Oggi 27 gennaio ricorre il piu' famoso ma una giornata definita "della memoria"dovrebbe comprendere anche gli stermini di altre popolazioni.
Dal massacro degli armeni, ai curdi proseguendo con i popoli del Burundi,Darfur,Balcani,Patagonia,America latina,Ruanda,Cambogia, Patagonia, Palestina.
Popoli senza giustizia che spingono l'Onu a riconoscerne il massacro.
Il filo conduttore è sempre un vero e proprio progetto di annientamento attraverso le piu' svariate e terribili modalità . L'eterna ricerca della supremazia uomo su uomo che pare non placarsi mai.
La storia, la memoria dovrebbero servire a non ricadere negli stessi errori, eppure assistiamo continuamente a guerre e ad annientamenti di intere popolazioni fomentati dall'odio di "pochi "che riescono ad incitare e ad indurre alla violenza i" molti ".
L'unica ricetta possibile è l'educazione alla pace, materia che dovrebbe essere insegnata al pari di altre.La direzione giusta è oltre che la memoria anche la cultura, un percorso che andando di pari passo puo' far crescere il comprendere del vivere in pace, apprezzando ed imparando che dalle proprie diversità si puo' incentivare la conoscenza sino al giungere ad una vera e propria integrazione. "Risalire al passato ,esplorando le memorie collettive con l'idea di una nuova "base comune" per una vera "convivenza positiva " puo'rappresentare uno strumento potente di comunicazione e dialogo e una traccia importante per il futuro" sottolinea Gianmarco Pisa dei Corpi Civili di Pace che la nostra sezione padernese ha incontrato nel mese di novembre 2015.
Un percorso non impossibile, difficile certo ma il tentare deve essere un obiettivo primario e non una semplice utopia.
Nel 2016 si deve e si puo'.
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