di Franco Martina
Per un Renzi che preferisce non commentare l’ennesimo rinvio
della visita a Matera, visto il clima incandescente che l’inchiesta petrolifera
sta avendo sul governo e nel Pd, è annunciata per sabato 9 quella (recuperata
dopo un precedente rinvio) del Ministro dell’Interno Angelino Alfano.
Sarà a Palazzo Viceconte per presentare,
alle 17.00, il libro ‘’ Chi ha paura non è libero’’. E’ inevitabile che il
discorso cadrà, ma forse sarà un po’ attenuato, sulle critiche di ‘’
inconcludenza’’ che il presidente del consiglio dei Ministri Matteo Renzi ha
rivolto alle inchieste sul filone petrolifero ,avviate in passato dalla
Magistratura potentina. Critiche che hanno procurato l’inevitabile presa di
posizione dell’Associazione nazionale magistrati e di varie forze politiche.
Un copione già visto con altro presidente
del consiglio, Silvio Berlusconi, sommerso di inchieste dall’esito differente,
ma che serviva a radicalizzare posizioni e lo scontro tra poteri dello Stato.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti…Riforme senza risorse e rallentamenti
inevitabili delle attività inquirenti e decisionali. Ci risiamo? Cui Prodest?
Renzi ha chiesto di far presto, ma ha
dimostrato di non avere senso dello Stato per quanto detto prima. E poi dopo
l’interrogatorio a Roma, come persona informata dei fatti del ministro per i
rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, toccherà giovedi 7 aprile
all’ex ministra per lo Sviluppo Economico Federica Guidi raggiungere Potenza
per essere interrogata. E potrebbe non essere la sola. Lo stesso Matteo Renzi,
che alla trasmissione in ½ ora di Lucia Annunziata ha rivendicato la paternità
e la volontà di portare avanti il chiacchierato emendamento per Tempa Rossa,
potrebbe essere sentito. Lui stesso l’ha chiesto…Ma sono ipotesi, calma è
gesso.
La fretta e il protagonismo irruento di
taglio social alla lunga non paga. Si lavori sui fatti e sui riscontri, come
sta venendo fuori. Dentro questa pagina nera come il petrolio o come il
‘’cancro’’, per usare un termine brutale ma luttuoso che coinvolge molte
famiglie, c’è la Basilicata che chiede trasparenza, giustizia per quanti hanno
perso affetti o soffrono con tanti punti interrogativi alla scoperta che si
sono ammalati per un’ambiente avvelenato, ai piedi del Sacro Monte della Val
D’Agri. Lo diciamo ai devoti di circostanza, che dovrebbero recitare un vibrato
‘’mea culpa’’ per quanto non fatto pur di mandare avanti ambizioni e interessi.
E questa è stata una pugnalata al cuore
della Basilicata verde. Il resto è storia…giudiziaria d’oggi. Chi l’avrebbe
immaginato? Dalla Basilicata un effetto domino sui binari della Giustizia che
sta coinvolgendo e sconvolgendo le tante faccetoste, abituate a vendere fumo,
sorrisi ipocriti e a sottovalutare in nome del lobbismo affaristico e della
cambiali elettorali da onorare, quelle sullo sfruttamento petrolifero a tutti i
costi, la salute dei cittadini e quella del territorio. Il sequestro di carte
cliniche da parte del Nucleo operativo ecologico (Noe) dei Carabinieri in vari
ospedali della regione lo confermano . Una decisione – che rientra nel filone
d’inchiesta della Procura di Potenza sulle attività di smaltimento dei rifiuti
prodotti dal Centro Oli dell’Eni- e finalizzata a verificare le patologie più
diffuse, e tra queste i tumori.
E come se non bastasse, in relazione ai
dati del Registro regionali riferiti al 2007 e all’insufficiente monitoraggio
ambientale che continua ad alimentare le polemiche, si aggiunge la precisa
denuncia del presidente dell’Associazione medici per l’ambiente – Roberto
Romizi- che segnala in Val d’Agri un aumento di mortalità per tumori del sangue
(leucemie) e allo stomaco. Un commento che giunge dopo l’indagine dell’Ufficio
statistica dell’Istituto superiore di sanità e trasmesso alla Regione
Basilicata, e che mette in relazione quanto appurato dagli organismi inquirenti.
Lo studio, che fa riferimento a dati su
mortalità e ricoveri, nel periodo 2003-2010, ha riguardato 20 comuni delle
Valli del Sauro e dell’Agri e ha accertato un eccesso di mortalità di tumori
maligni allo stomaco, del sistema respiratori, dell’apparato digerente.
Segnalati anche aumenti di morti per infarto. Finita? Macchè. C’è sempre il
problema per esposizioni da amianto e altre sostanze chimiche della Valbasento,
portato avanti con ostinazione dall’Aieab, e che preoccupa non poco.
Lo stillicidio di persone colpite da
neoplasie è periodico. Ma quanto all’accertamento e al pagamento di
responsabilità occorrerebbe una svolta giudiziaria, che ancora non si vede. Si
susseguono gli esposti, le audizioni del caparbio Mario Murgia e di altri
volontari, ma finora si è mosso poco. Si attende la visita dell’ennesima
commissione parlamentare d’inchiesta o la messa in mora del nostro Paese da
parte dell’Unione Europea. Su tutto questo c’è una coltre di silenzio a vari
livelli.
La Giustizia fa il suo corso, ha i suoi tempi
per accertare laddove possibile eventuali responsabilità. Questa volta, accanto
all’inchiesta tra malapolitica e malaffare, c’è quello più importante della
salute e su questo i ‘’ Governi’’ tacciono e parlano di poteri forti che
pressano e strumentalizzano per evitare che si prosegua nelle riforme o nel
rilancio economico del Paese. Che ipocrisia. Questa gente in Basilicata non la
vogliamo, a meno che non scelgano l’Agri, il Bradano o il Basento -anzicchè
l’Arno, il Po’, il Tevere, per compiere un gesto estremo riparatore per i tanti
danni procurati alle genti lucane.Un ‘’pietrone ‘’ al collo per vedere
affondare le tante ‘’faccetoste’’ che continuano a ripetere che è ‘’Tutto a
posto’’e che ‘’hanno fatto fino in fondo il proprio dovere’’. Hanno fatto soldi,
beh…per la legge del contrappasso dovrebbero spenderle tutte in medicinali,
come ripete un antico detto meridionale. La Basilicata chiede giustizia e non
passarelle di vip. Non ne abbiamo bisogno, anzi.
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