Anche
quest'anno nel corteo del 25 aprile abbiamo sfilato insieme alla Comunità
Palestinese e al BDS ITALIA (Campagna Boicottaggio, Disinvestimento,
Sanzioni la nostra risposta contro la colonizzazione, l’apartheid e
l’occupazione israeliana).
Nella
giornata in ricordo della nostra liberazione dal nazi-fascismo è stato
emozionante abbracciarsi e solidarizzare con palestinesi e quegli ebrei che si
oppongono alla politica di un paese oppressore, violento e fascista.
Mentre
ci sono state proteste, comunque pacifiche, contro la brigata ebraica che poco
ha fatto per la liberazione dell'Italia, perché intervenuta dal 3 marzo 1945
all'aprile '45 e poi a guerra finita si è insediata nel Nord-Est, nei boschi
del Tarvisano, dedicandosi alle vendette
contro veri o presunti nazisti nascosti in Carinzia, Tirolo orientale ed anche
a Vienna, ci sono state manifestazioni di affetto e solidarietà nei confronti
degli ebrei contro l'occupazione presenti nel corteo a manifestare il loro
anelito per la libertà di tutti e contro il sopruso degli avidi e potenti.
Bisogna
ammirare il loro coraggio, perché per queste loro posizioni subiscono molte
vessazioni, emarginazioni, il carcere per gli obiettori di coscienza e spesso
ricevono minacce di morte da parte dei loro "compagni di fede", non
erano molti dietro il loro striscione,
ma ammirevoli!
Michele
Rabà dice: “io sono di origine ebraica, io porto un cognome ebreo, io
sono contro l'occupazione perché se non lo fossi vorrebbe dire che la shoah non
mi ha insegnato nulla".
Chi
rinnega e sopprime i valori e i diritti umani non può far sventolare i propri
vessilli nella manifestazione
fondamentale della nostra libertà e dignità, i cui valori sono stati espressi
nella nostra Carta Costituzionale.
Non
si può accettare, in una circostanza così significativa e solenne, la presenza
di bandiere di un paese che sistematicamente e metodicamente ha fatto
unilateralmente guerre che hanno provocato migliaia di morti, tra i quali tanti
bambini, che ha rubato e ruba quotidianamente la terra, l'acqua, i contributi
interni e internazionali, che sta eseguendo una pulizia etnica nei confronti
del popolo palestinese e dove agli innumerevoli posti di blocco, ogni giorno
muore qualcuno, mentre tutto il resto del mondo "civile" volge lo
sguardo da un'altra parte.
Protestare
contro queste presenze indesiderate diventa un segno di speranza per cambiare
le cose: due popoli e due stati autonomi, liberi e indipendenti per un percorso
radioso di pace!
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