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domenica 25 febbraio 2018

DAL PAESAGGIO ALLA CIVITAS

Tempo di elezioni, la tematica dell'ecologia un'argomentazione che rispunta e che poi spesso e volentieri viene accantonata per altre urgenze. Non è mai semplice parlare, far comprendere quanto questo argomento  debba divenire priorità ,soprattutto per tutti coloro che vivono le difficoltà ambientali delle grandi città e della provincia. Inquinamento significa anche meno salute, meno verde significa piu' cemento e la paesaggistica il senso del poter vivere anzichè sopravvivere diviene fondamentale.
Ieri pomeriggio abbiamo presenziato a Nova Milanese (Mb)alla presentazione del libro "Dal paesaggio alla Civitas" dall'ecologia del paesaggio alla pianificazione territoriale del Prof. Virginio Bettini ,assieme al Prof. Ingegnoli , Laura Tussi e Fabrizio Cracolici che hanno collaborato al testo.
Il Prof. Bettini , esperto di problemi ambientali ,ex parlamentare europeo nella legislatura 1999-1994 ha proposto 12 iniziative legislative sulle energie rinnovabili e sulla valutazione dell'impatto ambientale ed è attualmente docente all'Universita' di Venezia.
Numerosi gli interventi in merito all'attualità dei territori confinanti con il comune di Nova Mil.se, dall'impegno ecologico delle varie amministrazioni locali, alle battaglie per le numerose corsie autostradali che violentano irrimediabilmente i paesaggi, all'aumento delle aree dismesse, alla presenza di amianto , al disarmo nucleare sino alla presenza di patologie che minano la salute dei cittadini. In special modo il Prof. Ingegnoli scienziato che dal 1971 si occupa di studi ecologici sul territorio -paesaggio ha evidenziato quanto sia faticoso operare sui territori ,con risultati soddisfacenti, ricordando che l'inerzia di certi ambienti politico-amministrativi , ha distolto l'attenzione dalla necessità di seguire discipline scientifiche piu' avanzate. 
Un intenso momento di confronto con i relatori e gli ospiti che è  proseguito sino a sera  ed è terminato con un succulento apericena.

Potere al Popolo ,nuovo movimento presente alle elezioni del 4 marzo ,dedica ampio spazio alla problematica ambientale all'interno del proprio programma che vi invitiamo a visionare.



"La questione ambientale è al centro di migliaia di vertenze su tutto il territorio nazionale. E’ amplificata da un modello capitalistico predatorio che provoca rotture sempre più profonde nel rapporto tra l’uomo, le altre specie animali,  il resto della natura, accumulando enormi problemi che il pianeta e le generazioni future avranno sempre più difficoltà a risolvere. La devastazione ambientale è anche questione di classe, di cui pagano le conseguenze assai più gli oppressi e gli esclusi che i ricchi e privilegiati.  Un intero continente, quello africano, fa i conti non solo con le guerre ma anche con siccità, desertificazione, inquinamento, mentre nei paesi del primo mondo continuiamo a sprecare risorse. I paesi dominanti non riescono però più a confinare i danni globali: l’inquinamento, lo stravolgimento climatico, la crisi idrica, gli incendi ci colpiscono sempre più al cuore e ci impongono un urgente e radicale ripensamento del  modello di produzione e consumo. 
Anche nel nostro Paese da anni contrastiamo una costante devastazione dei territori in nome del profitto (si pensi a “Grandi Opere” come la TAV, il progetto TAP, le trivellazioni petrolifere, l’eolico selvaggio, i siti contaminati, la cementificazione…). Non c’è “economia verde” che tenga, se non si mette in discussione la logica del profitto. C’è bisogno di una pianificazione democratica su scala nazionale e internazionale incentrata sulla salvaguardia dell’ambiente e il risanamento dei danni connessi al cattivo uso delle risorse. Anche in questo campo l’omologazione tra centrodestra e centrosinistra ha portato all’approvazione di una serie di “riforme” che hanno stravolto conquiste precedenti, di cui va rivendicata l’abrogazione immediata: dallo Sblocca Italia alla riforma Madia che cancella il ruolo delle Sovrintendenze, alla neutralizzazione della valutazione di impatto ambientale all’aggressione ai parchi nazionali, ecc.
Per questo lottiamo per:
la messa in sicurezza e salvaguardia preventiva dei territori, la tutela del paesaggio e dei beni comuni, del patrimonio storico e architettonico, programmazione, pianificazione e gestione partecipate e trasparenti fondate su obiettivi di interesse collettivo

  • in alternativa al business dell’emergenza ambientale e a quello della cosiddetta green economy;
  • lo stop alle cd. “Grandi Opere”, a partire dalla TAV in Val di Susa, alla TAP in Salento, al MOSE, all’eolico selvaggio, col riorientamento degli investimenti verso un grande piano per la messa in sicurezza idrogeologica e sismica del Paese;
  • una nuova politica energetica che parta dal calcolo del fabbisogno reale e dalla radicale messa in discussione della Strategia Energetica Nazionale, raccogliendo le rivendicazioni dei movimenti NO TRIV e dei comitati per il NO EOLICO SELVAGGIO e la richiesta di democrazia dei territori contro un modello centralizzato orientato da interessi multinazionali
  • la moratoria sui nuovi progetti estrattivi riguardanti combustibili fossili e lo stop a ogni progetto di estrazione non convenzionale, l’ eliminazione dei sussidi pubblici alle fonti fossili o ambientalmente dannose (16 miliardi annui) da utilizzare per la creazione diretta di
  • posti di lavoro nell’efficienza energetica, nelle energie rinnovabili, in ricerca e innovazione tecnologica
  • l’uscita totale dal carbone come fonte di produzione energetica entro il prossimo decennio, l’uso delle biomasse solo da scarti, la pianificazione degli impianti eolici con criteri di tutela paesaggistica e faunistica, lo stop a infrastrutture energetiche come il TAP e Poseidon;
  • una legge seria per lo stop al consumo di suolo che obblighi i comuni a localizzare i nuovi interventi nel territorio urbanizzato e non in quello non urbanizzato una legge urbanistica che ponga fine alla stagione della deregulation a favore dei privati, l’aumento delle dotazioni pubbliche (verde, servizi, trasporti non inquinanti), lo stop alla cementificazione delle coste e il recupero ambientale delle
  • spiagge (il 75,4% della fascia entro 200 m. dalla costa è edificato);
  • un piano nazionale per la bonifica dei siti inquinati fondato sul principio “chi inquina paga” e il monitoraggio e la tutela delle condizioni di salute delle popolazioni delle aree interessate;
  • un piano di investimenti per la mobilità sostenibile e il trasporto pubblico (dalle ferrovie al trasporto urbano) fondato sui reali bisogni delle classi popolari e sul rispetto dell’ambiente, che superi la prevalenza dei sistemi di trasporto su gomma, potenziando il traffico merci su ferro e via mare;
  • un radicale potenziamento della ciclabilità, con una politica di investimenti pubblici
  • lo stop all’ingresso delle navi da crociera nella Laguna di Venezia, sostenendo le proposte alternative del comitato NOGrandiNavi
  • una nuova politica dei rifiuti, che indirizzi la produzione delle merci verso la recuperabilità, disincentivando i prodotti non riciclabili e usa e getta;
  • la gestione pubblica dell’impiantistica e del ciclo di smaltimento, la messa al bando dell’incenerimento attraverso l’eliminazione degli incentivi, investimenti su raccolta differenziata, recupero, riuso, riciclo, riduzione, realizzando la strategia elaborata dal Movimento “Legge Rifiuti Zero”
  • la ripubblicizzazione dell’acqua bene comune, e più in generale dei servizi pubblici, cancellando il modello di gestione attraverso soggetti di diritto privato come le SPA, nel rispetto della volontà popolare espressa nel Referendum del 2011."
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