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martedì 27 febbraio 2018

LAURA BASSANETTI CANDIDATA DI POTERE AL POPOLO DI PADERNO D.



Tante donne animano la lista di Potere al Popolo, donne che lottano e non si arrendono.
Laura Bassanetti di Paderno Dugnano (Mi) è il nostro punto di riferimento come candidata all'uninominale per Potere al Popolo.
Una giovane madre, lavoratrice in un call center che coordina anche il Comitato per la Scuola Pubblica di Paderno Dugnano.
Una persona che si batte per una scuola che sia di tutti e per tutti.
Votatela!


POTERE AL POPOLO E' DONNA!
Le candidature di Potere al Popolo  si sono chiuse con 32 capilista donne e 31 uomini, indicate dalle assemblee territoriali.
La legge prevedeva di avere almeno un 40% di capilista donne.
Noi abbiamo fatto più del 50%.

La nostra portavoce è donna, una ricercatrice precaria, una compagna di mille lotte, Viola Carofalo
Abbiamo fatto quello che dovrebbe essere normale, visto che le società sono composte per metà di donne, anche se i posti di potere, di visibilità, sono occupati quasi sempre da uomini.
Quando diciamo che le donne e i giovani sono i protagonisti di questo nuovo percorso non è perché abbiamo messo qualche marionetta in vetrina, come troppo spesso accade negli altri partiti, che agitano queste questioni per puro marketing...
Ma perché donne e giovani sono quelli che hanno aperto questo nuovo processo e che lo stanno portando avanti. D'altronde sono quelli che in questi anni hanno subito di più gli effetti della crisi, e quelli che sono tradizionalmente esclusi dalla politica "ufficiale".
Non sappiamo quale risultato avremo il 4 marzo, ma già da ora stiamo determinando il Cambiamento! 

Il 4 Marzo votiamo Potere al Popolo!


PREPOTENZA E ARROGANZA DURANTE L'ULTIMO SCIOPERO DELLE INSEGNANTI

Dal Comitato per la Scuola Pubblica di Paderno Dugnano il comunicato sullo sciopero delle insegnanti di venerdi' 23 febbraio 2018

E'sempre più difficile sostenere che l'Italia sia uno stato libero. Dovrebbe essere normale, nel 2018, in Europa, lavorare, autodeterminarsi, istruirsi, manifestare il proprio pensiero e scioperare ma così non e', il governo del nostro paese viene chiamato democrazia ma e'tutt'altro.
A Roma, nel corso dello sciopero della scuola di venerdì in cui un migliaio di maestre contro la sentenza che manderebbe a casa 60.000 precari dell'istruzione attraversavano la città, abbiamo assistito a una delle tante manifestazioni di prevaricazione, prepotenza e arroganza delle forze dell'ordine e dei rappresentanti del potere che (mentre incarcerano gli antifascisti e lasciano le piazze a Casapound in barba alla Costituzione) hanno sfogato la loro forza senza ragione sulle insegnanti vittime del precariato.

Fin da subito nel corso della manifestazione alcune delle organizzazioni sindacali hanno cercato di disinnescare l'autodeterminazione di chi dopo anni di false promesse non si sente rappresentato da nessuno.
Così, successivamente ad un blocco dei binari del tram lungo Viale Trastevere, le maestre hanno conteso la testa del corteo agli iscritti di alcune sigle sindacali, ponendosi come obiettivo l'arrivo al Parlamento, scandendo slogan di lotta e indicando senza timore i responsabili politici della prospettiva di precarietà imposta alle proprie vite.
Gli spezzoni hanno gridato, senza ipocrisie, libertà per gli antifascisti detenuti, ignorando il vuoto e retorico comizio delle sigle provando in ogni modo a raggiungere Montecitorio.
La polizia ha risposto schierando blindati e uomini ad ogni via di accesso, molti insegnanti sono stati fermati violentemente dalla polizia che non ha esitato a prendere a calci le maestre. In un contesto elettorale in cui tutte le forze politiche stanno ignorando il licenziamento di 60mila persone, forse troppo impegnate nei propri teatrini elettorali e a non confrontarsi con i problemi reali del paese, oggi un grido di dignità e di rabbia si è alzato nelle strade di Roma. Con la promessa chiara e scandita a più riprese: "il 4 Marzo vi licenziamo noi".

Dobbiamo convenire che i padroni , i ministri e i loro amici burocrati politici e sindacali sono impauriti da quanti stanno comprendendo che é arrivato il momento di riprendersi le piazze per un rinato protagonismo dei lavoratori.
Dove risiedono le responsabilità del fatto che gli insegnanti e gli antifascisti vengono trattati come dei delinquenti?
Dobbiamo , come queste maestre insegnano, ricercare senza timore le precise cause della situazione attuale nella storia della concertazione sindacale che ha rinunciato a rappresentare la classe operaia e in nome dell'illusione nel riformismo e nel capitalismo dal volto umano si é accontentata delle briciole abbandondonando la lotta di classe.
NOn basta respingere una sentenza ingiusta: lottiamo per l'abolizione di ogni forma di lavoro precario accanto alle insegnanti e per ogni categoria di lavoratori.

 
26 febbraio 2018. Csp Paderno Dugnano.

domenica 25 febbraio 2018

DAL PAESAGGIO ALLA CIVITAS

Tempo di elezioni, la tematica dell'ecologia un'argomentazione che rispunta e che poi spesso e volentieri viene accantonata per altre urgenze. Non è mai semplice parlare, far comprendere quanto questo argomento  debba divenire priorità ,soprattutto per tutti coloro che vivono le difficoltà ambientali delle grandi città e della provincia. Inquinamento significa anche meno salute, meno verde significa piu' cemento e la paesaggistica il senso del poter vivere anzichè sopravvivere diviene fondamentale.
Ieri pomeriggio abbiamo presenziato a Nova Milanese (Mb)alla presentazione del libro "Dal paesaggio alla Civitas" dall'ecologia del paesaggio alla pianificazione territoriale del Prof. Virginio Bettini ,assieme al Prof. Ingegnoli , Laura Tussi e Fabrizio Cracolici che hanno collaborato al testo.
Il Prof. Bettini , esperto di problemi ambientali ,ex parlamentare europeo nella legislatura 1999-1994 ha proposto 12 iniziative legislative sulle energie rinnovabili e sulla valutazione dell'impatto ambientale ed è attualmente docente all'Universita' di Venezia.
Numerosi gli interventi in merito all'attualità dei territori confinanti con il comune di Nova Mil.se, dall'impegno ecologico delle varie amministrazioni locali, alle battaglie per le numerose corsie autostradali che violentano irrimediabilmente i paesaggi, all'aumento delle aree dismesse, alla presenza di amianto , al disarmo nucleare sino alla presenza di patologie che minano la salute dei cittadini. In special modo il Prof. Ingegnoli scienziato che dal 1971 si occupa di studi ecologici sul territorio -paesaggio ha evidenziato quanto sia faticoso operare sui territori ,con risultati soddisfacenti, ricordando che l'inerzia di certi ambienti politico-amministrativi , ha distolto l'attenzione dalla necessità di seguire discipline scientifiche piu' avanzate. 
Un intenso momento di confronto con i relatori e gli ospiti che è  proseguito sino a sera  ed è terminato con un succulento apericena.

Potere al Popolo ,nuovo movimento presente alle elezioni del 4 marzo ,dedica ampio spazio alla problematica ambientale all'interno del proprio programma che vi invitiamo a visionare.



"La questione ambientale è al centro di migliaia di vertenze su tutto il territorio nazionale. E’ amplificata da un modello capitalistico predatorio che provoca rotture sempre più profonde nel rapporto tra l’uomo, le altre specie animali,  il resto della natura, accumulando enormi problemi che il pianeta e le generazioni future avranno sempre più difficoltà a risolvere. La devastazione ambientale è anche questione di classe, di cui pagano le conseguenze assai più gli oppressi e gli esclusi che i ricchi e privilegiati.  Un intero continente, quello africano, fa i conti non solo con le guerre ma anche con siccità, desertificazione, inquinamento, mentre nei paesi del primo mondo continuiamo a sprecare risorse. I paesi dominanti non riescono però più a confinare i danni globali: l’inquinamento, lo stravolgimento climatico, la crisi idrica, gli incendi ci colpiscono sempre più al cuore e ci impongono un urgente e radicale ripensamento del  modello di produzione e consumo. 
Anche nel nostro Paese da anni contrastiamo una costante devastazione dei territori in nome del profitto (si pensi a “Grandi Opere” come la TAV, il progetto TAP, le trivellazioni petrolifere, l’eolico selvaggio, i siti contaminati, la cementificazione…). Non c’è “economia verde” che tenga, se non si mette in discussione la logica del profitto. C’è bisogno di una pianificazione democratica su scala nazionale e internazionale incentrata sulla salvaguardia dell’ambiente e il risanamento dei danni connessi al cattivo uso delle risorse. Anche in questo campo l’omologazione tra centrodestra e centrosinistra ha portato all’approvazione di una serie di “riforme” che hanno stravolto conquiste precedenti, di cui va rivendicata l’abrogazione immediata: dallo Sblocca Italia alla riforma Madia che cancella il ruolo delle Sovrintendenze, alla neutralizzazione della valutazione di impatto ambientale all’aggressione ai parchi nazionali, ecc.
Per questo lottiamo per:
la messa in sicurezza e salvaguardia preventiva dei territori, la tutela del paesaggio e dei beni comuni, del patrimonio storico e architettonico, programmazione, pianificazione e gestione partecipate e trasparenti fondate su obiettivi di interesse collettivo

  • in alternativa al business dell’emergenza ambientale e a quello della cosiddetta green economy;
  • lo stop alle cd. “Grandi Opere”, a partire dalla TAV in Val di Susa, alla TAP in Salento, al MOSE, all’eolico selvaggio, col riorientamento degli investimenti verso un grande piano per la messa in sicurezza idrogeologica e sismica del Paese;
  • una nuova politica energetica che parta dal calcolo del fabbisogno reale e dalla radicale messa in discussione della Strategia Energetica Nazionale, raccogliendo le rivendicazioni dei movimenti NO TRIV e dei comitati per il NO EOLICO SELVAGGIO e la richiesta di democrazia dei territori contro un modello centralizzato orientato da interessi multinazionali
  • la moratoria sui nuovi progetti estrattivi riguardanti combustibili fossili e lo stop a ogni progetto di estrazione non convenzionale, l’ eliminazione dei sussidi pubblici alle fonti fossili o ambientalmente dannose (16 miliardi annui) da utilizzare per la creazione diretta di
  • posti di lavoro nell’efficienza energetica, nelle energie rinnovabili, in ricerca e innovazione tecnologica
  • l’uscita totale dal carbone come fonte di produzione energetica entro il prossimo decennio, l’uso delle biomasse solo da scarti, la pianificazione degli impianti eolici con criteri di tutela paesaggistica e faunistica, lo stop a infrastrutture energetiche come il TAP e Poseidon;
  • una legge seria per lo stop al consumo di suolo che obblighi i comuni a localizzare i nuovi interventi nel territorio urbanizzato e non in quello non urbanizzato una legge urbanistica che ponga fine alla stagione della deregulation a favore dei privati, l’aumento delle dotazioni pubbliche (verde, servizi, trasporti non inquinanti), lo stop alla cementificazione delle coste e il recupero ambientale delle
  • spiagge (il 75,4% della fascia entro 200 m. dalla costa è edificato);
  • un piano nazionale per la bonifica dei siti inquinati fondato sul principio “chi inquina paga” e il monitoraggio e la tutela delle condizioni di salute delle popolazioni delle aree interessate;
  • un piano di investimenti per la mobilità sostenibile e il trasporto pubblico (dalle ferrovie al trasporto urbano) fondato sui reali bisogni delle classi popolari e sul rispetto dell’ambiente, che superi la prevalenza dei sistemi di trasporto su gomma, potenziando il traffico merci su ferro e via mare;
  • un radicale potenziamento della ciclabilità, con una politica di investimenti pubblici
  • lo stop all’ingresso delle navi da crociera nella Laguna di Venezia, sostenendo le proposte alternative del comitato NOGrandiNavi
  • una nuova politica dei rifiuti, che indirizzi la produzione delle merci verso la recuperabilità, disincentivando i prodotti non riciclabili e usa e getta;
  • la gestione pubblica dell’impiantistica e del ciclo di smaltimento, la messa al bando dell’incenerimento attraverso l’eliminazione degli incentivi, investimenti su raccolta differenziata, recupero, riuso, riciclo, riduzione, realizzando la strategia elaborata dal Movimento “Legge Rifiuti Zero”
  • la ripubblicizzazione dell’acqua bene comune, e più in generale dei servizi pubblici, cancellando il modello di gestione attraverso soggetti di diritto privato come le SPA, nel rispetto della volontà popolare espressa nel Referendum del 2011."
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giovedì 22 febbraio 2018

LOTTA ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE E LE PERSONE LGBTQI



Nel Gender Gap Report 2017, il rapporto sul divario tra uomini e donne, l’Italia è all’82esimo posto su 144, era al 50esimo nel 2015: si inaspriscono dunque le disuguaglianze. Sulle donne continua a scaricarsi il doppio lavoro produttivo e riproduttivo, le gerarchizzazioni dentro il lavoro, il dominio maschile dello spazio pubblico, la violenza materiale e simbolica che nega i percorsi di autodeterminazione e libertà.
La crisi ha acuito i problemi. L’Italia è penultima in Europa per occupazione femminile, sulle donne si concentrano il part-time imposto (più che doppio rispetto agli uomini), la precarietà e la sottoccupazione. I tagli al sistema di welfare, in una società incapace di rimettere in discussione la divisione dei ruoli maschili e femminili, si traducono nella negazione del “diritto al tempo” con le donne che dedicano al lavoro domestico e di cura una media di oltre 5 ore al giorno, il triplo degli uomini. La violenza contro le donne è cronaca quotidiana, tra le mura domestiche dove si consuma la maggior parte delle violenze, nella perpetuazione di un dominio maschile incapace di fare i conti con l’affermazione di autonomia e libertà delle donne. La questione di genere si intreccia con la questione di classe, e colpisce in particolare i corpi delle donne migranti. Le discriminazioni sul lavoro e nella società, la violenza riguardano anche gay, lesbiche, trans e tutto l’universo LGBTQI, che combatte quotidianamente contro i pregiudizi, l’odio, l’omofobia, la transfobia. Il non riconoscimento pieno delle relazioni e delle famiglie delle persone LGBTQI significa ridurre le loro vite a esistenze individuali e isolate, e riaffermare un’idea autoritaria di famiglia che compromette la libertà di tutti e tutte.
Al carattere sistemico della violenza risponde oggi un movimento femminista mondiale: “Non una di meno” è la forza politica che tiene insieme e traduce percorsi di liberazione dal dominio di classe, di genere, di razza e orientamento sessuale. La lotta femminista partita dalla Argentina ha portato nelle piazze centinaia di migliaia di donne contro la violenza in tutte le sue forme. Lo sciopero dal lavoro riproduttivo e produttivo dello scorso 8 marzo ha messo in luce le tante forme di sfruttamento invisibili, nel lavoro di cura, nel lavoro da casa e nella richiesta di disponibilità e prestazione permanente. Anche in Italia il movimento femminista ha espresso, e continua ad esprimere, con autonomia e intelligenza, una capacità fortissima di lotta, elaborazione, proposta. Per questo lottiamo per:
  • la parità di diritti, di salari, di accesso al mondo del lavoro a tutti i livelli e mansioni a prescindere dall’identità di genere e dall’orientamento sessuale;
  • la radicale rimessa in discussione dei ruoli maschile e femminile nella riproduzione sociale ed un sistema di welfare che liberi tempo di vita per tutte e tutti;
  • la rottura del carattere monosessuato dello spazio pubblico e della politica;
  • soluzioni che inibiscano ogni forma di violenza (fisica, ma anche sociale, culturale, normativa) e discriminazione delle donne e delle persone LGBTI (attraverso una legge contro l’omotransfobia);
  • una formazione che fornisca strumenti per decostruire il sessismo e educhi al riconoscimento della molteplicità delle differenze;
  • la piena e reale libertà di scelta sulle proprie vite e i propri corpi, il pieno diritto alla salute sessuale e riproduttiva, negata in tante strutture pubbliche dalla presenza di medici obiettori. Va garantito a tutte l’accesso alla fecondazione assistita, anche eterologa, a prescindere dallo stato di famiglia. Va combattuta la diffusione dell’HIV attraverso la promozione della contraccezione rendendo disponibili a tutte e tutti le nuove tecniche di prevenzione. Vanno vietate le mutilazioni genitali su* bambin* intersessuali prima che possano capire e sviluppare la loro identità di genere;
  • la cancellazione di ogni pacchetto sicurezza. La sicurezza delle donne è nella loro autodeterminazione;
  • i diritti e le aspirazioni di gay, lesbiche e trans, sia come individui che nella loro vita di coppia, con l’introduzione del matrimonio egualitario, del riconoscimento pieno dell’omogenitorialità a tutela dei genitori, dei figli e delle famiglie e con la ridefinizione dei criteri relativi all’adozione, consentendola anche a single e persone omosessuali, per riconoscere il desiderio di maternità e paternità di tutte e tutti.
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MASSIMO GATTI CHIEDE INCONTRO URGENTE AL PREFETTO

Pubblichiamo il comunicato stampa di Sinistra per la Lombardia

 
Comizio di Casapound / Gatti :«Ho chiesto un incontro urgente al prefetto per vietare la piazza ai fascisti. Invito pubblicamente gli altri candidati a fare altrettanto».
 
Massimo Gatti, candidato presidente di Sinistra per la Lombardia ha inviato stamattina alla Prefetta Luciana Lamorgese una richiesta di incontro urgente per esprimere la preoccupazione sul comizio di Casapound annunciato sabato pomeriggio in piazza Castello.
«Si tratta di un’iniziativa preoccupante – dichiara Gatti - per la natura antidemocratica e razzista del gruppo in questione e per il clima di tensione creato nel paese che ha avuto il suo apice nell’azione terroristica di Macerata. Invito gli altri candidati a condividere questa iniziativa per conoscere quali provvedimenti saranno adottati per garantire la legalità 
costituzionale. Applicare le leggi Scelba e Mancino è il minimo sindacale. Si dichiarano fascisti del terzo millennio. Ma sempre fascisti restano».



Milano, 22/02/2018

martedì 20 febbraio 2018

RIUNIONE ANNUALE ANPI PADERNO DUGNANO

Domenica scorsa si è svolta, come  di consueto l'annuale riunione Anpi, un bilancio del tutto positivo sia per le numerose iniziative che per il numero degli iscritti.

Pubblichiamo l'intervento che la nostra portavoce  ha effettuato a nome del nostro circolo.


L'educazione non deve essere solo trasmissione di sapere, ma anche di valori, deve stimolare lo spirito critico. E non solo: deve far sviluppare il senso di responsabilità per le azioni concrete. Una frase di Stephan Hessel noto partigiano francese che in molti conoscono come autore del libro "Indignatevi".
Un messaggio che oggi deve risvegliare una precisa, attenta e soprattutto concreta coscienza antifascista che da troppo tempo ormai viene relegata a favore dei soliti blandi discorsi dove la sconfitta del pensiero nazifascista puo' avvenire solo attraverso la cultura. Vero verissimo ma bisogna anche ritrovare il coraggio di affrontare una realtà oggi troppo compromessa. A nulla servono gli appelli, le raccolte firme che le stesse realtà politiche ben identificate in quel centro sinistra fanno finta di non vedere. Lo scorso anno ad esempio, sono state raccolte 50.000 firme per la messa fuori legge di tutte le organizzazioni neofasciste che in tanti conoscono, chiedendo l'applicazione di quella Costituzione che in tanti nel 2016 abbiamo difeso, eppure quelle firme giacciono inermi poichè gli appelli rivolti alla segreteria della Sig.ra Boldrini sono rimasti inascoltati.
La risposta al gravissimo episodio di Macerata avrebbe dovuto essere automatico anche se per fortuna vi è stata una splendida disobbedienza civile, un'immensa diga di persone che hanno avuto il coraggio di scendere in piazza nonostante le numerose associazioni abbiano preferito osservare un inaspettato divieto. Al solito bel frasario dovrebbero seguire i fatti, in alcuni comuni le risposte delle istituzioni sono totalmente silenti quando la sinistra radicale , il Prc in particolar modo chiede il divieto a spazi concessi con molta facilità ad organizzazioni neofasciste ,tutto per non aumentare una tensione che invece è solo apparente. Si puo' imporre la linea del silenzio lasciando che i fascisti imperversino nei quartieri e città? Esigiamo e chiediamo una forte risposta sociale non solo in tutto il territorio nazionale ma anche nel nostro piccolo, proponendo alle forze politiche locali , come è accaduto in altri comuni che venga espressamente richiesto di vietare spazi a tali organizzazioni.
Non è piu' tempo di soprassedere ma di proporre e soprattutto di smetterla con l'antifascismo della bandiera, della teca, del museo che serve relativamente o forse è utile alle solite passerelle di personaggi conosciuti. Occorre far fronte comune con tutte le organizzazioni democratiche per un antifascismo puro e vivo come dovrebbe essere, solo cosi'facendo quel deja' vu  ormai troppo vicino, potrà essere allontanato.

Le compagne e i compagni PRC circolo A, Casaletti 


domenica 18 febbraio 2018

CANI ANTIDROGA ALLA SCUOLA SEC.SUPERIORE GADDA

Settimana scorsa  i cani antidroga all'Istituto Superiore Gadda, riprendiamo e pubblichiamo il comunicato del Comitato per la Scuola Pubblica di Paderno Dugnano.


CONTROLLO ANTIDROGA DELLA POLIZIA AL GADDA DI PADERNO DUGNANO: CHIEDIAMO SERVIZI, CI DANNO REPRESSIONE.
Da un'articolo di cronaca locale apprendiamo di un'ispezione delle forze dell'ordine in alcune classi della Scuola secondaria superiore Itc Gadda di Paderno Dugnano.
Il controllo e'avvenuto come in altri casi con cani addestrati per la ricerca di sostanze e addirittura si apprende in accordo con la Dirigenza scolastica di questo istituto.
Non siamo a conoscenza di fatti, problematiche dell'istituto o sospetti su studenti che abbiano determinato questa decisione dei vertici dell'istituto e questa operazione di polizia ne'vengono riferiti, ma, sperando che almeno qualcosa di grave giustifichi questa visita degli agenti, la prima domanda che ci sorge spontanea e'se e'possibile che questa Preside non abbia trovato nessun altro sistema per entrare nel merito del problema dell'utilizzo di stupefacenti tra i giovani nell'ambito dei rapporti con i suoi studenti.
Di sicuro si trova in un territorio interessato al discorso droga: Paderno e'fra le citta'brianzole capitali della ndrangheta legata allo spaccio e alla corruzione, gli arresti in questo caso non hanno impedito la costruzione di un impero criminale, per cui,chissa'se in altri ambienti hanno fatto abbastanza controlli di questo tipo e altrettanto rigorosi. Per sensibilizzare i giovani, in effetti, perche'non pensare invece di organizzare delle conferenze per studenti sui legami tra affari di droga, stato e mafia soprattutto quelli che riguardano i nostri territori?
Sarebbe interessante sapere il parere di presidi e genitori (anche in questo caso, quelli del Gadda muti come pesci..o forse soddisfatti dell'iniziativa chissa') su una simile proposta.
Bisognerebbe riflettere sul fatto che in questa societa'che difende il profitto e non mette al centro le persone a tanti giovani viene tolto tutto, compreso il diritto a curarsi, e il disagio psichico diventa inevitabile.
Di poche settimane fa e'la vicenda del Polo psichiatrico dell'ospedale di Bollate, che ha rischiato l'interruzione del servizio di cura rivolto a ragazze e ragazzi giovanissimi con gravi patologie come anoressia, bulimia e disturbi di personalita'. Solo la lotta di genitori combattivi supportati da associazioni ha impedito un ulteriore dramma per questi ragazzi.
Non solo: a Milano e'diventato un problema per tanti utenti la chiusura dei Sert dell'Asl a causa della politica di spending review dell'amministrazione.
I giovani, da cio'si evince, sono abbandonati dalle istituzioni, i dirigenti delle scuole dovrebbero ben saperlo, l'abuso di sostanze ha delle motivazioni cosi'come la diffusione delle droghe, le cause vanno analizzate e questi sistemi sbrigativi non fanno altro che intossicare l'ambiente scolastico e non saranno MAI STRUMENTO DI PREVENZIONE, come del resto, anche molto meglio di noi ha saputo esprimere un insegnante, autore della bella lettera di seguito.

17 febbraio 2018.
Comitato per la scuola pubblica Paderno Dugnano.


Ogni giorno si verificano nuovi controlli antidroga nelle scuole di tutta Italia. Una situazione alla quale quasi tutti paiono aver fatto il callo, e molti anzi la appoggiano senza remore: presidi desiderosi di dare segnali di legalità, genitori che così si sentono più tranquilli nell’incrollabile convinzione che quelli col fumo siano sempre i figli degli altri.
È successo pochi giorni fa anche in un liceo di Siena, ma qui un professore ha preso carta e penna ed ha scritto un articolo (pubblicato sul sito “Gli Stati Generali”) per argomentare il suo sdegno per i controlli, un atto di protesta che sta facendo parlare studenti, genitori e giornalisti, non solo locali. Si chiama Antonio Vigilante, insegna filosofia e scienze umane al Liceo “Piccolomini” di Siena, e il suo scritto lo riportiamo integralmente di seguito, convinti possa essere molto utile per riflettere su un sistema repressivo ormai privo di limiti.

Le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nella mia classe quinta, mentre stavamo parlando di Martin Heidegger. Irruzione è un termine forte, ma esatto in questo caso: nessuno ha bussato e chiesto il permesso. Hanno svolto un controllo antidroga facendo passare tra i banchi un pastore tedesco, poi sono andati via. A mani vuote, come si dice.
Non è la prima volta che succede, naturalmente, anche se è la prima volta che succede a me. È successo, qualche giorno fa, al liceo Virgilio di Roma, e la cosa è finita sui quotidiani nazionali, perché il Virgilio è un liceo molto ben frequentato. È successo qualche giorno prima al Laura Bassi di Bologna, anche lì con molte polemiche. È successo e succede quotidianamente in decine di istituti tecnici e professionali, che fanno poco notizia perché non sono così ben frequentati come il liceo Virgilio di Roma. E due anni fa, a Terni, un docente è stato sospeso dall’insegnamento per essersi opposto all’ingresso delle forze dell’ordine in classe.

Quelli che sono favorevoli a queste incursioni ragionano come segue: spacciare è un reato e il reato è un male che va perseguito; se uno è a posto, nulla ha da temere. Diamo per buono questo ragionamento, ed esaminiamone le conseguenze. Se è così, allora è cosa buona e giusta che le forze dell’ordine facciano irruzione nelle abitazioni private. Sarebbe un modo efficacissimo per combattere il crimine. Controlli a tappeto, a sorpresa, nelle case di tutti. Poliziotti, carabinieri, cani antidroga. In qualsiasi momento aspettatevi che qualcuno bussi alla vostra porta. Che un cane fiuti tra le vostre cose. Se siete a posto, non avete nulla da temere.
E perché non estendere i controlli anche nei luoghi di culto? Sì, lo so, molti di voi stanno pensando alle moschee: e la cosa a molti non dispiacerebbe. Ma io penso alle chiese. Immaginate un’irruzione delle forze dell’ordine in una chiesa, durante un rito. I cani tra i banchi che annusano. Cinque minuti e tutto è finito. Se qualcuno ha della droga, lo si porta via. E amen, come si dice. Non vi piace l’idea? Perché? Perché nel primo caso si tratta di un luogo privato, nel secondo caso si tratta di un luogo sacro, direte. E la scuola che luogo è? Io che vi insegno, la considero al tempo stesso un luogo privato – una casa – ed un luogo sacro. Il più sacro dei luoghi, perché è quello in cui si formano gli uomini e le donne di domani.
Ma, direte, la scuola è un luogo dello Stato, ed è bene che le forze dell’ordine dello Stato controllino un luogo dello Stato. È cosa loro, per così dire. Bene, concedo anche questo. Ed anche in questo caso, vediamo le conseguenze. Il Parlamento è un luogo dello Stato. È il luogo più importante dello Stato. È lo Stato. Che succederebbe se delle forze facessero irruzione in Parlamento con cani antidroga? Sarebbe una cosa sensatissima, perché in Parlamento si fanno leggi che riguardano la vita di tutti, ed è assolutamente vitale per la salute della nostra democrazia ed il futuro dello Stato che chi fa le leggi sia nel pieno possesso delle sue facoltà mentali. Eppure se succedesse una cosa del genere, sarebbe un grande scandalo politico. Perché? Per lesa maestà. Perché è umiliante per un senatore essere perquisito, annusato. Sospettato di essere un drogato, o peggio uno spacciatore.
E veniamo al dunque. Quando io vengo a casa tua – perché la scuola è la casa degli studenti – e ti sottopongo a perquisizione, io ti sto dando diversi messaggi. Il primo è che ti considero una persona poco raccomandabile. Non è una questione personale: può essere che tu sia a posto, ma è poco raccomandabile la categoria cui appartieni. Il fatto stesso che si facciano controlli antidroga è una conseguenza dell’infimo status degli adolescenti nella nostra società.
È risaputo che l’alcol fa in Italia diverse migliaia di morti e causa tragedie terribili. Eppure la vendita di questa sostanza stupefacente pericolosissima è consentita. Lo Stato consente la vendita di alcolici, per giunta con il suo monopolio, mentre i Comuni promuovono apertamente il consumo di vino ed altri alcolici con apposite manifestazioni locali. Il consumo di alcolici è consentito perché è cosa da adulti. È una abitudine diffusa tra persone perbene, stimabili, con un buono status sociale.
La droga, che fa meno morti dell’alcol, è invece roba da adolescenti, da ragazzetti, da soggetti con uno status marginale: dei minus habentes. È significativo che il consumo e lo spaccio di hashish e marijuana siano perseguiti con molto più zelo del consumo e dello spaccio di cocaina, una sostanza molto diffusa tra soggetti dotati di uno status anche considerevole, come professionisti e politici. Non è la sostanza stupefacente il problema. Se così fosse, l’alcol sarebbe proibito. Il problema è chi consuma, non cosa consuma.
Il secondo messaggio è che la scuola è un posto in cui non ti puoi sentire come a casa. Per quanto ti stimi poco, non verrei mai a perquisirti a casa, a meno che non abbia un mandato. Ma a scuola sì. A scuola ti tengo d’occhio. Rispondendo alle polemiche dei genitori per i controlli antidroga al liceo Laura Bassi di Bologna, il procuratore aggiunto Walter Giovannini ha dichiarato: «trova ancora spazio l’arcaico convincimento ideologico che l’Università e più in generale gli istituti scolastici godano di una sorta di extraterritorialità». Nessuna extraterritorialità. Non siete a casa vostra, siete in un posto in cui possiamo entrare e uscire quando vogliamo. Possiamo perquisirvi, possiamo farvi annusare dai nostri cani. Siete sotto il nostro controllo. Del resto, non sono gli adolescenti di continuo sotto il controllo dei professori? Non sono di continuo osservati, richiamati, sanzionati se non si comportano come si deve? Ecco dunque il poliziotto ed il carabiniere che vengono a ribadire il concetto, nel caso in cui non fosse abbastanza chiaro. La scuola è un luogo in cui siete controllati e controllabili, perquisiti e perquisibili. Non è una casa della cultura e dell’educazione, come qualcuno potrebbe dire retoricamente. Non ha nulla di sacro. È una istituzione che raccoglie – concentra – dei minus habentes, e non è escluso che concentrarli per controllarli sia il suo scopo principale.
È un messaggio rivolto a tutti, ma forse c’è un terzo messaggio rivolto ad alcuni. Può essere una coincidenza, ma in molte delle scuole, anzi delle classi perquisite c’erano studenti appartenenti ai collettivi studenteschi. Se non è solo una coincidenza, allora il terzo messaggio è questo: vi controlliamo tutti, ma in particolare teniamo d’occhio voi che fate politica, voi dei collettivi, voi che vi definite comunisti o anarchici; rientrate nei ranghi, che è meglio per voi. E lei, professore, torni pure a parlare di Martin Heidegger. Non è successo niente”.

venerdì 16 febbraio 2018

MASSIMO GATTI E I LAVORATORI ECONORD

Ieri sera si è svolto l'incontro al circolo PRC A. Casaletti di Paderno D. fra i lavoratori Econord e Massimo Gatti, candidato al governo della  Regione Lombardia  assieme a Nadia Rosa rappresentante della lista Sinistra per la Lombardia.
Circolo gremito ,in tanti accorsi per salutare Massimo , volto molto noto in quel di Paderno , una assidua presenza alle  battaglie portate avanti per l'interramento della Rho Monza e  ultimamente del Salviamo il Parco di Via Gorizia.
 I lavoratori Econord e la difficile situazione in cui versano è stata l'argomentazione piu'  importante della serata, un momento di confronto, ascolto e consiglio per chi sta lottando sul nostro territorio senza le solite e scontate passerelle di personaggi che dimostrano solo a parole  vicinanza, ma mai con atti concreti.
Pubblichiamo un piccolo sunto dell'intervento del rappresentante  Cub.
"L'igiene ambientale è uno dei primi settori in cui padronato e sindacati COMPLICI hanno iniziato a sperimentare una contrattazione collettiva finalizzata unicamente a sottrarre salario e diritti a chi lavora. Con il rinnovo del CCNL l'orario di lavoro è stato aumentato da 36 a 38 ore settimanali e gli aumenti salariali sono talmente esigui per cui di fatto la retribuzione dei lavoratori si è ridotta!
Le associazioni datoriali, per impedire il malcontento e ottenere da parte dei lavoratori una accettazione remissiva di tutto cio', hanno deciso di escludere dalle relazioni sindacali quei sindacati che hanno avuto la dignità di non abbassare la testa. E' cio' che sta accadendo all'Econord di Paderno Dugnano, dove l'azienda ha escluso da qualsiasi tavolo di trattativa la FlaicaUniti- CUB, primo sindacato nel cantiere, inoltre grazie alle connivenze con altre organizzazioni sindacali,l'azienda continua a non rispettare i numeri di dipendenti in organico indicati dal capitolato d'appalto(mancano all'appello quasi una decina di operatori), ha deciso di disconoscere la figura della RLS eletta dai lavoratori ed ha intavolato uno spezzettamento dell'appalto Amsa chiamando a firmare il verbale di accordo anche sindacati che non hanno nessuna rappresentatività nel cantiere di Paderno!
A fronte di tutto cio' il Comune che è il committente cioè il proprietario dell'appalto, tace, o meglio, si nasconde dietro un dito dicendo che loro NON C'ENTRANO nulla e non possono farci niente. Le aziende cosi' facendo, stanno danneggiando non solo i lavoratori,costringendoli a carichi di lavoro eccessivi (non a caso aumentano gli infortuni e le limitazioni) ma anche i cittadini, dato che non vi è il numero necessario di operatori per garantire correttamente il servizio! E chi dovrebbe controllare e far rispettare il capitolato d'appalto fa finta di nulla! I lavoratori hanno già scioperato in massa lo scorso 30 gennaio, per lanciare un messaggio alle aziende,all'amministrazione e alla cittadinanza tutta. Alle loro richieste non sono state ancora date risposte adeguate.Pertanto oltre ad essersi rivolti al Giudice del Lavoroperchè si obblighi l'Econord a riconoscere il sindacato che hanno scelto per rappresentarli, porteranno in piazza nuove iniziative nelle prossime settimane."
Potere al Popolo ha già solidarizzato con i lavoratori intervenendo a supporto dell'ultimo presidio e continuerà a farlo prossimamente.

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.



martedì 13 febbraio 2018

MASSIMO GATTI CUORE DELLA VERA SINISTRA

Massimo è una faccia conosciuta a Paderno Dugnano, uno che sa ascoltare , uno che partecipa senza esser mai invadente, uno che non manca quando c'è da lottare. Chi non ricorda la sua presenza costante ai presidi della tragedia Eureco, oppure alle manifestazioni e pentolate della Rho Monza ,senza dimenticare l'ultima lotta per salvare il Parco di Via Gorizia , ha la memoria corta: Massimo c'è sempre stato.
 Candidato nella lista Sinistra per la Lombardia  possiamo esser certi che  una volta eletto, non abbandonerà il suo modo di essere e di esserci sempre, una disponibilità quasi d'altri tempi che porterà solo benefici in una Regione Lombardia dove si parla poco di ecologia,paesaggi e cementificazione , materia troppo spesso dimenticata dopo il voto.
Massimo incontrerà i lavoratori Econord del nostro territorio, in lotta per ripristinare diritti a loro negati, il giorno  15 febbraio 2018 ore 19.30 al circolo PRC A. Casaletti - Via Riboldi 208 - Paderno D. assieme ai candidati regionali Nadia Rosa e Domenico Maggio.
Un momento per salutare chi ci è stato sempre accanto e  soprattutto  per sostenere una politica con la P maiuscola!
 

domenica 11 febbraio 2018

ITALIANI BRAVA GENTE E IL REVISIONISMO SUI CAMPI FRIULANI

Ogni anno  il 10 febbraio il ricordo delle foibe,   un passato alquanto distorto  dall'attuale revisionismo soprattutto per quanto accadde durante il periodo in cui vennero creati i primi campi dove trovarono la morte tantissime persone internate.Rinfreschiamo con alcuni scritti la mente dei tanti che hanno dimenticato.


Era il 5 gennaio 1943, quando il conte Galeazzo Ciano ricevette il giovane segretario del Partito nazionale fascista, Aldo Vidussoni. Nato a Fogliano in provincia di Gorizia nel 1914, Vidussoni aveva idee molto precise su come il regime dovesse gestire il mosaico etnico delle sue terre: «Vidussoni dichiara truci propositi contro gli sloveni – scrive Ciano nei suoi Diari -. Li vuole ammazzare tutti. Mi permetto osservare che sono un milione. Non importa, risponde deciso, bisogna fare come gli Ascari e sterminarli tutti. Io spero che si calmi».
È in questo contesto politico che si svolge la storia del campo di concentramento di Sdraussina-Poggio Terza Armata, un capitolo dimenticato della Seconda guerra mondiale nell’Isontino. Creato nell’estate del 1942 come carcere sussidiario della prigione di Gorizia, divenne un inferno per i civili sloveni rastrellati nelle zone d’occupazione, ma anche per cittadini italiani ( di lingua slovena e italiana) e per le famiglie dei partigiani. Oggi soltanto una lapide ricorda quella vicenda, scomoda negazione della leggenda degli ”italiani brava gente”.
La rete dei campi
L’invasione nazifascista della Jugoslavia nel 1941 e la durezza delle forze d’occupazione generarono da subito un forte movimento di resistenza. È in quel periodo che le autorità fasciste allestirono una prima rete concentrazionaria nel territorio della Provincia di Gorizia, allora molto più vasto di oggi. «I primi campi furono aperti dal comando d’armata a Cighino di Tolmino e Tribussa inferiore nel febbraio del ’42 – spiega lo storico Luciano Patat -. Ma erano piccoli e fuori mano, e furono presto sostituiti dai più grandi campi di Gonars e Visco, e da altri campi minori nell’Isontino».
Sdraussina
Il campo di Sdraussina nasce nell’estate del 1942 nei fabbricati dell’ex cascamificio. Vi transitano semplici uomini e donne, italiani e sloveni per cui non c’era spazio nelle carceri goriziane. Tra questi c’è Lino Marega, figura nota dell’antifascismo isontino. Nel suo memoriale Marega racconta come i prigionieri venissero portati a Gorizia e Trieste per gli interrogatori. Alcune donne tornavano poi al campo, ricorda Marega, e si potevano riconoscere soltanto dai vestiti che indossavano a causa delle torture subite. Vicino alla ferrovia e facilmente sorvegliabile, il campo di Sdraussina era un centro di smistamento prigionieri ideale.
«Il campo di Poggio non era l’unico – spiega Patat -. Sotto il monastero della Castagnavizza ce n’era un altro, esclusivamente femminile. A Fossalon c’era invece un campo di internamento per cittadini italiani di lingua slovena. Era sostanzialmente un campo di lavoro. Lì però le condizioni di vita erano migliori, poiché la sorveglianza era affidata ai carabinieri, al contrario di Sdraussina, che era in mano a reparti delle camicie nere». Dopo l’armistizio la rete concentrazionaria fascista crollò, e molti prigionieri riuscirono a fuggire. Alcuni campi, come quello di Poggio, furono in parte riutilizzati dai nazisti come centri di smistamento verso i luoghi dello sterminio.
Vidussoni
Sullo sfondo di queste vicende si muove la figura di Aldo Vidussoni, che abbiamo citato all’inizio di questo articolo, e che proprio in quegli anni era un nome di spicco del regime. Laureatosi in legge nell’ateneo triestino, poi volontario in Etiopia e Spagna, Vidussoni era stato nominato segretario del Pnf da Mussolini in persona nel 1941. Con quella mossa il duce intendeva indebolire i ”bonzi” del partito, affidandosi a forze più giovani e fanatiche. Vidussoni, come abbiamo visto, prese da subito posizioni accesamente anti-slovene.«Vidussoni è un caso atipico per le nostre zone – commenta Patat -. Trascorse pochi anni a Fogliano, poi andò a Trieste e da lì si mosse sul piano politico nazionale». Contrariamente all’entusiasmo sanguinario di Vidussoni, spiega Patat, l’Isontino si era mostrato piuttosto refrattario al fascismo: «Da noi il movimento attecchì in ritardo – dice lo storico -. E si trattò di un fenomeno d’importazione: i primi fascisti isontini erano militari e impiegati fermatisi qui dopo la Grande guerra. Da subito, però, il nazionalismo si colorì di razzismo. Nell’allora provincia di Gorizia gli italiani erano minoranza, e l’italianizzazione s’impose con la forza». Gli effetti sono noti, simili a quelli che tutti i nazionalismi hanno scatenato su questo confine. Forse per tutte le vittime di quegli estremismi potranno valere le parole di Ljubka Šorli, deportata, riportate sulla lapide davanti al campo di Sdraussina: «Il destino ci nobilita attraverso il dolore. Una è la fede, uno il grido: libertà».
da Il Piccolo  

Quando si parla di criminali di guerra, non pensiamo mai a nostri connazionali, eppure al termine della seconda guerra mondiale la Jugoslavia ricercava come criminali di guerra 800 italiani e l’Etiopia altri 400: 1.200 italiani criminali di guerra! Tra questi i peggiori per i nostri confinanti erano i generali Mario Roatta e Pirzio Biroli, mentre per gli africani i grandi ricercati erano il maresciallo Pietro Badoglio e il generale Rodolfo Graziani. Ma nonostante le giuste richieste straniere, questi generali vennero protetti e mai processati all’estero, tanto che morirono nei loro letti. E quando ricordiamo le odiose rappresaglie dei tedeschi durante l’occupazione dell’Italia (per ogni tedesco ammazzato, 10 italiani uccisi) dimentichiamo (o meglio non sappiamo) che i nostri connazionali prima di loro avevano fatto ben di peggio: nell’occupazione del Montenegro i comandanti italiani disposero che per ogni soldato italiano ucciso o per ogni ufficiale ferito, si ammazzassero 50 civili e 10 per ogni sottufficiale o soldato feriti in imboscate; altre rappresaglie in Jugoslavia portarono a radere al suolo interi villaggi abitati, e in Somalia la risposta all’uccisione di due aviatori italiani determinò il bombardamento di tre villaggi con 71 bombe all’iprite.A seguito di un’azione dei partigiani comunisti di Tito, l’esercito italiano al comando di Roatta usava questa condotta: interveniva nella zona con intere divisioni, radeva al suolo i villaggi e deportava nei lager italiani la popolazione.............. in quel lager che non aveva molto da invidiare a quelli nazisti, i prigionieri a cui non veniva dato quasi mai da bere, dormivano per terra nelle tende e venivano nutriti a maccheroni galleggianti nell’acqua. I bambini erano costretti a indossare fogli di giornale come pannolini. Le foto di esseri scheletriti raccontano meglio delle parole le condizioni di vita che in un inverno del 1942 provocarono in quel solo campo 50 morti al giorno tra i civili. In tutto a Kampor le vittime accertate furono 4.641 nonostante il tentativo degli italiani di camuffarne il numero seppellendo fino a tre bare sotto un’unica croce. Ma il numero complessivo degli jugoslavi deportati nei lager italiani è di 150.000 (si calcola che sui 360.000 abitanti della provincia di Lubjana, 70.000 vennero internati e 15.000 uccisi).......

SOLIDARIETA' A LUCA PALADINI




Vogliamo esprimere la nostra solidarietà a Luca Paladini che è stato di nuovo oggetto di pesanti minacce per il suo impegno nelle battaglie sui diritti civili. 
Stavolta, oltre che con le parole i codardi che si nascondono dietro il pc hanno abbinato un orrendo fotomontaggio. A Luca e ai I sentinelli di Milano il sostegno della Federazione del Prc di Milano. No pasaran.
Giunga a Luca anche il nostro messaggio di  solidarietà  come circolo PRC A. Casaletti di Paderno D.
 

LA DIGA ANTIFASCISTA


Macerata la grande diga antifascista del 10 febbraio ha raggiunto la città, l'ha inondata, come doveva essere dopo i terribili fatti della scorsa settimana e se parecchie associazioni ufficialmente si sono tirate indietro in tanti hanno "disobbedito" e sono scesi in piazza con gli striscioni!Tante Anpi, tante Fiom,tanti Arci.... assieme al grande esempio di Lidia Menapace 93 anni partigiana candidata di Potere al Popolo .
Macerata chiama e Milano risponde, ieri in tantissimi anche nel capoluogo lombardo, presente anche una delegazione del circolo PRC A. Casaletti.

"A me che la Resistenza l'ho fatta vedere fascismo e antifascismo messi sullo stesso piano fa ribrezzo.Minniti non ha scusanti io oggi sfilo in corteo. Lidia Menapace"


“Il sindaco di Macerata ha tenuto in questi giorni un comportamento indecente degno dell’Alabama degli anni ‘60. Manifesteremo oggi non solo contro la violenza che ha stroncato la giovane vita di Pamela e quella di chi spara e incita all’odio razziale ma anche contro l’ignavia di politicanti come il sindaco di Macerata. Davanti a una tentata strage un sindaco democratico avrebbe dovuto immediatamente far visita ai feriti e chiamare la cittadinanza alla mobilitazione. Quel sindaco è un degno rappresentante del Pd di Renzi e Minniti”.



giovedì 8 febbraio 2018

STOP ALLA CENSURA

Oggi i rappresentanti di Potere al Popolo davanti alla Rai di Milano contro la censura dei media che continuano a NON voler considerare vive realtà politiche.

A meno di un mese dalla fine della campagna elettorale il servizio pubblico d'informazione nazionale continua a operare come se Potere al Popolo non esistesse.

50mila firme raccolte, una mobilitazione popolare che ha portato alla convocazione di centinaia di assemblee territoriali in 150 diverse città, due momenti nazionali partecipati da 800 e 1000 persone, tutto questo viene completamente ignorato.
Eppure niente di paragonabile è accaduto intorno ai processi elettorali delle altre compagini che partecipano alle elezioni nei soli ultimi due mesi!

Per Potere al Popolo nessuna citazione nei TG, una sola volta la partecipazione a un talk show, pochissime nei servizi giornalistici, mentre a formazioni sempre minori, presenti su pochissimi luoghi del territorio nazionale, si riservano spazio e visibilità enormi.

Parlano per noi gli esempi di +europa (che ha addirittura rinunciato a raccogliere le firme!), le formazioni di estrema destra, Casapound&Co che spesso e volentieri troviamo in prima serata deliziandoci con discorsi iper razzisti e violenti.
Vogliamo che ai cittadini venga data un'informazione completa e veritiera, vogliamo che chiunque abbia la possibilità di andare a votare il prossimo 4 marzo in maniera cosciente perchè gli vengono presentate con trasparenza temi e programmi anche della nostra lista. E' il minimo che un servizio pubblico degno di questo nome possa fare.

Giovedì andremo a chiedere conto proprio di questo. Vestiti da fantasmi perchè l'informazione pubblica ci tratta come tali: invece noi esistiamo e pretendiamo che anche la nostra realtà venga raccontata!



 

SUL BEL SEVESO BLU

Ieri mattina il fiume Seveso aveva  una strana colorazione blu intenso , ancora scarichi abusivi di chissà quale componente ci hanno fatto notare una realtà che non sempre ad occhio nudo riusciamo ad individuare, i nostri fiumi troppo spesso usati come pattumiere a cielo aperto gridano aiuto.
Laura Bassanetti candidata di Potere al Popolo nel nostro collegio e che domani sera sarà presente a Varedo alla Sala Minotti,  riprende il pensiero dei tanti che hanno a cuore il benessere dei nostri corsi d'acqua.

SEVESO E'BLU A CAUSA DI SCARICHI INDUSTRIALI:L'URGENZA DI UNA POLITICA AMBIENTALE DI CLASSE.
La questione ambientale e'al centro
di migliaia di vertenze su tutto il territorio nazionale.
A Paderno Dugnano tanti cittadini si sono impegnati sul fronte del problema del fiume Seveso, fiume nella lista dei piu'inquinati d'Italia.
Si sono fatte mozioni, interrogazioni, accessi agli atti, malgrado cio' ancora oggi ci sono 1400 scarichi abusivi. Anziche'intervenire su questi, il vero problema, si porta avanti il progetto delle Vasche di laminazione.
Queste sono situazioni amplificate da un modello capitalistico predatorio che provoca rotture sempre più profonde nel
rapporto tra l’uomo, le altre specie animali, il resto della natura, accumulando enormi problemi che
il pianeta e le generazioni future avranno sempre più difficoltà a risolvere.
La devastazione
ambientale è anche questione di classe, di cui pagano le conseguenze assai più gli oppressi e gli
esclusi che i ricchi e privilegiati. Un intero continente, quello africano, fa i conti non solo con le
guerre ma anche con siccità, desertificazione, inquinamento, mentre nei paesi del primo mondo
continuiamo a sprecare risorse. I paesi dominanti non riescono però più a confinare i danni globali: l’inquinamento, lo stravolgimento climatico, la crisi idrica, gli incendi ci colpiscono sempre più al
cuore e ci impongono un urgente e radicale ripensamento del modello di produzione e consumo.
Non c’è “economia verde” che tenga, se non si mette in
discussione la logica del profitto.

Ecco perche' non c'e'nulla di duraturo e di efficace nel modello di intervento politico che viene proposto nei nostri territori da alcune liste civiche e realta'locali.
Non e'possibile pensare di modificare attraverso riforme, compromessi e mozioni consigliari, l'atteggiamento predatorio delle amministrazioni che dalla Rho Monza, alla Pedemontana all'ampliamento del carefour hanno sempre considerato la terra una merce.
A chiarire ulteriormente tutto cio'basta pensare al tipo di progetto elettorale (con Pd e Gori) che propongono oggi i Verdi in Italia.
C'e'bisogno di una pianificazione democratica su scala nazionale
e internazionale incentrata sulla salvaguardia dell’ambiente e il risanamento dei danni connessi al cattivo uso delle risorse. Anche in questo campo l’omologazione tra centrodestra e centrosinistra ha
portato all’approvazione di una serie di “riforme” che hanno stravolto conquiste precedenti, di cui
va rivendicata l’abrogazione immediata: dallo Sblocca Italia alla riforma Madia che cancella il
ruolo delle Sovrintendenze, alla neutralizzazione della valutazione di impatto ambientale
all’aggressione ai parchi nazionali
Tra tante mezze verita'e mistificazioni che si rincorrono: tubazione rotta accidentalmente, guasto al depuratore e coincidenze su coincidenze tra incendi e livelli dello smog personalmente ci resta anche il dubbio che bere l'acqua potabile del nord milano sia la piu'sana scelta da fare attualmente.

martedì 6 febbraio 2018

POTERE AL POPOLO:PRESENTAZIONE CANDIDATI

Presentazione candidati della zona Varedo, Paderno D, Nova Mil.se, Muggio', Cormano, Cusano, Cinisello, Senago in quel di Varedo venerdi' 9 febbraio 2018 ore 21.00  Sala Minotti





RAZZISMO ITALIOTA, INTOLLERANZA E XENOFOBIA PADERNESE: LA VERA BOMBA SOCIALE SI CHIAMA IGNORANZA.

Laura Bassanetti padernese , candidata alla Camera nella lista Potere al Popolo pubblica una riflessione sugli ultimi fatti accaduti a Macerata e nell'ambiente scolastico della nostra città-

Accaduti ,nel contesto della campagna elettorale fra le piu'scontate degli ultimi anni (se non fosse per la presenza di qualcuno che tiene davvero a distinguersi a sinistra) i fatti (che denominiamo tentata strage fascista)di Macerata, sono finiti nel gioco delle strumentalizzazioni contro gli immigrati, una nota faccia ha pensato bene di rassicurare i suoi piccoli incoscenti italiani: lo straniero, "bomba sociale"pericoloso elemento scatenante, bassi istinti non controllabili verra'allontanato in numero sufficiente a rendere il razzista vittorioso nella sua cretina guerra ai poveri.
E lui tornera'docile a farsi sfruttare, a sottomettere le "sue"donne, proseguendo a delinquere tra le famiglie per bene tradizionali,
mentre,nel frattempo, nessun esponente politico ad esclusione del solo Potere al Popolo  che  organizza, in molti centri del paese,le giornate contro l'odio razziale-,si presenta a scusarsi e al cospetto delle vittime della strage in ospedale.  Il concetto di cui sopra speso da Salvini, Forzanuova e Berlusconi sulla "comprensione"- che ricorda vagame
nte anche un plauso-della violenza e delle sparatorie, si avvicina molto a quello che vorrebbe le donne rinchiuse piuttosto che con il burka, perche', in fondo,loro sono una "bomba" ..."ormonale"in questo caso e qualche reazione scomposta potrebbero anch'esse provocarla.....
Probabilmente quelli fuori strada siamo noi, che da anni abbiamo piu'che dei sospetti ma forse si tratta di allucinazioni o travisiamo i fatti: il livore sempre piu'acceso palpabile entro certi ambienti ( vedi la vicenda "comitato genitori " che ci vede protagonisti) ogni qualvolta si prova ad esprimere una libera opinione non allineata, pensavamo potesse essere foriero di razzismo e pericolosa intolleranza.
Da qualche altra parte si e'gia'andati oltre: genitori che si picchiano alle recite scolastiche e insegnanti malmenati perche'l'ambiente (saturo di frustrazioni continue per tutti: studenti e lavoratori)galleggia elettrico in uno stato di rischiosa calma (mica sempre) apparente.
Noi ingenui pensavamo che il problema non fossero le vittime ma chi aggredisce, discrimina ed esclude.
Ci preoccupavamo del fatto che la gente non percepisce nemmeno piu'la Scuola come Istituto,dalla quale si sente abbandonata come lo e'dalle istituzioni: se gli fai notare che la sede di discussione e
gestione dei problemi non e'la "chat"ma l'ufficio dei Dirigenti scolastici strabuzza gli occhi e scuote scandalizzata il capo...come quando in certe zone gli parli di denunce alle autorita'.
Ci preoccupiamo di questo clima malsano e pensiamo sia una "bomba sociale"ma c'e',a quanto pare, una strada piu'semplice: applicando la ricetta del cavaliere potremmo stabilire che, come gli incolpevoli immigrati, anche chi tradisce la sacra legge del "laviamo i panni sporchi.....su whatsapp" sara'allontanato come "non gradito" "pericolosa bomba sociale"reo di voler accendere i cervelli...perche'puo'scatenare l'ira dei razzisti o anticomunisti (sempre di razzismo si tratta...) e quindi gli verra'interdetta la fruizione della scuola pubblica. Scuola che deve essere lasciata alle lobby cattofasciste e ai "comitati dittatori", ai paladini del perbenismo e dello status quo.
In questo paese, dove i camerati scorrazzano a destra e manca non ci sarebbe da stupirsi di nulla.
Pensiamo che le forme di intolleranza siano multiformi e tutte vadano attentamente monitorate e che sia:` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico esociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese
.

lunedì 5 febbraio 2018

COGRESSO DI CIRCOLO ITALIA CUBA DI MILANO:ELETTA UNA PADERNESE NEL DIRETTIVO

Ieri a Milano in Via Borsieri- si e' svolto il Congresso del Circolo A. Cambiaghi, non solo per il rinnovo delle cariche ma anche per eleggere i delegati che andranno al Congresso Nazionale che si svolgerà nel mese di marzo a Parma.
La nostra portavoce PRC Giovanna Baracchi è stata eletta nel Direttivo dell'Ass.ne di Amicizia Italia Cuba assieme a Franco Calandri, Davide Perini, Graziella Piscopello , Sergio Marinoni, Angelisa Zibaldi e Irma Dioli. Riconfermato sempre all'unanimità il segretario uscente Gianni Fossati.
Una nuova squadra alla guida di uno dei circoli piu' significativi e piu' laboriosi del territorio milanese che ha portato a termine numerose iniziative e che ha collaborato attivamente con il Consolato Cubano di Milano. 
Giovanna Baracchi assieme a Ercole Catenacci sarà presente come invitata ufficiale anche a Parma.


Ogni vero uomo deve sentire sulla propria guancia lo schiaffo dato sulla guancia di un altro uomo.

Riferimento: https://le-citazioni.it/autori/jose-marti/
Ogni vero uomo deve sentire sulla propria guancia lo schiaffo dato sulla guancia di un altro uomo.

Riferimento: https://le-citazioni.it/autori/jose-marti/
Ogni vero uomo deve sentire sulla propria guancia lo schiaffo dato sulla guancia di un altro uomo.

Riferimento: https://le-citazioni.it/autori/jose-marti/
Ogni vero uomo deve sentire sulla propria guancia lo schiaffo dato sulla guancia di un altro uomo.

Riferimento: https://le-citazioni.it/autori/jose-marti/
Ogni vero uomo deve sentire sulla propria guancia lo schiaffo dato sulla guancia di un altro uomo.

Riferimento: https://le-citazioni.it/autori/jose-marti/
Ogni vero uomo deve sentire sulla propria guancia lo schiaffo dato sulla guancia di un altro uomo.

Riferimento: https://le-citazioni.it/autori/jose-marti/
Ogni vero uomo deve sentire sulla propria guancia lo schiaffo dato sulla guancia di un altro uomo.

Riferimento: https://le-citazioni.it/autori/jose-marti/ Spero di poter contribuire con animo lindo ed umile assieme alle compagne e ai compagni che hanno saputo apprezzarmi. Grazie a tutte e tutti. HLVS. Saremo una splendida squadra
"Un nuovo percorso, forse quello a cui la mia anima martiana aspira da tempo. Spero di poter dare il mio contributo   con animo lindo ed umile assieme alle compagne e ai compagni che hanno saputo apprezzarmi. Grazie a tutte e tutti. HLVS. Saremo una splendida squadra"  
Chi ha tanto di dentro, ha bisogno di poco da fuori- Jose' Marti'

A Giovanna e a tutto il nuovo Direttivo gli auguri di Buon Lavoro da parte del circolo PRC A. Casaletti

sabato 3 febbraio 2018

COMITATO GENITORI ESPELLE CHI E' PER IL NO AI LICENZIAMENTI DELLE INSEGNANTI

Capita anche questo  nello schierarsi a difendere il diritto a NON ESSER LICENZIATI delle insegnanti, cosi' un genitore, in questo caso Laura Bassanetti , viene espulsa dal Comitato Genitori senza nessuna spiegazione. A nulla valgono i solleciti scritti che pubblichiamo, solidarizzando non solo con le insegnanti in lotta per il loro posto di lavoro ma anche con Laura Bassanetti CSP .



Alla cortese Attenzione:
Presidente del Comitato Genitori

Buongiorno,

siamo iscritti al Comitato Genitori di questa scuola dal 2016.
Abbiamo in diverse occasioni contribuito alle raccolte di fondi.
Abbiamo partecipato sempre attivamente a servizi per la scuola:(commissione mensa, aiuto in caso di feste, produzione lavori decorativi etc)
Facciamo parte del gruppo "Scuola in festa"nella scuola Via Anzio- Casetta-)
Dal gennaio 2017 amministro il gruppo: Csp Comitato per la Scuola pubblica Paderno Dugnano e ci siamo gia'occupati di molti temi su problemi scuola anche di questo plesso.
Cio'premesso:
E'successo un fatto che reputIamo grave e antidemocratico.
Avendo fatto null'altro che inserire nella Chat "Commissione lavori"del "Comitato genitori Suola Mazzini" un comunicato in solidarieta' ai nostri Insegnanti precari in sciopero che adesso rischiano i loro incarichi l'Amministratore di questo gruppo ha affermato arbitrariamente con tono autoritario e sgradevole che stavo facendo "propaganda"(?)e mi ha espulso dal gruppo, rispondendo con insulti a mie successive dovute rimostranze.
Considerato che gia'dallo scorso anno pur facendo reiterate richieste non riusciamo ad accedere al gruppo fb "Genitori Mazzini"per motivi non ben specificati ne'ad avere risposte da parte vostra su questa nostra difficolta' (ma avevamo finora deciso di soprassedere) dobbiamo a questo punto prima di fare una denuncia pubblica di queste idee e metodi antidemocratici richiedere una spiegazione precisa dell'accaduto.
Le richiedo al Direttivo e al Presidente del Comitato.
Sono eventualmente disponibile anzi auspicherei un incontro in data e orario da concordare
Laura Bassanetti 


Spettabile

DIRETTIVO del Comitato Genitori Scuola Mazzini e Scuola dell'Infanzia "La Casetta" di via Anzio
Presso: Scuola Mazzini via San Michele del Carso 29 Paderno Dugnano

Alla cortese Attenzione:
Presidente del Comitato Genitori

In data 23 gennaio 2018, 10 giorni ad oggi, vi abbiamo inoltrato la seguente comunicazione all'indirizzo da Voi esposto nella bacheca del cortile della Scuola Primaria G. Mazzini .
Vi sollecitiamo un cortese riscontro non avendo ancora ricevuto nessun messaggio né personale né scritto né telefonico in risposta, citandovi in quest'occasione i seguenti principi che riteniamo debbano essere tenuti in considerazione nella gestione dei rapporti entro una Scuola pubblica statale italiana, essendo dell'opinione che i problemi di democrazia in essa debbano essere affrontati:

Art 3 della Costituzione della Repubblica italiana;
Art 21 della Costituzione della Repubblica italiana;
Art 28 della Costituzione della Repubblica italiana;
Art 34 della Costituzione della Repubblica italiana;
Art 49 della Costituzione della Repubblica italiana;

inoltre, altri prima di noi hanno inteso: " Difendere la scuola
democratica: la scuola che corrisponde a quella Costituzione democratica che ci siamo voluti dare; la scuola che è in funzione di questa Costituzione", come recentemente lo stesso MIUR promuovendo il seguente video che ci permettiamo di includere qui:
https://youtu.be/oB0t3p8TmME
https://youtu.be/5dH-_7bwDIw
a cui tutte le scuole dovrebbero ispirarsi.

In ultima analisi riteniamo che la stessa istituzione dei decreti delegati (anno 1974)in materia di Assemblea e costituzione di Comitati, rappresentanza dei genitori, organi collegiali scolastici sia stata il frutto della volonta'di applicare entro la scuola lo spirito costituente italiano e la democrazia inanzitutto.
Certi di un riscontro a breve ribadiamo la nostra disponibilita'all'incontro per il chiarimento gia'richiesto.
392 0373005
Laura Bassanetti
Cosimo Cicalese.

DIRETTIVO del Comitato Genitori Scuola Mazzini
Presso: Scuola Mazzini via San Michele del Carso 29 Paderno Dugnano
 

giovedì 1 febbraio 2018

LAVORATORI IN SCIOPERO DAVANTI AL COMUNE: POTERE AL POPOLO PRESENTE



I lavoratori dei servizi di Igiene Ambientale erano in presidio davanti in Piazza della Resistenza.
Potere Al Popolo a Paderno ha deciso di sostenerli nella loro vertenza per i diritti sul lavoro. I lavoratori all'azienda Econord richiedono condizioni di lavoro dignitose. Sosterremo la loro lotta fino a che i lavoratori non avranno ottenuto tutte le rivendicazioni richieste! Potere al Popolo!



TORINO RONDE ANTICLOCHARD: PURA INCIVILTA'



TORINO - LOCATELLI (PRC-POTERE AL POPOLO): «STASERA PROTESTEREMO CONTRO LE VERGOGNOSE RONDE VOLUTE DALL'AMMINISTRAZIONE APPENDINO, DORMENDO ALL'ADDIACCIO DAVANTI AL COMUNE, COME PURTROPPO SONO COSTRETTI A FARE I CLOCHARD»
Ezio Locatelli, segretario provinciale di Rifondazione Comunista ed esponente di Potere al Popolo di Torino, dichiara:
«Questa sera, a partire dalle 21, dormiremo all’addiaccio davanti al Comune di Torino per protestare contro le ronde anticlochard volute dall'amministrazione Appendino per cacciare dal centro città poveri e senza tetto. E' scandaloso che in una città popolata da oltre centomila poveri, migliaia di disoccupati e persone senza tetto, invece che mettere in atto un’azione di contrasto alle scandalose disparità sociali, non si trovi di meglio che colpire i più deboli. I poveri, in questi giorni, non solo sono stati cacciati dalle vie del centro - l’operazione condotta dai vigili urbani e da operatori del servizio di nettezza urbana chiamata “servizio decoro” - ma deprivati delle poche cose in loro possesso, coperte, cartoni, vestiario, che sono stati buttati nei cassonetti. Un vero e proprio atto di crudeltà, di disconoscimento della condizione di vulnerabilità in cui si trovano molte persone, a poco più di una settimana dalla morte notturna per freddo di due persone. Noi non difendiamo lo status quo, non pensiamo che i problemi si risolvano lasciando i senza tetto in balia di se stessi, trasformando i portici di Torino in dormitori notturni. Ma ancora meno si risolvono cacciando in periferia una massa crescente di poveri. Si risolvono offrendo opportunità di accoglienza, di integrazione, mezzi di sostentamento. Si risolvono all’inverso, combattendo le sperequazioni e ingiustizie sociali che si sono ampliate a dismisura, in una realtà come Torino, diventata, in questi anni di disoccupazione e precarietà, la città con il più alto tasso di povertà e marginalità sociale di tutto il Nord d’Italia. Non si può assistere silenti a cose così assurde: i volontari e l'Assessorato alle Politiche Sociali la sera distribuiscono aiuti e coperte ai senza tetto, e la mattina Vigili Urbani e operatori del Comune che minacciano arresti e strappano le coperte alle stesse persone».

Torino, 1 febbraio 2018