Femminicidi continui, un Governo immobile anche di fronte alla chiusura di alcuni centri anti-violenza romani, solamente parole sospese come sospese rimangono le leggi,le tutele per chi ancora subisce.
La Rete Io Decido ha reso noto un comunicato inviato al neo-sindaco Raggi chiedendo un tempestivo intervento in materia di un aiuto tutto al femminile, mentre in Irlanda del Nord ieri, nonostante l'inclemenza del tempo un corteo di donne ha attraversato la città di Belfast chiedendo l'accesso legale e gratuito all'aborto, stanche della continua intromissione religiosa che blocca ogni tentativo di libertà relativa a questa tematica.L'aborto
in Irlanda del Nord rimane illegale con una legge del 1861 che relega le donne a semplici vasi di riproduzione.Un paese dove ancora si è condannate e perseguitate per aver utilizzato l'aborto in un 'Europa all'avanguardia!
Pubblichiamo volentieri il comunicato stampa
NO ALLA CHIUSURA DEI CENTRI ANTIVIOLENZA
Negli stessi giorni in cui si consumava il femminicidio di Sara Di
Pietrantonio, la città di Roma veniva a conoscenza di un fatto grave
quanto paradossale: 3 centri antiviolenza rischiano la chiusura, per
questioni legate alla revoca degli spazi loro assegnati (centro Rosaria
Lopez e Donatella Colasanti a Torre Spaccata, centro Donna L.I.S.A. a
Vigne Nuove, centro Assolei a Trastevere); mentre lo sportello SOS Donna
h24, scaduto l'affidamento e non rinnovato il bando, chiuderà il
prossimo lunedì 27 giugno. Altri spazi che autogestiscono servizi per le
donne che vogliono affrancarsi da relazioni violente o umilianti (la
casa delle donne Lucha y Siesta a Cinecittà, lo sportello Una stanza
tutta per sé a Ostiense nello spazio autogestito delle Cagne Sciolte, il
centro Dalia al Pigneto) rischiano sgomberi o subiscono distacchi delle
utenze.
A fronte del dato drammatico di una donna uccisa ogni 3
giorni e di migliaia di casi ancora sommersi di violenza di genere, la
rete romana Io Decido ha lanciato un allarme alla città e alla
neo-sindaca di Roma. Cosa succederebbe se quei già troppo pochi spazi
gestiti da donne per altre donne venissero chiusi? Perché, nella città
di Mafia Capitale e Affittopoli, a essere colpito è chi fa un uso
sociale del patrimonio, costruendo ogni giorno sostegno, solidarietà,
cultura antisessista e antirazzista? Cosa c'entrano la legalità e la
trasparenza con la giustizia sociale, se a pagare è la città solidale?
Negli stessi giorni in cui si consumava il femminicidio di Sara Di
Pietrantonio, la città di Roma veniva a conoscenza di un fatto grave
quanto paradossale: 3 centri antiviolenza rischiano la chiusura, per
questioni legate alla revoca degli spazi loro assegnati (centro Rosaria
Lopez e Donatella Colasanti a Torre Spaccata, centro Donna L.I.S.A. a
Vigne Nuove, centro Assolei a Trastevere); mentre lo sportello SOS Donna
h24, scaduto l'affidamento e non rinnovato il bando, chiuderà il
prossimo lunedì 27 giugno. Altri spazi che autogestiscono servizi per le
donne che vogliono affrancarsi da relazioni violente o umilianti (la
casa delle donne Lucha y Siesta a Cinecittà, lo sportello Una stanza
tutta per sé a Ostiense nello spazio autogestito delle Cagne Sciolte, il
centro Dalia al Pigneto) rischiano sgomberi o subiscono distacchi delle
utenze.
A fronte del dato drammatico di una donna uccisa ogni 3
giorni e di migliaia di casi ancora sommersi di violenza di genere, la
rete romana Io Decido ha lanciato un allarme alla città e alla
neo-sindaca di Roma. Cosa succederebbe se quei già troppo pochi spazi
gestiti da donne per altre donne venissero chiusi? Perché, nella città
di Mafia Capitale e Affittopoli, a essere colpito è chi fa un uso
sociale del patrimonio, costruendo ogni giorno sostegno, solidarietà,
cultura antisessista e antirazzista? Cosa c'entrano la legalità e la
trasparenza con la giustizia sociale, se a pagare è la città solidale?
Come riportato su molti quotidiani (ma come incomprensibilmente
smentito dall'edizione della sera del tg3 del 25/6/2016) Raggi ha
ricevuto una delegazione di donne della rete Io Decido e dei centri
antiviolenza che, insieme alla rete, si sono mobilitati. Nel corso
dell'incontro, la neoeletta sindaca ha affermato di ereditare una
situazione complessa e da approfondire, su cui non ha margini immediati
di intervento. Ha tenuto comunque a precisare che la tutela dei centri
antiviolenza è per lei una priorità. Ha affermato inoltre che provvederà
al più presto a mettere in atto le misure necessarie alla pronta
riattivazione del servizio di assistenza Sos donna h24.
Riceviamo
con favore queste affermazioni e le accogliamo come dichiarazioni non
solo di circostanza. Tuttavia non rimarremo inermi ad aspettare, c'è
bisogno di atti concreti e immediati, che continueremo a chiedere con
forza.
Per questo GIOVEDÌ 7 luglio alle ORE 18.30,
contemporaneamente al primo consiglio comunale, ci riuniremo in
ASSEMBLEA PUBBLICA davanti al CENTRO DALIA in via del Pigneto 22.
Belfast Rally of choice- Donne in lotta per una tutela sull'aborto che in Irlanda del Nord è ancora illegale.
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