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giovedì 27 settembre 2018

VENTOTTO SETTEMBRE GIORNATA PER L'ABORTO SICURO

Come PRC circolo A. Casaletti di Paderno Dugnano(Mi) abbiamo sottoscritto questo appello della Casa delle Donne di Terni  in occasione della giornata mondiale dell'aborto sicuro che svolgerà domani 28 settembre 2018


Vi chiediamo appoggio a questo appello che è stato prodotto alla fine
di una folta Assemblea presso la Casa delle Donne di Terni il 17
Settembre, dove erano presenti operatori/trici del Servizio Sanitario
regionale e molte donne e uomini intertessat* al tema.
Ci è sembrata grave la situazione Umbra rispetto alla scarsa
diffusione delle tecniche più moderne di IVG : l'aborto medico e la
scrsa attenzione alla gratuità della Contraccezione , come avviene in
altre Regioni .
Infatti è assente nelle Az. Ospedaliere di Pg e Tr ( e quindi non si
impara all'università!) e in tutti gli Ospedali della Provincia di Pg.
Se siete d'accordo potete rispondermi a questo post ed aggiungerò la
vs firma o quella della vs Associazione
Sarà inviata a tutti i giornali umbri oltre che alla Presidente e alla
Giunta Regionale in occasione della
Giornata Internazionale per l'Aborto Sicuro ( 28 Settembre)
Vi aspettiamo!


" Gentile Presidente Catiuscia Marini,
In occasione della Giornata Mondiale per l’aborto sicuro (28
settembre) Le chiediamo attenzione per risolvere le gravi problematiche presenti da tempo anche nella nostra Regione in campodella Salute Sessuale e Riproduttiva.

Purtroppo dobbiamo registrare che l'Umbria e' ai primi posti in Italia per i tempi di attesa per l’aborto chirurgico ( 24,3% come in Calabria aspetta più di 3 settimane) e agli ultimi posti con il 5% per l’uso del vero aborto sicuro, quello che in tutta Europa e non solo
(Tunisia, Marocco...) utilizzano più di metà delle donne che si trovano a doverlo scegliere : l’aborto medico.

Sappiamo che in Umbria da 8 anni è pronto il Protocollo approntato da
specifica commissione scientifica per l’uso della RU486 ma non e mai
stato oggetto di discussione in consiglio regionale e pertanto e'
inapplicato. Le donne dell’Umbria ora possono servirsi solo dei 2 Ospedali di Orvieto e Narni, in provincia di Terni, che usano con buoni risultati il protocollo nazionale mentre in tutta la Provincia di Pg si attende da 8 anni il protocollo dell'Umbria. Quindi la
maggioranza delle donne non può scegliere di usare le pratiche meno
invasive e pericolose per la loro fertilità futura e i medici specializzandi non imparano queste tecniche.
Chiediamo quindi che il Consiglio Regionale finalmente permetta di
estendere a tutti gli ospedali dell'Umbria tali pratiche più moderne e
non chirurgiche, ormai molto sperimentate.
Sia l’Emilia Romagna che la Toscana hanno da anni approvato l'utilizzo
della Ru486 in modo ambulatoriale visto che è ormai provato come sia
priva di rischi e da circa 30 anni in uso nel resto d' Europa.
In Svezia, in Francia, in Belgio si può farne uso a domicilio avendo l’Ospedale come riferimento solo in caso di problemi.
Riteniamo importante mettere l’Umbria al passo con l’Europa e con le Regioni più avanzate, cosi come rafforzare tutte le azioni di informazione e di fornitura gratuita di contraccettivi per una sessualità libera e sicura come previsto dalla legge 194. Sarebbe
dunque fondamentale implementare i Servizi Consultoriali e di prevenzione per garantire la salute della donna in tutte le fasi della vita.
Siamo un un periodo in cui in Italia insieme ai rigurgiti fascisti si cerca di mettere in discussione la libertà di scelta delle donne.
Facciamo si che l' Umbria, per il rinnovato impegno di una donna al
governo della Regione, dia un segnale di coraggio e di tutela della
libertà e della salute femminile.
Puglia , Emilia Romagna , Piemonte ed ora anche la Lombardia hanno reso
gratuita la Contraccezione. Non si potrebbe fare una scelta simile
anche in questa Umbria dove la carenza di lavoro colpisce per primi i
redditi femminili?
Aspettiamo una risposta con atti di governo attenti ed efficaci. Non è
un problema di spesa sanitaria ma di scelte culturali, politiche e scientifiche adeguate ai bisogni reali e all'evoluzione scientifica.
Certamente torneremo a parlarne anche dopo questa giornata
internazionale che vede anche al Parlamento Nazionale nuove proposte
per la Contraccezione Gratuita e per l’allargamento dei tempi e dei
modi di uso di RU486 oltre le 7 settimane come nel resto d’Europa.

Siamo sicur* che questo appello pubblico non potrà lasciarla
indifferente ed aspettiamo una pronta ed efficace risposta con atti di
governo.

◦ FIRMATO
Alcune Associazioni e/o cittadine che vivono, lavorano o semplicemente
amano questa Regione :

◦ La Casa delle donne di Terni
CGIL Umbria
RAV ( Reteantiviolenza)
◦ AGITE Umbria
Marina Toschi ( vice presidente AGITE- Ass. Ginecologi Territoriali)

PRC A.Casaletti Paderno D. (Mi)

IL CSP DI PADERNO PIU' ASSEMBLEE DEMOCRATICHE E PIU' PROPOSTE





VIVONO TRA NOI.
PER UN DIBATTITO COERENTE SU BULLISMO E VANDALISMO.
"E' il più recente atto di guerra contro i migranti che sono i mostri del momento". Così Gino Strada, in un'intervista a 'Radio Capital', commenta il decreto Sicurezza targato Salvini varato ieri all'unanimità dal Consiglio dei ministri. "Non è il primo atto di guerra, sia chiaro", sottolinea il fondatore di 'Emergency', sostenendo che "la guerra è stata iniziata dalla politica".
In un altro scenario, commentando la vicenda del divieto di accesso alla mensa per i bambini di Lodi, figli di famiglie del sud del mondo, Lavi Lavinia una mamma Rumena delle nostre zone, ha centrato il punto della questione bullismo nelle scuole:
"Viste le iniziative del Comune di Lodi, pensa alla nuova generazione!quanta ignoranza e malvagità !razzismo ,bullismo e stupidità!l Italia avrà il futuro che lo crea ..."
Non é finita.
Sessanta bambini tra i tre e i cinque anni, la maggior parte figli di operai che lavorano per la Fincantieri a Monfalcone, a settembre non sono potuti entrare in aula con i loro compagni.
Una scelta che secondo il Miur (che su questa vicenda colpevolmente non intende intervenire) non sarebbe stata firmata dall'Ufficio scolastico regionale e provinciale che, anzi, a fronte delle lista d’attesa avrebbe inviato quattro insegnanti in più per formare due nuove sezioni. Il tutto però è stato inserito in un regolamento modificato all’ultimo momento nella totale inconsapevolezza delle famiglie che si sono viste i figli esclusi, ma nella Costituzione italiana i minori devono essere tutelati al di là della distinzione di sesso, di razza e di religione. di idee della famiglia.
Sia in quest'ultimo che nel caso di Lodi, riteniamo che la Lega abbia creato una discriminante tra bambini italofoni e non, i piccoli nati nel nostro Paese oltretutto parlano la nostra stessa lingua, ma, di fatto, sono cittadini di serie B.
Considerato che in questa storia non risulta risulta che siano stati coinvolti i Consigli d’istituto, i Dirigenti scolastici della città si sono assunti una gravissima responsabilità, creando un precedente significativo; proviamo ad immaginare il paradosso surreale, il ridicolo della situazione in cui
uno di questi presidi dovesse proporre una discussione o un progetto sul bullismo nelle proprie classi.
Come di ce Lavi Lavinia, il problema sta nel tipo di cultura che la società trasmette, non nella questione educativa o nella semplice responsabilità dei genitori.
Infatti la sindaca leghista di Lodi, Casanova, afferma: "Seguiamo le normative vigenti", mentre Il governatore Fontana la sostiene: "Il rispetto della legge vale per tutti". Apparentemente dunque, siamo nella legalità e secondo una certa ottica bisognerebbe limitarsi ad insegnare ai propri figli a seguire acriticamente la legge, o non bene esplicitati concetti come l'autorità e il rispetto, ma senza un' adeguato approfondimento si rischia invece di inculcare, in casi simili, il razzismo e la prepotenza di stato. Il razzismo non c'entra nulla é l'obiezione più probabile al nostro ragionamento, ma chi ha anche solo delle vaghe idee di sociologia e soprattutto ha una qualsiasi esperienza di vita nelle nostre città (figuriamoci un dirigente scolastico) dovrebbe capire perfettamente le conseguenze civili e sociali del creare dei divari tra bambini, discriminarne una parte e alimentare dei ghetti di emarginati.
Sostenere che "il razzismo non c'entra" significa escludere del tutto la possibilià che leggi e regolamenti siano utilizzati a piacimento da chi impone il proprio potere politico, mentre la storia insegna esattamente il contrario.
Pensiamo che sicuramente ci siano dei segnali particolari e allarmanti nel comportamento di una certa fascia di giovani dei nostri paesi, come il fatto che rubino biciclette per amore del conformismo da branco o che devastino gli orti delle scuole, ma anche il fatto, forse peggiore, che, come in un episodio di inizio di quest'estate a Paderno in cui un fiorista ambulante indiano é stato accerchiato, allontanato dalla zona e maltrattato da una comitiva di "bravi ragazzi", se la prendano con persone indifese e innocue. L'essere forti coi deboli e deboli coi forti é, guarda caso, il messaggio che sembra arrivare spesso da qualcuno al momento molto influente. L' idea di diffidenza verso chi é diverso da tempo é una sensazione che rischia di diventare normale per troppe persone.
Il fatto che ci sia nella scuola un'attenzione esplicita nei confronti di questi ragazzi e del loro futuro é un fatto estremamente positivo e un grande passo avanti rispetto ad ambiti in cui si parla o finora si é parlato di poco o del solito tran tran quotidiano.
Per evitare di scadere nella ritualità di queste iniziative ciò che ci serve più che parlare di patti scuola-famiglia é organizzare delle assemblee democratiche pubbliche gestite da comitati di insegnanti e genitori, coinvolgendo le associazioni delle scuole come questa, con ordini del giorno che non tralascino però di analizzare le vere cause della nostra situazione sociale ed arrivino a proposte politiche comuni, esternate a tutta la città.
27 SETTEMBRE 2018
CSP paderno Dugnano.

mercoledì 26 settembre 2018

LAVORO E LOTTA ALLA POVERTA' SIGNIFICANO PIU' SICUREZZA


Apprendiamo da alcuni quotidiani locali che anche Paderno Dugnano ha aderito al "controllo di vicinato" ecco il commento del sindaco G.Bogani - Lega

"Proseguiamo sul percorso che avevamo delineato in Consiglio Comunale con un ordine del giorno sulla sicurezza urbana che metteva al centro il ruolo e il contributo che i cittadini possono dare alla nostra comunità partendo proprio dal rispetto delle regole.  Il protocollo con la Prefettura – continua – va nella direzione di un coinvolgimento dei cittadini che, attraverso un’organizzazione coordinata, potranno svolgere una preziosa e importante attività di osservazione su situazioni che possono pregiudicare la sicurezza, il decoro urbano e la convivenza civica”.




A questo proposito come Prc A. Casaletti ribadiamo ancora una volta che i  tentativi finora portati avanti per rendere la nostra città piu' sicura sono risultati piuttosto fallimentari, bisognerebbe analizzare il problema diversamente ovvero partendo dal principio che la mancanza di lavoro aggrava il fenomeno, quindi una sana politica lavorativa assieme al reddito minimo garantito,ridistribuzione del reddito,riduzione dell'orario di lavoro e lotta alla povertà rimangono gli unici deterrenti  , ronde e quant'altro sono solo tamponamenti d'emergenza che a lungo andare creerebbero problemi d'altra natura se non piu' gravi.
La nostra contrarietà a quanto approvato ha fondamento nei principi di uno Stato a cui spetta il pieno diritto di  tutelare la sicurezza  attraverso le forze dell'ordine, evitando di demandare a terzi un ruolo così importante per la democrazia e la stabilità di un Paese.

LUCIA UVA: ISPETTORI ALLA PROCURA DI VARESE

Lucia Uva comunica novità sul caso del fratello Giuseppe, barbaramente torturato ed ucciso dieci anni fa.
"Buongiorno fratellino, voglio condividere con tutti i miei amici e amiche  questa notizia .... ieri il mio avvocato Fabio Ambrosetti mi ha comunicato che la cassazione ha riconfermato la sentenza del CSM nei confronti del grande e ONNIPOTENTE PM. AGOSTINO ABATE per non aver svolto le indagini sul caso Uva e per la modalità dell l'interrogatorio intimidatorio che ha avuto nei confronti del testimone Alberto Biggioggero !!!!
Un immenso ringraziamento lo voglio fare all Ex ministro Cancellieri x aver fatto emergere la verità su ABATE mandando gli ispettori alla procura di Varese
SONO TRASCORSI 10 ANNI E GIUSEPPE UVA NON HA ANCORA AVUTO GIUSTIZIA !!!! IO SO CHI È
STATO !!!!!!!!!"


Ribadiamo ancora la nostra vicinanza e solidarietà a Lucia Uva, sperando in una giustizia che tarda ancora ad arrivare.


 

domenica 23 settembre 2018

ESISTE UNA COSTITUZIONE APPLICHIAMOLA!!!!

La terribile aggressione subita da compagne e compagni del Prc-Potere al Popoli  a Bari  assieme alla europarlamentare Eleonora Forenza  non deve passare come l'ennesima ragazzata ma va affrontata.
Esiste una Costituzione che parla chiaro, applichiamola una buona volta!!!
Pubblichiamo la lettera di Maurizio Acerbo segretario nazionale del Prc


Lettera aperta a Enrico Mentana, Corrado Formigli e a tutti gli altri giornalisti che hanno sdoganato Casa Pound


L'aggressione squadrista a Bari ai danni della nostra europarlamentare Eleonora Forenza e di altri compagni di Rifondazione, Potere al popolo e SI non è certo un episodio isolato. Non è la prima volta che da sedi di Casa Pound partono gruppi che aggrediscono per poi giustificarsi dicendo con la difesa da immaginari assalti. Oggi Di Stefano ha replicato lo stesso spartito sostanzialmente rivendicando l'azione violenta dei suoi camerati. Certo l'aggressione a una parlamentare ricorda molto il clima degli anni '20. C Dovrebbero riflettere i troppi esponenti del mondo dell'informazione che in questi anni hanno sdoganato formazioni neofasciste come Casa Pound che da tempo sono ospiti di trasmissioni televisive e o vengono presentati come agnellini.
L'aggressione squadrista di Bari è solo l'ultimo episodio che dovrebbe far riflettere giornalisti autorevoli che con eccessiva disinvoltura hanno legittimato i "fascisti del terzo millennio". Mi rivolgo a Mentana e Formigli perché in rete mi sono imbattuto in loro affermazioni ma precisando che non sono gli unici. Quando viene inseguito e aggredito un gruppo di persone con mazze e cinghie solo perché accompagna una donna etiope con due bambini non è il caso di rimeditare affermazioni troppo ottimiste e patenti democratiche date con troppa superficialità?
"La cosa importante è ripudiare la violenza e ogni forma di razzismo. E io da loro questo l'ho sentito" (Enrico Mentana), "Inseriti nel gioco democratico, vitali e puliti" (Formigli).
Solo sostenitori di Casa Pound e della Lega come Fusaro possono sostenere che la minaccia fascista è inesistente. I dieci punti di sutura sulla testa del nostro compagno Antonio Perillo - come tante altre aggressioni - smentiscono queste affermazioni.
Questi figuri non hanno mai smesso di dirsi fascisti né hanno mai smesso di praticare la violenza.
Il fatto che i loro slogan e il loro discorso xenofobo siano stati fatti propri dal principale partito della destra che egemonizza il governo e il dibattito pubblico rende ancor più baldanzosi questi personaggi. E accade lo stesso per il clima europeo e americano.
Chi scrive rivendica da tempo con l'ANPI che queste organizzazioni vengano disciolte in applicazione della Costituzione ma dobbiamo constatare amaramente che si va in direzione opposta.
Chi fa informazione ha grandi responsabilità.


Maurizio Acerbo

LA MEDICINA COME MERCE FA MALE

Elisabetta Canitano , ginecologa, una che sta con le donne e per le donne.
Dalla sua pagina facebook una delle tante storie che popolano l'attualità italiana e a cui non ci si deve abituare ma innanzitutto continuare a contrastare.

A. è una ragazza. A. va dal ginecologo perchè ha dolori pelvici, e insieme valutano che possa essere a rischio per un'infezione sessualmente trasmessa. Il medico le prescrive dei tamponi per la ricerca delle infezioni, che può fare nel Servizio Sanitario Regionale. A. però la mattina non si può assentare perchè ha un contratto di lavoro che non glielo permette (altrimenti detto "senonvieninonhaibisognociao"). Così A. va da un privato apparentemente solidale, che gli dice "Carissima.....questi esami costano tantissimo......facciamone uno solo, uno di quelli che costano poco, qui noi andiamo per gradi!!" Così A. paga una sciocchezza un esame che non le serve e intanto l'infezione vera, non diagnosticata, magari cammina. A torna dal ginecologo venti giorni dopo. Lui le spiega che bisogna ricominciare da capo. Nel frattempo però il contratto di lavoro di A. è scaduto, così può andare nel servizio pubblico. Ricordatemi le linee guida per la protezione delle donne dalle malattie sessualmente trasmessibili. La medicina come merce fa male. Difendete la sanità pubblica !! Nei paesi civili esistono servizi apposta per le MST. Non qui.

venerdì 21 settembre 2018

PIU' COMODATI D'USO AIUTEREBBERO LE FAMIGLIE AD AFFRONTARE IL CARO LIBRI!


Dal Comitato per la Scuola Pubblica di Paderno Dugnano, l'interessante post che riguarda il caro libri, una realtà con cui molte famiglie sono costrette a misurarsi.

I costi dei libri di testo, in continuo aumento, gravano in maniera esorbitante sul portafogli delle famiglie, costrette nella maggior parte dei casi a erodere i propri risparmi o a limitare drasticamente le spese per il tempo libero. In questi anni i tetti di spesa per i libri di testo nelle le scuole non sono mai stati ridotti, anzi, il collegio docenti può liberamente decidere di aumentare il limite complessivo del 10% ogni anno scolastico, con il solo dovere di motivare questa modifica. In questo modo, anno dopo anno vengono adottati testi identici nella sostanza, ma dai costi lievitati per insignificanti modifiche nell’impaginazione, una vergogna che ingrossa le tasche delle case editrici e che assomiglia molto a un ricatto.
Due anni fa il MIUR, con la nota 3503 del 30 marzo 2016 ha confermato l’intero quadro normativo a cui le istituzioni scolastiche devono fare riferimento. Tra le varie disposizioni é stata riconfermata l’abolizione del vincolo pluriennale di adozione dei testi scolastici. Consentendo, quindi, ai docenti di adottare ogni anno una nuova edizione, il MIUR assicura, nei fatti, la propria complicità ai meccanismi speculativi delle lobby editoriali.
Con l’inserimento sempre più massiccio di libri in formato misto (digitale-cartaceo) e totalmente digitale, si sono ulteriormente complicate le cose per le famiglie. Si tratta di normali libri di testo a cui si aggiunge un CD-ROM o un link, che rimangono perlopiù inutilizzati, ma comportano un rilevante aumento del prezzo di copertina.
Come Comirato per la Scuola Pubblica abbiamo più volte denunciato l’inadeguatezza delle attuali misure di sostegno all'istruzione poste in essere dagli ultimi e l'attuale Governo, nonché l’assenza di un qualsivoglia accenno al diritto allo studio all’interno della legge Buona Scuola..
Anche a Paderno Dugnano è necessario ridiscutere di tutte le strategie di mutualismo che spesso sono state messe in pratica con successo gli anni passati, come il "comodato gratuito" e i mercatini dell'usato, che erano però efficaci grazie ad una politica responsabile dei Comitati genitori e dei CDI (vedasi l'esperienza del Comprensivo Gramsci), che a differenza di quanto accade spesso oggi erano attenti alla solidarietà e al concreto impegno sociale.
In quest'ottica, i mercati di interscambio solidale e le autoproduzioni di materiale (come, per esempio, i diari scolastici) se fossero riproposte, sostenute e sotto il controllo di genitori, studenti e insegnanti potrebbero rappresentare un modello di lotta al caro scuola popolare.
Ma unitamente a cio'bisogna comunque rivendicare con intransigenza un
. piano Nazionale sul Diritto allo Studio che contenga il comodato d’uso per i libri di testo e che, soprattutto, sia rispettato e reso effettivo da leggi regionali.


19 settembre 2018
Csp Paderno Dugnano.



ASSEMBLEA POTERE AL POPOLO NORD MILANO: SI A STATUTO UNITARIO

Ieri 20 settembre 2018 ore 21.00 si è svolta al circolo PRC di Paderno Dugnano l'assemblea territoriale di Potere al Popolo per la discussione dei due statuti presenti sul web.
Oltre alle adesioni cartacee ancora possibili, i simpatizzanti ed iscritti hanno posto  in primis la necessità di una condivisione totale, fra le diverse anime che compongono il movimento chiedendo espressamente che si giunga ad uno statuto unitario, evitando conflitti futuri dovuti alla  scelta di uno dei due. Ha trovato in particolar modo riscontro il documento della europarlamentare Eleonora Forenza votato all'unanimità dall'assemblea.
Assemblea territoriale che rappresenta la democrazia diretta e che esprime quanto pensa  il popolo dei militanti  in questo momento.
Riproponiamo,pertanto,  il documento votato, ribadendo la necessità di evitare uno scontro che non gioverebbe a nessuno.

NO alla conta
NO alla blindatura
NO al ritorno all'unità di una generica sinistra
Potere al Popolo!
Siamo fortemente preoccupate e preoccupati rispetto al dibattito che si sta rovesciando su Potere al Popolo in questi giorni, a seguito della decisione presa a maggioranza dal coordinamento nazionale provvisorio di presentare due bozze di Statuto contrapposte. Pensiamo che chi ha rifiutato che la discussione potesse avvenire all’interno di un testo di Statuto condiviso, con proposte alternative sui nodi di mancata sintesi, rischi di esporre il progetto a una lacerazione. Statuto 1 contro Statuto 2 significa contarsi sulle differenze anziché lavorare a costruire una proposta quanto più condivisa; decidere a maggioranza su un testo che riguarda principi, finalità e regole in cui tutte e tutti dovrebbero potersi riconoscere; svilire il tanto che ci ha accomunato e ci accomuna dal novembre scorso. Un pessimo segnale all'interno e all'esterno, mentre siamo a un passaggio costitutivo importantissimo di un progetto a cui tutte e tutti crediamo sin dal suo lancio. Un passaggio di questo tipo ce lo eravamo immaginati spinto da entusiasmo collettivo e spirito unitario. E invece questa rischia di sembrare una conta interna tra aree già blindate di un qualsiasi congresso di un qualsiasi soggetto della sinistra.
E’ evidente che un progetto politico di rottura coi vecchi percorsi della sinistra finora falliti, innovativo ed efficace, richieda un confronto serrato sulle forme ed i contenuti, talvolta anche aspro. Ma sono necessari anche un impianto chiaro per una strategia di fase (e lo abbiamo nel manifesto politico), degli strumenti di politicizzazione del sociale e della conflittualità diffusa (e li abbiamo nelle centinaia di sedi e case del popolo) e uno sforzo di sintesi unitaria che dia a tutto questo respiro e speranza di successo. E su questo non possiamo che chiedere un supplemento di politica e di ricerca di regole condivisibili da tutte e tutti. Ripensandoci insieme, senza accuse per nessuno, ed evitando di imporre ai militanti di dividersi sulla conta sui due statuti quando invece sono uniti in tutte le lotte che Pap produce o a cui partecipa.
Auspichiamo una proposta di statuto unitaria. Perché ciò accada occorre non sostituire la discussione sulla politica con la discussione sulle regole. Il dibattito politico, dopo aver stabilito regole condivise, dovrà investire assemblee locali, coordinamenti e assemblee nazionali.
Gli Statuti quindi non possono essere strumenti per scavalcare un dibattito politico aperto, prima di arrivare ovviamente a necessarie sintesi o decisioni secondo le regole che ci daremo. Attraverso gli Statuti non si può blindare PAP come fosse un partito proprietario di qualcuno e non si può bloccare questo progetto nell’attesa di improbabili quarti poli che ci ancorerebbero di nuovo a quella sinistra storicamente sconfitta dalla propria incapacità di costruirsi nel conflitto sociale e fuori dalla subordinazione al centrosinistra.
Per un movimento politico-sociale che si chiama Potere al popolo! la sfida nell’Italia del 2018 dovrebbe essere questa: M5s, il movimento dei cittadini, e Lega, il partito del “prima gli italiani”, si autorappresentano come i soggetti che hanno ridato potere al popolo contro le élite e lo fanno con un consenso del 60%. Per chi come noi prova ad assolvere la funzione storica di ricostruire il blocco storico attraverso conflitto, mutualismo, costruzione di contropoteri, l’assillo dovrebbe essere contrastare l’egemonia del populismo di governo. Per noi che vogliamo ricostruire organizzazione, autorappresentazione e autocoscienza delle classi popolari, la domanda quotidiana dovrebbe essere come decostruire il meccanismo discorsivo che porta quelle stesse classi popolari a rappresentarsi passivamente, con click e like, nella retorica di un cambiamento che lascia accuratamente inalterati i rapporti di forza nella società.
Non ci serve quindi una conta interna, ma una discussione sulle nuove forme di organizzazione della lotta di classe nel neoliberismo. Pap ha svolto una funzione importantissima sotto diversi aspetti: la connessione di diverse forme dell’agire politico (partiti, sindacato conflittuale, lotte sociali e territoriali, movimenti, mutualismo e pratiche sociali); la “messa a progetto” di tante resistenze che agivano in maniera disgregata; la riattivazione di entusiasmo e energie militanti. Ha agito come vettore di connessione e attivazione, cioè con un movimento oggettivamente anticapitalista, dato che il neoliberismo agisce oggi fondamentalmente attraverso la disgregazione e la passivizzazione.
Ora, invece, rischiamo seriamente di distruggere l’opera nostra. Come può un progetto politico arrivare al proprio momento costituente con una contrapposizione frontale su quello che dovrebbe essere l’atto costitutivo? Come possiamo pensare di decidere a maggioranza l’insieme di regole in cui tutte e tutti dovremmo riconoscerci?
Vogliamo davvero riprodurre la classica dinamica congressuale schieramento-conta-spaccatura-esododimilitanti che tanto bene ha fatto al movimento operaio italiano, su un testo – appunto lo Statuto – che neanche le democrazie borghesi approvano a suon di maggioranze? Pensiamo davvero che sia utile alla funzione storica di contrastare il populismo di destra che ci sovrasta, di unire le classi popolari, dividerci fra noi attraverso la costruzione di un populismo interno e la reiterazione di un “noi e voi”?
La storia non ci assolverebbe.
Pensiamo che il coordinamento nazionale possa rivedere la decisione presa a maggioranza che si producessero due testi contrapposti (anziché la discussione su singoli punti di differenza nella cornice di un testo condiviso) esponendo l’intero progetto al rischio di una militarizzazione della discussione interna e ulteriori lacerazioni. Pensiamo che soprattutto le assemblee territoriali possano elaborare ipotesi di statuto e regole che superino in avanti la fotografia delle attuali differenze e non espongano il corpo collettivo a un meccanismo autodistruttivo di conta proprio nel momento costituente.
Pensiamo che le assemblee non debbano essere chiamate a schierarsi fra tifoserie, ma debbano lavorare a produrre attivamente proposte che superino l’attuale contrapposizione prodottasi nel coordinamento. In tal senso ci sentiamo impegnati e ci impegneremo, a partire da alcune considerazioni.
Una importante sfida organizzativa consiste nel produrre partecipazione ed efficacia nella sinergia tra le assemblee territoriali e l’uso della piattaforma Liquid Feedback; tra partecipazione e decisione in presenza, il cui valore riteniamo insostituibile, e attivazione e partecipazione online, necessaria dato che i tempi di vita non consentono a tutti e a tutte di partecipare in presenza: scrittura collettiva di documenti, l’apertura di forum di discussione, meccanismi decisionali che favoriscono la costruzione della decisione attraverso l’assunzione della proposta che “riceve meno dissensi”. No all’uso della piattaforma come un mero contatore sì/no, un misuratore del consenso tra testi o nomi contrapposti.
- Non pensiamo a Pap come a un marchio registrato, proprietà delle quattro organizzazioni (Ex-opg, Prc, Eurostop, Sinistra Anticapitalista) che ne detengono il simbolo e che ora si predisporrebbero a uno scontro (due contro due). Non è più rinviabile la socializzazione e democratizzazione dei mezzi di comunicazione (sito e social in primis). Pensiamo a Pap come un progetto aperto e fondato sulla partecipazione e sullo stesso potere decisionale di ogni militante.
- Pensiamo che sia un errore intendere questa fase costituente come passaggio da soggetto politico-sociale a partito che non si dichiara esplicitamente tale solo tatticamente: per non risultare incompatibile con altre organizzazioni, o perché poco trendy in epoca di antipolitica. Pensiamo che Pap strategicamente non debba organizzarsi come un partito. Se la unità di ciò che il neoliberismo ha diviso implica oggi il ripensamento della classica divisione dei compiti tra partito e sindacato, l’idea del partito unico o del sindacato unico di riferimento in questo momento non possono che riprodurre frammentazione fra organizzazioni.
- Allo stesso modo riteniamo che sia un errore tragico (e già ripetuto più volte in passato) pensare a Pap come a una delle tessere di un imprecisato “quarto polo”, ipotesi che già nella denominazione si fonda unicamente sulla lettura del quadro politico-istituzionale e che rappresenterebbe la riedizione dei già falliti tentativi di considerare l’unità della sinistra politica come condizione indispensabile per ricostruire il blocco sociale.
- Fuori dalla forma-partito e dalla forma-federazione, Pap ha invece una funzione di riconnessione di politico e sociale e di costruzione di una alternativa sociale e popolare allo stato di cose presente. Non solo nel contesto italiano, ma anche nel quadro europeo, Pap deve avanzare una proposta alternativa sia alla logica del “fronte progressista europeista” sia ai nazionalismi xenofobi imperanti, a partire dai contenuti della Dichiarazione di Lisbona. Dobbiamo rompere la logica dell’Europa neoliberista, e insieme l’idea che la soggettività della forza lavoro migrante possa essere divisa per linee nazionali, patrie, o tra migranti economici e richiedenti asilo.
Lavorare per l’autodeterminazione di donne, uomini e popoli nello spazio europeo è il nostro compito. Se davvero vogliamo far contare gli sfruttati e le sfruttate, lavorare a unire le proletarie e i proletari di tutti i Paesi, come ci suggeriva un signore barbuto, non contiamoci e dividiamoci fra di noi.
Imma Barbarossa Vincenzo Bellantoni Eleonora Forenza Dino Greco Tonia Guerra Rosario Marra Sandro Targetti


martedì 18 settembre 2018

IN CROAZIA NASCE SIBENIK ,UNA NUOVA FORZA POLITICA

Festa di Rifondazione Comunista a Milano, tanti spazi dedicati all'antifascismo, soprattutto sabato 15 settembre con tante compagne e compagni che hanno narrato quanto sta accadendo in un'Europa sempre piu' proiettata verso nuovi fascismi e nazionalismi.
Compagne e compagni  provenienti da svariate nazioni ,hanno narrato situazioni al limite della sostenibilità  dove il procedere non è solo faticoso ma anche pericoloso.
La compagna Nina , croata, ci ha illustrato il suo Paese, un vicino di cui ne' i media  e perfino i socialnon si occupano, come se non esistesse.
"Sono un caso atipico , vivo e sono attiva politicamente in due paesi,  Croazia ovvero  il luogo natio, ed in Italia, il Paese d'adozione. 
Sono iscritta al Partito della Rifondazione Comunista di Trieste, mentre in Croazia sono attivista del Fronte Operaio sin dalla sua nascita , un partito di recente costituzione(dal 2014) di cui fanno parte per lo piu' giovani attivisti.  A volte,quando sono in Italia, mi vergogno di nominare il mio Paese  soprattutto per quanto riguarda  l'attuale situazione politica: il Primo Ministro è un vassallo di Bruxelles  e l'attuale Presidente era una funzionaria del Patto Atlantico.
La situazionne economica della Croazia è a dir poco catastrofica, tutte le industrie piu' importanti sono state svendute agli stranieri, un ultimo esempio è quello del settore cantieristico, smantellato in maniera subdola con la scusa che l'UE "non permette" l'intervento finanziario del governo. 
Ci stiamo trasformando in  un paese di servizi soprattutto turistici, importiamo tutto,nonostante una volta fossimo abbastanza autosufficienti,il nostro granaio , la, Slavonia, dopo la privatizzazione delle industrie nazionali è ora teatro di un esodo migratorio di forza lavoro giovane e qualificata.
La nostra Costituzione dichiara per iscritto che siamo un paese fondato sull'antifascsmo ma la realtà è ben diversa:oltre 3000 monumenti dedicati alla Resistenza sono stati distrutti o gravemente danneggiati. La Chiesa ha parecchio peso nella vita sociale e politica, nazionalismo e razzismo sono all'ordine del giorno. Il partito democratico ,prototipo renziano si è quasi sciolto, e le forze di sinistra  hanno riunito le forze per far nascere Sibenik. Sono 4 i partiti che hanno firmato la dichiarazione:il Fronte Operaio,la Nuova Sinistra, il Partito Socialista Operaio e il Partito Ecologista.
Pur essendo ancora lontani dall'esperienza italiana di Potere al Popolo , abbiamo espresso solidarietà agli operai di Uljanik,lottando con loro  anche se vi è stata solo la  partecipazione del Fronte Operaio. 
Capitalismo, crisi , la destra avanza velocemente ovunque dalla Svezia, alla Germania, all'Italia,all'Ungheria,alla Croazia, cosi' lo straniero diventa il capro espiatorio di tutto, ma possiamo ancora farcela uniti ,creando un'unica difesa: quella umana."
Uno speciale e personale ringraziamento a Nina, alla sua energia ,al suo entusiasmo che ha colpito il pubblico, un racconto non solo interessante ma ricco di spunti per un nuovo punto di partenza e vicinanza.



lunedì 17 settembre 2018

APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA



Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

L’Italia non diventi il paese dei lager.

Pubblichiamo questo appello inviato al Presidente della Repubblica, proposto dal Naga ( Associazione Volontaria di Assistenza Socio-Sanitaria e per i Diritti di Cittadini Stranieri, Rom e Sinti ) di Milano a cui una ampia fascia di realtà sociali, associative e politiche fra cui il PRC-S.E. ha aderito e che intende sostenere.
13/09/2018
Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Signor Presidente,
Lo schema di decreto-legge proposto dal Ministero dell’Interno “in materia di rilascio di permessi di soggiorno temporanei per esigenze di carattere umanitario nonché in materia di protezione internazionale, immigrazione e di cittadinanza”, qualora approvato con i contenuti recentemente resi noti dalla stampa delinea un futuro e uno scenario inquietanti per il nostro Paese, ridisegnando i principi fondamentali dell’ordinamento giuridico e sociale e realizzando un processo di criminalizzazione dell’immigrazione e di istituzionalizzazione del razzismo; intendiamo metterne in rilievo nel seguito alcuni punti particolarmente gravi, che ci hanno indotto a rivolgerLe questo preoccupato ed accorato appello.
Nel merito:
Abolizione della prevalenza della protezione e della presunzione di non colpevolezza.
Secondo la normativa attuale, l’istituto della protezione internazionale prevale su eventuali altri procedimenti in corso, ovvero, in accordo con le convenzioni internazionali, si riconosce la necessità di tutelare in primis le persone da eventuali persecuzioni e gravi rischi per l’incolumità personale rispetto a ogni altro procedimento.
Secondo lo schema di decreto, invece, il richiedente asilo che ha in corso un procedimento penale, quindi ad esempio anche solo un’indagine a seguito di denuncia, si vede sospendere il procedimento, e in attesa della conclusione del processo deve essere rimpatriato, mettendone così a rischio la vita; in caso di assoluzione deve di sua iniziativa ricorrere (rimanendo nel proprio paese) per far riaprire la procedura della richiesta d’asilo: sempre che sia sopravvissuto, s’intende.
Viene cancellata così d’un colpo la presunzione di non colpevolezza prevista dalla nostra Costituzione, e con essa più di duecento anni di civiltà giuridica nonché la sostanza di trattati internazionali frutto di sanguinosi secoli di guerre.
Negazione del principio del diritto universale alla difesa in giudizio.
Secondo la Costituzione, il diritto alla difesa è fondamentale e garantito universalmente anche per chi è sprovvisto di risorse economiche tramite l’istituzione del patrocinio a spese dello Stato.
Secondo lo schema di decreto, invece, se il ricorso sarà considerato “inammissibile o improcedibile” nessuna spesa sarà anticipata ai legali.
Al di là di ogni considerazione in merito allo svilimento della professione legale sotteso alla previsione in questione (che giunge a sfiorare toni offensivi nella Relazione Illustrativa, lì ove si fa riferimento alla funzione di “responsabilizzazione” degli avvocati della previsione medesima), ci pare evidente che tale inopinata novità introduca un inammissibile deterrente al ricorso alla Giustizia, anzi un vero e proprio impedimento allo stesso per chi, anche in ragione della propria situazione di forzata irregolarità, versa per lo più in precarie condizioni economiche.
Occorre inoltre sottolineare che ciò vale per TUTTI i procedimenti civili, contraddicendo la norma costituzionale e configurandosi di fatto come un attacco alla povertà che lede il principio di uguaglianza davanti alla legge: se non puoi permetterti un avvocato, il gratuito patrocinio ti spetta solo per cause vincenti, e in caso di esito dubbio sarà estremamente difficile trovare un difensore.
Cancellazione della uguaglianza giuridica di tutte le cittadine e i cittadini.
Secondo la normativa attuale, in accordo con la Costituzione, è possibile perdere la cittadinanza italiana solo per acquisirne un’altra o in seguito all’assunzione di uffici incompatibili con la fedeltà dovuta da ogni cittadino e cittadina alla Repubblica e alla Costituzione; chiunque in ogni caso può incorrere in potenza in una o entrambe le fattispecie.
Lo schema di decreto crea invece una nuova categoria, quella dei “cittadini stranieri”, la cui partecipazione alla “cittadinanza” è meno tutelante e assoluta perché in fondo anche se cittadini italiani sono destinati a rimanere sempre “stranieri”, e potranno vedersi revocare la cittadinanza italiana (e quindi anche quell’insieme di diritti ed obblighi derivanti dall’appartenenza ad una comunità politica istituzionalizzata) per alcuni gravi reati per i quali non esiste analoga previsione quando si tratti di “veri italiani”.
Indipendentemente dalla gravità dei reati commessi, si tratta di una rottura gravissima del principio di uguaglianza davanti alla legge che implica una concezione etnica dello status di cittadino e cittadina, e ci riconduce direttamente alla tristissima epoca delle leggi razziali, della cui approvazione ricorre proprio in questi giorni l’ottantesimo anniversario.
Proliferazione di centri di detenzione amministrativa “straordinari” ed elusivi.
In Italia la privazione della libertà personale è lecita solo nei casi e modi previsti dalla legge, ed è riservata ai luoghi deputati alla reclusione, soggetti a tutele e controllo democratico.
Com’è noto, nella legislazione italiana è presente un tipo particolare di detenzione che interessa esclusivamente i cittadini stranieri, definita “amministrativa” in quanto non costituisce l’esito di una sanzione conseguente a un reato e che, pertanto, non è disposta al termine di un processo e non richiede una sentenza del giudice, ma pertiene alla giurisdizione amministrativa.
In quanto tale, poiché formalmente non assimilabile all’applicazione di una sanzione detentiva, la detenzione amministrativa è sottratta alle garanzie previste dall’ordinamento penitenziario, e nella sua storia ventennale è stata oggetto di numerosi rapporti che ne hanno comprovato le condizioni degradanti per la dignità umana e lesive dei diritti fondamentali.
Le modalità di trattenimento in detti centri, dei quali i Centri per il Rimpatrio istituiti dalla legge “Minniti-Orlando” nel 2017 rappresentano l’ultima trasformazione, sono valse all’Italia due condanne della Corte Europea per i Diritti Umani, in particolare per la negazione di fatto del diritto alla difesa e per l’assenza di modalità di riparazione certe in caso di errore.
Il presente schema di decreto, oltre a dilatare il termine massimo di permanenza (da 90 a 180 giorni) all’interno dei CPR, prevede in alcuni casi l’applicazione della misura detentiva all’interno di qualsiasi “struttura idonea”: idonea a che cosa? Chi e come ne stabilisce l’idoneità?
La potenziale moltiplicazione incontrollata di questi luoghi di detenzione e la loro conseguente elusività sia geografica che giuridica potrebbero ulteriormente ostacolare l’operato degli organismi di controllo giurisdizionale e far evaporare quelle seppur minime garanzie poste a rispetto della dignità umana dei trattenuti.
Eliminazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari ed esclusione sociale.
La normativa vigente prevede che le Commissioni Territoriali e le Questure possano valutare, e di conseguenza disporre, il rilascio di un permesso per motivi umanitari, per la sussistenza di “gravi motivi di carattere umanitario” e di “seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”.
Nello schema di decreto questa possibilità è semplicemente eliminata; certo si riconosce l’esigenza di individuare e dotare di apposita copertura normativa ipotesi eccezionali di tutela dello straniero, e cioè, come indicato nell’allegata relazione illustrativa, condizioni di salute di eccezionale gravità e situazioni contingenti di calamità naturale nel Paese di origine che impediscono temporaneamente il rientro dello straniero in condizioni di sicurezza, ma tale tutela è riservata a casi la cui eccezionalità è ulteriormente sottolineata dalla previsione del permesso di soggiorno “con finalità premiale per il cittadino straniero che abbia compiuto atti di particolare valore civile”.
Si nega così qualunque possibilità di prendere in considerazione la ricchezza e le condizioni di fragilità che ogni singola persona porta con sé: chi oggi ha un permesso per motivi umanitari non potrà rinnovarlo e cadrà nell’irregolarità anche se ha casa e lavoro, e chi avrebbe potuto averlo non lo avrà.
La stampa ha già diffuso i dati relativi all’ultimo trimestre e le proiezioni sugli esiti della politica dell’attuale Ministro dell’Interno, prevedendo un aumento esponenziale degli irregolari presenti sul territorio anziché la loro tante volte promessa diminuzione.
Oltre a rendere evidente la contraddizione tra le finalità proclamate e quelle – squisitamente politiche – effettivamente perseguite, questa ulteriore restrizione delle già estremamente ridotte possibilità di soggiorno regolare non può che produrre una gravissima situazione di emergenza sociale.
Ci limiteremo soltanto ad accennare, in questo contesto, ad altre misure destinate solo ad aggravare la condizione di esclusione sociale delle persone richiedenti asilo – dalla negazione dell’iscrizione anagrafica alla cancellazione delle misure per l’inclusione nella società italiana attraverso l’insegnamento della lingua, la formazione professionale e l’inserimento lavorativo – per sottolineare come l’impianto complessivo dello schema di decreto appaia non solo in contraddizione in più punti con la nostra Costituzione e i principi generali del diritto, ma teso a creare una condizione di grave frattura della solidarietà sociale.
Credere di poter fronteggiare una situazione ormai fisiologica e strutturale con misure e strumenti emergenziali, aumentando l’uso della forza, incrementando il ricorso alla detenzione, promettendo invano l’impossibile rimpatrio di un esercito di più di mezzo milione di esseri umani trattati da nemici pubblici e spinti a una condizione di marginalità estrema, equivarrebbe a precipitare il Paese in una condizione nella quale non stenteremmo a ravvisare i presupposti che, troppo verosimilmente per i nostri valori democratici, darebbero luogo a spaccature che temiamo degenererebbero in situazioni insopportabilmente prossime a quelle di guerra sociale, se non civile.
In conclusione, non Le chiediamo, signor Presidente, di venir meno al ruolo di imparziale arbitro che la Costituzione Le assegna, né di contrastare le politiche messe in atto da un Governo legittimamente costituito, ma al contrario di esercitare le Sue prerogative di garante della stessa Costituzione, dei principi di civiltà ai quali essa è ispirata e della convivenza civile.
Le chiediamo di fare tutto quanto in Suo potere per impedire che un simile provvedimento arrivi ad avere forza di legge: rifiuti di concorrere a intaccare nel profondo la sostanza e la forma di una Costituzione pagata a carissimo prezzo col sangue di milioni di morti massacrati nella seconda guerra mondiale e nella guerra di liberazione partigiana.
Siamo certi che i Padri e le Madri Costituenti e quanti combatterono per la libertà e la democrazia non avrebbero esitazioni nel porre la dignità e l’integrità di ciascun essere umano, quale che siano il colore della sua pelle e il luogo della sua nascita, ben al di sopra di meschini interessi di parte per quanto ammantati da supposte e mai dimostrate esigenze di sicurezza.
Facciamo appello, signor Presidente, alla Sua indiscussa fedeltà alla Costituzione e alla Sua lungimiranza: non firmi il decreto, rifiuti di gettarci tutte e tutti in questo gravissimo pericolo.
Sottoscrivono:
(per adesioni scrivere nei commenti o a naga@naga.it)
Associazione Naga onlus
Adif – Associazioni Diritti e Frontiere
Agenzia Stampa Pressenza
Ambulatorio Medico Popolare
Antenne Migranti di Bolzano
Antigone
Archivio delle memorie migranti
Arcigay
Associazione ADL a Zavidovici ONLUS
Associazione 21 luglio
Associazione Crea
Associazione Culturale Villa Pallavicini
Associazione di Promozione Sociale Todo Cambia
Associazione Dimensioni diverse Onlus
Associazione Energia
felice
Associazione Il giardino degli aromi
Associazione Il grande colibrí – essere LGBT
nel mondo
Associazione Left Lab Genova
Associazione Luca Coscioni per la libertà di
ricerca scientifica
Associazione No Walls
Associazione On the Road Onlus
Associazione Optì Pobà
Associazione Villa Amantea
ASSPI – Associazione per lo Sviluppo del
Sistema di Protezione Internazionale
Borderline Sicilia
Cambio Passo APS-ONLUS
Camera del lavoro metropolitana Milano
Campagna nazionale LasciateCiEntrare
Casa di Betania ONLUS
CGIL Lombardia
CIPSI – Coordinamento di Iniziative Popolari di
Solidarietà Internazionale
Circolo Lato B Milano
Coalizione Civica per Padova
Collettiv* Ambrosia
Comitato per i Diritti Civili delle
Prostitute onlus
Comitato senza Confini
Comitato Verità e Giustizia per i Nuovi
Desaparecidos
Consorzio Sol.Co Città Aperta
Convergenza delle Culture Milano
Cooperativa Il Pugno Aperto
Cooperativa impresa sociale Ruah
Cooperativa Sociale Ezio
COSPE Onlus
Costituzione Beni Comuni
Diem25 Milano
FIOM CGIL Milano
Fondazione Finanza Etica
Forum Cittadini del Mondo Grosseto
Forum Nazionale per Cambiare l’Ordine delle Cose
GAS Martesana
Hayat Onlus
Il Melograno
Laudato si’
Lezioni al campo – Lecco
Link-Coordinamento Universitario
Memoria Antifascista
Milano in Comune
Nessuna persona è illegale
Osservatorio solidarietà – Carta di Milano
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
People before borders
Possibile
Potere al Popolo Varese territoriale
Progetto Diritti onlus
Progetto Integrazione
Progetto Rebeldìa Pisa
Progetto Sprar “Il Sestante”
Radicali Italiani
Rete della Conoscenza
Rete delle Città in Comune
Rimake
Sharazade cultura e spettacolo senza frontiere
Sinistra Italiana
Un’altra storia Varese
Unione degli Studenti
ZaLab
Zona 8 Solidale Milano

CUB SGB PRESENTANO IPOTESI PIATTAFORMA DA SOTTOPORRE AI LAVORATORI IKEA



 L'IPOTESI DI PIATTAFORMA RIVENDICATIVA IKEA elaborata dal "Coordinamento sindacale FlaicaUniti - CUB e SGB",  verrà sottoposta all'approvazione delle assemblee dei lavoratori.
Una piattaforma radicalmente alternativa, con la quale si chiedeno:
- Stabilizzazione e aumenti ore a tempo indeterminato; limitazione dell’utilizzo di contratti atipici (quali il lavoro somministrato e lo stage, con limitazione quantitativa e introduzione delle causali). Rigida limitazione della flessibilità (solo se concordata con le rappresentanze sindacali, volontaria e adeguatamente incentivata; cancellazione delle clausole elastiche e flessibili e dello straordinario obbligatorio).
- Consolidamenti orari per supplementari in continuità. Part time non inferiori alle 24 ore. Priorità nelle assunzioni a full time per i part time già assunti. Nuove assunzioni senza le regole del Jobs Act, quindi con reintroduzione della tutela dell’art. 18. Tutti inquadrati al III livello.
- Aumento dei permessi per poter conciliare il rapporto vita–lavoro. Malattia e infortunio sempre pagati al 100% e aumento dei periodi di comporto. Stop ai trasferimenti punitivi.
- Indennità per mansioni che prevedano particolari responsabilità civili o personali (Cet, possessori di patente per mezzi elettrici, coloro che maneggiano denaro, coloro che accudiscono bambini).
- Introduzione di una 15° mensilità.
- Reinternalizzazione degli appalti.
- Domeniche facoltative e pagate in straordinario con maggiorazione del 130%. Chiusura dei negozi nelle festività nazionali e infrasettimanali.
- Una vera democrazia nei negozi: contro l’accordo del 10/1/2014, con libere elezioni di RSU in tutte le U.O. senza la quota del 33% e l’indizione riservata a Cgil – Cisl - Uil.

Leggi tutto e scarica la piattaforma integrale: http://www.cub.it/…/12249-ipotesi-di-piattaforma-rivendicat…
cub.it

SOS GEOGRAFIA: A MONTE DELL' ORARIO SCOLASTICO

Pubblichiamo il post interessante apparso sulla pagina fb del Comitato per la Scuola Pubblica di Paderno Dugnano

Il diario di scuola dei bambini, al rientro dalla giornata scolastica, in questi giorni presenterà ai genitori l'organizzazione più o meno definitiva dell'orario didattico settimanale.
Quando si parla di necessità di "partecipazione" delle famiglie alla vita scolastica sarebbe il caso per queste di non dare sempre per assodate le comunicazioni degli insegnanti ma di cercare di comprendere o di mettere in discussione in senso migliorativo, insieme a loro, il funzionamento delle scuole.
Per parlare di una delle materie scolastiche, ad esempio, ricordiamo che, a partire dalla riforma Gelmini, la geografia è stata sacrificata tagliando il numero di ore settimanali d’insegnamento e finendo per essere ridotta, nei bienni dei licei, al terribile ircocervo: la geostoria, materia che non è storia e non è geografia ma che fa convivere l’Impero romano e l’Unione europea nelle stesse pagine di manuale, con autori ed editori alla disperata ricerca di collegamenti brillanti fra lo svolgersi del passato e la struttura del presente.
Non è sorprendente che gli studenti non si affezionino né all’una né all’altra e, cosa ben più grave, non riescano ad acquisire un metodo di apprendimento specifico né per l’una né per l’altra. Devono aspettare il triennio per studiare la storia in sé, mentre per la geografia possono aspettare in eterno in quanto, nei successivi anni di scuola, non la incontreranno più.
Paradossalmente l'abolizione, della geografia è stata salutata sulle prime con un certo sollievo da un mondo della scuola fin troppo propenso a gettare la zavorra dell’apprendimento mnemonico in favore delle competenze liquide, del coding, delle soft skills, della valorizzazione dello studente come persona: sarebbe a dire, come persona che non studia.
Il guaio comunque sta soprattutto nel fatto che studenti e genitori (contribuenti) ignorano queste decisioni gia'prese sulle loro teste, all'atto di effettuare le iscrizioni ai vari istituti.
Ma non è finita, la "distruzione della geografia" è anche il risultato di un "furto", a colpi di "ore aggiuntive", pratica in uso nelle scuole con la complicità dei sindacati meno combattivi, cioè quelli complici dei Dirigenti scolastici.
Si sta infatti sempre più diffondendo la tendenza da parte dei docenti di ruolo ad accettare, talvolta
su pressante insistenza dei dirigenti, ore di insegnamento aggiuntive al proprio orario cattedra con il beneplacito dei 'sindacati maggiormente rappresentativi'
Lo stesso non vale, però, per Cobas Scuola e il sindacalismo di base che da sempre si battono per la non accettazione di ore oltre le 18 settimanali.
Questa pratica la riteniamo scorretta perché in tal modo, come denunciato più volte dal Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati, si consuma una duplice ingiustizia: la prima ai danni dei legittimi destinatari, i precari abilitati in Geografia, che si vedono in tal modo condannati alla disoccupazione e la seconda, ancor più grave, ai danni degli studenti che si trovano in cattedra docenti privi della necessaria abilitazione all'insegnamento, con inevitabili ricadute negative sul loro processo formativo.
Se si possono capire le difficoltà economiche di una categoria che percepisce le retribuzioni più basse di tutta l'Europa Occidentale pensiamo però che il corpo docente di ruolo invece di fare incetta di ore aggiuntive, dovrebbe prendere coscienza che parte delle proprie difficoltà deriva anche dal fatto che il CCNL è rimasto privo di rinnovo con grave penalizzazione retributiva dal 2009 al 2016 ed impegnarsi, quindi, nell'attuare rivendicazioni collettive e solidaristiche dei propri diritti, invece di pensare di risolvere i problemi personalmente.

 
14 settembre 2018
Csp Paderno Dugnano

giovedì 13 settembre 2018

IL GIGA DI PISA SI BATTE PER IL RINNOVO DEL CCNL




Ore aggiuntive e il furto ai danni della Geografia

In questi ultimi anni si sta sempre più diffondendo la tendenza da parte dei docenti di ruolo ad accettare, talvolta su pressante insistenza dei dirigenti, ore di insegnamento aggiuntive al proprio orario cattedra con il beneplacito dei 'sindacati maggiormente rappresentativi'. Tuttavia se la maggior parte dei sindacati non prendono posizione in merito, lo stesso non vale, però, per i Cobas Scuola che da sempre si battono per la non accettazione di ore oltre le 18 settimanali.
Tale pratica risulta a nostro avviso, non solo priva di solidarietà verso il settore più debole dei precari, in quanto impossibilitati ad ottenere un incarico annuale con un orario cattedra intero, condannandoli così alla roulette delle supplenze temporanee ma, anche, perché crescendo la percentuale di docenti di ruolo che incrementano volontariamente il proprio orario settimanale, offrono al Ministero il pretesto per aumentare, a tutto il corpo docente, a 24 il monte ore settimanale con atto unilaterale fuori dal quadro normativo contrattuale. Tentativo questo, già più volte respinto, negli ultimi anni, dalla mobilitazione dei docenti  e degli studenti consci della penalizzazione che subirebbe la qualità di insegnamento di fronte ad un aumento del 30% delle classi a carico dei propri insegnanti.
Addirittura privo di correttezza procedurale, appare l'iter seguito dai Dirigenti di offrire ore di insegnamento della neo introdotta ora settimanale di "Geografia generale ed economica" nei  bienni dei Tecnici, diversi da quelli Economici, e nei professionali. Tali ore di insegnamento, invece di essere state inviate agli Uffici Scolastici Territoriali ove, assemblate con quelle di altri istituti, potevano dar luogo a spezzoni o cattedre intere ed essere assegnate ai precari della classe di concorso A021  (Geografia) in forma di incarico annuale. I Dirigenti invece, in casi non infrequenti, hanno attuato una procedura non rispettosa delle direttive ministeriali (Circolare n. 34, 1 aprile 2014) offrendole direttamente ai docenti di Lettere (A050) e/o di Scienze naturali (A060) interni al proprio istituto. In tal modo, come denunciato più volte dal Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati, si è consumato una duplice intollerabile ingiustizia: la prima ai danni dei legittimi destinatari, i precari abilitati in Geografia, che si vedono in tal modo condannati alla disoccupazione e la seconda, ancor più grave, ai danni degli studenti che si trovano in cattedra docenti privi della necessaria abilitazione all'insegnamento, con inevitabili ricadute negative sul loro processo formativo.
Capiamo, perché le viviamo quotidianamente sulla nostra pelle, le difficoltà economiche di una categoria che percepisce le retribuzioni più basse di tutta l'Europa Occidentale ma, il corpo docente di ruolo invece di fare incetta di ore aggiuntive, soprattutto di quelle di cui non possiede l'abilitazione, dovrebbe prendere coscienza che parte delle proprie difficoltà deriva anche dal fatto che il CCNL è rimasto privo di rinnovo con grave penalizzazione retributiva dal 2009 al 2016 ed impegnarsi, quindi, nell'attuare rivendicazioni collettive e solidaristiche dei propri diritti, invece di pensare di risolvere i problemi personalmente togliendo la possibilità di lavorare a chi si trova in condizioni assai peggiori delle loro.



Il coordinamento del Giga

RODRIGO ANDREA RIVAS :A SALVADOR ALLENDE E ALLA SUA LOTTA PER LA VITA

Nel 1973, Rodrigo lavorava come parlamentare nel suo paese: il Cile.  Dopo il colpo di stato dell'11 settembre, egli è costretto a continuare la sua lotta politica nella clandestinità fino a quando la morte del padre, avvenuta durante una perquisizione della sua abitazione, lo spinge ad affrontare direttamente il regime militare; sarà poi il timore di tradire gli amici sotto tortura che lo porterà a chiedere asilo all'ambasciata italiana.
Rodrigo Andrea Rivas è attualmente molto impegnato in Umbria. 
Riprendiamo dal suo blog questo scritto dove Rodrigo narra cio' che prova e cio' che ricorda della figura di Salvador Allende. Il Cile ancora oggi un Paese che sta portando avanti con fatica una memoria dolorosa ancora ben presente nel cuore di tanti.
Il circolo PRC A. Casaletti, le compagne ed i compagni dimostrano vicinanza a Rodrigo sperando di poterlo incontrare a breve.


Trascorsi 45 anni da quel 11 settembre e dopo che, ovviamente, è successo di tutto, mi piace ricordare Allende come un uomo normale capace di dirigere un processo di costruzione di qualcosa di profondamente innovativo e ancora non replicato.
Si trattava di costruire il socialismo recuperando un concetto che la sinistra aveva regalato stupidamente ai suoi avversari: la democrazia.
Coerente fino alla fine, in questo tentativo ci lasciò le penne.
Era, quindi, anzitutto un uomo coerente. Forse, allora, non era poi così normale.
Per la sinistra sinistra di allora era solo un riformista. Basterà rileggere quanto ne scriveva Rossana Rossanda sul Manifesto.
Per la sinistra allora sedicente comunista, era un socialdemocratico estremista e non di rado utopista. Strana concezione di cui ancora non
capisco il senso. Basterà leggere quanto ne scriveva Rinascita.
Per noi, era banalmente “il compagno presidente”. Tale è rimasto. Coi suoi difetti e virtù.
Con lui se ne sono andati molti amici e compagni. Con lui se ne andò un progetto che reputo più che mai attuale. E non era quello del compromesso storico.

Lo ricordo come un amico più grande, con rimpianto e affetto.
Quando è morto, aveva poco meno di 64 anni. In teoria, avrebbe potuto provare a fare il girovago in mostra per il mondo.
Nella pratica non gli sarebbe mai stato permesso. Doveva morire e il suo progetto doveva essere sradicato.
L’annientamento fisico della sinistra cilena non fu un eccesso. Era la premessa per riallineare il continente.
Col segno del dopo direi che è stata la premessa del reaganismo e del neoliberismo successivo. Ovviamente, non solo nel Cile e nell’America Latina.In questo senso, le ampie strade da aprire per far passare donne e uomini liberi ci attendono dovunque.

Come salutarlo?
Penso come ognuno può e vuole.

Con un brindisi di vino rigorosamente rosso.
Con un fiore.
Con un canto.
Anche con un vaffanculo. Perché avremmo tanto bisogno di te e non ci sei.
Senza trasformarlo in macchietta.
Con l’emozione stringendo pancia e cuore, viscere e pensiero.

Insomma, si: “Compagno Salvador Allende”. “Presente”. Ora e sempre”.
Poiché vivi e lotti con noi, tutti i giorni.Perché quotidianamente ci ricordi che, se di migliorare la vita si tratta, s’impone anzitutto la necessita di onorarla, restando quel che siamo ma alla perenne ricerca di un trattino del proprio, però comune, pezzo di cielo.
Ti saluto con Neruda:
“Venceremos. Aunque no lo creas, venceremos. Nosotros los últimos y los penúltimos. Venceremos.”
“Podrán cortar todas las flores, pero no podrán impedir la vuelta de la primavera.”

Vinceremo. Anche se non riesci a crederlo, vinceremo. Noi, gli ultimi ed i penultimi (oggi diremmo emigrati, precari, disoccupati, donne). Vinceremo.”
“Potranno recidere tutti i fiori, ma non riusciranno ad impedire il ritorno della primavera.”
 

martedì 11 settembre 2018

SULLA MIA PELLE


Domani in uscita il film "Sulla mia pelle"il racconto degli ultimi giorni di Stefano Cucchi.Sui social accade che molti eventi pubblicizzati siano improvvisamente scomparsi.

"Sulla mia pelle" aveva invaso il web. Una valanga di eventi organizzati in tutta Italia per la proiezione. La cosa mi ha fatto un enorme piacere e mi ha scaldato il cuore vedere ancora una volta quanto interesse e quanto calore ci sia intorno a Stefano e a questo bellissimo film su di lui.
Devo pertanto confessare tutto il mio dispiacere e la mia amarezza per il fatto che tutto questo sia stato cancellato in un batter d'occhio da Facebook. Scomparso.
Noi non abbiamo voce in capitolo, possiano forse comprenderne le ragioni ma mi dispiace e non poco

Per Stefano e per tutti gli altri Stefano. Per non dimenticare. Grazie a tutti"
Ilaria Cucchi

Per Stefano e per tutti gli altri Stefano citandone alcuni:
Giuseppe Pinelli
Franco Serantini
Nanni De Angelis
Salvatore Marino
Federico Aldrovandi
Carlo Giuliani
Luigi Morneghini
Michele Ferrulli
Simone La Penna
Marco Ciuffreda
Marcello Lonzi
Katiuscia Favero
Eyasu Habteab
Aldo Bianzino
Niki Aprile Gatti
Giuseppe Uva
Manuel Eliantonio
Carmelo Castro
Francesco Mastrogiovanni
Giovanni Lorusso
 Recludere sorvegliare punire,non è rieducare e rispettare gli individui.Serve una legge sul reato di tortura



COMMISSIONE CULTURA CAMERA NEGA INCONTRO ALLE DIPLOMATE MAGISTRALI IN SCIOPERO




Comunicato stampa : la commissione cultura della Camera nega un incontro alle diplomate magistrali in sciopero e presidio

La Cub Scuola Università e Ricerca e il Sindacato generale di base che con altri sindacati e comitati hanno organizzato la manifestazione di oggi, ribadiscono la grande soddisfazione per una partecipazione superiore alle aspettative dal punto di vista numerico e soprattutto tale da rappresentare tutte le regioni del Paese e tutti i settori del precariato della scuola oltre alle diplomate magistrali .
Denunciamo con forza nello stesso tempo la scelta scellerata ed incomprensibile della Commissione Cultura della Camera che con atteggiamento sprezzante e motivazioni pretestuose , ha rifiutato di incontrare una delegazione di manifestanti .
Crediamo che l'unica spiegazione possibile di questo comportamento era l'evidente impossibilità di giustificare il volta faccia di partiti che in campagna elettorale avevano promesso di soddisfare le giuste rivendicazioni delle diplomate magistrali e arrivati al governo si sono attenuti al classico motto :"Passata la festa ,gabbato il santo !"
Riconosciamo che alcuni parlamentari dell'opposizione hanno manifestato la loro solidarietà alle diplomate magistrali .
Cub e Sgb ritengono che oggi si sia resa evidente la forza e la combattività di un movimento che proseguirà nei prossimi giorni con assemblee cittadine di tutti i settori del precariato che culmineranno in una grande assemblea nazionale a Napoli il 21/10 in vista dell'approvazione della finanziaria .
Ricordano che già è stato stabilito il prossimo sciopero generale il 26/10 che sarà un'occasione per riprendere il tema delle diplomate magistrali .


Per Cub SUR
Cosimo Scarinzi

Per SGB
Giuseppe Raiola

sabato 8 settembre 2018

SPORTELLO LGBTQI SI PROSEGUE

 Paderno Dugnano, ieri 7 settembre 2018 in Sala Giunta sono intervenuti i rappresentanti di alcune associazioni attivi nel territorio milanese e di provincia  Antonia Monopoli responsabile Sportello Trans ALA Milano, Massimiliano Sampaoli di Agedo (Ass.ne di Genitori Omosessuali) e Alessandro Barbieri Gayminout di Cinisello B.
Nel territorio padernese manca un punto di riferimento per una società che è in continua evoluzione, esistono già a partire dalle scuole medie gravi problematiche mai affrontate, manca uno spazio per l'educazione sessuale, l'educazione al rispetto dell'altro, l'educazione alla scelta di amare , ma soprattutto spazi contro omofobia.bullismo,discriminazione.
Uno spazio esterno ben identificabile , uno spazio a cui le persone, gli adolescenti possano recarsi senza alcuna vergogna, uno spazio dove trovare professionisti in grado di dare risposte concrete a disagi e situazioni che da soli non si possono affrontare.
L'incontro voluto dalla consigliera Rita Tomaselli, Daniela Caputo PD con l'adesione di Giovanni Giuranna lista civica Insieme per Cambiare PRC Potere al Popolo è stato soprattutto informativo e degno di nota
Non torniamo indietro, si prosegue, i diritti civili non aspettano!

MENO DIRITTI PIU' PRECARIATO E LAVORATORI SOLI

Oggi in edicola troverete Left, degno di nota lo scritto di Stefano Galieni sull'attuale stuazione Fiat con un'attenta analisi ad un modello dove disciplina e precarietà divengono un tutt'uno.
L'eredità lasciata dallo scomparso Marchionne , va di pari passo con una  perfetta americanizzazione che  ha saputo ricevere elogi anche da quella  parte di quel centro sinistra che non a caso , lo ha ampiamente sostenuto.
L'articolo si snoda semplicemente collegando i passaggi fondamentali della storia aziendale ,dove  i lavoratori stessi son stati nucleo e protagonisti con le loro devastanti decisioni, vedi referendum 2010 ,dove l'ipotesi di una futura lotta venne decisamente sconfitta a favore del mantenimento di posti di lavoro, l'eterno dilemma a cui si viene messi di fronte ,quando il grande capitale ed il profitto si incarnano e la fanno da padroni ,sfruttando situazioni di pura sopravvivvenza.
"La CGIL è rimasta troppo legata ad un Pd che aveva intrapreso una scelta totalmente liberista mentre il capitale è rimasto libero di spostarsi dove vuole. "
L'invito alla lettura, all'approfondimento di un tema che riguarda tutti i lavoratori dipendenti ,il passato non è mai abbastanza lontano, visto che il divenerire sarà affrontare l'ondata di Industria 4.0 , la robotica che produrrà non solo nuovo precariato ma un forte aumento della disoccupazione. 

"L'eredità di Marchionne : meno diritti, piu' precariato" 
di Stefano Galieni
 



mercoledì 5 settembre 2018

SCUOLA IL GIORNO UNDICI SETTEMBRE SCIOPERO!



Pochi giorni ancora ed inizierà un nuovo anno scolastico, stessi problemi irrisolti di sempre, oltre ad una scuola pubblica sempre piu' in balia di se stessa.
Ricordiamo al nostro ministro Di Maio i punti che son stati cavallo di battaglia alle scorse elezioni proprio in materia di rinnovamento scolastico:
abrogazione legge 107,piu'  finanziamenti  alla  scuola pubblica con risorse adeguate agli standard europei.  aumento spesa pubblica per istruzione, tutte le risorse destinate alle scuole statali, lotta ai diplomifici, massimo 22 alunni x classe, eliminazione test invalsi, cancellazione chiamata diretta, riduzione ore e ridefinizione alternanza scuola lavoro.
Il giorno 11 settembre 2018 protesteranno i lavoratori Cub Scuola Ricerca  Università Ricerca



martedì 4 settembre 2018

SGOMBERO A SESTO , FORTI CON I DEBOLI

Forti con i deboli, eccone la prova, famiglie disabili,bambini in strada , è successo questa mattina in provincia di Milano

A Sesto San Giovanni è in corso con centinaia di celerini lo sgombero del palazzo ex Alitalia occupato dalle famiglie di Aldo dice 26x1.
Si tratta della prima applicazione pratica della circolare Salvini del 1 settembre 2018.
Il palazzo fu gia' sgomberato due anni fa: si disse che la proprietà doveva entrare in possesso perché oggetto di investimento e per ristrutturare.
Dopo due anni nulla era cambiato nessuna ristrutturazione eseguita, nessuna valorizzazione.
La circolare Salvini si dimostra quello che è, un atto a difesa della rendita e della speculazione immobiliare.
Salvini vuole città piene di palazzi vuoti e persone che solo perché povere e in disagio abitativo massacrate socialmente.
Altro che prima gli italiani, del resto ogni giorno la forza pubblica sfratta con la forza 140 famiglie in Italia, tre palazzi da 11 piani e 4 appartamenti per piano.
Ignobile il silenzio e l'impertubabilita' dei Comuni e delle Regioni silenti e zerbini rispetto a città nelle quali la povertà e il disagio sono "trattati" esclusivamente come questione di ordine pubblico e di degrado.


Massimo Unione Inquilini Pasqui
 

domenica 2 settembre 2018

DONNE RAZZA E CLASSE

Il nuovo numero di Left contiene l'approfondimento du Marie Moise con il riferimento specifico al libro di Angela Davis, ripubblicato  proprio di recente  "Donne, razza e classe" con la traduzione di Marie-
Ci siamo soffermati spesso sulle numerose attualità che coinvolgono le donne, dalla difesa della legge 194, alle farmacie che obiettano nella vendita della pillola del giorno dopo, alla difesa di spazi come i consultori, alla richiesta di abbassamento iva sugli assorbenti, ai femmicidi,agli stupri  e a progetti che faticano a partire quando le protagoniste son proprio le donne.
Ripresentare oggi, un libro come Donne razza e classe significa riprendere in mano cio' che forse per anni era in stand by, una battaglia femminile ancora aperta dove saremo libere tutte quando la smetteremo di essere nemiche l'una dell'altra.
Maire Moise pone l'attenzione sul movimento femminista globale che è apparso ,negli ultimi due anni con la capacità di portare in piazza migliaia di donne ,dandosi anche appuntamento nelle stesse giornate per esprimere solidarietà o supportare le battaglie di tante donne in altri Paesi lontani.
L'oppressione e la crisi degli ultimi non ha risparmiato le donne, che risultano comunque ancor piu' sfruttate degli uomini nei luoghi di lavoro, è tempo di ricominciare a porre richieste precise di cambiamento, attraverso i movimenti femministi odierni, la prospettiva positiva non è piu' un miraggio, quando unite si ritrova la capacità di lottare per tutte quante NONUNADIMENO! 
Il libro sarà presentato in data 7 settembre 2018 a Genova- Scuola Daneo, il 16 alla Casa delle donne di Alessandria e il 4 novembre a Milano alla libreria "Il tempo ritrovato"

ROMA ASL VIETA ASSEMBLEE DELLE DONNE NEI CONSULTORI



LA DIREZIONE ASL VIETA LE ASSEMBLEE DELLE DONNE NEI CONSULTORI
dalla pagina di Elisabetta Canitano

È un duro attacco quello sferrato dai responsabili UOS consultori D5 alle assemblee delle donne che si sono costituite nei vari consultori a difesa e sostegno degli stessi e delle loro attività. Al rientro dalla pausa estiva, è arrivato un perentorio NO alla richiesta di riunirsi nei locali preposti inviata dalle assemblee del territorio per i consueti appuntamen
ti mensili (richiesta peraltro non del tutto dovuta, dato che le assemblee sono previste dalla legge stessa sui consultori sebbene la regione lazio non abbia mai adottato una regolamentazione interna attiva invece da anni in altre regione).
Citiamo testualmente:
La scrivente, come da indicazioni già in essere e note, vedi Deliberazione n. 987/CS del 21.7.2016 "Regolamento del diritto di accesso alle strutture della ASL Roma 2 da parte di soggetti esterni" e Deliberazione n. 885/CS del 12.07.2016 "Regolamento per la Disciplina delle attività di volontariato presso la ASL Roma 2", su ulteriore sollecitazione delle Direzione Strategica, ribadisce l'obbligo di adesione da parte dei Resp.li UU.00.SS. T.S.D.E.E. ASL Roma 2 e del personale tutto alla normativa indicata, parte integrante della presente Nota (A11.1 e A11.2 ).
E' da considerarsi NULLO a tutti gli effetti il "Regolamento di accesso a sedi consultori familiari per svolgimento riunioni Assemblee Donne" precedentemente adottato in occasione delle richieste di spazi per le riunioni nei CCFF da parte delle Assemblee delle Donne.
Pertanto Le SS.LL., in qualità di Responsabili UU.00.SS. TSDEE, hanno l'obbligo di attenersi scrupolosamente alle indicazioni espresse nelle Delibere citate. Non sono previste, né possono essere richieste deroghe.
Le motivazioni dietro questa scelta scellerata sono tutte da chiarire, per quanto risulta ai nostri occhi palese che il lavoro fatto in questi mesi in sinergia con tutte le assemblee per evidenziare le lacune e le problematiche enormi in cui versano oggi i nostri consultori possa aver dato fastidio a qualcuno. Ribadiamo che le assemblee non hanno altro interesse se non quello di tutelare e migliorare i servizi dei consultori. Nel frattempo, al contrario di quanto promesso, il consultorio di Resede rimarrà chiuso almeno fino al 22 settembre per lavoro. Ora più che mai è importante presidiare questi luoghi di prevenzione psico socio sanitaria fondamentali per il territorio

Per questo si invitano tutt*i soggett* interessat* all'assemblea pubblica che si terrà :
giovedì 6 settembre alle 18 presso lo spazio sociale 100celleaperte, via delle resede 5 Roma