Pubblichiamo volentieri la riflessione apparsa sul blog Qui Paderno Dugnano dell'ex sindaco Gianfranco Massetti.
Non concordo con il generale ottimismo che sembra diffondersi sul
futuro della tranvia Milano-Limbiate. Registro, con una personale dose
di scetticismo, le novità “presunte” rispetto al destino della tranvia
stessa. Senza rimproverare nulla agli amici parlamentari e agli
amministratori di Limbiate, lasciati colpevolmente soli dalle altre
Amministrazioni locali. Non si tratta di vedere il bicchiere mezzo vuoto
invece che mezzo pieno. Ma della consapevolezza, maturata anche in anni
di amministrazione a Paderno Dugnano, che abbiamo visto troppi
progetti, troppi documenti, troppi ordini del giorno, troppi
stanziamenti poi revocati per gioire di un “documento” approvato dalla
Camera dei Deputati.
Spesso la Politica è prodiga e veloce quando si tratta di approvare
documenti e istituire commissioni ma meno pronta quando si tratta di
finanziamenti. C’è sempre un’altra piorità rispetto a quella della
mobilità su ferro del Nord Milano. Sia che si tratti della
Milano-Limbiate come della Milano-Desio. E se dopo Expo venisse un
‘Olimpiade o un terremoto? I 60 milioni una volta stanziati- ammesso che
lo saranno- potranno ancora essere dirottati?
Non solo ma leggendo sia il comunicato dell’Assessore di Limbiate che
l’ordine del giorno della Camera sorge un dubbio, spero infondato. La
Camera dei Deputati infatti non impegna il governo a stanziare i 60
milioni che servono ma a farlo”nel momento in cui ci saranno le condizioni di cofinanziamento da parte degli enti territoriali e di cantierabilità”.
L’assessore Archetti ne deduce che :”niente scuse, ognuno faccia
la propria parte per concludere l’iter progettuale e per arrivare alla
cantierabilità dell’opera. Il governo Renzi è stato chiaro: se non si è
in grado di spendere i soldi e di far partire la riqualificazione della
tranvia in tempi certi, nessuno può illudersi che lo stato congeli 60
milioni di euro per altri 7 anni”.
E proprio qui sta il punto. Poiché è noto che alcuni enti locali
(Varedo?, la ex-Provincia di Milano? ) non sono disposti a mettere la
loro quota per questa opera questo ordine del giorno della Camera non
rischia di rappresentare, per loro, un alibi per far fallire l’intero
progetto?
Non era meglio che il governo stanziasse i 60 milioni e si
continuasse così a far cadere le responsabilità e la pressione della
(eventuale) non cantierabilità solo su alcune amministrazioni locali?
Per questo comprendo l’atteggiamento dell’Associazione
Utenti Trasporto Pubblico (UTP) di stare a guardare e restare
guardinghi: nulla è scontato e le sorprese sono dietro l’angolo. Certo,
per questa battaglia, non giova l’atteggiamento miope del Comune di
Milano (e di ATM) che mentre ragiona della Città Metropolitana e ambisce
a competere con le aree metropolitane del mondo per il trasporto su
ferro (tranvie, filovie, metropolitane) si ferma ai confini
amministrativi della città novecentesca. Per questo è giusto misurare
anche le volontà dei candidati sindaci di Milano. E per questo è
importante l’appuntamento di Mercoledì 2 marzo alla
123°Serata UTP dove, come ci anticipa Agostino Fornaroli segretario
Nazionale UTP si chiederà conto ai candidati sindaci a Milano anche dei
Tram Milano -LIMBIATE e DESIO.
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