medicina Democratica, questa prospettiva è stata fermata da una sentenza del TAR).
Da Il SESTANTE – 235-236
IL MINISTERO DELL’AMBIENTE CERCA DI METTERE UNA PEZZA SUGLI INCENDI NEI DEPOSITI DEI RIFIUTI MA NON DEMORDE SUL CSS “BENEDICENDO” IL CAR FLUFF
Con circolare 15.03.2018 il Ministero dell’Ambiente ha battuto un colpo sui ripetuti e strani incendi che colpiscono le imprese di deposito rifiuti speciali in tutta Italia come ricordato sul Sestante del numero precedente. Avevamo individuato, tra i fattori che favoriscono tale situazione la “elasticità” con cui vengono scritte le prescrizioni autorizzative, tali da favorire ammassi di rifiuti fuori misura, miscelazioni, nessuna correlazione tra quantità massime di stoccaggio e presidi (umani e tecnici).
La circolare ministeriale evidenzia, infatti, “l’importanza della individuazione puntuale del contesto autorizzativo ed operativo di tali attività, ad utilizzo dei gestori, delle autorità competenti al rilascio degli atti autorizzativi e delle autorità preposte ai controlli”.
In soldoni, le indicazioni contenute nella circolare sono a livello di “buon senso”, lo stesso che andrebbe utilizzato da sempre – unitamente alla rigoroso attuazione delle prescrizioni normative – quando si autorizza un impianto e quando si effettuano i controlli. Infatti si parla di compartimentare le aree di stoccaggio, depositare i rifiuti per tipologie omogenee, ventilare gli ambienti, ridurre i cumuli, formare il personale e dotarlo di attrezzature idonee per interventi in caso di emergenza, impianti antincendio decenti e funzionanti, rispettare i termini temporali degli stoccaggi anziché, in pratica, abbandonare i rifiuti creando discariche a cielo aperto, niente trucchi con cambio del CER con cui si identificano i rifiuti, dall’entrata, al deposito, all’uscita, non localizzare gli impianti in aree inidonee (aree esondabili, residenziali, con adeguata rete viaria, gestire i rifiuti senza determinare emissioni diffuse ecc.. Si arriva anche a indicare esplicitamente che necessita disporre di una struttura “in cui sono situati i servizi igienici del personale” (!) come se tale condizione non sia indispensabile e già prescritta dalla normativa sull’igiene e sulla sicurezza sul lavoro.
La necessità che il Ministero debba soffermarsi a descrivere aspetti elementari ci dà lo stato di estrema “libertà” che il settore soffre e la mancata considerazione di tali aspetti a partire dagli enti che rilasciano le autorizzazioni e sono deputati al controllo. Vedremo se tali raccomandazioni sortiranno qualche effetto (a partire dalla revisione delle autorizzazioni in essere).
Quello che invece sortirà di sicuro un effetto (negativo) è la successiva circolare (27.03.2018) dedicata a confermare l’utilizzo a “go-go” di car fluff (le parti plastiche indifferenziate – per lo più leggere – tolte dalle auto avviate a demolizione) per la produzione di Combustibile Solido Secondario “non più rifiuto” (DM 22 del 14.02.2013) in particolare per il coincenerimento presso cementifici, peculiarità italiana che nessuno ci invidia in Europa.
Particolarmente odiosa risulta essere una delle motivazioni addotte dal Ministero per tale “benedizione”: l’annotazione che, a fronte dell’obbiettivo europeo (dal 2015) del riuso e recupero complessivo del 95 % in peso dei veicoli fuori uso, l’Italia (2015) è lontana da tale soglia (84,7 %). Sarebbe quindi utile la “scorciatoia” del coincenerimento (considerato come recupero energetico) per raggiungere – contabilmente – il rispetto dell’obiettivo … a scapito ovviamente degli impatti ambientali connessi sia alla produzione del car fluff che della sua combustione considerando in particolare la presenza di metalli, coloranti, vernici, sostanze ignifughe nella produzione di materie plastiche nel settore automobilistico).
Marco Caldiroli

venerdì 19 ottobre 2018

CONVEGNO NAZIONALE LUIGI MARA E MEDICINA DEMOCRATICA : LA STAGIONE DEL MODELLO OPERAIO DI LOTTA ALLE NOCIVITA’


Sabato 20 ottobre 2018 – ore 9.00 – 18.00

Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano – Via Festa del Perdono, 7- 20122 Milano





Il Convegno, centrato sull’opera e il pensiero di Luigi Mara, ha come obiettivi:


• Una riflessione storica sulla figura di Luigi Mara e sull’esperienza di Medicina Democratica, in continuità con i temi della prevenzione e della salvaguardia della salute a partire dall’ambiente di fabbrica, contro ogni monetizzazione del rischio per la salute e l’ambiente: le lotte contro le nocività chimiche a Massa Carrara e Porto Marghera, la lotta contro l’amianto.
• La correlazione dell’esperienza milanese, basata sulla competenza tecnica, con altre forme
di mobilitazione collettiva in Italia per la sicurezza sul lavoro come quelle impostate da
Ivar Oddone, Gastone Marri e Giovanni Berlinguer.
• L’attualizzazione della lotta per la salute, dal movimento operaio e studentesco agli
scenari attuali di precarietà e sfruttamento del lavoro e delle minoranze, in Italia e nel mondo (logistica, agroalimentare, cantieristica): aspetti economici, sociali e giuridici.
Sabato 20 Ottobre 2018
8.30 Registrazione Partecipanti
9.00 Introduzione e Saluti: Marco Caldiroli, Laura Mara
9.20 – 11.00 I Sessione “Il modello operaio”- Moderatore: Marino Ruzzenenti
9.20 Giuseppe Marazzini – Luigi Mara e il Consiglio di fabbrica della Montedison di Castellanza
9.40 Angelo Cova – La metodologia di valutazione soggettiva dei rischi messo a punto dal Gruppo Prevenzione e Igiene Ambientale di Castellanza
10.00 Marcello Palagi – l’Assemblea Permanente di Massa Carrara
10.20 Michele Michelino – Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio di Sesto San Giovanni La Lotta Degli Esposti All’amianto In Italia
10.40 Emilio Pampaluna – Dalla fabbrica all’ambiente: storie e lotte dell’Associazione Italiana Esposti Amianto (AIEA)
11.20 – 13.00 II Sessione “Salute e Lavoro” – Moderatrice: Maria Luisa Clementi
11.20 Elena Davigo – Salute e lavoro in Italia negli anni’70
11.40 Fulvio Perini – Castellanza e i sindacati confederali: “La partecipazione dei lavoratori nella dispensa Flm contro la nocività, preistoria e attualità”
12.00 Piergiorgio Duca – Giulio Maccacaro e la nascita di Medicina democratica
12.20 Sergio Bologna – Luigi Mara nella redazione della rivista Sapere
PAUSA PRANZO
14.00 – 15.45 III Sessione “Processi e Giustizia” – Moderatrice: Gemma Beretta
14.00 Roberto Carrara – Luigi Mara perito nei processi contro le industrie nocive e inquinanti
14.20 Nicola Mezzina – la verifica del nesso causale nei processi penali riguardanti le neoplasie professionali da esposizione all’amianto; l’approccio del Pubblico Ministero
14.40 Felice Casson – Il ruolo del magistrato nell’interpretazione e applicazione della legge
15.00 Luca Masera – Aspetti positivi e negativi della risposta penale al fenomeno delle malattie professionali
15.20 Franco Carnevale – Le fonti per la storia della salute dei lavoratori nell’Italia repubblicana
16.00 – 17.30 IV Sessione “Scenari lavoro e ambiente” – Moderatore: Vittorio Agnoletto
16.00 Giulio Andrea Tozzi – Il lavoro nella rete portuale
16.20 Paolo Ricci – L’epidemiologia come Giano Bifronte
16.40 Benedetto Terracini – La ricerca epidemiologica nel mutato contesto lavorativo
17.00 Alberto Colombo – Sinistra Ambiente Meda Seveso: esperienza e attualità della lotta antipedemontana
17.20 Discussione
17.30 Compilazione Questionario ECM
18.00 Chiusura Convegno
La Classe Operaia è sempre stata troppo “pensata” da chi ha finito per sorprendersi di
trovarla così vigorosamente, originalmente, lucidamente “pensante” sul finire degli anni ’60.
Oggi si può e si deve puntare su tutte le forme di appropriazione e di autogestione che possano mettere la classe a soggetto di una lotta per la salute che non cessi mai di essere, in quanto tale, una lotta contro il sistema”
Giulio A. Maccacaro, Classe e salute, 1973
Relatori e Moderatori
Vittorio Agnoletto – Milano
Gemma Beretta – Seveso
Sergio Bologna – Trieste
Francesco Carnevale – Firenze
Roberto Carrara – Bergamo
Felice Casson – Venezia
Maria Luisa Clementi – Castellanza
Alberto Colombo – Meda
Angelo Cova – Castellanza
Elena Davigo – Bologna
Piergiorgio Duca – Milano
Luca Mario Masera – Brescia
Giuseppe Marazzini – Castellanza
Luciano Mazzolin – Venezia
Nicola Mezzina – Milano
Michele Michelino – Sesto San Giovanni
Marcello Palagi – Massa Carrara
Emilio Pampaluna – Turbigo
Fulvio Perini – Torino
Paolo Ricci – Piacenza
Marino Ruzzenenti – Brescia
Benedetto Terracini – Torino
Giulio Andrea Tozzi – Genova
Comitato Tecnico Scientifico
Fulvio Aurora, Antonio Muscolino, Stefano Debbia, Maurizio Loschi, Enzo Ferrara, Laura Valsecchi, Pierpaolo Poggio, Elisabeth Cosandey,Laura Mara, Carla Cavagna, Marco Caldiroli–Presidente Medicina Democratica
In collaborazione con:
Università Degli Studi di Milano
Fondazione Luigi Micheletti – Brescia
Epidemiologia & Prevenzione – Castellanza
Circolo Legambiente Seveso “Laura Conti”
Centro Studi Sereno Regis – Torino




martedì 16 ottobre 2018

Documento approvato alla Direzione Nazionale del PRC-SE del 13/10/2018

Pubblicato il 15 ott 2018







La direzione nazionale chiama il partito ad un impegno straordinario di mobilitazione contro le politiche portate avanti dal governo recuperando il nesso tra il piano della battaglia democratica, antifascista, antirazzista e il piano della lotta per i diritti sociali e del lavoro. In assenza di una politica che ponga al centro le domande di giustizia sociale e i bisogni dei settori maggiormente colpiti dal liberismo economico, crescono spauracchi, chiusure, xenofobie, frustrazioni securitarie, trova alimento la politica della paura. Una politica, funzionale ai poteri e agli interessi dominanti, utile a distogliere il dibattito pubblico dall’urgenza di un cambiamento sociale radicale o ad alimentarne un simulacro di destra. Basti pensare all’allarmismo e alle politiche brutali, fascistoidi in tema di migranti. Bisogna infrangere gli specchietti per le allodole. Per farlo occorre ritrovare la capacità di parlare ai ceti popolari impoveriti, di esserci sul terreno materiale delle condizioni di esistenza. La manovra economica in corso di definizione e approvazione da parte del governo solo in apparenza risulta in controtendenza con il passato ma ha una capacità inedita di parlare ai ceti popolari. In realtà col taglio della spesa sociale, l’ennesimo mega regalo ai grandi evasori e ai ricchi la manovra è destinata a non ridurre ma ad ampliare la forbice delle disuguaglianze e a peggiorare la condizione sociale in un Paese in cui il 20% più ricco ha 740 volte la ricchezza del 20% più povero. Anche in occasione del dibattito sulla manovra emerge che l’attuale opposizione parlamentare – rappresentata da forze che hanno l’indubbia responsabilità del peggioramento delle condizioni di vita dei settori popolari – costituisce il miglior alleato del governo. Occorre adoperarsi per costruire la più ampia mobilitazione contro le politiche di austerità vecchie e nuove, con una critica da sinistra al governo.  A tal fine la direzione si impegna a predisporre una campagna sociale e di controinformazione da condurre su scala nazionale nei luoghi di lavoro, nelle piazze, nei quartieri in cui mettere al centro l’abrogazione della Legge Fornero, il reddito minimo ai disoccupati, la tassazione alle grandi ricchezze, la lotta alle disuguaglianze. Impegna altresì il partito a partecipare a tutti i momenti di mobilitazione promossi da forze sociali, sindacali, di movimento.
La direzione nazionale  del Prc-Se unitamente alla costruzione dell’opposizione sociale  ribadisce il proprio impegno per la ricostruzione di un campo di forze antiliberiste, anticapitaliste, antagoniste, di sinistra, ambientaliste. Lo abbiamo fatto in Potere al Popolo che è apparso in questi mesi uno dei punti di riattivazione di energie e di protagonismo. Lo abbiamo fatto con l’idea di mantenere l’impegno originario di apertura, di sviluppare un modello inclusivo, partecipativo, democratico, plurale contro ipotesi autoreferenziali, di chiusura, di poter bastare a se stessi e trasformare quello che doveva essere un movimento politico sociale unitario in un partito. Ex Opg, Eurostop e altri hanno perseguito l’archiviazione di fatto del manifesto fondativo di Potere al popolo imponendo un’assurda consultazione su due statuti contrapposti, del tutto priva di garanzie democratiche e di confronto paritario, a cominciare dalla censura operata nei confronti dei materiali di presentazione dello “Statuto per tutte e tutti”. Di fronte a violazioni palesi delle più elementari regole di correttezza, la nostra delegazione nel coordinamento nazionale – unitamente a compagne/i indipendenti – ha chiesto di sospendere e rinviare le votazioni on line e di indire una riunione per chiarire la situazione. Al rifiuto è seguita la dolorosa decisione di ritirare la proposta di statuto e l’invito a non partecipare al voto. Anche in questo caso la risposta è stata all’insegna della prepotenza lasciando sulla piattaforma in votazione una proposta ritirata dai proponenti. Il risultato è stato una sonora bocciatura di queste forzature: ha votato solo una minoranza degli aventi diritto al voto (4041 su 9.091) e solo poco più di un terzo a favore dello statuto n. 1 (3.332). Neanche questi dati inequivocabili hanno spinto al riconoscimento di un deficit di democrazia e consenso. Senza nemmeno consultare il coordinamento si è proceduto immediatamente a dichiarare approvato lo statuto.
In qualità di soggetto cofondatore di Potere al popolo! che ha sempre proposto la democratizzazione del percorso attraverso la partecipazione diretta, non riconosciamo la legittimità di tale statuto che non riteniamo essere stato approvato dalle/dagli aderenti di Potere al popolo!
La DN del PRC, nel prendere atto delle palesi irregolarità compiute dalla maggioranza del coordinamento provvisorio di Pap in sede di votazione dello Statuto, non riconosce l’esito di questa consultazione falsata. Tali forzature antidemocratiche se non azzerate, rappresentano una palese violazione dello spirito con cui è nato il progetto di Potere al Popolo. Riteniamo pertanto necessario aprire una fase di forte dialettizzazione politica.
Non viene meno il nostro impegno a costruire in Italia uno schieramento di sinistra e popolare alternativo a tutti i poli esistenti di cui ogni giorno di più emerge l’urgenza.
Ribadiamo la nostra indisponibilità per riproposizioni del vecchio centrosinistra liberista e la necessità di una proposta politica di rottura con le politiche e le classi dirigenti degli ultimi 25 anni.
È doveroso e indispensabile che le soggettività politiche, sociali e civiche che in questi anni hanno resistito e difeso diritti e beni comuni lavorino per costruire un’alternativa a questo governo e a un’opposizione delegittimata.
Per questo insistiamo sulla costruzione di un progetto che parli a milioni di persone e che sul piano europeo si collochi in alternativa tanto a nazionalisti e razzisti quanto ai trattati UE e alla governance neoliberista.
Il Partito della Rifondazione Comunista è uno strumento al servizio della lotta per la trasformazione della società e la difesa delle condizioni di vita delle classi lavoratrici.
Respingiamo ogni caricatura volta a presentare la nostra esistenza come ostacolo alla costruzione di soggettività di sinistra più forti. Le esperienze europee dimostrano il contrario, come per esempio nel caso di Unidos Podemos. Sono semmai il settarismo da un lato e l’opportunismo dall’altro che in questi anni hanno impedito un’auspicabile ricomposizione di un’area politico-sociale-culturale frammentata e lo sviluppo di un discorso politico nuovo e egemone. Ribadiamo l’impegno alla costruzione del partito come fatto materiale, a rafforzare il nostro tessuto militante, il senso di appartenenza, l’impegno all’autofinanziamento, la presenza politica, le pratiche sociali. Va in tale direzione la convocazione dell’assemblea nazionale delle compagne e dei compagni del partito della rifondazione comunista impegnati sul diritto all’abitare. Che questa possibilità ci sia lo dimostrano alcuni indicatori non di poco conto. Le 50.597 mila sottoscrizioni al 2Xmille a favore di Rifondazione Comunista e la riuscita delle molte feste di Rifondazione Comunista. Dati significativi che parlano di una potenzialità, di un possibile salto in avanti che va accompagnato a una maggiore capacità di comunicare e raccontare quello che proponiamo e le cose che facciamo. Su tutto questo e altro ancora siamo impegnati a dare corso alla traccia di lavoro contenuta nel documento uscito dalla discussione di Spoleto sul rilancio del partito. In particolare la direzione nazionale impegna i gruppi dirigenti territoriali alla convocazione dei comitati federali e regionali con all’ordine del giorno la fase politica e il completamento della campagna di tesseramento 2018 contattando e coinvolgendo compagne e compagni vecchi e nuovi.
La Direzione nazionale, su proposta del segretario, convoca il Comitato Politico Nazionale per il 27 e 28 ottobre.